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La teleriunione di martedì sera, presenti 17 compagni, è iniziata con una breve relazione sulla #MillionMaskMarch, la giornata di protesta globale lanciata per il 5 novembre da Anonymous International. Numerosi i paesi coinvolti: Turchia, Australia, Usa, Malesia, Canada, Thailandia, Armenia, Italia e tanti altri, dove i flashmob sono stati declinati secondo le peculiarità locali. L'iniziativa è riuscita grazie ad un intenso lavorio organizzativo avvenuto, prima e dopo la protesta, sui social network, e ha avuto un respiro globale.

Le foto arrivate dalle piazze mostrano cartelli scritti a pennarello con slogan contro il potere. Le motivazioni delle manifestazioni ci interessano relativamente, molto di più invece ci interessa il contesto in cui queste si svolgono: l'organizzazione territoriale connessa a una rete ormai mondiale annuncia i caratteri della rivolta futura e anticipa l'estinzione di una pratica rivendicativa compatibile col sistema.

In relazione alla recenti conferenze tenutesi a Milano e Torino da Loren Goldner, si segnala un'intervista radio allo studioso americano in circolazione su Facebook dal titolo "Dalla crisi al movimento Occupy – una chiaccerata con Loren Goldner".

Durante la teleconferenza erano in corso le votazioni per l'elezione del presidente degli Stati Uniti, elezioni che hanno visto contrapposti il democratico Obama e il repubblicano Romney. Nel periodo di campagna elettorale i siti della galassia Occupy - abbiamo tenuto d'occhio un campione di 12 tra gli hub più importanti del movimento – non hanno pubblicato articoli o interventi in merito all'importante sfida ostentando piuttosto indifferenza verso i risultati della votazione. Solo alla fine della grande baraonda mediatica, da cui è uscito vittorioso Barack Obama, il sito di Occupy Wall Street ha pubblicato un interessantissimo post in cui si mette a confronto l’incapacità dello Stato di gestire l'emergenza (non solo quella legata all’uragano Sandy, ma quella quotidiana del 99%) e la catena organizzativa di solidarietà messa in piedi dal movimento sull'esperienza maturata durante l'occupazione di Zuccotti Park.

Pubblicato in Teleriunioni 2012

Rivista n°54, dicembre 2023

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Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

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