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  • Resoconto teleriunione  7 gennaio 2025

Alla ricerca di una exit strategy

La teleriunione di martedì sera è iniziata riprendendo la doppia direzione "Il lavoro da svolgere oggi", pubblicata sulla rivista n. 56.

Nella corrispondenza abbiamo citato le "Considerazioni sull'organica attività del partito quando la situazione generale è storicamente sfavorevole" (1965), in particolare il passaggio in cui si afferma che i comunisti rivendicano "tutte le forme di attività proprie dei momenti favorevoli nella misura in cui i rapporti reali di forze lo consentono." Oggigiorno è prioritario difendere il patrimonio teorico lasciatoci in eredità dalla Sinistra, ma non si tratta di un'opera puramente conservativa, bensì della continuazione dell'elaborazione sul filo del tempo, così come abbiamo fatto con i Punti di Forlì del 1952. Nel nostro "Codice redazionale" sono elencati i temi che ci siamo proposti di sviluppare: il capitale senza capitalisti e viceversa, i saggi di organizzazione futura comunista, le capitolazioni borghesi di fronte alla teoria rivoluzionaria, la democrazia fascista, ecc.

La rivista è nata sul presupposto del rifiuto del frusto linguaggio del "comunismo borghese" (luogocomunismo): essa non si rivolge solamente a chi è in collegamento con il lavoro, ma all'universo intero. Il nostro referente è, dunque, il "lettore universale", di conseguenza serve un linguaggio il più chiaro e scientifico possibile.

Di solito chi si avvicina a n+1 è attratto dal modo con cui trattiamo la moderna transizione di fase tra capitalismo in coma e società futura. Non conosciamo con precisione le caratteristiche che assumerà un futuro movimento antiformista, ma sappiamo che non assomiglierà alla Terza Internazionale. L'avvento della Rete ha cambiato tutto: volgendo lo sguardo al passato invece che al futuro, non si fa un buon servizio alla rivoluzione. Addirittura Alessandro Baricco, intellettuale piccolo-borghese, in saggi come I barbari e The Game intuisce che è in corso una vera e propria mutazione, che ci conduce dalla pesantezza del '900 alla leggerezza del mondo delle reti. I flussi di informazione sono sempre più veloci, e la comunicazione è istantanea. Se dovessimo pensare ad un qualcosa che si muove al passo con i cambiamenti in corso, la mente andrebbe alla modalità organizzativa di Occupy Wall Street. L'intellettuale profondo, caro all'accademia, è scalzato da una struttura "comunista" come Wikipedia, in cui il lavorio gratuito di una massa di utenti anonimi rende possibile lo sviluppo della enciclopedia on line.

A proposito di accelerazioni storiche, la compagnia Blue Origin, di proprietà di Jeff Bezos, invierà a breve un razzo orbitale nello spazio, entrando in concorrenza con SpaceX di Elon Musk. The Economist ("Can Jeff Bezos match Elon Musk in space?") ci informa che Blue Origin spera di recuperare il primo stadio del razzo facendolo atterrare su una nave drone nell'Oceano Atlantico. Riuscirci durante un volo inaugurale sarebbe un fatto senza precedenti: SpaceX è arrivata a questo risultato solo dopo diversi tentativi. A differenza di Musk, che vorrebbe conquistare Marte, Bezos punta a costruire gigantesche città spaziali (come nel film Interstellar), partendo dagli studi di Gerard O'Neill, fisico statunitense che immaginava la creazione nello spazio di habitat simili alla Terra.

Nell'editoriale dell'ultimo numero di Limes (12/2024) intitolato "Ci incontreremo ancora", ci sono dei curiosi riferimenti ai cosmisti russi. Ultimamente sono usciti alcuni saggi che operano un parallelo tra questa corrente ed i capitalisti hi tech, vedi Mondi lontanissimi. Storia critica della vita nello spazio, dai cosmisti russi a Elon Musk di Scharmen Fred. C'è anche chi trova delle somiglianze tra il pensiero del battilocchio Musk ed i tecnocratici, è il caso di Fabio Chiusi, autore de L'uomo che vuole risolvere il futuro. Critica ideologica di Elon Musk.

La Sinistra ha scritto molto sulla cosiddetta questione spaziale ("Scienza e rivoluzione"), testi da rileggere alla luce della riedizione della sbornia di ballistica celeste ad opera dei giga-capitalisti americani. Lo spazio rappresenta l'ultima frontiera di un Capitale alla ricerca di una via di fuga, non avendo più nulla da conquistare sulla Terra.

