Sulle forme di transizione dal comunismo primitivo alle civiltà

Ebla, le cui origini risalgono al III millennio a.C. è conosciuta soprattutto come ricchissima città "commerciale", retta da una monarchia, oculatamente amministrata e capitale di un vasto regno di circa 250.000 abitanti. Ma se guardiamo alla struttura economica scopriamo che il cosiddetto re poteva essere considerato primo fra pari in un gruppo responsabile dell'intera economia basata sulla produzione e distribuzione dei beni, in parte scambiati con altri regni. Il re era tale non per diritto dinastico ma perché scelto a tempo determinato entro tale gruppo; era senza potere nel senso che diamo noi al termine, dato che il suo compito…
Dice Marx: "Lo scambio di prodotti ha inizio nei punti in cui diverse famiglie, tribù, comunità, vengono in contatto, perché, ai primi albori della civiltà, non persone private, ma famiglie, tribù ecc. si affrontano come entità indipendenti. Comunità diverse trovano nel loro ambiente naturale mezzi di produzione e mezzi di sussistenza diversi. Diversi sono quindi i loro modi di vivere e produrre, diversi i loro prodotti. È questa diversità naturale che, nel contatto fra le comunità, genera lo scambio dei rispettivi prodotti, perciò la graduale trasformazione di tali prodotti in merci". Eppure per tutta l’antichità questa diversità naturale non ha…
… Questi accenni dall'apparenza così ovvia ci servono per sottolineare che nell'antichità, come oggi, si sovrappongono "culture" a volte così distanti da essere del tutto incompatibili. Per questo diciamo che dev'essere possibile tracciare una mappa sommaria di queste sovrapposizioni e trarre indicazioni, prove, di tracce di vita comunistica sopravvissuta in ambiente urbano e sviluppato. L'invasione ariana della Valle dell'Indo provocò la fine di quella civiltà a causa della "liberazione" delle acque dall'imbrigliamento di dighe e canali nello scontro fra i nomadi dei Veda e le popolazioni agrarie urbanizzate. L'interessante è che entrambe le "culture" portavano ancora con sé i segni…
Cari compagni, ho ripreso il lavoro sulla fine delle forme comunistiche tribali primitive. Ciò che balza all’occhio è che il comunismo primitivo, sottraendosi alla rivoluzione che spinge verso forme sociali di produzione superiori, può porre rimedio alle contraddizioni ingenerate dallo sviluppo delle forze produttive solo lavorando per quella stessa rivoluzione che cerca di eludere. L’auto-soppressione è un tratto caratteristico di tutte le forme sociali reazionarie. Il feudalesimo, a partire dall’apparizione del capitale industriale sulla scena storica (XV secolo), sviluppa gli stati nazionali che rappresentano la base di quell’industria e di quel mercato interno essenziali alla nascita del capitalismo.
Cari tutti, Ho cominciato a leggermi la corrispondenza riordinata per argomento. Punto primo: l’inadeguatezza degli schemi di Marx ed Engels (per deficienza di dati, di informazione) da una parte, e quella degli schemi degli studiosi moderni (per deficienza di capacità di svincolarsi dalle categorie dell’attuale forma sociale di produzione) dall’altra. Il lavoro che abbiamo cominciato si è quindi dimostrato ben più difficile di quanto si potesse credere all’inizio. I pochi spunti marx-engelsiani sul tema andavano integrati con la gran massa di dati che nel corso di più di un secolo sono emersi, e che continuano ad emergere, come dimostra la…
Oggi si ritiene che l'evoluzione umana sia iniziata da almeno due milioni di anni, ma che solo negli ultimi diecimila anni la produzione di cibo abbia rappresentato il principale mezzo di sostentamento per gli uomini. Precedentemente le popolazioni umane soddisfacevano le proprie esigenze alimentari con la caccia e la raccolta, cioe sfruttando le piante e gli animali che trovavano a portata di mano a seconda della stagione. (Ammerman Cavalli-Sforza La Transizione Neolitica e la Genetica di Popolazioni in Europa Boringhieri p. 13) ... Avanzando pero cosi lontano sulla strada del progresso, la quantita di lavoro che devono svolgere per mantenersi…
