83° incontro redazionale, 25-26 settembre 2021

L'incontro si terrà in teleconferenza con il seguente programma (la sequenza delle relazioni potrà variare):

- Wargame 3

In una prima riunione abbiamo visto l'importanza del riduzionismo scientifico che è alla base della scienza d'oggi (immagini semplificate della realtà complessa). In una seconda riunione abbiamo affrontato lo sviluppo del riduzionismo attraverso la realizzazione di modelli sempre più sofisticati della realtà. Abbiamo sfiorato il problema di una contraddizione intrinseca: il modello è una semplificazione della realtà complessa, ma una volta perfezionato serve a simulare la realtà fino a scoprirne recessi più complessi ancora. Questa terza riunione affronta il problema della simulazione dei fatti sociali, nella fattispecie in relazione alla transizione di fase da una forma sociale all'altra. Entrando nel campo sociale, si entra nel mondo del qualitativo non misurabile, per cui ci si avvale della simulazione con il cervello elettronico come assistenza al lavoro del cervello biologico, per il momento l'unica macchina in grado di processare dati qualitativi in relazione fra loro. Come riferimento sarà utilizzato un wargame commerciale di simulazione ambientato in Russia tra il febbraio e l'ottobre del 1917.

- Il carattere feticistico della scienza

La merce ha un carattere feticistico in quanto, oltre ad avere una struttura fisica, riflette rapporti sociali, come la quantità di forza lavoro occorsa per produrla, ecc.

La borghesia rivoluzionaria tentò di eliminare il carattere religioso del feticismo, ma rafforzò quello economico. La Dea Ragione finì per benedire il Dio Denaro, anche perché il processo produttivo si impadronì della scienza, che divenne parte integrante della sovrastruttura ideologica oltre che della riproduzione allargata.

L'ideologia dominante si nutrì di una scienza leggendaria, capace di traghettare l'umanità dalla miseria all'abbondanza, ma i fatti ridussero la leggenda a un luogo comune. Crisi sempre più vicine al nocciolo del sistema smascherarono il feticcio: la merce incominciò a incamerare sempre meno lavoro umano, sempre meno valore.

Nel 2008 l'Unione Europea pubblicò uno studio sul "come rispondere al problema diffuso della mancanza di fiducia nella scienza" (circolato in Italia con il titolo Scienza e Governance). Il documento rispondeva a un reale bisogno della borghesia di continuare a fondare le proprie certezze sul "progresso" in tutti i campi, certezze che negli ultimi decenni si erano alquanto sbiadite. Soprattutto aveva bisogno di infondere nella popolazione queste certezze con attenzione particolare verso il proletariato.

Naturalmente non si trattava che in parte di un'azione diretta e cosciente, ma questa volta il messaggio era esplicito: la mancanza di fiducia nella scienza era un elemento che indeboliva tutta la sovrastruttura ideologica. In tutti questi anni, la situazione non è cambiata, il fenomeno si è rivelato durevole. Le cause e le soluzioni indicate dagli "esperti" non sono uscite e non escono dal quadro delle compatibilità borghesi: la pessima divulgazione della scienza e il disamore da parte del pubblico sarebbero colpa di chi avrebbe usato carenti metodologie di comunicazione. Corretto l'errore, si sarebbe ritornati ai fasti di un tempo.

In realtà oggi l'idea di "progresso", soprattutto tra le nuove generazioni è più facilmente abbinabile alla perdita di lavoro, alla precarietà, alla diffusione di patologie di ogni tipo, insomma, a quella che abbiamo definito "vita senza senso". Soprattutto è evidente che stiamo distruggendo i fragili equilibri del pianeta che ci ospita e ciò, aggiunto alla precarietà endemica della vita quotidiana, è avvertito come pericolo immediato, come condizione che non può essere superata attraverso la "politica" tradizionale. Così milioni di manifestanti sono scesi in piazza in questi ultimi vent'anni senza poter identificare un soggetto contro cui lottare, senza le rivendicazioni che un tempo davano un significato agli scontri fra le classi, senza poter trasformare rabbia e paura in energia demolitrice contro l'esistente.

Ovviamente non potrà essere così per sempre. Il processo in corso è irreversibile; se la borghesia avesse ancora un potere di comando sul capitale, ascolterebbe i suoi stessi scienziati che da mezzo secolo stanno abbandonando il feticcio al suo destino, come topi che abbandonano la nave che affonda. Siano essi precari che lavorano gratis nelle università e nelle aziende, oppure ricchi scrittori americani di best-seller che, ispirandosi spesso a scienziati che li hanno preceduti, hanno ribadito la condanna di un sistema considerato correttamente entropico (che precipita nel disordine). Intanto, ogni settimana, in ogni parte del mondo, quei milioni di manifestanti che riempiono le piazze e le strade, senza alcuna possibilità di venir ascoltati sono la premessa di un movimento più grande.

- Prospettiva di lavoro

L'intera mattinata di domenica sarà dedicata alle domande e risposte eventualmente maturate in margine alla riunione.

 

L'incontro redazionale potrà essere seguito attraverso Skype. Per collegarsi inviare una mail all'indirizzo mail3a. L'inizio delle relazioni è previsto per le ore 9.00 di sabato 25 settembre.

Rivista n°54, dicembre 2023

copertina n° 54

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco dell'immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

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Newsletter 245, 19 gennaio 2022

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Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

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