Il numero 54 di n+1 è online

Invitiamo tutti ad abbonarsi alla copia cartacea per aiutarci a mantenere questo tipo di diffusione, ad esempio presso le biblioteche.

Rivista n. 54, dicembre 2023

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

Appuntamenti

20

Apr

"La guerra che viene" - conferenza pubblica a Milano
Sabato 20 aprile 2024, ore 17, presso Circolo anarchico Bruzzi-Malatesta via Torricelli 19 Milano (MM2 Romolo) >>>

16/17

Mar

93° incontro redazionale
Temi: Corpo biologico e corpo sociale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Sui recenti colpi di Stato in Africa >>>

16/17

Dic

92° incontro redazionale
Temi: Determinismo e cibernetica - Conflitto israelo-palestinese - Controrivoluzione in Germania, parte II >>>

23/24

Set

91° incontro redazionale
Temi: Rovesciamento della prassi e concezione unitaria dell'universo - Le cause e le forme del tracollo >>>

Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  6 settembre 2016

Il Capitale governa lo Stato, non il contrario

La teleconferenza di martedì scorso, presenti 11 compagni, è iniziata con alcune riflessioni sulla situazione politica italiana in riferimento a quanto sta succedendo nella Capitale.

Conquistata la poltrona del Sindaco, forti delle promesse fatte in campagna elettorale, i 5 Stelle romani hanno predisposto la propria amministrazione a tale scopo. Dopodiché il sistema gli è saltato addosso. C'era da aspettarselo: in settori chiave dell'economia, tipo quello dei rifiuti, è impossibile non tenere conto di determinate reti di interesse.

Il livello politico sovrastrutturale non può che riflettere la decadenza strutturale dell'economia. Come abbiamo cercato di dimostrare nell'articolo L'Italia nell'Europa feudale, il capitalismo e la borghesia italiani sono sulla scena, fra alti e bassi, da mille anni. In Italia sono nati Machiavelli, il fascismo, il trasformismo, l'opportunismo, gli scandali delle banche, la corruzione e la mafia.

Siccome non siamo indifferenti a nulla, specie agli effetti che possono scaturire dalla insopportabile situazione sociale, abbiamo seguito sin dall'inizio l'evoluzione del Movimento 5 Stelle. Le parole d'ordine, le manifestazioni di piazza debitamente incanalate, il successo popolare, tutto lasciava presagire una ripetizione, seppure in tono minore, del movimento dell'Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini. I pentastellati si erano candidati ad essere la mina che avrebbe fatto saltare il sistema, ma ne sono stati invece velocemente fagocitati, ponendosi al di sotto di ogni possibile critica.

Siamo nell'epoca in cui il Capitale governa lo Stato e non il contrario. La politica si è autonomizzata e viaggia per conto suo, e ormai anche settori della classe dominante lo denunciano con forza. Sempre più osservatori borghesi lanciano l'allarme per la disaffezione della "gente" verso la politica e i partiti.

Il piccolo Belgio è restato senza un governo per quasi due anni, a dimostrazione che le decisioni che contano vengono prese altrove e non certo nei parlamenti. In Spagna l'entrata in scena di Podemos ha contribuito allo stallo politico impedendo, ormai da mesi, la formazione di un esecutivo; ciò nonostante il paese va avanti, le fabbriche producono merci e i cittadini le consumano. La situazione italiana è ancor peggio di quella spagnola: tutte le speranze sono andate perdute e ora anche il M5S è decaduto.

Stabilito che è il processo di maturazione della forza produttiva sociale a determinare il passaggio da un modo di produzione all'altro, giusta l'Introduzione del '57 a Per la critica dell'economia politica, tutte le volte che ci si trova di fronte a un cambiamento profondo della società occorre chiedersi quali siano le classi in movimento. Esempio: in Francia dal 1830 al 1848 matura un movimento rivoluzionario permanente che sfocia nel 1871 nella Comune di Parigi, considerata in qualche modo la fine del ciclo politico della rivoluzione borghese. Per i comunisti europei dalla Comune in poi non c'è più alcuna possibilità di contaminazione tra borghesia e proletariato, tra i programmi della ri-forma e quello dell'anti-forma. Oggi questo discorso vale per tutto il mondo, a maggior ragione nel paese in cui la classe dominante è la più decrepita.

