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La teleconferenza di martedì sera, connessi 18 compagni, è iniziata con alcune considerazioni sul tema immigrazione e sulle relative campagne populiste e interclassiste della borghesia.

Di fronte al numero sempre più elevato di migranti ai confini europei, sono state organizzate in molte città manifestazioni in sostegno (#RefugeesWelcome) alle migliaia di uomini in fuga da fame e guerra. Fa riflettere che tali espressioni di solidarietà avvengano solo quando il "problema" comincia a toccare da vicino l'Europa, mentre solitamente nessuno scende in piazza per i milioni che muoiono in Africa e altrove nel silenzio dei media. A muovere i "solidali", in Austria come in Italia, non è stata la bontà d'animo del bravo cittadino ma il disagio crescente: nella società lo scontro avviene prima tra popolazioni che tra classi, e ha origine dalla concorrenza capitalistica. Si tratta insomma dei primi segnali di ciò che comunemente viene chiamata guerra tra poveri.

Ho letto la vostra opera in due volumi Scienza e rivoluzione. Lo sviluppo rivoluzionario della forza produttiva capitalistica, la pretesa conquista del cosmo e la teoria marxista della conoscenza e l'ho trovata di grande interesse. In essa si trovano molte informazioni e considerazioni sull'argomento della "questione spaziale", che ne danno un quadro sufficientemente chiaro. Su tale questione c'è una grande ignoranza e l'ampia opera che avete preparato servirà a indirizzare verso uno studio corretto, soprattutto per capire ciò che è possibile e ciò che è impossibile. Qui, forse, si trovano le maggiori correzioni rispetto agli articoli di Amadeo Bordiga in Il Programma comunista a cavallo tra gli anni 1950 e 1960.

Pubblicato in Doppia direzione

Rivista n°54, dicembre 2023

copertina n° 54

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco dell'immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

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Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

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