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  • Resoconto teleriunione  15 ottobre 2024

Cresce la tensione ovunque

La teleriunione di martedì sera è iniziata commentando la situazione di guerra in Medioriente.

Recentemente, le forze di difesa israeliane hanno preso di mira le basi UNIFIL presenti nel sud del Libano, lungo la "linea blu", con il chiaro intento di farle evacuare. Nell'attacco sono state distrutte le telecamere e le torrette di osservazione, e ci sono stati alcuni feriti tra i caschi blu. I ministri degli Esteri di Francia, Germania, Italia e Regno Unito hanno manifestato il loro disappunto, mentre Israele ha dichiarato di aver precedentemente invitato il comando UNIFIL a ritirarsi. Le truppe dell'ONU sono presenti in Libano dagli inizi degli anni '80 in quanto "forza militare di interposizione", ma evidentemente il tempo della mediazione è finito per lasciare spazio a quello della guerra aperta.

Hezbollah è riuscito a penetrare in profondità nel territorio israeliano attaccando, con alcuni droni, un campo di addestramento della Brigata Golani, poco fuori la città di Haifa. I sistemi di difesa nemici non sono riusciti ad intercettare i velivoli e pare che uno di questi abbia colpito una mensa, uccidendo quattro soldati israeliani e provocando diversi feriti. Nonostante la decapitazione delle leadership di Hamas e di Hezbollah, le ramificazioni dei miliziani sono tutt'altro che smantellate. Alcuni analisti fanno notare che, al di là delle figure di spicco, l'organizzazione islamista ha una struttura a rete. Dato che i leader vengono periodicamente uccisi, Hamas si è posta il problema di rigenerare continuamente i propri quadri. La struttura è difficilmente eliminabile anche perché svolge una funziona di welfare state ed è radicata nella popolazione. Hezbollah, in Libano, è un partito politico che siede in Parlamento, esprime sindaci e ministri, e con la sua rete di assistenza dà sostegno ad un'ampia fetta di popolazione sciita. In entrambi i casi si tratta di strutture che riescono ad auto-rigenerarsi anche dopo aver subito duri colpi.

In seguito all'attentato dell'11 settembre alle Torri Gemelle si è cominciato a parlare di guerra asimmetrica, poichè due aerei civili di linea furono utilizzati per colpire il cuore degli Stati Uniti. Lo scorso 7 ottobre, Hamas è riuscita a spingersi all'interno del territorio israeliano con mezzi di uso comune quali pick-up e motociclette, facendo una forte compellence a Tel Aviv. A ben vedere, non è corretto parlare di asimmetria dato che, quando vi è guerra, vuol dire che si è stabilita una qualche forma di simmetria. In caso di conflitto ogni attore tende ad adattarsi alle mosse del nemico: se le comunicazioni digitali sono intercettate allora si passa a comunicazioni analogiche. Le regole del wargame sono di tipo cibernetico (se/allora).

Le notizie che arrivano dal fronte libanese sono frammentarie perché vige la censura di guerra. In un'intervista trasmessa su La7, Lucio Caracciolo evidenzia che l'avanzata israeliana in Libano non sta andando bene, che diminuisce il sostegno internazionale a Tel Aviv e, soprattutto, che cresce il rischio di una guerra civile all'interno di Israele. Il caos diventa endemico, e non solo in Medioriente. In Africa il Sudan è in piena guerra civile, un conflitto che rischia di estendersi anche ai paesi vicini. L'Ucraina è prossima al collasso e crescono le diserzioni. Tra le due Coree aumenta la tensione. La Cina ha lanciato un'imponente esercitazione militare intorno a Taiwan.

Siamo in una transizione di fase: sono in corso le prove generali di una guerra mondiale. Nonostante i conflitti, il marasma sociale e gli stati che si dissolvono, non si è ancora giunti al tipo di polarizzazione che porta allo scatenarsi di uno scontro aperto tra giganti imperialisti. Anche dal punto di vista degli armamenti, l'analisi del conflitto russo-ucraino mostra da una parte l'impiego di satelliti, elettronica e droni, dall'altra di carrarmati, denti di drago e trincee, strumenti della guerra passata.

Al vertice dei BRICS di Kazan, in Russia, sarà all'ordine del giorno la partecipazione di cinque nuovi membri: Arabia Saudita, alleato di USA e Israele (vedi patto di Abramo in funzione anti-iraniana), Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran. All'interno del raggruppamento, l'India non ha rapporti pacifici con la Cina. Il presidente brasiliano Lula proporrà un aumento dell'impiego delle valute nazionali con l'obiettivo di sostituire il dollaro statunitense tra i paesi membri. Gli statunitensi devono difendere l'egemonia del dollaro, ma sono 300 milioni di individui contro i 3 miliardi di Cina e India. La definizione "Sud Globale" si riferisce alla maggior parte, ma non a tutti, i "paesi non occidentali"; il suo utilizzo serve a porre l'accento sul fatto che le economie emergenti vogliono un maggiore potere sugli affari globali. Tuttavia, non c'è un paese leader che guidi questo fantomatico fronte.

