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  • Resoconto teleriunione  13 agosto 2019

Pancia e gambe si muovono prima del cervello

La teleconferenza di martedì sera, a cui hanno partecipato 7 compagni, è cominciata dal tema del "lavoro", o meglio del lavoro alienato che, come dice Marx, fa sì che l'uomo si senta tale solo quando mangia, beve e si accoppia (attività che condivide con le bestie), e si senta bestia quando lavora (attività che gli sarebbe peculiare).

Un compagno ha fatto notare che il "lavoro" è un'attività umana invariante, incessante nei millenni (l'arco millenario che lega l'ancestrale uomo tribale lottatore con le belve al membro della comunità futura) nonostante il variare storico dei paesaggi epigenetici innumerevoli volte rivoluzionati. Perciò possiamo indicare la forma, che esprime il "lavoro" della natura sulla materia sia organica che inorganica, come il movimento in quanto tale.

Ora, il "prodotto" di questo incessante movimento-lavoro della materia per miliardi di anni altro non è che lo stato attuale delle cose. L'uomo è nella fase della sua storia in cui quel primordiale movimento-lavoro ha assunto la modalità capitalistica, alienandosi. Il prossimo balzo evolutivo della specie verso il regno della libertà la emanciperà dal lavoro come cieco movimento della materia sociale. Rovesciata la prassi, per la prima volta l'umanità non sarà solo "cosciente" ma anche "dirigente" il suo proprio lavoro, ossia il suo proprio movimento-lavoro, ad un gradino evolutivo superiore. Scienza dell'uomo e della natura si integreranno e allora non ci sarà che una sola scienza.

Nei Manoscritti economico-filosofici del 1844 è detto che il lavoro esterno, e cioè quello per il capitalista in cui l'uomo si espropria, è un lavoro-sacrificio, un lavoro-mortificazione. Eppure, all'interno del capitalismo ultra-sviluppato, vi sono esempi di lavoro non alienato, inteso come soddisfazione di un bisogno e non soltanto come mezzo per soddisfare necessità esterne ad esso: si tratta di saggi di organizzazione futura che dimostrano come sia possibile il superamento della dicotomia tra tempo di lavoro e tempo di vita.

Ci riferiamo al lavoro gratuito di milioni di persone che, negli anni, ha dato vita a quello strano cervello sociale che è Wikipedia; oppure al lavoro della moltitudine di anonimi smanettoni che hanno prodotto i codici del sistema operativo Linux, o generato il fenomeno del P2P, che ha favorito lo sviluppo della progettazione e della produzione di beni materiali con l'ausilio di software libero e macchine utensili di nuova tecnologia. Ad esempio le stampanti 3D, il cui utilizzo ha portato alla nascita di comunità di makers basate sulla condivisione e la collaborazione. A tal proposito è stato ricordato il saggio La cattedrale e il bazaar di Eric S. Raymond, che descrive un nuovo modello di sviluppo del software, il cui esempio più famoso è la modalità di realizzazione del kernel Linux. Per certi aspetti il modello bazaar, dove il codice sorgente è liberamente disponibile e gli utenti possono interagire con gli sviluppatori e modificare e integrare il codice, ricorda il processo evolutivo che ha portato alla formazione dei primi organismi viventi e alla loro evoluzione, attraverso processi di auto-organizzazione (Kauffman), o di autopoiesi (Maturana e Varela), oppure di organizzazione al confine tra caos e ordine (Buchanan).

"Mano a mano che costruiamo computer sempre più veloci, il processo sta diventando auto-catalitico [si organizza da sé]. Ci troviamo nella stessa condizione degli organismi unicellulari quando si stavano convertendo in multicellulari. Proprio così, siamo come amebe che non capiscono in che cosa diavolo si stanno trasformando. In realtà siamo parte di un sistema che ci sta traghettando oltre noi stessi." (Daniel Hillis, La Terza cultura).

