Humberto Maturana e Francisco Varela provano che i sistemi viventi sono capaci di auto-organizzarsi per risolvere problemi, facendoli così evolvere. La classe borghese è stata in grado di adoperare i dati e le conoscenze acquisite per darsi dei sistemi di governo stabili e strutturati, trattando il mondo attraverso schemi e modelli standardizzati, come abbiamo visto negli articoli sul wargame.
La metafora del gioco di guerra si può estendere al mondo e ai suoi complessi rapporti. La borghesia studia come disinnescare le manifestazioni, convogliandole verso obiettivi secondari che risultino utili a sfogare la rabbia sociale, oppure, come in Francia, dove la situazione generale porta a adoperare tattiche specifiche, utilizzando gruppi di poliziotti per spezzare i cortei e le loro dinamiche, e trattando i manifestanti come fossero tori in un recinto. Ovviamente, ciò è dovuto alla preparazione precedente, all'elaborazione di modelli che riguardano i comportamenti collettivi in piazza. La situazione impone di affrontare le manifestazioni come se queste fossero sistemi complessi e al margine del caos ("Wargame. Parte seconda"). In questo senso, risultano fondamentali il lavoro dell'intelligence, lo studio delle strutture sociali emergenti e una risposta adeguata dello Stato. Possono essere accettati richieste di maggiore democrazia, appelli alla giustizia sociale, la riforma, ma non può essere tollerata l'antiforma, che emerge senza rivendicare nulla e lotta per una nuova forma sociale.
Nel testo Auto-organizzazioni. Il mistero dell'emergenza dal basso nei sistemi fisici, biologici e sociali (De Toni, Comello e Ioan), che abbiamo citato nell'articolo "Rivoluzione anti-entropica", è riportato uno schema che si aggiunge a quelli della nostra corrente sul rovesciamento della prassi. Lo schema della sinergetica, la scienza dei sistemi composti di molti sottosistemi che interagiscono, è di tipo bottom-up e top down: dal basso vengono generati ordinatori che retroagiscono dall'alto formando una circolarità che dà struttura al sistema. Nel saggio, si consiglia a imprese, stati, eserciti e mondo della ricerca di sganciarsi da una concezione dominante di tipo lineare, piramidale e gerarchica, per abbracciare un paradigma basato su reti e complessità, ciò che è proprio dei sistemi viventi.
La vita nasce dalla non vita, la natura evolve e si sviluppa attraverso la lotta con sé stessa e tramite questa produce nuova informazione. Oggi è riduttivo parlare di capitolazioni della borghesia di fronte al marxismo, dato che è la società nel suo insieme a capitolare. Negli articoli "Il cervello sociale" e "Manifestazioni del cervello sociale" abbiamo detto che non è il singolo neurone a pensare, ma l'insieme dei neuroni che interagisce in doppia direzione con l'ambiente. La società si è sviluppata come un immenso cervello sociale. Non ci aspettiamo affatto che la borghesia utilizzi la conoscenza raggiunta in modo coerente con lo sviluppo sociale. Attualmente il cervello sociale ha reazioni spesso caotiche, anche autodistruttive, ma le sue potenzialità sono ben visibili.
Le recenti rivolte, dal Sud America all'Asia, mostrano un aumento delle connessioni su scala globale. All'interno di questo grande marasma sociale si determinano nuovi schemi. Tutta la complessità del mondo è riducibile al funzionamento del linguaggio informatico, fatto di 0 e 1. In un paese, lo scandalo di corruzione porta migliaia di persone ad incendiare i palazzi del potere; in un altro, la mancanza di ospedali scatena sommosse. Durante lo sciopero generale in Italia del 22 settembre in solidarietà alla missione della Global Sumud Flotilla, masse di persone sono scese in piazza sulla spinta di sollecitazioni ambientali che hanno a che fare con quella che abbiamo chiamato "vita senza senso".
Nei processi di autorganizzazione sociale esiste un orientamento generale. Il termine "teleologia" (da télos = scopo) ad alcuni nostri lettori non piace, perché introdurrebbe nella scienza sociale un finalismo mistico. Ma il suo significato non ha niente di metafisico: il predatore che va a caccia adotta un comportamento teleologico, nel senso che il suo obiettivo è di avere lo stomaco pieno e tutto il suo agire è volto a quello scopo. La specie umana produce dinamiche sicuramente più complesse, ma nel capitalismo, che per Marx è ancora preistoria, è possibile intravedere saggi di società futura. Il comunismo è da intendersi come la sintonia della specie con sé stessa e l'ambiente che la circonda.
Nel saggio Le mangiatrici di luce (Zoë Schlanger), analizzando le radici delle piante, vi è una descrizione che ha attinenza con quello che la Sinistra in ambito sociale ha chiamato "centralismo organico":
"Quando una o più radici trovano una fonte di nutrienti nel terreno, nel giro di ore o giorni nello stesso punto ne arriveranno altre. Una volta che quella fonte si è esaurita, la pianta dismette le radici che vi hanno attinto e ne sviluppa di nuove all'emergere di nuovi bisogni. La capacità delle radici di comportarsi come uno sciame – ciascuna autonoma e al tempo stesso coordinata con tutte le altre – ha indotto alcuni scienziati a paragonare l'apparato radicale a una colonia animale, come le colonie di formiche, gli alveari o i banchi di pesci, tutti esempi di reti autorganizzate di individui. [...] Ogni apice radicale funziona sia come organo di raccolta sia come sensore, poiché integra le informazioni che raccoglie nell'apparato radicale nel suo insieme, cosicché la struttura reticolare sotterranea della pianta a poco a poco cambia forma, come uno stormo di uccelli o un banco di pesci in movimento."
I comportamenti collettivi sono determinati dagli input che arrivano dalla società e su di essa retroagiscono. La guerra, la precarietà, la paura del futuro spingono le "molecole sociali" in piazza. Secondo la corrente cui facciamo riferimento, la Sinistra Comunista "italiana", il comportamento collettivo verso uno scopo è spiegabile attraverso lo schema di rovesciamento della prassi. Nel testo "Teoria ed azione nella dottrina marxista" (1951), è detto chiaramente che, quando la società si polarizza, si formano strutture intermedie tra la classe e l'attrattore posto nel futuro, il partito:
"Il rapporto dialettico sta nel fatto che in tanto il partito rivoluzionario è un fattore cosciente e volontario degli eventi, in quanto è anche un risultato di essi e del conflitto che essi contengono fra antiche forme di produzione e nuove forze produttive. Tale funzione teorica ed attiva del partito cadrebbe però se si troncassero i suoi legami materiali con l'apporto dell'ambiente sociale, della primordiale, materiale e fisica lotta di classe."