Dal caos mondiale si formeranno deterministicamente nuove strutture. Stiamo precipitando in una situazione apparentemente senza via d'uscita, ma in realtà è il sistema capitalistico ad essere arrivato al capolinea mentre una nuova forma sociale spinge per imporsi. Il libro Caos. La nascita di una nuova scienza, di James Gleick, ci spiega che non esiste creazione in natura: se si stabilisce un nuovo ordine, vuol dire che all'interno del caos ci sono degli attrattori. Siamo sicuri che il capitalismo è morto e che la società futura agisce già su quella presente ma, al tempo stesso, sappiamo che per arrivare a n+1 si potrebbero verificare situazioni catastrofiche con centinaia di milioni di morti. Per questo è urgente un "rovesciamento della prassi". Il sistema capitalistico è integrato ma anche molto fragile: se saltano alcuni anelli della catena della distribuzione mondiale (supply chain), metropoli con 15 o 20 milioni di abitanti possono rimanere prive dei beni di prima necessità. Il traffico mondiale di Internet passa per i cavi sottomarini, che possono essere sabotati con droni subacquei. La pandemia da Covid-19 ha dimostrato che il mondo è interconnesso ma che un'azione coordinata tra stati non è possibile: abbiamo toccato con mano che, per affrontare seriamente una situazione del genere, è necessario un governo unico mondiale, un organismo "che svolge la difesa della specie umana contro i pericoli della natura fisica e dei suoi processi evolutivi e probabilmente anche catastrofici" (Tesi di Napoli, 1965).

La nostra non è una concezione gradualistica della rivoluzione: il passaggio dal capitalismo alla società futura sarà di tipo catastrofico, così come descritto in Teoria e azione nella dottrina marxista (1951), dove troviamo riferimenti alla "teoria delle catastrofi", alle "cuspidi" e ai "punti singolari".

Oxfam, confederazione internazionale di organizzazioni non profit, pubblica ogni anno un rapporto sulle diseguaglianze: quello del 2024 (a proposito di capitolazioni ideologiche della borghesia di fronte al marxismo) si concentra sul fatto che il potere politico è al servizio di pochi:

"Elevate e crescenti disuguaglianze rappresentano un tratto tristemente distintivo dell'epoca in cui viviamo. Le recenti gravi crisi hanno ampliato disparità e fratture sociali, inaugurando quello che non stentiamo a definire come il 'decennio di grandi divari' con miliardi di persone costrette a vedere crescere le proprie fragilità e a sopportare il peso di epidemie, carovita, conflitti, eventi metereologici estremi sempre più frequenti e una manciata di super-ricchi che moltiplicano le proprie fortune a ritmi parossistici."

In chiusura di teleconferenza, si è accennato alle dichiarazioni di Eric Schmidt, ex amministratore delegato di Google, intervenuto al summit AI+ Energy a Washington. Durante l'incontro, Schmidt ha sollecitato un maggiore sviluppo dell'Intelligenza Artificiale, nonostante i data center (che forniscono la potenza di calcolo necessaria) richiedano sempre più energia minacciando gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio. Non deve esserci alcuna preoccupazione, ha affermato l'ex di Google, dato che in mancanza di un coordinamento globale sarà l'IA stessa a risolvere il problema dell'energia necessaria al suo sviluppo contribuendo, in aggiunta, a salvare il mondo dal cambiamento climatico. Nutriamo qualche dubbio, visto che in questo modo di produzione le macchine stanno affamando il mondo (Mai la merce sfamerà l'uomo, 1953).

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    Nella corrispondenza abbiamo citato le "Considerazioni sull'organica attività del partito quando la situazione generale è storicamente sfavorevole" (1965), in particolare il passaggio in cui si afferma che i comunisti rivendicano "tutte le forme di attività proprie dei momenti favorevoli nella misura in cui i rapporti reali di forze lo consentono." Oggigiorno è prioritario difendere il patrimonio teorico lasciatoci in eredità dalla Sinistra, ma non si tratta di un'opera puramente conservativa, bensì della continuazione dell'elaborazione sul filo del tempo, così come abbiamo fatto con i Punti di Forlì del 1952. Nel nostro "Codice redazionale" sono elencati i temi che ci siamo proposti di sviluppare: il capitale senza capitalisti e viceversa, i saggi di organizzazione futura comunista, le capitolazioni borghesi di fronte alla teoria rivoluzionaria, la democrazia fascista, ecc.

    La rivista è nata sul presupposto del rifiuto del frusto linguaggio del "comunismo borghese" (luogocomunismo): essa non si rivolge solamente a chi è in collegamento con il lavoro, ma all'universo intero. Il nostro referente è, dunque, il "lettore universale", di conseguenza serve un linguaggio il più chiaro e scientifico possibile.

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Rivista n°56, dicembre 2024

copertina n° 56

Editoriale: I limiti dell'… inviluppo / Articoli: Il gemello digitale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Donald Trump e il governo del mondo / Rassegna: Il grande malato d'Europa - Il vertice di Kazan - Difendono l'economia, preparano la guerra / Recensione: Ciò che sembrava un mezzo è diventato lo scopo / Doppia direzione: Il lavoro da svolgere oggi - Modo di produzione asiatico? - Un rinnovato interesse per la storia della Sinistra Comunista - Isolazionismo americano post-elettorale?

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Newsletter 245, 19 gennaio 2022

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Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

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