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  • Resoconto teleriunione  19 marzo 2024

Il modello e la realtà

La teleconferenza di martedì sera, collegati 14 compagni, è iniziata riprendendo alcuni dei temi trattati durante lo scorso incontro redazionale (16-17 marzo).

Con la relazione "Corpo biologico e corpo sociale" abbiamo cercato di evidenziare la peculiarità nella genesi e nello sviluppo della nostra specie, che grazie all'industria è arrivata ad "umanizzare" il mondo. Quando parliamo di uomo-industria non dobbiamo pensare all'essere biologico che si è dato delle protesi con cui essere più forte, andare più veloce, sviluppare più potenza e organizzarsi in una società più complessa. Marx non afferma che l'uomo è diventato industria, bensì che la natura è diventata industria attraverso l'uomo. Con lo sviluppo di macchine autonome, sensori e reti che ricoprono l'intero pianeta, l’attuale modo di produzione cerca di autocontrollarsi, ma lo fa con sempre maggiori difficoltà. Per quanto cerchi di omeostatizzarsi, esso precipita in una crisi da cui non riesce a risollevarsi, anche perché nel frattempo si è fatto strada un nuovo paradigma.

Ricollegandoci alla relazione "L'intelligenza al tempo dei Big Data", abbiamo commentato le ultime notizie riguardandi TikTok, la piattaforma di video sharing di cui è proprietaria ByteDance, una società cinese attiva nel settore informatico. Nei giorni scorsi The Economist ("Time for TikTok to cut its ties to China") ha riportato la notizia che il 13 marzo la Camera dei Rappresentanti americana ha approvato un disegno di legge che costringerebbe ByteDance a vendere l'applicazione a un proprietario di un'altra nazionalità, pena il divieto di rimanere in America. Se il Senato seguirà l'esempio della Camera, l'app più scaricata al mondo potrebbe scomparire dagli schermi degli smartphone dei cittadini americani. The Economist, settimanale di matrice liberale, non è d'accordo con tale disegno di legge perché distorcerebbe il libero mercato. La "paura" della classe dominante americana è dovuta al fatto che TikTok possa influenzare i suoi 170 milioni di utenti attivi negli USA: nel paese, un terzo degli adulti sotto i 30 anni considera l'applicazione una fonte di informazione.

Questo tipo di applicazioni raccoglie dati e li utilizza per profilare gli utenti e suggerire determinati contenuti. I software di filtraggio di TikTok, Facebook e YouTube sono chiamati anche "agenti di raccomandazione" (La scorciatoia, Nello Cristianini): in base alla storia di ciascun utente, racchiusa nei dati da esso prodotti, si possono veicolare contenuti indirizzati. Queste piattaforme, avendo a disposizione una enorme massa di informazioni, riescono così a sottoporre contenuti personalizzati e tale pratica potrebbe condurre ad una polarizzazione di alcune fette di utenti su temi scottanti per mezzo di circoli auto-rinforzanti. Se si cercano o si acquistano determinati prodotti su Amazon, il software propone all'utente prodotti "simili"; se si cerca un certo tipo di informazione su di un social network, possono formarsi quelle che vengono definite "bolle", che magari contribuiscono a radicalizzare gruppi già radicalizzati. I meccanismi che fanno funzionare i social possono dunque influire sull'esito di un'elezione o di una manifestazione.

Da Marx in poi sappiamo che l'ideologia è una forza materiale, e come tale risponde a leggi fisiche. Le forze produttive sociali sono altrettante forze materiali e ben più potenti dell'ideologia: il piano di produzione determina i ritmi, i tempi e le attività dei lavoratori ai fini del profitto. Fuori dal piano di produzione industriale c'è la struttura dei social, che utilizzano software progettati per fini ben precisi, come quello di tenere incollate le persone ad essi. Siamo alla piena dominazione reale del Capitale sulla società. Ma siamo sicuri che esso sia in grado di controllare completamente i sistemi che ha prodotto? Ognuno di noi è inserito in un sistema sempre più integrato, nel quale anche le pulsioni biologiche e i meccanismi più profondi della nostra psiche (vedi bias cognitivi) vengono scandagliati per fare profitto, ma così facendo siamo sempre più fusi con le macchine e con gli algoritmi, che nella società futura non saranno più nostri antagonisti ma aiutanti. Se nell'ambito del capitalismo la cooperazione degli operai è funzionale all'estorsione di plusvalore, al contempo l'attuale modo di produzione sviluppa lavoro associato a scala mondiale. La struttura che adesso è orientata a fini capitalistici, un domani potrebbe essere orientata ai fini di specie.

