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  • Sabato, 06 Agosto 2022

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  • Resoconto teleriunione  2 agosto 2022

Rendita e proprietà

Durante la teleriunione di martedì sera, a cui si sono collegati 13 compagni, abbiamo ripreso gli argomenti trattati durante lo scorso incontro, ovvero la situazione climatica, il riscaldamento globale e il ruolo dell'attività umana (capitalistica).

E' stato segnalato l'articolo "La soluzione capitalista per 'salvare' il pianeta: trasformalo in una classe di asset e vendilo", una lunga intervista a John Bellamy Foster, professore di sociologia ed editore della rivista online Monthly Review. Secondo lo studioso, durante la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, conosciuta anche come COP26, si sarebbe paventato un progetto per la finanziarizzazione dei processi naturali:

"[…] il capitale è alla ricerca di nuovi flussi di entrate. E dopo la crisi finanziaria del 2007-2010, hanno iniziato a guardare sempre più ai servizi ecosistemici (quelli che potremmo chiamare natura e servizi della natura) come base, come base materiale per la finanziarizzazione. Quindi c’è questa finanziarizzazione della natura in corso molto rapida che sta avvenendo. Dove i servizi naturali, i servizi ecosistemici, si stanno trasformando in forme di valore di scambio che possono essere alla base della finanziarizzazione".

L'idea di fondo è quella di trasformare in oggetti vendibili il "lavoro" della natura. Afferma ancora Foster: "In sostanza, le corporazioni sarebbero proprietarie di ciò che fa la natura, non solo della Terra. I governi probabilmente sarebbero ancora proprietari della terra, ma il capitale sarebbe proprietario dei servizi forniti dalla natura".Siamo al fumetto di Carl Barks "Paperino e il cimiero vichingo", in cui le doti dell'ornamento sono utilizzate per dichiarare la proprietà sul suolo e sull'aria. Ovviamente non ci interessa l'indignazione morale. Se si prescinde dalla proprietà non si può parlare di un bene vendibile né tantomeno di asset; e senza di essa e la garanzia dello Stato, non esistono neanche la rendita e la possibilità di trattare parti del mondo e processi naturali come qualcosa di commerciabile.

La nostra corrente studiava il capitale moderno ("Vulcano della produzione o palude del mercato?", 1954) intendendo quali generatori di rendita anche il possesso e la produzione in condizioni particolari (per esempio la Fiat degli anni passati, monopolista nella produzione di auto in Italia). Durante il conflitto tra Persia e Inghilterra, essa affermava che il petrolio non è di chi lo possiede fisicamente sotto terra, e che per pagarne l'estrazione dev'esserci plusvalore. In "Mai la merce sfamerà l'uomo" viene descritto come la rendita agraria si trasformi in un parassita nel cuore del capitalismo, in quanto si appropria di plusvalore prodotto da altri; la rendita è sovrapprofitto che si toglie all'industria per darlo ai rentier. La concessione di un bene dello Stato ad un privato non è una trovata d'oggi: i capitalisti ci sono già riusciti con il petrolio e i fiumi sbarrati dalle dighe (l'Iraq soffre di mancanza d'acqua perché a monte di Tigri ed Eufrate sono state costruiti degli argini); non si vede come possano essere risolti i problemi odierni del capitalismo trasformando i beni naturali in asset. Queste proposte appaiono piuttosto come fughe in avanti del capitale nel tentativo di avviare nuovi cicli di speculazione.

Dall'interno di un sistema non si può conoscere tutto ciò che concerne il sistema stesso. Bisogna spingersi oltre, in un sistema più potente e completo per padroneggiare la conoscenza del livello inferiore. Questo è in sintesi quanto espresso da passi ben più poderosi, che possiamo leggere nel testo "Per una teoria rivoluzionaria della conoscenza", e che riecheggiano la famosa "prova di Gödel" (che sconvolse la logica matematica nel secolo scorso). Stando all'interno della società ''n'' non si possono che riprodurre le sue categorie. Pensiamo al concetto di antropocene, ribadito nell'intervista di cui sopra. Di questi temi se ne parla in diversi ambienti, dalla sinistra ai preti; tutti giungono a ritenere che l'attuale prassi umana sta accelerando la distruzione del nostro habitat e propongono un downgrade su base volontaria e coscienziosa. Marx nei Manoscritti del 1844 afferma: "La storia [dell'uomo] è una parte reale della storia naturale, della natura che diventa uomo. La scienza naturale sussumerà sotto di sé la scienza dell'uomo, allo stesso modo che la scienza dell'uomo sussumerà la scienza della natura: allora ci sarà una sola scienza". L'uomo è la sua industria (a nanna gli idealisti), l'alienazione da essa, tipica nel capitalismo, è non-umana; la nuova umanità sarà ricomposizione dell'uomo-industria, la vera antropologia.

Il capitalismo non è affatto un malato da guarire, è proprio fatto così e non fa che esasperare a un livello sempre più alto i caratteri delle società di classe. E lo fa perché, a differenza delle società precedenti, è totalizzante. Oltre alla dissipazione di energia, esiste anche una dissipazione di materie prime perché si vanno a consumare miniere che hanno concentrazioni maggiori di materiali (exergia). Il capitalismo sta compromettendo la possibilità delle generazioni future di utilizzare una serie di componenti oggi utilizzate nell'industria. Le condizioni che si sono determinate geologicamente in milioni di anni non possono essere riprodotte facilmente. Oggigiorno si brucia in un click il millenario "lavoro del sole". L'elio, ad esempio, è un gas molto raro e viene sprecato per gonfiare palloncini.

In chiusura di teleriunione si è accennato alla recente visita a Taiwan di Nancy Pelosi, speaker della Camera dei rappresentanti degli USA. I Cinesi, piuttosto determinati, hanno subito annunciato "operazioni militari mirate". Per Pechino Taiwan è parte della Cina. Quello che è certo è che il peso specifico degli Usa nel mondo non è lo stesso del Secondo dopoguerra. Sia in Europa, con la guerra in Ucraina, che nel Pacifico, dove si scontrano Usa e Cina, la tensione è alta. In questo momento un attacco della Cina su Taiwan metterebbe in seria difficoltà gli Stati Uniti che si troverebbero a gestire le rotte del Pacifico e al tempo stesso quanto accade con l'Europa, lo storico alleato scomodo. Il Pacifico è fondamentale e gli Usa non possono perderne l'egemonia, mentre la tentazione per i Cinesi di attaccare la piccola isola di Taiwan è forte. In discussione c'è sicuramente molto di più di quanto avviene in Europa: non si tratta di valutare le forze in campo, dato che la Cina è una potenza moderna che si sta armando alla maniera globale con elettronica, aviazione, marina.

I missili ipersonici hanno diversi usi, ma soprattutto hanno la capacita di rimanere invisibili e ottimali per un attacco alle navi. Si sapeva che i Russi ne avevano a disposizione, ma il fatto che adesso venga sottolineato il possibile impiego su ampia scala sposta l'attenzione sulla vulnerabilità della flotta americana. La flotta Usa è costruita per eventi post seconda guerra mondiale; le portaerei, e ciò che sta loro intorno, rappresentano un sistema d'attacco verso chi non le ha. I missili supersonici hanno una velocita che supera la capacità di elaborazione dei computer e sono guidati verso l'obiettivo da un punto qualsiasi del pianeta: se dovesse scoppiare una guerra guerreggiata globale ed essi venissero utilizzati, è quasi sicuro che la marina degli Usa sparirebbe all'istante.

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