Stampa questa pagina

In morte di Bruno Maffi

[…] Devo dire che ho trovato un po' riduttivo il necrologio in memoria di Bruno Maffi. Avete ricordato in una quindicina di righe la sua lunga vita al servizio della rivoluzione e vi siete concentrati troppo sull'infausta storia dell'éclatement del partito. Certo, fu un terribile punto cruciale e precisate che non fu responsabilità solo sua, ma vi è ben altro nella vita di Bruno: il lavoro enorme per il partito, la redazione del giornale, la traduzione dei testi fondamentali di Marx, la rinuncia ad ogni vantaggio personale e le notevoli qualità individuali. Le qualità umane in un rivoluzionario non sono un sovrappiù, ma costituiscano un aspetto importante della sua stessa azione. Bruno di tali qualità ne aveva tante e le diffuse. Penso sarebbe stato utile sottolineare maggiormente questi aspetti perché io credo che tutti noi a Bruno sicuramente molto dobbiamo.

 

È tutto vero, ma era inevitabile che noi parlassimo di Bruno in relazione alla nascita/continuazione del lavoro di "n+1". Abbiamo ben specificato che aprivamo una finestra limitata rispetto all'arco intero della sua attività e che c'è stato da imparare dal suo tenace combattere. Rifiutiamo di attribuirgli la "colpa" dell'éclatement, ma egli non fu certo neutrale nell'attività distruttiva. La scomparsa del partito fu, come dici, "un terribile punto cruciale", e questo ci interessava mettere in evidenza.

(Doppia direzione pubblicata sulla rivista n° 13 - dicembre 2003.)

Articoli correlati (da tag)

  • Guerra "intelligente" e rovesciamento della prassi

    La teleriunione di martedì sera è iniziata con alcune considerazioni riguardo i sistemi di intelligenza artificiale utilizzati da Israele nella Striscia di Gaza. L'argomento si inserisce nel nostro lavoro in corso sulla guerra e sulle nuove armi in via di sperimentazione in Medioriente e Ucraina.

    Prendendo spunto da fonti israeliane (i due siti di informazione +972 e Local Call), il manifesto ha pubblicato un lungo articolo ("20 secondi per uccidere: lo decide la macchina") in cui sono riportate le interviste ad ufficiali dell'intelligence israeliana che spiegano il funzionamento del sistema IA Lavender e il ruolo che esso ha giocato nei bombardamenti sulla Striscia. Lavender opera in sinergia con il sistema Gospel, che si occupa nello specifico di contrassegnare gli edifici e le strutture da cui Hamas lancia i razzi; e ha il compito di individuare i nemici assegnando un punteggio da 1 a 100 ad ogni individuo: per un alto responsabile di Hamas, se identificato in una palazzina molto abitata, è possibile accettare una certa quantità di "danni collaterali", per un militante minore se ne accetta una inferiore. Il sistema di intelligenza artificiale riesce a costruire dei profili e a definire una "kill list" secondo un processo statistico che ha perciò un margine di errore (intorno al 10%); i tempi impiegati dalla macchina per individuare e colpire un obiettivo sono di circa 20 secondi, l'operatore umano non può quindi tenerne il passo e tantomeno eseguire un'analisi approfondita della lista dei bersagli.

    Non si tratta di indignarsi perché l'IA uccide gli uomini, anche i cannoni e le mitragliatrici lo fanno; si tratta invece di comprendere le novità che emergono dall'utilizzo di questa tecnologia. Siamo nel bel mezzo di una transizione di fase, tra un vecchio tipo di conflitto ed uno nascente: la guerra inizia sempre con gli armamenti, le dottrine, le tecniche del passato, ma in corso d'opera evolve diventando altra cosa. Oggigiorno si combatte ancora nelle trincee, come in Ucraina dove però allo stesso tempo si utilizzano i robot; si adoperano i fucili e le granate, ma anche i missili ipersonici. Nell'articolo dell'Economist "How Ukraine is using AI to fight Russia" si informa il lettore che sin dall'estate del 2022 sono stati utilizzati software per ridurre gli attacchi-disturbo dei Russi. Tante start-up ucraine operanti nel settore hi-tech hanno virato verso le necessità belliche, e sono state utilizzate tecniche di profilazione e monitoraggio, consulenze e indagini statistiche per raccogliere dati e scovare la posizione delle truppe e dei sistemi d'arma nemici. Semantic force è una start-up che si è specializzata nel trattamento dei dati riguardanti il morale della popolazione: ora il suo scopo è comprendere lo stato d'animo dei soldati russi (attraverso i social network e non solo).