Ritornando al tema della polarizzazione, sembra che la popolazione americana si stia preparando al peggio. Nel paese si sta registrando un boom dei corsi di sopravvivenza, che allenano ad una vita senza Internet, elettricità e denaro. Sul blog di Beppe Grillo è stato pubblicato un articolo di Katherine Guinness ("Miliardari e nuovo Feudalesimo") sui tecno-libertariani della Silicon Valley: alcuni di loro stanno acquistando isole circondate da vigilantes e dotate di bunker sotterranei. A quanto pare, anche i membri dell'1% ragionano in termini apocalittici, fondando pure una nuova filosofia per giustificare il proprio status: stiamo parlando del "lungotermismo", che prevede il salvataggio di un'elitè custode del progresso scientifico e il sacrificio di qualche miliardo di esseri umani.

Il capitalismo da una parte produce tecnologia all'avanguardia e sistemi che auto apprendono, dall'altra ingrossa l'esercito dei "senza riserve" che in questa società non hanno nulla da perdere se non le proprie catene. Nel corso della riunione di sabato pomeriggio "Sui recenti colpi di Stato in Africa", abbiamo visto come il caos estremo riguardi enormi aree del mondo e milioni di esseri umani, delineando una soluzione di tipo catastrofico. Il recente interesse per il continente africano è motivato dal tentativo di risolvere la generale crisi di sovrapproduzione del Capitale, o di procrastinarla nel tempo.

L'Intelligenza Artificiale funziona in termini statistici: i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) non "capiscono" quanto un utente gli chiede, ma riescono comunque a ricostruire una frase, un paesaggio e un'immagine lasciata a metà. Lo fanno individuando schemi ricorrenti. Si tratta comunque di una qualche forma di intelligenza, come spiegare altrimenti le vittorie di DeepBlue sul campione di scacchi Gary Kasparov, oppure di AlphaGo su Lee Se-dol, considerato il miglior giocatore di Go a livello mondiale?

Il "dataismo" è una corrente di pensiero che volutamente si disinteressa della teoria e punta tutto sul potere dei dati, negando validità ai modelli: invece di comprendere il sistema si può essere soddisfatti di predire quello che farà prossimamente. Eppure, la stessa borghesia ha costruito modelli potenti per interpretare la realtà, alimentati con immani quantità di dati raccolti nella società ed elaborati da super calcolatori. Per l'ex direttore di Wired, Chris Anderson, "la correlazione è sufficiente". Ci troviamo di fronte ad un regresso scientifico, che trova il suo corrispettivo filosofico nel post-modernismo e teorizza la fine delle grandi narrazioni storiche a favore di criteri di giudizio che abbiano valore locale e non più universale.

La classe dominante, comunque, non presta troppa attenzione a queste ideologie, basti pensare al costante utilizzo che fa dei modelli, come ad esempio Mondo3 commissionato dal Club di Roma; oppure HANDY (Human and Nature Dynamics), commissionato dalla NASA e che abbiamo analizzato nella rivista "L'Italia nell'Europa Feudale", basato sullo schema predatore-preda di Vito Volterra e progettato per indagare la diseguaglianza e l'uso delle risorse riguardo al collasso o alla sostenibilità delle società. Come abbiamo scritto sulla rivista, nessun modello è neutro e siamo sospettosi specialmente nei confronti di quelli utilizzati dalla borghesia per i suoi scopi. In questo caso è evidente che qualcuno incomincia a rendersi conto che siamo al collasso e cerca risposte.

Mondo3, rispondendo alle domande poste dai ricercatori, traccia una curva inesorabile e mostra una traettoria che, se la società non cambierà rotta, porterà alla catastrofe. Per questo motivo il Club di Roma ha promosso negli anni riunioni e convegni pubblici per sensibilizzare i governi e la cosiddetta opinione pubblica. Questo approccio di tipo teorico-empirico con i modelli dinamici non ci dice, però, cosa ci sarà dopo il capitalismo e nemmeno ci dice che "se non potessimo già scorgere nascoste in questa società - così com'è - le condizioni materiali di produzione e di relazioni fra gli uomini, corrispondenti ad una società senza classi, ogni sforzo per farla saltare sarebbe donchisciottesco" (Marx, Grundrisse). Il modello in questione non può ricavare teorie sullo stato futuro del mondo, ma riesce comunque a fotografare nettamente il presente.

Per concludere: siamo noi - comunisti - ad inglobare i modelli prodotti dalla presente forma sociale, non viceversa.

Rivista n°54, dicembre 2023

copertina n° 54

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco dell'immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

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