Stampa questa pagina
  • Venerdì, 11 Dicembre 2015

Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  8 dicembre 2015

Il collasso del sistema imperialista globale

Durante la teleconferenza di martedì, presenti 18 compagni, si è discusso di guerra e marasma sociale in corso.

Secondo alcune stime, l'ultimo trimestre economico avrebbe registrato una forte contrazione della crescita a livello europeo. Nonostante la guerra, che storicamente serviva anche a rilanciare l'industria, l'apparato produttivo non trova sfogo. D'altro canto, non si può spremere di più un proletariato... che non lavora. Se è vero che sale il numero dei proletari in Cina e India, è altrettanto vero che in Europa aumenta quello dei senza lavoro. E siccome non si può estrarre da un solo operaio lo stesso plusvalore che si può cavare da 10, i consumi ristagnano e le conseguenze si ripercuotono sulle economie dei "paesi emergenti". Disoccupazione, marasma sociale e guerra: questo è il presente capitalistico.

Dal punto di vista delle dottrine e dei metodi ogni nuova guerra incomincia là dove è finita quella precedente. Dov'è finita la guerra mondiale precedente? Con le partigianerie (Achtung! Banditen, cioè "terroristi"), con la teoria della "guerra limitata", o blitzkrieg, o guerra di movimento (Tukhacevskij, Fuller, Guderian, Liddel Hart) e con le operazioni di commando, cioè terrorismo istituzionalizzato (il bombardamento a tappeto sulle città e l'arma atomica rappresentano l'estremo limite del terrorismo). Nasce il "soldato politico" (teorizzato dalle SS, ma incarnato in tutti gli eserciti della II GM, oggi esportatore di democrazia nella "Guerra infinita").

Si dice che all'occorrenza gli eserciti di specialisti pagati saranno rimpiazzati da quelli di leva. Con i criteri della II GM, che mise in campo una cinquantina di milioni di soldati, ne occorrerebbero alcune centinaia di milioni. L'ipotesi è una stupidaggine: ammesso e non concesso che si arrivi a tanto, la borghesia non distribuirà mai armi e controllo di sistemi come quelli attuali a un numero così stratosferico di soldati di leva.

Questa è una guerra mondiale combattuta a "pezzi", come predica Papa Francesco. L'imperialismo è il capitalismo di oggi, ed è uno solo, nel quale si muovono nazioni, classi, paesi "imperialisti". Se l'insieme è unico e non frammentato in "patrie", allora la guerra d'oggi è già guerra civile.

Al solito, bisogna partire dall'assetto materiale del capitalismo, dalla legge tendenziale della caduta del saggio di profitto e da quella della miseria crescente. Fatta nostra questa chiave di lettura, allora possiamo capire il perchè delle migrazioni e i loro effetti sociali, come la vittoria della destra di Le Pen in Francia. Il sistema è fatto così, nessun uomo o gruppo ha la possibilità di invertire volontaristicamente la situazione. I mercati si muovono in un certo modo, il capitale è autonomizzato e i capitalisti annaspano cercando di stare dietro ai movimenti caotici della finanza mondiale (bello il film Margin Call di J. C. Chandor).

Abbiamo quindi ripreso alcuni dei temi trattati sul numero 38 della rivista (prossimo all'uscita), in particolare quello dell'intelligenza diffusa a rete. Una concezione sballata della guerra sottointende una concezione sballata anche della lotta di classe e della funzione del partito nella rivoluzione. Il partito di domani non potrà essere al di sotto del sistema reticolare di comunicazione che fa il giro del globo configurandosi come un vero e proprio cervello sociale. Anche in ambito borghese sono sempre di più coloro che si accorgono che qualcosa di nuovo sta emergendo. Notevole quanto scriveva nel 1938 H.G. Wells:

