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Rivista n. 54, dicembre 2023

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
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La teleconferenza di martedì sera, presenti 13 compagni, è iniziata commentando il discorso di Papa Francesco all'incontro con i delegati della CISL il 28 giugno scorso.

Il capo della Chiesa cattolica, dopo la triste esaltazione del lavoro quale fattore di dignità della persona, ha parlato positivamente dell'ozio: "Certo, la persona non è solo lavoro... Dobbiamo pensare anche alla sana cultura dell'ozio, di saper riposare. Questo non è pigrizia, è un bisogno umano."

Ascoltando queste parole ci è subito venuto in mente Il diritto all'ozio (1887), l'insuperabile pamphlet anti-capitalista di Paul Lafargue. Ozio significa tempo di vita utile a rigenerare le proprie forze fisiche e intellettuali, e solo in una società meschinamente lavorista come quella attuale questa parola può assumere una connotazione negativa. Per quanto riguarda la corrente cui facciamo riferimento, già nel Programma rivoluzionario immediato nell'Occidente capitalistico del 1952 essa si richiamava alla "drastica riduzione della giornata di lavoro almeno alla metà delle ore attuali, assorbendo disoccupazione e attività antisociali". Nella società futura non esisterà più il lavoro salariato, tutto sarà tempo di vita senza distinzione tra un'attività particolare e l'altra.

Pubblicato in Teleriunioni luglio 2017

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Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

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