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  • Venerdì, 17 Luglio 2015

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  • Resoconto teleriunione  14 luglio 2015

Il processo sta diventando auto-catalitico

La teleconferenza di martedì, presenti 14 compagni, è iniziata dalla notizia dell'arrivo della sonda New Horizons a circa 12500 km dalla superficie di Plutone. Il sorvolo ravvicinato del corpo celeste da parte della navicella della Nasa rappresenta una nuova conferma di quanto previsto dalla nostra corrente durante l'epopea della presunta conquista dello spazio, quando le opposte propagande di Usa e Urss mostravano immagini di uomini scafandrati in orbita. Già allora era evidente che gli astronauti potevano essere "risparmiati" e sostituiti da macchine capaci. Da allora i robot spaziali hanno studiato minuziosamente il sistema solare, e alcuni ne sono addirittura usciti continuando a inviare segnali. Ne è prova strabiliante la sonda Voyager 1 che, lanciata nel 1977, è riuscita a superare il campo di attrazione gravitazionale del sistema solare e continua a tutt'oggi a mandare segnali alla Terra dallo spazio interstellare. Nel capitalismo ogni merce è prodotta per far quattrini e gli aggeggi spaziali non possono esimersi dal rappresentare il mondo delle merci; tuttavia l'ascesa della forza produttiva sociale è continua (anche le esplorazioni spaziali sono un prodotto della specie) e le rivoluzioni esplodono proprio perché i rapporti di classe si tramutano ad un certo punto in ostacoli di fronte all'accresciuta dotazione tecnologica.

Rimanendo nel campo dell'innovazione tecnologica, suscita molto interesse il lancio di Windows 10, il nuovo sistema operativo di Microsoft che verrà distribuito a partire dal 29 luglio. Il ceo Satya Nadella ha dichiarato: "L'ecosistema rende Microsoft unica. Le tecnologie e i modelli di business vanno e vengono ma l'ecosistema rimane costante". Definita dagli esperti una "rivoluzione", il nuovo SO prevede, oltre a soluzioni per facilitare e ampliare il business-to-business, migliori interazioni tra utente e pc tramite la Cortana Analysis Suite, un programma per l'assistenza e il riconoscimento vocale che da semplice recettore di comandi diventa capace di auto-apprendere e trasformare dati in azioni intelligenti.

Come dice Kevin Kelly in Out of control, la differenza tra il nato e il prodotto si fa sempre più sottile: le macchine stanno diventando biologiche e ciò che è biologico sta diventando meccanizzato. Oggi il software viene fatto con altro software per cui l'uomo controlla sempre meno il processo: "Stiamo incominciando a usare calcolatori che sono in grado di generare programmi molto complessi con metodi diversi [rispetto alla programmazione tradizionale]. Poiché non capiamo bene come fanno a girare, possiamo affermare che questo tipo di intelligenza ci sta sopravanzando. Mano a mano che costruiamo computer sempre più veloci, il processo sta diventando auto-catalitico [si organizza da sé]." (Daniel Hillis, in La Terza cultura).

La centralizzazione della conoscenza attraverso la Rete, dal punto di vista del cervello sociale, è un ritorno a quello che l'uomo ha sempre fatto fin da quando è in grado di progettare aspetti della vita sociale. A Göbekli Tepe, un sito paleolitico turco, gli archeologi hanno scoperto un "luogo fisico" in pietra dedicato alla centralizzazione della conoscenza dell'epoca. La triade unitaria produzione, ammasso e distribuzione regolata con le cretule (impasti di argilla fresca su cui veniva impresso un segno di riconoscimento) era un procedimento di tipo digitale dalla semplicità disarmante in rapporto alla gestione di società complesse come quelle della valle dell'Indo.

