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  • Sabato, 08 Novembre 2014

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  • Resoconto teleriunione  4 novembre 2014

Già, non ancora

La teleconferenza di martedì, a cui si sono connessi 13 compagni, è cominciata con una breve analisi degli interventi di Napolitano e Renzi, il primo alla cerimonia di consegna delle decorazioni dell'Ordine Militare d'Italia, il secondo a Brescia durante il vertice degli industriali.

La più alta carica dello stato ha lanciato l'allarme sulla tenuta sociale del paese: "Vi è il rischio che, sotto la spinta esterna dell'estremismo e quella interna dell'antagonismo, e sull'onda di contrapposizioni ideologiche pure così datate e insostenibili, prendano corpo nelle nostre società rotture e violenze di intensità forse mai vista prima".

Ha quindi invitato le forze armate a tenersi pronte a intervenire in più scenari di guerra: "Il quadro internazionale mostra tensioni e instabilità crescenti. Si vanno affermando nuove e più aggressive forme di estremismo e di fanatismo che rischiano di investire i territori degli 'Stati falliti' e insediarsi a ridosso dei confini dell'Europa e dell'Italia in particolare, infiltrandone gradualmente le società anche grazie alla loro perversa forza attrattiva. E' una minaccia reale, anche militare, che le nostre Forze Armate devono essere pronte a contrastare e prima di tutto a prevenire, insieme all'Unione Europea e alla NATO."

Ha infine evidenziato, principalmente in riferimento allo scacchiere mediorientale, la "perdita di leadership politica in seno alla comunità internazionale".

I temi affrontati da Napolitano fanno venire in mente il rapporto Nato SAS 30 Urban Operation in the year 2020, di cui scrivemmo nella newsletter 132 al tempo dell'introduzione nelle maggiori città italiane di pattugliamenti misti di esercito e polizia. Il documento prevede che la popolazione mondiale supererà entro il 2020 i 7,5 miliardi, il cui 70% vivrà in zone urbane. L'urbanizzazione crescerà a dismisura accrescendo povertà, scontri e tensioni sociali nelle metropoli. Poiché in un tale contesto le normali forze di polizia non saranno in grado di condurre operazioni contro folle "ostili" o semplicemente "complici" dei nemici da colpire e neutralizzare, lo studio dà indicazione per un utilizzo graduale dell'esercito in funzione di ordine pubblico man mano che la crisi mondiale, ipotizzata per il 2020, si avvicina.

Renzi, nel suo intervento alla Palazzoli di Brescia, ha trattato soprattutto di lavoro e giustizia. In continuità con il discorso alla Leopolda, ha ribadito la necessità di blindare la società per salvare il Paese:

"Dobbiamo evitare un rischio pazzesco: c'è un disegno per dividere il mondo del lavoro. Non esiste una doppia Italia, dei lavoratori e dei padroni: c'è un'Italia unica e indivisibile e questa Italia non consentirà a nessuno di scendere nello scontro verbale e non solo, legato al mondo del lavoro".

Di fronte al precipitare della crisi, la borghesia esprime la necessità di unificare le componenti sociali e farle cooperare per il bene supremo della nazione, in una riproposizione del vecchio corporativismo fascista in versione 2.0: datori di lavoro e operai devono entrambi anteporre gli interessi nazionali a quelli individuali. Il mezzo per arrivare a questo traguardo è il Partito della Nazione.

Che il sindacato passi dalla concertazione al conflitto di classe è quindi inevitabile. Dal secondo dopoguerra in poi, prima il Pci, poi il Pds e in ultimo il Pd, sono stati la sponda politica della Cgil. Ora venendo meno la "cinghia di trasmissione" con il partito di riferimento, urgono nuove sponde politiche e nuove alleanze. E' quindi la stessa borghesia a spingere il sindacato al cambiamento, imponendogli una pesante ristrutturazione politica e organizzativa. Attenzione, l'esito del processo non è scontato.

Renzi è protagonista anche a livello europeo, almeno per quanto riguarda la polemica con il presidente della Commissione europea Juncker. La linea italiana sull'Europa è chiara: l'Unione non è solo economia, non è solo moneta, essa è fondata sui veri ideali (riferimento ai padri fondatori) e sulla Bellezza. Quello del premier italiano è un approccio demagogico ma efficace: parla alla pancia degli euroscettici e mette il dito nella piaga degli sperperi della burocrazia ("Riveleremo anche le cifre del bilancio Ue, e ci sarà da ridere").