Dall'evoluzione degli organismi biologici a quelle delle società, le leggi del divenire sono le medesime. Il bricolage dell'evoluzione procede per tentativi ed errori, azioni e retroazioni, proprio come stanno facendo i manifestanti di Hong Kong che, occupando l'aeroporto internazionale della città, uno degli scali più importanti dell'Asia e tra i dieci più importanti al mondo, hanno provato a lanciare un messaggio di lotta di respiro globale (Pechino li ha accusati di essere terroristi e ha ammassato mezzi blindati a Shenzen, città a pochi chilometri dall'ex colonia britannica).

Qualcuno dice che queste mobilitazioni, come quelle francesi e russe, sono prive di obiettivi di classe e perciò sarebbero inutili. Per i comunisti, invece, prima si muove la pancia e solo dopo il cervello: prima avvengono i cambiamenti nella struttura materiale della società (robot, automazione, disoccupazione), poi si muovono le masse, e solo in un secondo momento vi è una presa di coscienza rivoluzionaria.

Ciò che spinge milioni di uomini, da un pò di anni a questa parte, a scendere in piazza scontrandosi con la polizia è, in ultima analisi, l'esplosiva contraddizione tra produzione sociale e appropriazione privata, tra il 99% che ha sempre meno e l'1% che ha sempre di più. Le rivolte si stanno sincronizzando e troveranno deterministicamente un linguaggio comune, degli obiettivi unificanti (per citarne uno: "Occupy the world together", Occupiamo il mondo insieme). Il cambiamento di paradigma avverrà nei termini individuati da Thomas S. Kuhn nel saggio La struttura delle rivoluzioni scientifiche: al pari di quelle sociali, le rivoluzioni scientifiche sono annunciate da una crescente intolleranza nei confronti dell'ordine esistente.

Si è poi passati a parlare del tonfo borsistico argentino, notando come gli stessi giornalisti sono costretti ad operare dei collegamenti tra il tracollo della Borsa di Buenos Aires, la rivolta di Hong Kong e il calo della produzione industriale in Germania. Fatti diversi, che avvengono in luoghi lontani del pianeta, ma che hanno un'origine comune. Interessante l'articolo "L'export più importante degli Usa: il dollaro" del Corriere, secondo il quale l'esportazione americana di dollari sarebbe seconda solo a quella di petrolio e gas.

In chiusura di teleconferenza, si è accennato all'ingarbugliata situazione politica nel Belpaese, dove in linea con quanto sta succedendo nel resto del mondo aumenta il caos. La crisi di governo e il timore dell'avvento di un governo di destra capitanato da Salvini fanno gridare i sinistri al pericolo di un ritorno al fascismo. In realtà, il fascismo non se n'è mai andato poiché, come affermato anche da illustri borghesi quali Sabino Cassese (Lo Stato fascista), vi è una continuità tra lo stato fascista e quello demo-resistenziale. Per la nostra corrente, infatti, la successione non è: fascismo, democrazia, socialismo; essa è invece: democrazia, fascismo, dittatura del proletariato (Marxismo contro fascismo e antifascismo, 1984).

Chiunque vada al governo, sia esso un destro oppure un sinistro, dovrà fare i conti con le costanti date dalle esigenze di valorizzazione del capitale, che riportiamo sinteticamente traendole dalla Lettera ai compagni "Come un logaritmo giallo" (1993):

1) controllo centralizzato dell'economia;
2) sostegno al sistema produttivo interno;
3) necessità di tenere sotto controllo gli effetti sociali dell'andamento economico.

Lo stato italiano, al di là del battilocchio di turno che verrà scelto per ricoprire la carica di primo ministro, nella pratica attività economica dovrà muoversi intorno alle citate costanti. Ma c'è ben poco margine di manovra quando la crescita del Pil del paese è stimata per quest'anno intorno allo 0,1%, e il debito pubblico supera i 2.300 miliardi di euro.

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