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Rivista n. 54, dicembre 2023

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

Appuntamenti

20

Apr

"La guerra che viene" - conferenza pubblica a Milano
Sabato 20 aprile 2024, ore 17, presso Circolo anarchico Bruzzi-Malatesta via Torricelli 19 Milano (MM2 Romolo) >>>

16/17

Mar

93° incontro redazionale
Temi: Corpo biologico e corpo sociale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Sui recenti colpi di Stato in Africa >>>

16/17

Dic

92° incontro redazionale
Temi: Determinismo e cibernetica - Conflitto israelo-palestinese - Controrivoluzione in Germania, parte II >>>

23/24

Set

91° incontro redazionale
Temi: Rovesciamento della prassi e concezione unitaria dell'universo - Le cause e le forme del tracollo >>>

Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  27 settembre 2016

Sciupìo di energia sociale

La teleconferenza di martedì, presenti 14 compagni, è iniziata commentando alcuni dati sullo spreco di cibo a livello mondiale e nazionale.

Secondo la Fao oltre un terzo del cibo prodotto ogni anno, cioè circa 1,3 miliardi di tonnellate, finisce al macero. Lo sciupìo capitalistico non è lo spreco immediato affrontato moralmente dalla borghesia, ma il modo di essere del sistema. Il cibo è una percentuale piccolissima rispetto a quanto il capitalismo dilapida in energie sociali, basti immaginare che nella produzione di cereali e nel relativo calcolo delle energie impiegate nel processo, bisogna far rientrare il trattore, la produzione dell'acciaio per costruirlo, il combustibile necessario ecc., se ne deduce che l'indice EROEI è completamente negativo. Lo spreco fisico nella catena alimentare è da confrontare non tanto con lo spreco consumistico immediato, ma con una società senza dissipazione, da "Scienza economica marxista come programma rivoluzionario":

"Questo "sciupio" sociale appare maggiormente evidente e criminale se si confrontano la società capitalista e quella futura, la comunista. È, infatti, il modello comunista della organizzazione della produzione e della forma del lavoro umano che pone bene in risalto i caratteri nefandi del modo di produzione capitalistico, una volta unanimemente ammesso che nella storia le forme della produzione si succedono sulla base dell'aumento delle forze produttive. Per la società capitalista, secondo i suoi corifei, non esiste sciupio, lavoro inutile, distruzione di ricchezza, se non in maniera del tutto accidentale, come nelle guerre tra Stati".

In futuro si risparmierà tanta di quella energia che l'umanità potrà tranquillamente dedicare ad attività produttive una minima quantità di tempo. Nel terzo libro del Capitale Marx riferendosi al chimico Liebig, parla di capitalismo agrario come "rottura del metabolismo sociale dettato dalle leggi della vita"; potremmo quindi parlare della società comunista sviluppata come di un riappropriarsi del metabolismo originario e, appunto, delle leggi della vita.

A proposito di immane sciupìo di energie si è passati a commentare quanto accade nella produzione di nuove armi. Il ministero della difesa americano ha approvato la riconversione dell'arsenale atomico attuale in nuove mini bombe. Finora per rispettare la necessità di avere una massa critica bisognava utilizzare molto uranio, le bombe risultavano di grosse dimensioni come quelle esplose a Hiroshima e Nagasaki. Con le ultime scoperte sembra sia possibile fabbricare bombe tattiche molto più piccole, eccellenti nel moderno scenario di guerra. Difatti un'arma con queste caratteristiche sarebbe utilizzata come oggi si usa un'arma leggera. Maurizio Torrealta ed Emilio Del Giudice nel loro saggio "Il segreto delle tre pallottole" sostengono che durante il conflitto del 2006 tra Hezbollah e truppe israeliane, sono state utilizzate alcune di queste mini bombe atomiche in un villaggio del sud del Libano, e a sostegno di questa tesi, hanno trovato radiazioni compatibili.