Anche nell'altro versante, quello degli Stati Uniti d'America, si alza il livello di fibrillazione in vista delle elezioni di medio termine. Secondo Nouriel Roubini, l'unico a funzionare tra i quattro motori del mondo capitalistico è quello Usa, dato che l'Eurozona è in recessione, il Giappone non si riprende neanche dopo un massiccio ricorso al quantitative easing, e i paesi emergenti hanno smesso di emergere. L'esito delle votazioni di Midterm, avverte l'economista, potrebbe però cambiare le cose: il paese non può infatti sopportare un ulteriore braccio di ferro tra democratici e repubblicani sulle politiche economiche.

Segnali di allarme sulla situazione sociale arrivano anche dal Vaticano: durante la messa per la solennità di tutti i Santi papa Francesco si è scagliato contro i "devastatori del creato e della vita". Rivolgendosi alle immense masse di poveri e di profughi in fuga da guerre e malattie, il Pontefice ha detto:

"Vivono in tende, sono nel deserto, sentono il freddo, senza medicine, affamati perché il dio-uomo si è impadronito del creato e di tutto quel bello fatto per noi. Ma chi paga la festa? Loro, i piccoli, i poveri, quelli che da persone sono finite nello scarto e questa non è storia antica, succede oggi [...] dirò di più, sembra che questa gente scartata, questi bambini affamati, ammalati, sembra che non contino, che siano di un'altra specie, non siano umani."

Il modo di produzione capitalistico scomparirà perché incapace di assicurare al suo schiavo l'esistenza persino nei limiti della sua schiavitù (Il Manifesto del Partito Comunista). Questa società è costretta a lasciar cadere il proletariato in condizioni tali da doverlo poi nutrire anziché esserne nutrita; è dimostrata la necessità della morte del capitalismo, quindi la sua scientifica non-esistenza potenziale (Scienza economica marxista come programma rivoluzionario).

In chiusura di teleconferenza sono state riportate alcune news dal mondo del Web. Oggi quasi tre miliardi di persone sono connesse a Internet, di cui il 73,4% tramite smartphone o tablet. Sembra che nel giro di tre anni la cifrà salira al 90%, con un picco in Asia dove in un solo anno la percentuale di chi si è connesso in questo modo è balzata dal 23 al 37%. Si sta formando una super-rete globale che avrà sempre più bisogno di banda e di capacità: nel 2018 consumeremo qualcosa come 83.299 petabyte (o 85 milioni circa di terabyte) al mese. Il primo, sterminato zettabyte (1024 exabyte) dovrebbe invece essere varcato l'anno prossimo. Un compagno ha inoltre segnalato che Microsoft ha reso disponibile, su richiesta, la preview di Skype Translator, il tool che traduce in tempo reale le conversazioni vocali. Per ora si tratta di una versione di prova, ma pare che quella ufficiale, la prima release è data per fine anno, sarà in grado di tradurre fino a 45 lingue differenti.

La Rete, vero abbozzo di cervello sociale, non è un prodotto-merce come gli altri. Anzi, contraddittoriamente, pur essendo sottomessa alla generale legge del valore, cioè al Capitale, si ribella a ogni tentativo di omologazione. È sfuggita all'apparato militare da cui è nata, ma anche alle accademie universitarie che la umiliavano come strumento elitario. Non proviene da un progetto scientifico secondo un qualche "paradigma", ma è diventata paradigma essa stessa.

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    "Il bilancio di uno Stato moderno rivela l'insostituibile funzione della ripartizione del plusvalore all'interno della società al fine di stabilizzare il 'corso forzoso' dell'agricoltura in questa fase di massimo sviluppo capitalistico. Più il peso specifico dell'agricoltura si fa insignificante nel complesso dell'economia reale, cioè nella produzione di valore, più i sussidi statali a suo sostegno si accrescono. Il tasso di crescita delle sovvenzioni è infatti assai più elevato dell'incremento dello sviluppo agricolo, ma, nonostante ciò, l'agricoltura non potrà mai più essere abbandonata all'investimento del singolo capitale e meno che mai al mercato."

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