Ci sono state delle interessanti anticipazioni circa la relazione su Karl Popper che si terrà al prossimo incontro redazionale di Pesaro.
La prima parte del lavoro verte sul retroterra ideologico del filosofo austriaco, l'ambiente neopositivista viennese, ed ha come riferimento il testo di filosofia della scienza "Congetture e confutazioni", lasciando invece da parte le banali critiche di dogmatismo rivolte a Marx e ai filosofi storicisti. Nel testo in esame si sostiene che il marxismo è nato come scienza poiché il suo fondatore ha fatto delle previsioni ben precise, e cioè osservabili, successivamente confutate e smentite dall'esperienza storica. Secondo Popper quindi una teoria è scientifica se e solo se è falsificabile. L'anti-marxista ed anti-dialettico Popper seguiva una logica di tipo lineare. L'allievo Feyerabend invece, nel testo sul "metodo", cita Marx e Lenin per dimostrare che le ipotesi del maestro erano sbagliate, proprio perché la storia si può analizzare solo dialetticamente.
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Libertà
Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.
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