Il numero 54 di n+1 è online

Invitiamo tutti ad abbonarsi alla copia cartacea per aiutarci a mantenere questo tipo di diffusione, ad esempio presso le biblioteche.

Rivista n. 54, dicembre 2023

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

Appuntamenti

20

Apr

"La guerra che viene" - conferenza pubblica a Milano
Sabato 20 aprile 2024, ore 17, presso Circolo anarchico Bruzzi-Malatesta via Torricelli 19 Milano (MM2 Romolo) >>>

16/17

Mar

93° incontro redazionale
Temi: Corpo biologico e corpo sociale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Sui recenti colpi di Stato in Africa >>>

16/17

Dic

92° incontro redazionale
Temi: Determinismo e cibernetica - Conflitto israelo-palestinese - Controrivoluzione in Germania, parte II >>>

23/24

Set

91° incontro redazionale
Temi: Rovesciamento della prassi e concezione unitaria dell'universo - Le cause e le forme del tracollo >>>

Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  30 maggio 2017

Distribuire soldi con gli elicotteri?

La teleconferenza di martedì sera, a cui si sono collegati 12 compagni, è iniziata con il commento di alcune notizie di carattere economico.

Nell'articolo "Il reddito di cittadinanza del M5s non basta: per lo sviluppo serve la moneta fiscale", il giornalista Enrico Grazzini descrive la problematica condizione in cui versa l'economia italiana:

"Sono più di 8 milioni gli italiani poveri, dei quali circa 4 milioni e mezzo vivono in condizioni di povertà assoluta, non possono cioè acquistare il minimo indispensabile per vivere. Ma non sono solo i poveri a soffrire. La situazione italiana è disastrosa: la disoccupazione ufficiale è al 12%, solo il 60% della popolazione è in attività, metà dei giovani non trova lavoro e il sud sprofonda. Le divisioni sociali e territoriali aumentano."

Per far fronte a tale situazione, Micromega ha lanciato un manifesto/appello (alla cui stesura ha collaborato lo stesso Grazzini) per una nuova moneta fiscale. Per alimentare la domanda e fare uscire l'economia italiana dalla trappola della liquidità, ma rispettando le regole e i vincoli dell'Europa, lo stato dovrebbe iniziare ad emettere una "nuova moneta fiscale", complementare all'euro, nella misura di qualche centinaio di miliardi.

Non si tratta di una gran novità. Nel 1969 Milton Friedman, esponente di spicco della scuola dei "Chicago boys", propose di distribuire soldi con gli elicotteri (egli suggeriva pesanti politiche monetarie in caso di crisi poco reattiva ai provvedimenti tradizionali). La creazione di denaro, in questo caso sotto forma di Certificati di Credito Fiscale da distribuire a disoccupati, giovani in cerca di prima occupazione e imprese che si impegnino ad assumere nuovo personale, non risolve il problema centrale: la crisi da sovrapproduzione. Se la borghesia italiana trovasse il coraggio di elargire denaro alla gente comune senza una contropartita in termini di sfruttamento, bisognerebbe chiedersi cosa esso rappresenti essendo slegato dal processo D-P-M-D'.

Abbiamo poi parlato del Bitcoin, il cui valore ha recentemente registrato una forte impennata. La moneta virtuale nata nel 2009 ha valori giustificati "solo" dal fatto che per la sua creazione viene seguita una curva a sigmoide, con una crescita e un punto di flesso. E' una moneta programmata che va ad emissione zero e perciò è destinata a vedere aumentato il suo valore unitario. Dalla voce Wikipedia:

"Il numero totale di bitcoin tende asintoticamente al limite di 21 milioni. La disponibilità di nuove monete cresce come una serie geometrica ogni 4 anni; nel 2013 è stata generata metà delle possibili monete e per il 2017 saranno i tre quarti, in questo modo in meno di 32 anni verranno generate tutte le monete. All'avvicinarsi di quella data e ipotizzando che la richiesta di bitcoin crescerà più che proporzionalmente rispetto alla disponibilità degli stessi, i bitcoin probabilmente subiranno una deflazione nel valore (cioè un aumento del valore reale) dovuta alla scarsità di nuova moneta".

Nella società futura non avremo bisogno dei bitcoin (o del denaro "tradizionale", che verrà abolito), ma la tecnologia che ne permette la creazione e l'utilizzo potrà invece tornare utile. Da questa prospettiva, la blockchain potrebbe servire non solo a trasmettere informazione immediata alla comunità, ma anche ad accumularne e gestirne automaticamente l'interazione, poiché capace di sostenere un sistema autoregolamentato che memorizza in un registro unico, condiviso, decentralizzato e disintermediato tutti i dati raccolti.