Si è poi passati a commentare l'impatto del recente terremoto che ha colpito il centro Italia. La crosta terrestre è in perenne movimento, forze naturali di portata gigantesca non possono essere affrontate da una società che funziona in modo unidirezionale dove le uniche "esigenze" sono quelle di maggiori profitti. Il capitalismo è il trionfo del lavoro associato e allo stesso tempo il regno anarchico dell'appropriazione privata, una contraddizione insanabile.

In chiusura di teleconferenza si è accennato alle recenti capitolazioni ideologiche della borghesia di fronte al marxismo. Jeremy Rifkin in La società a costo marginale zero sostiene che il capitalismo si sta eclissando mentre al suo posto si fa strada un nuovo paradigma, quello del "commons collaborativo". Gli fa eco Paul Mason in Postcapitalismo: grazie alla rivoluzione tecnologica stiamo vivendo una complessa fase di transizione ad una nuova società. Robot, automazione, intelligenza artificiale, Internet delle cose, disoccupazione tecnologica, sono temi ormai all'ordine del giorno. Un compagno ha segnalato la puntata Il pianeta dei robot di Presa Diretta andata in onda il 5 settembre su Rai 3.

Curioso pure l'atteggiamento dell'Economist. Nell'ultimo numero (in copertina campeggiava il titolo Uberworld) si dimostra che le autovetture possono fare benissimo a meno dei piloti in carne ed ossa. E nel penultimo, Brave new worlds, vengono descritte con entusiasmo le possibilità offerte dai viaggi nello spazio. In effetti, con lo sviluppo della sharing economy, la terra è diventata un posto inospitale per il capitalismo e i suoi rappresentanti ne traggono le logiche conseguenze: se non c'è più posto per lo sviluppo in questo pianeta, bisognerà colonizzarne altri.

Articoli correlati (da tag)

  • La guerra e le sue conseguenze

    La teleriunione di martedì sera è iniziata commentando le ultime news sulla guerra.

    A Mosca un gruppo di miliziani, presumibilmente appartenenti a ISIS Khorasan (c'è una rivendicazione), ha preso d'assalto il teatro Crocus City Hall, causando oltre centotrenta vittime e centinaia di feriti. Quattro persone di nazionalità tagika sono state arrestate dai servizi di sicurezza russi mentre si dirigevano verso il confine ucraino.

    Con le informazioni a disposizione è difficile capire quali forze ci siano dietro all'attacco. I Russi affermano che è opera di "islamisti radicali", ma hanno denunciato anche il coinvolgimento di Ucraini, Americani e Inglesi. Negli ultimi anni la Russia ha visto sul suo territorio diversi attentati di matrice islamica (vedi teatro Dubrovka o scuola Beslan); quest'ultimo, però, si inserisce in un contesto particolare e cioè quello della guerra in corso in Ucraina, dove da una parte si sta consumando un conflitto classico combattuto tra eserciti nazionali, e dall'altra c'è l'impiego da ambo i fronti di partigianerie, mercenari e miliziani. I servizi segreti occidentali avevano avvertito per tempo della possibilità di un attentato in Russia e l'attacco al Crocus può essere considerato come un episodio della guerra mondiale a pezzi, simile alla strage del Bataclan di Parigi avvenuta nel 2015 e compiuta da gruppi legati a Daesh, che causò centrotrenta vittime. Qualche mese fa l'ISIS K ha rivendicato l'attentato a Kerman, in Iran, vicino alla tomba del generale Qassem Soleimani; l'attacco ha provocato oltre ottanta morti e centinaia di feriti.