  • La vita è un processo simbiotico

    La teleriunione di martedì sera, connessi 18 compagni, è iniziata con il commento del filo del tempo "Superuomo, ammosciati!" (1953).

    Nel testo si critica la base su cui si fonda l'ordine sociale borghese ovvero l'Individuo, quell'Io presunto motore della storia umana. Personaggi storici d'eccezione, come Giulio Cesare e Napoleone Bonaparte, hanno catalizzato molta più attenzione rispetto a quella che meritavano le falangi romane o, nel caso della Rivoluzione francese, gli anonimi combattenti del "popolo". Da materialisti rifiutiamo il culto dei grandi uomini, dei cosiddetti "fuori classe":

    "Come lo Stato, anche questa 'forma' del capo, ha una base materiale e manifesta l'azione di forze fisiche, ma noi neghiamo che abbia funzione assoluta ed eterna: stabilimmo che è un prodotto storico, che in un dato periodo manca; nacque sotto date condizioni, e sotto date altre scomparirà."

    L'origine e la funzione del "battilocchio" sono da individuare in un preciso contesto storico, in un determinato stadio di sviluppo delle forze produttive. Esso si afferma in seguito alla nascita della famiglia, della proprietà privata e dello Stato (Engels). Al pari dello Stato, anche l'Io di eccezione dovrà estinguersi o, come afferma Lenin, assopirsi. L'Individuo, esaltato dall'attuale forma sociale, è massificato e influenzato dal consumismo come non mai.

  • L'anno del diagramma

    La teleriunione di martedì sera, connessi 15 compagni, è iniziata commentando i fatti salienti degli ultimi giorni, cercando di inquadrarli alla luce della dottrina del succedersi dei modi di produzione.

    Prima di entrare nel particolare è doverosa una premessa teorica di carattere anti-immediatista: nella rappresentazione della società capitalista su un piano cartesiano, ciò che ci interessa non è tanto il singolo punto quanto la curva generale, consapevoli del fatto che tale diagramma non sarebbe possibile senza quel punto significativo che si muove sulla curva e che rappresenta la cosiddetta attualità. La dinamica degli accadimenti ci serve essenzialmente per comprendere cosa accadrà in futuro. Il presente non esiste, tutto è in continuo divenire. Anche il capitalismo ha una freccia nel tempo e i dati che raccogliamo, inseriti nel nostro modello, ci servono per fare previsioni, per registrare la temperatura sociale. La distruzione di un ponte o un bombardamento di una città ci dicono poco se vengono analizzati come fatti a sé, disgiunti dall'insieme di relazioni che li hanno scatenati. Dal punto di vista della teoria marxista, lo sciame di eventi che si sta manifestando sul pianeta, dalla siccità ai gasdotti sabotati, dalla guerra alla pandemia, dimostra che le forze catastrofiche stanno subendo un'accelerazione.

    In una visione dinamica dei processi storici, come piaceva dire a Bordiga, a noi interessa la cinematografia di un avvenimento, non la fotografia.

    Nel racconto L'anno del diagramma dello scrittore di fantascienza Robert Heinlein, un patito della statistica raccoglie dati insoliti sulla natura e sul comportamento umano, e li organizza in un modello formale che porta deterministicamente ad un esito catastrofico. Il tipo di spiegazione che Heinlein forniva a proposito dei grandi avvenimenti attesi dal protagonista del racconto è significativo: egli non badava né all'economia né alla politica ma collezionava i dati grezzi che formavano degli aggregati trattabili in modo statistico. Pochi fenomeni presi a uno a uno sembravano fatti di pura follia, ma presi tutti insieme dimostravano la marcia collettiva verso una catastrofe sociale.