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Rivista n. 54, dicembre 2023

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

Appuntamenti

16/17

Mar

93° incontro redazionale
Temi: Corpo biologico e corpo sociale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Sui recenti colpi di Stato in Africa >>>

16/17

Dic

92° incontro redazionale
Temi: Determinismo e cibernetica - Conflitto israelo-palestinese - Controrivoluzione in Germania, parte II >>>

23/24

Set

91° incontro redazionale
Temi: Rovesciamento della prassi e concezione unitaria dell'universo - Le cause e le forme del tracollo >>>

17/18

Giu

90° incontro redazionale
Temi: Sulla spontaneità operaia oggi - Verso un mondo senza lavoro e senza Stato - Prospettiva di lavoro >>>

L'incontro si terrà con il seguente programma (la sequenza delle relazioni potrà variare):

- Corpo biologico e corpo sociale

Come abbiamo più volte osservato, Leroi-Gourhan, uno tra i pochi scienziati borghesi che hanno adottato, consapevoli o meno, i criteri marxisti per l'analisi dell'evoluzione umana in generale (cfr. il suo testo Il gesto e la parola), ha affrontato l'argomento sviluppando la contraddizione tra evoluzione biologica ed evoluzione tecnica dell'uomo. In continuità con Engels ha dapprima analizzato la produzione materiale come risultato del lavoro umano per giungere a concludere che il lavoro stesso, il linguaggio e la modifica dell'ambiente sono stati elementi fondamentali per l'evoluzione della nostra specie. Non estranea a questo corso la necessità di difendersi da altre specie, più attrezzate di noi per la sopravvivenza.

Dal primo chopper ai moderni sistemi che auto apprendono, la nostra evoluzione extracorporea è stata infinitamente più veloce di quella biologica, è quella dell'uomo-industria (Marx, Manoscritti). La formazione di questo "organismo", che possiamo chiamare Gemeinwesen, general intellect, global brain, cervello sociale, mente estesa o cyborg, corrisponde alla morte dell'Homo sapiens. L'umanità sta vivendo una contraddizione insanabile: è in grado di progettare la propria attrezzatura tecnica ma è nello stesso tempo completamente inadatta al nuovo ambiente tecnologico-industriale che la circonda e che essa stessa ha costruito. Essa è tuttavia oggettivamente pronta per un salto mutante le cui leggi possiamo scovare nella storia della formazione di questo bipede (attualmente poco) pensante.

La teleriunione di martedì sera, presenti 16 compagni, è iniziata commentando un articolo di Maurizio Novelli, "Perché il sistema capitalistico è praticamente morto", pubblicato sul quotidiano economico Milano Finanza. Si tratta di un'analisi di ormai quattro anni fa, ma i problemi che l'autore solleva sono ancora presenti, anche se nascosti accuratamente sotto il tappeto.

Nel pezzo si parla della necessità capitalistica di fare sempre più debito per sostenere l'economia (il debito ha superato il 330% del PIL globale), del problema della valorizzazione del capitale, e in generale del dominio del capitale azionario su quello industriale:

"Il sistema capitalistico, degenerato a causa di questo modo di operare, è praticamente morto e la finanza, così come funziona oggi, lo ha ucciso. Gli Stati Uniti, dal 2001 in poi, hanno messo l'economia reale a sostegno della finanza, ribaltando la funzione che la finanza era a sostegno dell'economia reale. Oggi il settore finanziario 'fa leva' 4/5 volte sull'economia reale per ottenere rendimenti che l'economia reale non riesce più a produrre, così come le banche nel 2008 facevano leva 40 volte sul capitale per ottenere rendimenti che l'attività caratteristica non poteva dare."

La finanziarizzazione del capitale, riflesso della sua autonomizzazione, è la parte conclusiva della parabola storica del plusvalore. Il fenomeno è descritto nel nostro articolo "L'autonomizzazione del capitale e le sue conseguenze pratiche", che si basa sul Frammento del testo originario di "Per la critica dell'economia politica" del 1858. Oggi tale processo è ben visibile, basti pensare alla recente impennata del Bitcoin che vale più di Visa e MasterCard messe insieme. I crolli di borsa, le crisi finanziarie del 1987, del 1997, delle Dot-com e del 2008 testimoniano la difficoltà del sistema a riprodursi in quanto tale. La finanziarizzazione dell'economia non è altro che una risposta alla crisi di valorizzazione, dovuta all'aumentata produttività del lavoro. Non c'è mai pletora di capitali senza pletora di merci: per questo motivo "rilanciare la produzione" o "ritornare all'economia reale" sono slogan privi di senso.

Sabato, 02 Marzo 2024

Grandi accelerazioni

La teleriunione di martedì sera, presenti 16 compagni, è iniziata con alcune cosiderazioni riguardo l'evoluzione del conflitto in Ucraina.

Dopo due anni di guerra, la Russia ha occupato circa il 20% del territorio ucraino (l'area più industrializzata e ricca di materie prime), e sarà molto difficile per gli Ucraini riprendersi tale parte. Secondo il Wall Street Journal, attualmente il rapporto tra la quantità di proiettili sparati dai Russi e quella sparata dagli Ucraini è di circa 10 a 2. L'esercito russo difende le proprie postazioni e preme sul fronte cercando i punti deboli del nemico, che dopo la disfatta di Avdiïvka sta tentando di costruire una nuova linea difensiva. In un futuro negoziato, Mosca non cederà sui territori occupati poichè essi rappresentano una testa di ponte contro la penetrazione della NATO verso Est. Dal punto di vista economico, l'Ucraina è un Paese distrutto e sarebbe al collasso se non fosse per gli aiuti finanziari e militari di Europa e Stati Uniti.

Come abbiamo detto in più occasioni, la guerra in Ucraina va inquadrata nel contesto dei grandi cambiamenti geopolitici mondiali. L'apertura di nuovi scenari di crisi (Medioriente, Mar Rosso, ecc.) è un problema per gli Stati Uniti, sbirro globale, che non possono essere presenti ovunque scoppi un conflitto, anche perché al loro interno affrontano gravi problemi di tenuta sociale. In prospettiva, si aggiunge la questione dell'Indo-Pacifico che vede la Cina come un concorrente sempre più temibile.

Materiale ricevuto

Lavori in corso

Doppia direzione

  • Un volantino contestato
    […] In una parola, io non vi trovo la prospettiva rivoluzionaria marxista. Trovo particolarmente stupefacente che la parola stessa di…
  • La rivolta delle banlieues era proletaria?
    C’è stato un dibattito a distanza tra i gruppi di sinistra, non necessariamente legati alla vostra tradizione, che ricorda per…

Rivista n°54, dicembre 2023

copertina n° 54

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Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

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