"Una chiarificante organizzazione universale della conoscenza e delle idee, ossia l'emergere di ciò che ho chiamato Cervello mondiale, rimpiazzerà la nostra molteplicità di gangli scoordinati... in quella e in quella soltanto, è certo, vi è l'unica chiara speranza di trovare un Amministratore Competente per le questioni mondiali. Non vogliamo dittature, oligarchie o domini di classe, vogliamo un'intelligenza diffusa a livello mondiale e autocosciente." (Il Cervello Mondiale)

La borghesia è come l'apprendista stregone incapace di controllare le potenze sotterranee da lui stesso evocate (Manifesto). Pur avendo a disposizione un sistema capace di collezionare enormi quantità di informazione, non sa che farsene della potenza dei big data. La raccolta di dati è essenziale affinchè un sistema conosca se stesso e riesca ad auto-organizzarsi, ma il mondo capitalistico utilizza la scienza esclusivamente per vendere merce e fare profitto. L'intelligenza della nostra specie è sciupata in un sistema siffatto.

Secondo il Censis la rete Internet rende sempre più d'attualità un'economia basata sulla condivisione: nell'ultimo anno 2 milioni di italiani, il 4% della popolazione, hanno utilizzato il car sharing. Cresce anche il coworking e il couchsurfing, modi per lavorare e viaggiare insieme. Cresce il crownfounding, la raccolta fondi attraverso piattaforme specializzate su Internet. Il comportamento spontaneo di milioni di "atomi sociali" sta dando vita a una nuova forma di economia, a nuovi stili di vita che coinvolgono la società nel suo insieme. Microsoft ha implementato Windows 10 gratuitamente in milioni di computer, e anche se è coinvolta solo una base ristretta di utenti (i possessori di Windows 7 e 8), ciò che una volta era venduto oggi è regalato. Se prevale l'aspetto della condivisione su quello della concorrenza, il capitalismo non ha più ragione d'essere.

Lo hanno capito quelli del Venus Project e del Movimento per il Paradismo, che descrivono l'avvento di una società comunistica basata esclusivamente sui risultati tecnico-scientifici già raggiunti entro questa società.

Articoli correlati (da tag)

  • Guerra "intelligente" e rovesciamento della prassi

    La teleriunione di martedì sera è iniziata con alcune considerazioni riguardo i sistemi di intelligenza artificiale utilizzati da Israele nella Striscia di Gaza. L'argomento si inserisce nel nostro lavoro in corso sulla guerra e sulle nuove armi in via di sperimentazione in Medioriente e Ucraina.

    Prendendo spunto da fonti israeliane (i due siti di informazione +972 e Local Call), il manifesto ha pubblicato un lungo articolo ("20 secondi per uccidere: lo decide la macchina") in cui sono riportate le interviste ad ufficiali dell'intelligence israeliana che spiegano il funzionamento del sistema IA Lavender e il ruolo che esso ha giocato nei bombardamenti sulla Striscia. Lavender opera in sinergia con il sistema Gospel, che si occupa nello specifico di contrassegnare gli edifici e le strutture da cui Hamas lancia i razzi; e ha il compito di individuare i nemici assegnando un punteggio da 1 a 100 ad ogni individuo: per un alto responsabile di Hamas, se identificato in una palazzina molto abitata, è possibile accettare una certa quantità di "danni collaterali", per un militante minore se ne accetta una inferiore. Il sistema di intelligenza artificiale riesce a costruire dei profili e a definire una "kill list" secondo un processo statistico che ha perciò un margine di errore (intorno al 10%); i tempi impiegati dalla macchina per individuare e colpire un obiettivo sono di circa 20 secondi, l'operatore umano non può quindi tenerne il passo e tantomeno eseguire un'analisi approfondita della lista dei bersagli.