Secondo le ultime notizie di stampa, l'Italia sarebbe in trattativa con SpaceX per un accordo da 1,5 miliardi di euro riguardo lo sviluppo di sistemi di comunicazione sicuri. Gli stati appaltano ai privati servizi che una volta erano di loro competenza, ma che ora non riescono più a gestire ("L'outsourcing globale"). Musk ha lanciato quasi 7mila satelliti in orbita intorno alla Terra e prevede di inviarne altre migliaia in futuro. Trump vuole che l'America ritorni grande, Musk invece utilizza gli USA e lo stesso governo Trump per un progetto di respiro universale, che contempla la salvezza della specie umana per mezzo della colonizzazione di altri pianeti. Gli analisti borghesi più lucidi mettono in luce l'esistenza di un potenziale scontro tra il MAGA di Trump (una America industriale che non tornerà più) e il mondo tech che mira a sconvolgere i vecchi rapporti sociali. Secondo i lungotermisti, per affrontare il "rischio esistenziale" che minaccia l'umanità (per esempio quello rappresentato dall'AGI, l'intelligenza artificiale generale), è d'obbligo battere nuove strade, potenziando il nostro cervello tramite chip che permettano la comunicazione diretta uomo-macchina.

Nel frattempo, però, le strutture che dovrebbero essere un'ancora di salvezza per la specie, come Starlink di Musk o Palantir di Peter Thiel, vengono usate per fare soldi e per fare la guerra. Questi due aspetti si alimentano a vicenda, come già aveva notato il presidente Dwight D. Eisenhower nel suo discorso di fine mandato (17 gennaio 1961) riguardo al pericolo rappresentato dalla rete di interessi tra politica, industria ed esercito: "Nei consigli di governo dobbiamo guardarci dall'acquisizione di influenze che non diano garanzie, sia palesi che occulte, esercitate dal complesso militare-industriale. Il potenziale per l'ascesa disastrosa di poteri che scavalcano la loro sede e le loro prerogative esiste ora e persisterà in futuro."

Prendiamo Amazon: a prima vista si potrebbe pensare che la maggior parte dei profitti derivi dalle spedizioni dei pacchi, mentre in realtà essi sono dovuti principalmente alla fornitura di servizi di cloud tramite Amazon Web Service che, oltre a gestire l'enorme ecosistema logistico dell'azienda, mette a disposizione le proprie piattaforme a stati, università, banche, grandi aziende ed eserciti (Futuro presente. Il dominio globale del mondo secondo Amazon, Into the Black Box).

"Proprietà e Capitale" è un testo fondamentale, scritto dalla Sinistra tra la fine degli anni '40 e l'inizio dei '50. Ancora oggi è ricco di spunti per comprendere l'attuale modo di produzione, a cominciare dalla descrizione di un capitalismo nel quale operano capitalisti senza capitale e capitale senza capitalisti. Rispetto a quell'epoca la situazione si è molto semplificata: oggi sono gli stessi borghesi che, spinti dai risultati della scienza e della tecnica, riconoscono l'affermarsi di rapporti che non hanno più nulla a che fare con il capitalismo. La struttura produttiva è uscita dalle mure aziendali e la logistica rappresenta un prolungamento sul territorio della catena di montaggio. Aziende come quelle di Musk o di Bezos sono veri e propri ecosistemi che stanno acquisendo un peso politico sempre maggiore, tanto da dettare le loro regole agli Stati. I capitalisti della Silicon Valley ricoprono ruoli chiave nell'amministrazione Trump. The Economist ("Tech is coming to Washington. Prepare for a clash of cultures") osserva che, un tempo, la porta girevole tra Wall Street e il Tesoro girava così velocemente che Goldman Sachs veniva soprannominata "Government Sachs"; adesso Trump ha aperto le porte del governo a una nuova "lobby": quella dei magnati della tecnologia.

Il capitalismo è un modo di produzione altamente contradditorio: Musk produce le automobili Tesla a Shanghai, dove ha una sua gigafactory, mentre Trump vuole alzare i dazi alle merci cinesi. Sarà da vedere come evolverà la relazione finanziaria tra creditore/debitore, anche se il legame economico tra Cina e USA appare oggi inferiore rispetto a qualche anno fa.

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