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Rivista n. 54, dicembre 2023

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

Appuntamenti

20

Apr

"La guerra che viene" - conferenza pubblica a Milano
Sabato 20 aprile 2024, ore 17, presso Circolo anarchico Bruzzi-Malatesta via Torricelli 19 Milano (MM2 Romolo) >>>

16/17

Mar

93° incontro redazionale
Temi: Corpo biologico e corpo sociale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Sui recenti colpi di Stato in Africa >>>

16/17

Dic

92° incontro redazionale
Temi: Determinismo e cibernetica - Conflitto israelo-palestinese - Controrivoluzione in Germania, parte II >>>

23/24

Set

91° incontro redazionale
Temi: Rovesciamento della prassi e concezione unitaria dell'universo - Le cause e le forme del tracollo >>>

Terzinternazionalismo risorgente e tenace

Sono sempre più d'accordo con voi sulla necessità del lavoro che il vostro gruppo cerca di svolgere. La ripetizione delle giaculatorie terzinternazionaliste è oggi tragicomica. Da quella parte nulla salus. Sono convinto che, se la prospettiva del comunismo ha un futuro, esso potrà essere costituito solo dalla riconferma delle posizioni programmatiche alla luce della invarianza ma verificate alle sfide attuali ed al corso del capitalismo degli ultimi decenni. Richiamarsi alla ripetizione terzinternazionalista vuol dire non aver capito l'essenza della controrivoluzione ed al giorno d'oggi vuol dire purtroppo solo richiamare la degenerazione della Terza Internazionale e nemmeno poter salvare il potenziale nucleo sano dei primi anni. Solo la sinistra ha capito che si doveva andare "oltre" e questo è il merito esclusivo della nostra corrente ed è solo a questo aspetto del lavoro già allora solo abbozzato (per mancanza di forze) che ci si può e si deve collegare per garantire una continuità che sia reale lavoro di critica programmatica e non banale ripetizione.

Accolgo quindi con simpatia il lavoro che cercate di svolgere che comporta certamente il rischio di inoltrarsi su terreni inesplorati senza avere il potente voltaggio che il collegamento fisico della vecchia guardia col magma rivoluzionario poteva garantire al lavoro a suo tempo svolto. Il passato è inesorabilmente passato e se non guardiamo avanti svolgendo il lavoro di critica necessario saremo costretti a subire il peso di questa degenerante forma sociale e delle sue pestilenziali contraddizioni ancora per generazioni se il mondo potrà permetterselo.

 

Questo fenomeno del ritorno alla Terza Internazionale degenerata è assai diffuso, non da oggi, basta leggere il materiale che ci arriva via Internet. Così si finisce per non salvaguardare affatto ma per affossare anche quel che la Rivoluzione d'Ottobre - e di conseguenza la Terza Internazionale - hanno prodotto di buono. Quale potrebbe essere la lezione da trarre proprio per continuare il lavoro della Sinistra? Secondo noi in questo momento la consegna è tener duro sulla strada intrapresa e consolidare i rapporti con i compagni e con la rete di lettori. Facile dirlo, ma compito quasi sovrumano per via dell'aria che tira, chiamiamola "situazione oggettiva". Oggi l'individuo è preso da mille incombenze che non fanno consumare solo del tempo ma anche il fisico e il cervello. In pratica la vita "di partito" è subordinata a mille vincoli dovuti al peso della società così com'è, dalle pulsioni puramente fisiologiche a quelle derivanti dal regno delle idee. Questa determinazione è ancora così potente da far preferire atteggiamenti conservatori a slanci dirompenti. Contro di essa ogni tentativo è vano, essa oggi è troppo forte e non la si può capovolgere. Il futuro è dei giovani, è superfluo ricordarlo. Consideriamo i rari sessantenni sopravvissuti come un'eccezione alla regola che per adesso domina incontrastata: non sapremo mai per quali materiali determinazioni stiamo qui a difendere un patrimonio immenso e proiettato verso il futuro mentre altri lo stanno traducendo in "langue de bois" luogocomunista. Siamo stati molto sorpresi quando, vedendoci per la prima volta dopo trent'anni, ti abbiamo sentito fare apprezzamenti sul nostro lavoro. Gli ex compagni di partito interessati tipo di lavoro che svolgiamo sono pochissimi. Ed è strano, proprio adesso che siamo sfidati sul nostro terreno da frange borghesi, con le loro madornali "capitolazioni ideologiche di fronte al marxismo". Abbiamo vinto su tutti i fronti della realtà, ci manca quello delle gambe, delle pance e delle teste (e sappiamo che queste verranno per ultime, come nell'evoluzione biologica della specie homo). Comunque il tutto non ci impedisce di continuare il lavoro "per andare oltre", come dici, e speriamo che il "voltaggio dovuto al collegamento fisico della vecchia guardia" venga da quel poco di capacità di accumulazione che hanno le nostre batterie da quando ai loro morsetti i vecchi compagni, anche quelli che non sono stati sulla breccia fino in fondo, hanno travasato le rimanenti energie.

(Doppia direzione pubblicata sulla rivista n°12 - settembre 2003.)

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Lavori in corso

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