Il numero 54 di n+1 è online

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Rivista n. 54, dicembre 2023

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

Appuntamenti

20

Apr

"La guerra che viene" - conferenza pubblica a Milano
Sabato 20 aprile 2024, ore 17, presso Circolo anarchico Bruzzi-Malatesta via Torricelli 19 Milano (MM2 Romolo) >>>

16/17

Mar

93° incontro redazionale
Temi: Corpo biologico e corpo sociale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Sui recenti colpi di Stato in Africa >>>

16/17

Dic

92° incontro redazionale
Temi: Determinismo e cibernetica - Conflitto israelo-palestinese - Controrivoluzione in Germania, parte II >>>

23/24

Set

91° incontro redazionale
Temi: Rovesciamento della prassi e concezione unitaria dell'universo - Le cause e le forme del tracollo >>>

67° incontro redazionale, 22-23-24 settembre 2017 Torino

L'incontro si terrà a Torino presso la nuova sede di n+1 con il seguente programma:

- Invarianza e trasformazione

Nella Introduzione del 1857 alla critica dell'economia politica Marx nota come alcune categorie sociali passino invariate attraverso i millenni benché profondamente trasformate rispetto ad ogni specifico modo di produzione. La famiglia, il lavoro, la proprietà, lo stato, il denaro, la produzione, la realizzazione di un surplus sono presenti in ogni tipo di società stratificata, ma è evidente che un conto è il lavoro dello schiavo, un altro è il lavoro del salariato d'oggi. Ciò comporta, da parte di chiunque voglia affrontare l'argomento in modo scientifico, la necessità di una attenzione particolare, soprattutto perché nell'attuale società si tende a trasporre ogni sua caratteristica alle società che l'hanno preceduta. Le rivoluzioni che hanno trasformato l'assetto sociale della nostra specie hanno sempre utilizzato gli elementi più maturi del loro ordinamento per facilitare il passaggio a quello successivo. Attraverso l'analisi di invarianze e trasformazioni vedremo come il concetto stesso di rivoluzione sia assai male interpretato non solo dai borghesi ma anche da molti di coloro che si ritengono allievi di Marx.

- Ancora sulla storica successione dei paesi-guida dell'imperialismo: la Cina

La capacità di controllo imperialistico sul mondo da parte degli Stati Uniti sta diminuendo. Tale capacità, economica, militare e politica a livello planetario era dovuta a una potenza produttiva che aveva permesso la vittoria nella Seconda Guerra Mondiale. Nel quadro del declino americano, sembra che la Cina possa rappresentare l'emergere di un paese successore. Sfruttando le opportunità lasciate dal ritiro americano, la Cina tende a radicarsi in ogni territorio dove sia possibile investire capitali, ottenere materie prime, vendere la propria produzione. Con il colossale progetto della "nuova via della seta" risulta oggi più evidente un disegno strategico globale: prima la penetrazione in Africa, poi la partecipazione alla logistica portuale internazionale e adesso la logistica di terra. La costruzione della prima base militare cinese all'estero, a Gibuti, dimostra che il progetto di espansione comprende la sicurezza armata. Esaminando la serie dei paesi che si sono avvicendati nel predominio economico, politico e militare sul mercato mondiale (Venezia, Spagna, Portogallo, Olanda, Francia, Inghilterra e Stati Uniti), Marx descrisse i caratteri assunti dall'accumulazione nelle varie fasi storiche dell'epoca borghese, dall'accumulazione primitiva del capitalismo nascente a quella asfittica dell'imperialismo. Ogni paese della serie storica riassume in sé i caratteri di un'epoca. La dinamica attuale lascia poco spazio a una successione storica con i caratteri della serie precedente. La Cina non subentrerà agli USA come potenza egemone ma la sua "frenesia logistica" sta già determinando nuove contraddizioni e accresce il caos generale, peraltro già molto elevato.

- Tra capitolazioni ideologiche e anticipazioni di futuro

La relazione approfondirà alcuni temi e argomenti che abbiamo preso in esame in sede redazionale in merito al lavoro in corso sulla moderna forma statale corporativa. Negli anni Trenta del Novecento in Francia, Germania, Italia e negli Stati Uniti prendono piede ideologie tecnocratiche che puntano in maniera più o meno radicale al superamento delle vecchie forme di governo e all'avvio di una moderna pianificazione economica. Si pensi, ad esempio, alle opere di Werner Sombart (L'avvenire del capitalismo) o di Thorstein Veblen (La teoria della classe agiata). Tali teorie tornano in auge dopo la guerra, da una parte con i tentativi di programmazione economica e dall'altra con le proposte "innovative" di Adriano Olivetti e Aurelio Peccei. Nonostante le professioni di anticomunismo della maggior parte dei teorici della programmazione, la conoscenza della specie è in grado di mostrare precise anticipazioni di futuro, sia in campo accademico che nella prassi politica e sociale.

- Prospettiva di lavoro

La nuova sede di n+1 è ormai completamente operativa dal punto di vista del lavoro quotidiano, della logistica per gli incontri redazionali e per l'arrivo di ospiti partecipanti all'attività comune. Tra i "lavori in corso" vi sono quello della sistemazione dell'archivio storico, della biblioteca, della digitalizzazione, del data center, del magazzino pubblicazioni (è in progetto la ristampa dei libri – una settantina – che avevamo stampato negli anni '90 del secolo scorso. È anche presente un certa quantità di libri doppi risultante dall'unificazione delle biblioteche personali e da alcune donazioni).

 

L'incontro redazionale potrà essere seguito anche attraverso Skype. Per collegarsi, inviare la richiesta di contatto al nostro account (ennepiuuno). L'inizio delle relazioni è previsto per le ore 9.00 di sabato 23 settembre.

Materiale ricevuto

Lavori in corso

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Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

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