Un compagno ha poi segnalato un post apparso sul blog di Grillo, "Reddito e lavoro: i temi del futuro", in cui si riprendono alcune affermazioni di Papa Francesco durante la visita pastorale a Genova: "La mancanza di lavoro è molto più del venire meno di una sorgente di reddito per poter vivere. Lavorando noi diventiamo 'più' persone, la nostra umanità fiorisce. I giovani diventano adulti solo lavorando [...] l'obiettivo da raggiungere non è il reddito per tutti, ma il lavoro per tutti, perché senza lavoro per tutti non ci sarà dignità per tutti"

Il gesuita innalza preghiere al dio lavoro, facendosi interprete di una religione che lo stesso capitalismo distrugge nei fatti. I grillini si sono ben guardati dal criticare le uscite "lavoriste" del Pontefice e hanno dichiarato che la proposta di reddito di cittadinanza del M5S va esattamente in quella direzione: aiutare le persone a inserirsi o reinserirsi nel mondo del lavoro... salariato.

Con la marcia dell'automazione e della robotica e con l'eliminazione progressiva di lavoro umano dai processi produttivi, viene intaccato nel profondo il meccanismo di accumulazione capitalistico: non si può ricavare da pochi operai il plusvalore che si può ricavare da molti. In pratica, il modo di produzione capitalistico basato sulla legge del valore deve continuamente distruggere le premesse della propria sopravvivenza. Da "Traiettoria e Catastrofe" (capitolo sull'automazione):

"Al macero le leggi del valore, dello scambio equivalente e del plusvalore: con la loro caduta nel nulla cade la forma stessa di produzione borghese. Le prime valgono fino a che la seconda vive, e quando la scienza e la tecnologia, per quanto secolare monopolio di classe, le infrangeranno, non sarà che l'esempio supremo della rivolta delle forze produttive contro le forme che devono crollare. Questa dottrina dell'automatismo nella produzione si riduce a tutta la nostra deduzione della necessità del comunismo, fondata sui fenomeni del capitalismo."

Storicamente l'eccedenza di merci e capitali veniva risolta dal capitalismo con la distruzione - tramite la guerra - di capitale costante e capitale variabile, poiché tramite l'eliminazione delle merci in eccesso potevano iniziare nuovi cicli di accumulazione. I fascismi sono stati un tentativo dell'economia di regolare sé stessa puntando alla formazione di moderni stati corporativi. Oggi lo stato è un involucro che non corrisponde più al suo contenuto (socializzazione internazionale del lavoro), la guerra civile si è diffusa a scala globale e gli esecutivi sono incapaci di funzionare in quanto tali (163 paesi hanno problemi di stabilità).

In chiusura di teleconferenza si è accennato a quanto succede in Sudamerica dove si sta assistendo ad una veloce sincronizzazione dei processi sociali. In Paraguay, lo scorso aprile, i manifestanti hanno dato fuoco al Parlamento. In Venezuela la violenza di piazza continua e sono oltre 60 i morti. In Brasile, durante la manifestazione del 24 maggio scorso, migliaia di manifestanti hanno cercato di incendiare alcuni ministeri, il presidente Temer ha quindi mobilitato l'esercito a difesa degli edifici governativi, applicando la legge d'emergenza, ma a seguito delle proteste levatesi dalla "società civile" ha dovuto far marcia indietro richiamando i soldati nelle caserme.

Il Brasile è un paese importantissimo: ha 200 milioni di abitanti, tra cui molti concentrati nelle favelas, è in recessione e sta attraversando la più grave crisi economica e sociale della sua storia. Insieme a Russia, India, Cina e Sudafrica fa parte dei BRICS, l'associazione tra le cinque economie emergenti considerate, fino a pochi anni fa, i poli produttivi che avrebbero risollevato l'economia mondiale. E invece si sono velocemente tramutate nei paesi che ne stanno accelerando il collasso.

Articoli correlati (da tag)

  • La guerra e il suo contesto

    La teleriunione di martedì sera è iniziata dall'analisi del recente attacco dell'Iran ad Israele.

    Secondo un portavoce dell'esercito israeliano, nell'azione compiuta nella notte tra il 13 e il 14 aprile l'Iran ha impiegato 170 droni, 30 missili da crociera e 120 missili balistici, che sono stati quasi tutti abbattuti. L'attacco è stato simbolico, le nazioni arabe erano state avvertite e probabilmente anche gli Americani; dopo il bombardamento di un edificio annesso all'ambasciata iraniana a Damasco il primo aprile scorso, Teheran non poteva non rispondere. Gli USA hanno chiesto ad Israele di evitare una reazione a caldo e di pazientare, onde evitare un'escalation; gli Iraniani hanno dichiarato che se Israele lancerà un nuovo attacco essi colpiranno più duro: "Con questa operazione è stata stabilita una nuova equazione: se il regime sionista attacca, sarà contrattaccato dall'Iran."

