"Sono stato colpito da una vostra affermazione: in una vostra newsletter e nell'ultima riunione pubblica a Torino avete detto che l'attentato a Washington e New York rappresenta il solo tipo di guerra possibile oggi contro gli Stati Uniti. Sono d'accordo con voi sul fatto che non si tratta di un attentato alla Sante Caserio ma di un gesto che richiede preparazione, competenza, capacità esecutiva, vasta struttura operativa, organizzazione moderna ed efficiente. È certo giusto inquadrare queste "pulsioni dei rapporti materiali" nel complesso della crisi e dei rapporti intraborghesi anche per la destinazione della rendita petrolifera. Ma non riesco a capire in che modo questi attentati e la susseguente reazione "antiterroristica" rappresentino la forma unica della guerra attuale, sia pure contro un paese imperialistico ultrapotente. Chi ci impedisce di ipotizzare che, nell'acuirsi delle contraddizioni del modo di produzione dominante, non si aprano delle crepe nella coalizione superimperialistica apparentemente compatta, per ricostruire dei contrasti "classici" fra gruppi di stati in concorrenza fra loro per il dominio capitalistico?
La citazione riportata nella locandina della riunione pubblica di marzo, in merito alla relazione "Marx, la Germania e l'ideologia tedesca", ben individua il tema che sarà affrontato, e cioè il rapporto tra Germania e filosofia. Partendo dall'analisi della "Introduzione a Per la critica della filosofia del diritto di Hegel" e passando per alcuni fatti storici significativi, verranno messe in evidenza le caratteristiche peculiari del paese teutonico in relazione al dispiegarsi della dinamica rivoluzionaria nel contesto europeo e mondiale.
All'epoca dell'ondata rivoluzionaria di inizio '900, la Germania diventò il punto di riferimento per tutti i comunisti poichè era il paese europeo maggiormente industrializzato e con un proletariato combattivo, ma questo insieme di elementi non produsse il "rovesciamento della prassi" tanto sperato.
Dal consueto monitoraggio dei vari siti della galassia OWS abbiamo appreso che è stato occupato il Campidoglio dello Stato del Michigan per contestare una legge che ridurrebbe le possibilità di intervento dei sindacati e la conseguente organizzazione dei lavoratori. Le proteste sono partite qualche giorno fa e dopo diversi arresti e larepressione messa in atto dalle forze dell'ordine i lavoratori, a distanza di qualche giorno, sono tornati più numerosi sotto il palazzo del governo locale. Si riscontrano diverse somiglianze con quanto verificatosi nel Wisconsin nel 2010 e i documenti di Occupy che possiamo leggere ricordano proprio quelle lotte. Nella giornata di martedì si contano circa 15.000 partecipanti alle manifestazioni "Occupy Capitol" e nelle foto si vedono poliziotti armati fino ai denti e pronti a reprimere.
Editoriale: Reset
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Libertà
Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.
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