55° incontro redazionale, 14-15-16 marzo 2014 Torino

L'incontro aperto a tutti i lettori si svolgerà presso l'Hotel Sharing di Torino con il seguente programma:

- presentazione programma lavori. Panoramica sulla situazione economica e sociale: continua il collasso dei fattori della produzione; la società italiana sempre più nel caos politico; collasso in Medio Oriente; sincronia delle rivolte sociali in mezzo mondo; Bitcoin: il Capitale autonomizzato esce dal circuito di controllo degli Stati.

Relazioni sui temi:

- Lotta di classe: invarianti e trasformazioni
L'azione di massa spontanea contro insostenibili condizioni di vita o per miglioramenti economici non è in grado di assicurare ai lavoratori una vittoria politica ma fornisce i mezzi e l'esperienza per giungervi. Oggi i criteri per tale azione di massa non sono più comparabili con quelli del passato: il passaggio dalla concentrazione alla centralizzazione del capitale ha prodotto una diffusione sul territorio di unità produttive che sono da considerare come reparti collegati in rete di una stessa fabbrica. E la logistica sostituisce il vecchio nastro trasportatore della catena di montaggio. In tale situazione, mentre rimane invariante l'esigenza primaria della lotta economica e della sua struttura organizzata, cade storicamente la spinta della lotta per "mestiere" o per sfera produttiva. Già da tempo si nota l'esigenza di una superiore universalità negli obiettivi, dato che non si può certo far ritornare il capitalismo alla sua fase rampante. Anche se non è all'orizzonte un livello di maturità, determinazione e programma come quello raggiunto negli anni '20 del '900, la soluzione di problemi contingenti e locali obbligherà sempre più ad agire contro barriere che sono universali e globali. Sarebbe una tragedia immane se di fronte a questo dato oggettivo ci si abbassasse a una politica di compromesso come quella che allora permise la più grande controrivoluzione della storia.

- Ma in Italia, c'è stato un feudalesimo?
È noto che nel Secondo dopoguerra fu avanzata una aberrante teoria secondo la quale nell'Italia meridionale vi sarebbero stati residui di feudalesimo. L'esigenza di tale teoria si capisce solo tenendo conto della politica interclassista e corporativa del partito stalinista di allora. È infatti teoreticamente corretto sostenere che proletari e borghesi lottano fianco a fianco – anche se non hanno gli stessi obiettivi – in una lotta antifeudale o anticoloniale, ma ciò unicamente in contesti precapitalistici o di oppressione imperialista diretta. Giustificare la lotta a fianco di un imperialista contro l'altro con una teoria antifascista del "risorgimento finalmente compiuto" ha significato semplicemente sancire il corporativismo interclassista e lavorare attivamente per la tremenda subordinazione del proletariato nei confronti della borghesia. In effetti nel Mezzogiorno italiano, già all'epoca dell'annessione piemontese, esistevano condizioni di sviluppo qualitativo capitalistico assai mature, deboli soltanto quantitativamente, mentre di feudalesimo non se ne vedeva nemmeno l'ombra ("se mai il feudalesimo è esistito in Italia", affermò la nostra corrente). Di più: si può facilmente dimostrare che chiamiamo erroneamente "feudali" anche strutture socio-economiche già capitalistiche presenti in Europa almeno dall'anno Mille in poi.

- Questioni inerenti al nostro piano di lavoro e alla sua struttura
Più eventuali ulteriori domande e risposte sulle relazioni del sabato. Resoconti sulle varie attività generali e locali.

L'incontro redazionale aperto potrà essere seguito anche attraverso Skype. Chi volesse collegarsi deve inviare la richiesta di contatto al nostro account Skype ennepiuuno. Skype supporta max 25 collegati, pertanto accetteremo le prime 25 richieste di contatto che arriveranno all'account a partire da giovedì 13 marzo.
L'inizio delle relazioni è previsto per le ore 9.00 di sabato 15 Marzo.

Leggi il resoconto dell'incontro

Rivista n°54, dicembre 2023

copertina n° 54

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco dell'immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

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Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

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