"In tutte le forme di società vi è una determinata produzione ed i suoi rapporti, che assegnano rango ed influenza a tutte le altre [produzioni] ed a tutti gli altri rapporti. Si tratta di una generale lucentezza, che investe tutti gli altri colori e da cui essi vengono modificati nella loro particolarità. Si tratta di un etere particolare, che determina il peso specifico di ogni esistenza, che in esso assume rilievo". (Karl Marx, Introduzione del 1857) L’articolo pubblicato nell’ultimo numero della rivista sulla città peruviana di Caral, risalente al III millennio a.c., pone sul terreno una serie di questioni che…
Cari compagni, nell’articolo su Caral si diceva che qui "il ‘potere’ era rappresentato non tanto da una classe quanto dall'autorità del piano centrale di produzione, i cui strumenti usufruivano semplicemente di un luogo specifico per svolgere la loro attività, come nei templi egizi coevi". Questo implicherebbe un’assenza dello Stato inteso come strumento del dominio di una classe sull’altra. Ma questo ci impedisce di parlare di Stato in ogni contesto comunistico? Engels, nell’Antidühring, afferma che ad un certo momento della storia la società si divide in classi, "e lo Stato, al quale raggruppamenti naturali di comunità dello stesso ceppo erano giunti…
Nel corso del nostro lavoro abbiamo caratterizzato la città come forma di vita sociale organica che supera la limitata scala del villaggio. Organica nel senso che esistono dei lavori che sono destinati non al singolo membro della comunità ma alla comunità intera. Per questo aspetto la città non si differenzia affatto dal villaggio, come non vi differiscono molte altre forme di vita sociale (comunità o sette religiose, corporazioni,…). Quindi una forma di vita sociale organica presuppone che la comunità devolva una parte delle sue energie ai suoi stessi bisogni. Viene dunque spontaneo chiedersi quali siano i bisogni della comunità, e…
Ora ho capito bene cosa intendete per passaggio dal comunismo primitivo a forme urbane con sue tracce. Si tratta di un passaggio che, come si evince anche dal vostro elenco di esempi esplicativi, ha riguardato un po' tutte le regioni dell'orbe terracqueo, e che dunque e tipico della fine del comunismo primitivo. Questa fine, in poche parole, puo portare solo alla forma sociale urbana, benche in maniera sensibilmente diversa. Nella mia ultima lettera mi limitavo al "caso mediterraneo", ove il passaggio all'urbanesimo si e compiuto in modo differente, ovviamente, che non in Peru o nella valle dell'Indo. Ma il risultato…
Cari compagni, nella mia ultima lettera citavo il passo di Engels in cui egli afferma che lo Stato nasce in un primo momento per assicurare alcuni bisogni collettivi. Ora noi abbiamo visto come le comunità primitive si auto-organizzino dando come risultato società estremamente complesse ma in cui non si può parlare ancora di vere e proprie classi, ma solo di semplici stratificazioni sociali. È chiaro che in fin dei conti la questione se si possa parlare in queste società di uno Stato si riduce a questione terminologica. Ma il fatto stesso che il medesimo termine possa essere adottato sia per…
Cari compagni, prima di tutto la Cina. Il libro che sto leggendo (un po’ lentamente, a dire il vero, non perché non sia interessante, ma perché sono un po’ impegnato) si intitola Le zone economiche chiave nella storia della Cina, di Chi Ch’ao-Ting, edito da Einaudi nel 1972. È una storia dei lavori pubblici per il controllo delle acque. Molto interessanti sono però soprattutto i brevi riassunti di un certo periodo della storia cinese che si trovano a mo’ d’introduzione al capitolo che tratta dei lavori pubblici di quel periodo, che non sono di Ch’ao-Ting ma della curatore David Mamo.

Rivista n°54, dicembre 2023

copertina n° 54

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco dell'immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

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Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

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