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In morte di Bruno Maffi

[…] Devo dire che ho trovato un po' riduttivo il necrologio in memoria di Bruno Maffi. Avete ricordato in una quindicina di righe la sua lunga vita al servizio della rivoluzione e vi siete concentrati troppo sull'infausta storia dell'éclatement del partito. Certo, fu un terribile punto cruciale e precisate che non fu responsabilità solo sua, ma vi è ben altro nella vita di Bruno: il lavoro enorme per il partito, la redazione del giornale, la traduzione dei testi fondamentali di Marx, la rinuncia ad ogni vantaggio personale e le notevoli qualità individuali. Le qualità umane in un rivoluzionario non sono un sovrappiù, ma costituiscano un aspetto importante della sua stessa azione. Bruno di tali qualità ne aveva tante e le diffuse. Penso sarebbe stato utile sottolineare maggiormente questi aspetti perché io credo che tutti noi a Bruno sicuramente molto dobbiamo.

 

È tutto vero, ma era inevitabile che noi parlassimo di Bruno in relazione alla nascita/continuazione del lavoro di "n+1". Abbiamo ben specificato che aprivamo una finestra limitata rispetto all'arco intero della sua attività e che c'è stato da imparare dal suo tenace combattere. Rifiutiamo di attribuirgli la "colpa" dell'éclatement, ma egli non fu certo neutrale nell'attività distruttiva. La scomparsa del partito fu, come dici, "un terribile punto cruciale", e questo ci interessava mettere in evidenza.

(Doppia direzione pubblicata sulla rivista n° 13 - dicembre 2003.)

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