- Nota a margine sulla teoria comunista della conoscenza
Quando la rivoluzione cova sotto la cenere e non si vedono classi in lotta per il potere, nemmeno all'orizzonte, conviene adoperare il tempo che scorre per trarre bilanci dal passato e programmi per il futuro. Il tutto alla luce di una dottrina come presupposto di continuità e di corretto approfondimento.
"Piacque alla borghesia industriale dichiarare possibile sicuramente la scienza delle forze naturali al di fuori di normative sociali o religiose, e spezzò senza riguardi gli ostacoli. Non le piacque poi che con le stesse armi dubbio, contestazioni di autorità, critica, induzione, si arrivasse a pretendere di vedere chiaro, oltre che nello 'scheletro' della natura materiale, anche in quello della società umana e della storia. Oggi pure di rinviare questa resa dei conti il capitalismo dominante si rimangia la sua orgogliosa pretesa di conoscere le ossature e i dinamismi del mondo fisico" (Amadeo Bordiga).
Quando non dovette più lottare contro l'Ancien Régime, la borghesia passò da un atteggiamento scientifico realista in economia (Adam Smith, David Ricardo) a una giustificazione ideologica dell'economia (economia volgare). Lo stesso passaggio vale per ogni altra categoria interpretativa del reale (materialismo classico-materialismo volgare, ecc). Come è stato possibile conciliare tali opposti? Soprattutto sapendo che la rivoluzione borghese aveva già superato, con gli enciclopedisti, l'opposizione scienza-arte-filosofia? Un celebre fisico contemporaneo, Richard Feynman ha scritto che compito della scienza è indagare sul come funzionano le leggi di natura. Sul perché funzionano è materia per la filosofia. Questa scissione è stata originata dalla costruzione di modelli matematici complessi escogitati e adottati per conoscere una realtà non intuitiva, costituiti in base alla loro coerenza logica, alla loro corrispondenza con i dati empirici e all'eleganza della sua costruzione. "La realtà è l'informazione che abbiamo su di essa", dice oggi un altro noto fisico quantistico, Carlo Rovelli. C'è qualcosa che non funziona: noi stiamo chiedendo alla natura di darci più informazione di quella che già ci offre. Che però è tutta quella che riusciamo a interpretare, perché siamo nella natura.
In questa situazione l'osservatore non riesce a focalizzare l'entità osservata (il gatto di Schrödinger, né vivo né morto), per cui l'interpretazione viene accettata purché rientri nel quadro formale costituito da assiomi e teoremi relativi. Così mentre le forze produttive continuano a svilupparsi, la scienza rimane in contrasto con la conoscenza in generale. Non è un caso che attualmente abbiamo a che fare con due interpretazioni del mondo: una che ne spiega l'andamento macroscopico e l'altra che illustra il funzionamento di quello microscopico; e che la stessa fisica quantistica faccia ricorso a più interpretazioni degli stessi fatti fisici in contrasto irriducibile fra di loro. La filosofia e l'arte hanno rinunciato da tempo al loro legame con il resto della realtà sociale ma la scienza, in quanto motore delle forze produttive nel capitalismo, non ha potuto farlo.
Nello stesso modo in cui il capitale fittizio viene presentato come ricchezza reale che sostituisce il capitale produttivo, la formalizzazione estrema, che è una valida risorsa epistemologica per conoscere la realtà, (ad esempio la teoria delle stringhe) pretende di avere una specie di autonomia nei confronti della realtà stessa, conferendo alla conoscenza borghese lo statuto di realtà anche quando questa conoscenza lo ha irrimediabilmente perduto. Il sapere si afferma così apertamente come un feticcio.
- Prospettiva di lavoro
L'intera mattinata di domenica sarà dedicata alle domande e risposte eventualmente maturate in margine alla riunione.
L'incontro redazionale potrà essere seguito attraverso Skype. Per collegarsi inviare una mail all'indirizzo . L'inizio delle relazioni è previsto per le ore 9.00 di sabato 10 dicembre.