  • Grandi accelerazioni

    La teleriunione di martedì sera, presenti 16 compagni, è iniziata con alcune cosiderazioni riguardo l'evoluzione del conflitto in Ucraina.

    Dopo due anni di guerra, la Russia ha occupato circa il 20% del territorio ucraino (l'area più industrializzata e ricca di materie prime), e sarà molto difficile per gli Ucraini riprendersi tale parte. Secondo il Wall Street Journal, attualmente il rapporto tra la quantità di proiettili sparati dai Russi e quella sparata dagli Ucraini è di circa 10 a 2. L'esercito russo difende le proprie postazioni e preme sul fronte cercando i punti deboli del nemico, che dopo la disfatta di Avdiïvka sta tentando di costruire una nuova linea difensiva. In un futuro negoziato, Mosca non cederà sui territori occupati poichè essi rappresentano una testa di ponte contro la penetrazione della NATO verso Est. Dal punto di vista economico, l'Ucraina è un Paese distrutto e sarebbe al collasso se non fosse per gli aiuti finanziari e militari di Europa e Stati Uniti.

    Come abbiamo detto in più occasioni, la guerra in Ucraina va inquadrata nel contesto dei grandi cambiamenti geopolitici mondiali. L'apertura di nuovi scenari di crisi (Medioriente, Mar Rosso, ecc.) è un problema per gli Stati Uniti, sbirro globale, che non possono essere presenti ovunque scoppi un conflitto, anche perché al loro interno affrontano gravi problemi di tenuta sociale. In prospettiva, si aggiunge la questione dell'Indo-Pacifico che vede la Cina come un concorrente sempre più temibile.

  • O passa la guerra, o passa la rivoluzione

    La teleriunione di martedì sera, connessi 16 compagni, è iniziata con il commento di alcuni articoli inerenti il nuovo modo di condurre la guerra.

    Da segnalare l'importanza acquisita dai droni nel teatro bellico ucraino, ma non solo. Nell'articolo "Legioni di 'droni intelligenti' all'orizzonte", pubblicato sul sito di Analisi Difesa, si afferma: "Non è utopico immaginare un futuro in cui legioni di droni, guidati da un unico comandante, si confrontino sul campo di battaglia. Droni da ricognizione, d'attacco, kamikaze e da supporto impiegati contemporaneamente per svolgere compiti diversi, come del resto sta già accadendo sui campi di battaglia in Ucraina."

    Recentemente, l'intelligence americana ha fatto circolare la notizia, pubblicata dalla CNN e ripresa da La Stampa, di una nuova arma russa (electro magnetic pulse, impulso elettromagnetico nucleare) "in grado di distruggere i satelliti creando un'enorme ondata di energia paralizzando potenzialmente una vasta fascia di satelliti commerciali e governativi.". Il dispositivo rappresenterebbe un'importante minaccia per la sicurezza del paese.

    Si sta dunque configurando un nuovo modo di fare guerra. Gli USA sono riusciti a vincere la Seconda guerra mondiale perché hanno esternalizzato a livello globale la loro catena di montaggio industrial-militare ("Guerra di macchine. La battaglia delle Midway"); la guerra moderna è, invece, un conflitto tra sistemi cibernetici, incentrato sull'elettronica e su reti di sensori. Il progetto Replicator del Pentagono, ad esempio, dà l'idea di uno scontro tra sciami di veicoli autonomi guidati dall'intelligenza artificiale. Il sistema israeliano Gospel, sempre attraverso l'utilizzo dell'IA, riesce a orientare il fuoco verso le postazioni di lancio di Hamas. Il gruppo italiano Leonardo sta sviluppando un progetto che "intende definire un'architettura spaziale in grado di fornire agli enti governativi e alle Forze Armate nazionali una capacità di calcolo e memorizzazione ad alte prestazioni direttamente nello spazio" ("Leonardo: al via il progetto per il primo sistema di Space Cloud per la difesa").

Materiale ricevuto

Lavori in corso

Doppia direzione

Rivista n°54, dicembre 2023

copertina n° 54

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco dell'immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email