    Teheran è all'avanguardia nella produzione di droni, ha sviluppato un'industria bellica specializzata e vende queste tecnologie alla Russia ma anche ad Algeria, Bolivia, Tagikistan, Venezuela ed Etiopia.

    Ciò che sta accadendo in Medioriente conferma l'importanza del lavoro sul wargame, a cui abbiamo dedicato due numeri della rivista (nn. 50 - 51). I giochi di guerra servono a delineare scenari futuri, e le macchine amplificano le capacità dell'uomo aiutandolo a immaginare come potrebbero svilupparsi i conflitti in corso. Gli eserciti e gli analisti militari che lavorano con i wargame sono in grado di accumulare grandi quantità di informazioni, ma sono però costretti a vagliarne solo una parte. È un dato oggettivo: i big data vanno ordinati e l'ordine risente dell'influenza di chi applica il setaccio.

  • La guerra e le sue conseguenze

    La teleriunione di martedì sera è iniziata commentando le ultime news sulla guerra.

    A Mosca un gruppo di miliziani, presumibilmente appartenenti a ISIS Khorasan (c'è una rivendicazione), ha preso d'assalto il teatro Crocus City Hall, causando oltre centotrenta vittime e centinaia di feriti. Quattro persone di nazionalità tagika sono state arrestate dai servizi di sicurezza russi mentre si dirigevano verso il confine ucraino.

    Con le informazioni a disposizione è difficile capire quali forze ci siano dietro all'attacco. I Russi affermano che è opera di "islamisti radicali", ma hanno denunciato anche il coinvolgimento di Ucraini, Americani e Inglesi. Negli ultimi anni la Russia ha visto sul suo territorio diversi attentati di matrice islamica (vedi teatro Dubrovka o scuola Beslan); quest'ultimo, però, si inserisce in un contesto particolare e cioè quello della guerra in corso in Ucraina, dove da una parte si sta consumando un conflitto classico combattuto tra eserciti nazionali, e dall'altra c'è l'impiego da ambo i fronti di partigianerie, mercenari e miliziani. I servizi segreti occidentali avevano avvertito per tempo della possibilità di un attentato in Russia e l'attacco al Crocus può essere considerato come un episodio della guerra mondiale a pezzi, simile alla strage del Bataclan di Parigi avvenuta nel 2015 e compiuta da gruppi legati a Daesh, che causò centrotrenta vittime. Qualche mese fa l'ISIS K ha rivendicato l'attentato a Kerman, in Iran, vicino alla tomba del generale Qassem Soleimani; l'attacco ha provocato oltre ottanta morti e centinaia di feriti.

  • Disordine crescente

    La teleriunione di martedì sera, a cui hanno partecipato 17 compagni, è iniziata affrontando il fenomeno delle "grandi dimissioni".

    È uscito Le grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprenderci la vita (Einaudi, 2023), un'analisi sociologica di Francesca Coin sul cambiamento del mondo del lavoro e della società. Sulla rivista abbiamo già avuto modo di recensire testi sulla fine del lavoro, sull'automazione e sulla "disoccupazione tecnologica"; il libro di Coin ha il merito di affrontare la nuova tendenza che si sta sviluppando in diversi paesi del mondo e che si risolve in una disaffezione crescente verso il lavoro salariato. Il fenomeno è esploso in concomitanza con la pandemia: nel 2021 negli Stati Uniti 48 milioni di lavoratori hanno deciso di licenziarsi, e nello stesso anno in Italia sono stati in 2 milioni a lasciare il posto di lavoro. Anche in Cina i lockdown hanno rappresentato un giro di boa, portando all'emersione dei fenomeni "Tang ping" ("sdraiarsi") e "Let it rot" (bailan, "lascialo marcire"): siccome il sistema si è rotto, i giovani cinesi pensano che tanto vale sdraiarsi e lasciare che esso marcisca. Come nota Coin, "in India come in Cina, da mesi si è diffusa una controcultura che mette in discussione l'etica del lavoro e l'obbligo al lavoro salariato."

Materiale ricevuto

Lavori in corso

  • Appunti sul partito
    Cos’è il partito comunista Cos’è il partito comunista? La prefigurazione della società futura; tutt’altro rispetto…
  • Citazioni sul centralismo organico
    Da "Lettera a un compagno" (1902) Ndr: questo passo di Lenin è molto importante. Se…

Doppia direzione

  • Sparare agli "americani"
    Constato con piacere l’unicità dell’analisi politica che emerge tra le righe dei vostri articoli, specialmente alla luce delle banalità, tautologie…
  • La rivoluzione e il suo "anello debole"
    […] A volte ho grosse difficoltà a seguire le vostre argomentazioni. Addebito questo problema ai temi da voi trattati -…

Rivista n°54, dicembre 2023

copertina n° 54

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco dell'immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email