70° incontro redazionale, 15-16-17 giugno 2018 Torino

L'incontro si terrà a Torino presso la nuova sede di n+1 con il seguente programma:

- Il 200° anniversario di un Marx inesistente

Il filosofo Costanzo Preve, criticando l'impronta scientifica della nostra rivista (n+1 è il successore di n, quinto assioma di Peano), sostenne che l'errore di Marx fu proprio quello di scambiare per scienza la propria filosofia. Ciò avrebbe dato luogo a una contraddizione: la scienza evolve nel tempo e quindi non è adatta alla previsione sociale, mentre la filosofia è valida per tutti i tempi. La fisica dell'800 non spiegherebbe nulla di fronte alla meccanica quantistica, mentre i Dialoghi di Platone sarebbero eternamente utili per la conoscenza delle relazioni sociali. Questa non è una concezione isolata. In un recente libro su Marx, la filosofa Agnes Heller sostiene qualcosa di simile, e alle stesse conclusioni arrivano tutti coloro che accettano acriticamente l'ipotesi secondo la quale Marx sarebbe il continuatore di Hegel. Ad esempio Massimo Cacciari. Questa mostruosità revisionista, nata e coltivata dalla mai abbastanza maledetta socialdemocrazia austrotedesca, fa di Marx un "pensatore" fra gli altri e non il prodotto di una rivoluzione in corso. Eppure, a partire dai suoi scritti giovanili, si può facilmente dimostrare, con lui, che la filosofia sta alla scienza come l'affabulazione sulle sfere sta alla formula matematica che ci dà il loro volume.

- Governo 2.0

Le conquiste tecnologiche degli ultimi anni hanno risvegliato le ambizioni di coloro che aspirano ad un capitalismo puro, finalmente libero dalle ingerenze dello stato e in cui l'individuo possa giungere alla sua piena realizzazione. Ne è esempio, tra tanti, il progetto Government as a platform, che sulla spinta dei principi anarco-capitalisti che animano il suo ideatore, Tim O'Reilly, propone un modello di società governata da algoritmi in cui intelligenza artificiale e biologica collaborino nella gestione di complesse comunità autopoietiche. Sul solco tracciato da esperimenti del passato, come Mondo 3 (J. Forrester) o il progetto Cybersyn (S. Beer), la borghesia registra sempre più la necessità di una cibernetica sociale, dimostrandosi, ancora una volta, classe inconseguente; e avvicinandosi, inconsapevolmente, alla linea di demarcazione tra capitalismo in coma e società futura.

- Il rovesciamento della prassi

Il Capitale vive del lavoro del proletariato, la sua morte è il risultato di una dinamica interna, come del resto è stato per le forme sociali precedenti. Il proletariato non si sostituisce al "movimento reale" (comunismo) verso la società nuova, ma ne diventa lo strumento. Solo entro tale quadro la classe operaia diventa elemento soggettivo, "volontà", e comunque solo attraverso il suo organo politico, il partito. Quest'ultimo, anticipatore della società futura, sarà il protagonista cosciente di quel fenomeno che la nostra corrente ha definito "rovesciamento della prassi" e guiderà il proletariato fino al funerale del capitalismo. Per la prima volta nella storia tale rovesciamento permetterà il passaggio dalle società "naturali", cioè a funzionamento spontaneo, darwiniano, a una società consapevole, organica, programmata.

- Mattinata interamente dedicata a domande, risposte e interazioni fra compagni.

 

L'incontro è aperto a tutti i lettori, per partecipare scrivere a mail3a

L'incontro redazionale potrà essere seguito anche attraverso Skype. Per collegarsi, inviare la richiesta di contatto al nostro account (ennepiuuno). L'inizio delle relazioni è previsto per le ore 9.00 di sabato 16 giugno.

Rivista n°54, dicembre 2023

copertina n° 54

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco dell'immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

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