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La teleconferenza di martedì sera, presenti 15 compagni, ha sviluppato alcune considerazioni emerse da una recente corrispondenza sulla possibilità di comprensione e di controllo dei sistemi complessi.

Nel libro Out of control Kevin Kelly descrive la crescente commistione fra il vivente e l'artificiale, e afferma: "L'URSS non è caduta a pezzi perché la sua economia era stata strangolata dal modello di comando centrale, ma piuttosto perché ogni complessità controllata centralmente è instabile e non flessibile. Istituzioni, grandi società, industrie, organismi, sistemi economici e robot mancheranno di prosperare se progettati intorno a un comando centrale".

Pubblicato in Teleriunioni marzo 2014

La teleconferenza di martedì sera, a cui hanno partecipato 13 compagni, è iniziata con alcune considerazioni sulle proteste in Bosnia-Erzegovina. La scintilla è partita da Tuzla il 5 febbraio scorso quando, alla notizia della privatizzazione di alcune industrie e del conseguente licenziamento degli operai, si è formato un raduno di lavoratori, disoccupati e studenti subito sciolto in modo violento dalle forze dell'ordine. In tutta risposta circa 3.000 persone sono scese in piazza occupando le principali strade della città. L'intervento della polizia antisommossa ha alimentato la protesta che, nei giorni successivi, è dilagata su tutto il territorio bosniaco toccando oltre venti città, tra cui la capitale Sarajevo dove sono stati dati alle fiamme gli uffici governativi e sono avvenuti scontri durissimi con la polizia. Il gruppo Facebook 50.000 za bolje sutra ("50.000 persone per un domani migliore") è diventato un centro di coordinamento, e sembra che la "rabbia popolare" abbia permesso di superare gli steccati ideologici e confessionali che affliggono l'area.

La teleconferenza di martedì sera, a cui hanno partecipato nove compagni, è cominciata con il commento di un articolo circolato nella nostra piccola rete di lavoro: Red Plenty Platforms di Nick Dyer-Witheford. In questo testo vengono affrontati e messi insieme temi quali la cibernetica, la logistica, la liberazione dal lavoro e l'equilibrio metabolico della società a venire. Quello che ci interessa sottolineare non è tanto la considerazione dell'autore sull'URSS come Stato socialista degenerato a causa dell'arretratezza tecnologica, quanto invece il fatto che il capitalismo stesso, attraverso l'emergere di fenomeni come l'open source, il peer-to-peer, la creazione di reti informatiche, di super-calcolatori e sistemi di gestione della logistica molto complessi, pone le basi per una nuova forma sociale. Per approcciarsi a questo lavoro le chiavi di lettura sono almeno due: la prima è quella citata nello stesso articolo, cioè il famoso frammento sulle macchine dei Grundrisse; la seconda è il criterio utilizzato da Marx a proposito della dottrina dei modi di produzione, che è appunto il dissolversi delle forme n che trascendono a n+1 (n+1 utilizza, per affermarsi, le ultime categorie di n, nella fase in cui negano sé stesse).

Pubblicato in Teleriunioni agosto 2013

Noi siamo interessati agli scritti della sinistra comunista "italiana", perché abbiamo letto i suoi articoli sulla forma dell'impresa, sul mercato, sui consigli operai ecc. e siamo rimasti colpiti dai suoi argomenti. Siamo rimasti colpiti anche dal suo acume sulla questione agraria, sulla Russia, e dalla sua battaglia internazionalista. Siamo d'accordo con la Sinistra sull'importanza di studiare come la nuova società comunista sia già presente in questa, non come una società chiaramente, ma come un tendenza, come un movimento che si deve riconoscere.

Noi stiamo scrivendo degli articoli ed analisi su soggetti diversi, ma come abbiamo già detto siamo soprattutto interessati ai fenomeni che ci mostrano la società comunista agire sul presente. Gradiremmo discutere realmente di tutto questo con voi. In questo momento stiamo facendo un'antologia di studi soggettivi e personali su 'lavoro e lotta di classe' e stiamo discutendo sul fatto che qui non è mai stato presente il movimento veramente comunista e non lo è ancora adesso, ci stiamo chiedendo perché, se possiamo fare qualcosa per sviluppare un lavoro in quel senso e, se non fosse possibile, capire il motivo e così via. In un certo modo possiamo dire che siamo abbastanza vicini a posizioni anarco-comuniste. Noi interveniamo nelle lotte nei luoghi di lavoro e fuori, ma oggi soprattutto come 'individui proletari'.

Pubblicato in Doppia direzione

"Qualche tempo fa un amico da Londra mi ha mandato una vostra 'circolare' coi risultati dei vari incontri pubblici (scrivo e parlo l'italiano perché sono stato molto tempo in una comunità in Italia). Ho trovato questo documento molto interessante e devo dire che condivido molti aspetti della vostra corrente. Io cerco di distribuire traduzioni della Sinistra Comunista nei posti dove partecipo. Sono stato membro della Azione Autonoma, che era la Federazione anarchica dell'ex URSS. Partecipo al Movimento Operaio Solidarietà del Kazakistan, che raccoglie dei comunisti di vecchia scuola sovietica, più alcuni trotskisti giovani. Sono un poco deluso in tutte due le organizzazioni.

Pubblicato in Doppia direzione

Rivista n°54, dicembre 2023

copertina n° 54

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco dell'immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

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