Si è passati a commentare quanto avviene negli Usa, in particolare a Charlotte dopo l'uccisione di Keith Scott, un nero di 43 anni. Le proteste e i sit-in vanno avanti da giorni nonostante il governatore della North Carolina abbia dichiarato lo stato di emergenza in città, dando il via libera all'intervento della Guardia Nazionale. Scene di guerriglia urbana si sono viste nelle strade, con i poliziotti in assetto antisommossa che lanciano gas lacrimogeni e granate stordenti nel tentativo di disperdere la folla e molti dimostranti che rispondono col lancio di pietre e bottiglie. Dai materiali reperibili sul Web si intuisce che la lotta del movimento Black Lives Matter si intreccia sempre più con quella di Fight for 15: sottopagati e super sorvegliati, contro i salari da fame e la violenza della polizia, dicono alcuni slogan che campeggiavano sui cartelli.

In chiusura si è accennato agli scenari di guerra diffusa. In Siria la farsa degli aiuti umanitari si scontra con la realtà di una popolazione ridotta alla fame, relegata in immensi campi profughi dove neanche le organizzazioni umanitarie possono entrare. Nel 2000 l'ONU calcolava che almeno un miliardo di persone tra migranti e profughi vivessero in condizioni precarie, sradicate dal luogo d'origine. Queste masse in movimento non possono trovare occupazione a salario che in minima percentuale. Che siano baraccopoli sorte nelle estreme periferie delle città del Sud del mondo come a Lima o colline fatte di spazzatura come a Manila, oppure immensi campi-ghetto ormai paradigma di un mondo morente, i processi di urbanizzazione non sono stati svincolati solo dai processi di industrializzazione ma addirittura dalla stessa (impossibile) crescita economica (Mike Davis, Il pianeta degli slum).

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    La teleriunione di martedì sera è iniziata con alcune considerazioni riguardo i sistemi di intelligenza artificiale utilizzati da Israele nella Striscia di Gaza. L'argomento si inserisce nel nostro lavoro in corso sulla guerra e sulle nuove armi in via di sperimentazione in Medioriente e Ucraina.

    Prendendo spunto da fonti israeliane (i due siti di informazione +972 e Local Call), il manifesto ha pubblicato un lungo articolo ("20 secondi per uccidere: lo decide la macchina") in cui sono riportate le interviste ad ufficiali dell'intelligence israeliana che spiegano il funzionamento del sistema IA Lavender e il ruolo che esso ha giocato nei bombardamenti sulla Striscia. Lavender opera in sinergia con il sistema Gospel, che si occupa nello specifico di contrassegnare gli edifici e le strutture da cui Hamas lancia i razzi; e ha il compito di individuare i nemici assegnando un punteggio da 1 a 100 ad ogni individuo: per un alto responsabile di Hamas, se identificato in una palazzina molto abitata, è possibile accettare una certa quantità di "danni collaterali", per un militante minore se ne accetta una inferiore. Il sistema di intelligenza artificiale riesce a costruire dei profili e a definire una "kill list" secondo un processo statistico che ha perciò un margine di errore (intorno al 10%); i tempi impiegati dalla macchina per individuare e colpire un obiettivo sono di circa 20 secondi, l'operatore umano non può quindi tenerne il passo e tantomeno eseguire un'analisi approfondita della lista dei bersagli.

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    La teleriunione di martedì sera è iniziata dall'analisi della guerra in corso.

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Materiale ricevuto

Lavori in corso

Doppia direzione

  • Dalla Svezia
    Noi siamo interessati agli scritti della sinistra comunista "italiana", perché abbiamo letto i suoi articoli sulla forma dell'impresa, sul mercato,…
  • In memoria di Roger Dangeville e di Liliana Grilli
    Roger Dangeville Poco sappiamo di Roger prima della militanza nel Partito Comunista Internazionalista. All'inizio degli anni '50, aveva lavorato con…

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Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

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