In quest'epoca di transizione dal capitalismo alla società futura, le invenzioni del mondo della merce non fanno più parte di questo stesso mondo. Bill Gates pensa di fare soldi con nuovi servizi elettronici, eppure è tra coloro che richiamano l'attenzione sull'impatto che avrà sulla società lo sviluppo di software sempre più intelligenti: simulando sempre più da vicino il modo di conoscere della nostra specie, le nuove tecnologie non possono che eliminare lavoro umano in abbondanza.

Si è poi passati a commentare gli sviluppi della crisi greca. I socialdemocratici si confermano i boia del proletariato, ovunque e da sempre. I sinistri, che si sono tanto entusiasmati con il referendum proposto da Syriza, adesso non sanno più a che santo votarsi. Dopo tentennamenti estenuanti, alla fine il borghesissimo governo greco ha accettato un accordo peggiore di quello respinto prima.

Nella vicenda intorno al debito della Grecia sono in gioco delicati rapporti geo-storici internazionali: se l'Europa si rifiuta di aiutare Atene, questa potrebbe rivolgersi alla Cina, e alla Russia, che, dopo quanto successo in Ucraina, non vede l'ora di mettere il bastone tra le ruote alla Nato.

Il proletariato è coinvolto nel marasma sociale in corso e fatica a darsi una direzione politica che sia all'altezza della situazione. Nell'epoca dell'imperialismo vige la guerra di tutti contro tutti per accaparrarsi il valore di una produzione socializzata in un mercato unico globale. Quanto accade in Grecia ha cambiato le prospettive dell'Europa per sempre, indietro non si torna. Tutti sono stati messi in guardia circa l'impossibilità non solo di gestire, ma anche di rattoppare, il sistema. E il rattoppo riguarda buona parte del mondo occidentale oberato da debiti stratosferici.

In chiusura di teleconferenza si è accennato al primo sciopero dei sindacati greci contro il governo Tsipras, e alla manifestazione #UnificandolasLuchas14J indetta da un coordinamento di lavoratori in lotta a Madrid. Dopo l'ondata d'indignazione piccolo-borghese capeggiata da Tsipras, Grillo e Iglesias, potrebbe presto arrivare uno tsunami dai contorni chiaramente classisti. Marx nelle prime righe de Le lotte di classe in Francia è netto: deve essere sconfitto il vecchiume politico, devono sparire la democrazia e il parlamentarismo, per rendere possibile l'avvento di qualcosa di veramente nuovo.

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    Nel testo si descrive come, fino al XIX secolo, lo scontro avviene principalmente nell'ambito della circolazione, dato che lì si trovano i beni necessari alla riproduzione. Successivamente, soprattutto con l'entrata in scena del proletariato, si rafforzano le forme di lotta più organizzate, le rivolte combaciano con gli scioperi, e il conflitto si manifesta per la maggior parte con l'interruzione organizzata del lavoro. A partire dalla fine degli anni 60' del secolo scorso, le forme di scontro si fanno sempre più incontrollabili (vedi riot negli USA): finita l'epoca di crescita industriale del capitalismo, l'accumulazione avverrebbe nella sfera della finanza, almeno nei paesi a capitalismo avanzato, dando così inizio ad una fase di espulsione della forza lavoro dalla produzione. Con lo scoppio della crisi industriale, gli afroamericani sono i primi a trovarsi alle prese con seri problemi di sopravvivenza e le rivolte, che assumono apparentemente una connotazione razziale, riguardano in realtà le condizioni di milioni di proletari. La seconda fase della rivolta, o rivolta prime, come la chiama Clover, si pone quindi direttamente in conflitto con lo Stato, poiché esso dispone di strumenti di repressione e controllo che le società precedenti non avevano, raggiungendo livelli di sofisticazione mai visti prima. Gli scioperi moderni toccano la circolazione di uomini e soprattutto di merci, dal trasporto aereo ai treni, dalla logistica ai petroliferi. I gilet jaunes, ad esempio, a partire dal 2018 hanno occupato le principali vie di comunicazione bloccando autostrade e rotatorie. La logistica connette il tessuto produttivo ed è fondamentale nell'epoca del just in time e della produzione senza magazzino.

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