    Non si tratta di indignarsi perché l'IA uccide gli uomini, anche i cannoni e le mitragliatrici lo fanno; si tratta invece di comprendere le novità che emergono dall'utilizzo di questa tecnologia. Siamo nel bel mezzo di una transizione di fase, tra un vecchio tipo di conflitto ed uno nascente: la guerra inizia sempre con gli armamenti, le dottrine, le tecniche del passato, ma in corso d'opera evolve diventando altra cosa. Oggigiorno si combatte ancora nelle trincee, come in Ucraina dove però allo stesso tempo si utilizzano i robot; si adoperano i fucili e le granate, ma anche i missili ipersonici. Nell'articolo dell'Economist "How Ukraine is using AI to fight Russia" si informa il lettore che sin dall'estate del 2022 sono stati utilizzati software per ridurre gli attacchi-disturbo dei Russi. Tante start-up ucraine operanti nel settore hi-tech hanno virato verso le necessità belliche, e sono state utilizzate tecniche di profilazione e monitoraggio, consulenze e indagini statistiche per raccogliere dati e scovare la posizione delle truppe e dei sistemi d'arma nemici. Semantic force è una start-up che si è specializzata nel trattamento dei dati riguardanti il morale della popolazione: ora il suo scopo è comprendere lo stato d'animo dei soldati russi (attraverso i social network e non solo).

  • Rottura di equilibri

    La teleriunione di martedì sera è iniziata dall'analisi della guerra in corso.

    Il bombardamento ad opera di Israele di un edificio annesso all'ambasciata iraniana a Damasco ha provocato una decina di morti, tra cui un importante generale iraniano e altri sei membri dei pasdaran, le Guardie rivoluzionarie dell'Iran. Colpire un'ambasciata equivale ad un attacco diretto al paese che essa rappresenta. Per adesso le potenze imperialiste non si combattono direttamente, ma per procura. Nel caso del conflitto israelo-palestinese, l'Iran utilizza Hamas e il Jihad islamico palestinese, ma anche Hezbollah in Libano e gli Houthi nello Yemen. L'attacco di Israele a Damasco ha alzato la tensione, accrescendo la possibilità del passaggio da una proxy war allo scontro diretto. L'Iran ha annunciato che risponderà nei tempi e nei modi che riterrà opportuni per vendicare l'uccisione dei propri militari.

    In Medioriente, la situazione sta evolvendo in una direzione opposta a quella dell'ordine. Israele deve gestire anche il fronte interno: oltre 100mila persone sono scese per le strade del paese dando luogo a quelle che sono state definite le più grandi manifestazioni antigovernative dal 7 ottobre. Le mobilitazioni più partecipate sono state a Tel Aviv, Haifa, e a Gerusalemme davanti alla sede del parlamento israeliano.

  • La guerra e le sue conseguenze

    La teleriunione di martedì sera è iniziata commentando le ultime news sulla guerra.

    A Mosca un gruppo di miliziani, presumibilmente appartenenti a ISIS Khorasan (c'è una rivendicazione), ha preso d'assalto il teatro Crocus City Hall, causando oltre centotrenta vittime e centinaia di feriti. Quattro persone di nazionalità tagika sono state arrestate dai servizi di sicurezza russi mentre si dirigevano verso il confine ucraino.

    Con le informazioni a disposizione è difficile capire quali forze ci siano dietro all'attacco. I Russi affermano che è opera di "islamisti radicali", ma hanno denunciato anche il coinvolgimento di Ucraini, Americani e Inglesi. Negli ultimi anni la Russia ha visto sul suo territorio diversi attentati di matrice islamica (vedi teatro Dubrovka o scuola Beslan); quest'ultimo, però, si inserisce in un contesto particolare e cioè quello della guerra in corso in Ucraina, dove da una parte si sta consumando un conflitto classico combattuto tra eserciti nazionali, e dall'altra c'è l'impiego da ambo i fronti di partigianerie, mercenari e miliziani. I servizi segreti occidentali avevano avvertito per tempo della possibilità di un attentato in Russia e l'attacco al Crocus può essere considerato come un episodio della guerra mondiale a pezzi, simile alla strage del Bataclan di Parigi avvenuta nel 2015 e compiuta da gruppi legati a Daesh, che causò centrotrenta vittime. Qualche mese fa l'ISIS K ha rivendicato l'attentato a Kerman, in Iran, vicino alla tomba del generale Qassem Soleimani; l'attacco ha provocato oltre ottanta morti e centinaia di feriti.