Questa e-mail ci è stata inviata da un lettore canadese che ci stava aiutando a controllare alcune traduzioni. Si tratta di una reazione alla lettura di Militi delle rivoluzioni, una delle Lettere ai compagni, che furono il veicolo del nostro lavoro prima che nascesse la rivista.
È mia convinzione che anche oggi sia oggettivamente necessario il partito, l’unico che possa incarnare il programma comunista. Non ci tengo a leggere estemporanee monografie culturali, ironiche verso il lavoro di altri che chiamate luogocomunisti, così come non desidero ― ad esempio ― occuparmi della Fondazione Amadeo Bordiga. Voi negate il partito nel nome della storia del partito. Dite che la vecchia guardia se n’è andata, mentre la giovane guardia deve ancora venire. Ma voi, che guardia siete?
Editoriale: Reset
Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale
Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco dell'immobiliare cinese
Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse
Recensione: Tendenza #antiwork
Libertà
Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.
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