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  • Resoconto teleriunione  27 dicembre 2016

Crisi cronica, guerra infinita

La teleconferenza di martedì sera, presenti 5 compagni, è iniziata commentando gli effetti della guerra generalizzata.

Un compagno ha segnalato la marcia civile per la pace da Berlino ad Aleppo, partita lo scorso 26 dicembre con lo scopo dichiarato dagli attivisti di raggiungere la martoriata città siriana e porre fine alla guerra. A parte gli slogan senza alcun contenuto empirico, è fin troppo evidente che la guerra moderna tocca il mondo intero e schiera partigiani, mobilitando tutta la società. Il pacifismo borghese è un moto morale dell'individuo completamente slegato dalla realtà dei fatti, assolutamente incapace di influire sugli avvenimenti; e quindi non è neppure da prendere in considerazione se non come fenomeno sociale.

La corrente a cui facciamo riferimento ha prodotto diverso materiale sul pacifismo, durante la teleconferenza abbiamo letto alcuni passi dal filo del tempo Tartufo o del pacifismo:

"Il marxista non è pacifista, per ragioni identiche a quelle che non ne fanno, ad esempio un anticlericale: egli non vede la possibilità di una società di proprietà privata senza religione e senza chiese, ma vede finire chiese e credenze religiose per effetto della abolizione rivoluzionaria della proprietà. L'ordinamento della schiavitù salariata vivrà tanto più a lungo quanto più a lungo i suoi complici faranno credere che, senza sovvertirne le basi economiche, sia possibile renderlo immune da superstizioni religiose, o eliminarne la eventualità di guerre, e togliergli gli altri suoi caratteri retrivi, o brutali".

Ad una crisi cronica deve corrispondere una guerra cronica, addirittura infinita, che i borghesi sono arrivati a teorizzare. La guerra non può essere staccata arbitrariamente dal contesto sociale e produttivo del quale fa parte, non la si può eliminare senza abolire il sistema della schiavitù salariata.

Aleppo rasa al suolo o Berlino sotto attacco sono due manifestazioni di una stessa condizione cronica in cui versa il capitalismo. Più volte abbiamo affermato che l'accumulo di potenziale tellurico che ha incominciato a sconvolgere il mondo nel 2011 è un fenomeno unitario dovuto alla crisi senile del capitalismo. È arbitrario e quindi sbagliato collocare su piani diversi i movimenti di paesi diversi, come ad esempio Egitto e Stati Uniti. In Siria c'è stata un'accelerazione che ha prima disintegrato lo Stato (stessa sorte per la Libia, lo Yemen, l'Iraq, giusto per restare in Medioriente) e poi ha precipitato la situazione in un cataclisma generale dove decine di fazioni si scontrano per procura, un caos in cui nessuno, nemmeno gli Stati Uniti, riescono a trovare una qualche forma di controllo.

Per uscire dal vortice di contraddizioni capitalistiche non si può certo restare all'interno del sistema stesso, bisogna cambiare paradigma. L'estrema dissipazione di energia sociale è evidente in tutti i campi, basti vedere la necessità sempre più massiccia di ricorrere a pillole e psicologi per sopravvivere alla vita senza senso.

In chiusura di teleriunione si è accennato alla polarizzazione sociale emersa con il referendum costituzionale: la stragrande maggioranza dei giovani ha votato No manifestando un disagio molto più profondo di quello legato ad una X da apporre su di un cartoncino. Saranno gli effetti materiali della legge della miseria crescente intesa come aumento di coloro che restano senza riserve? In molti affermano che il movimento Occupy Wall Street è stato sconfitto. Poniamo che sia vero, ma con ciò non sono sparite le determinazioni che l'hanno fatto nascere (we are the 99%) e diventare quello che è stato. Vorrà dire che morto OWS nascerà un altro movimento che ne raccoglierà il lascito fondamentale e butterà finalmente alle ortiche gli orpelli demo-pacifisti.

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    La teleriunione di martedì sera è iniziata commentando la situazione economica e politica in Germania.

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    Lo "schema ad imbuto" riportato nell'articolo "Un modello dinamico di crisi" è la rappresentazione dell'andamento dell'incremento relativo degli indici della produzione industriale dei maggior paesi capitalistici. Nel 2008, il diagramma evidenziava chiaramente come gli indici delle principali economie fossero sincronizzati intorno a una crescita prossima allo zero. Al tempo, l'unica eccezione era rappresentata dalla Cina, ma oggi anch'essa si sta progressivamente allineando alle altre economie. Se non c'è sempre una relazione meccanica tra crisi economica e crisi governativo-istituzionale, è però evidente che lo stato dell'economia (struttura) produce risvolti pratici sul piano politico (sovrastruttura).

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    La differenza tra un modello classicamente inteso e il gemello digitale risiede nel fatto che il primo è statico, mentre il secondo è dinamico, grazie al feedback continuo tra mondo fisico e mondo digitale. Uno dei primi modelli dinamici sviluppati con l'ausilio del computer è Mondo3 di Jay Forrester, progetto commissionato dal Club di Roma ed utilizzato per elaborare il Rapporto sui limiti dello sviluppo (1972).

    La digitalizzazione del mondo, realizzata grazie all'aumento della potenza di calcolo dei computer e all'enorme mole di dati raccolta tramite sensori sparsi ovunque (big data), permette di sviluppare modelli digitali di qualsiasi oggetto o processo. Il gemello virtuale si modifica continuamente in base agli input che arrivano dalla realtà fisica, alla quale, successivamente, vengono inviati degli output; connettendolo a sistemi di intelligenza artificiale, esso può scovare schemi ricorrenti che gli uomini non riescono ad individuare. Un'automobile di Formula 1 è dotata di centinaia di sensori, i cui segnali vengono inviati alle centrali di controllo permettendo la realizzazione di un modello digitale. Tale modello monitora lo stato della vettura e lo confronta con i dati delle corse precedenti, consentendo di prevedere se determinati segnali possono portare, statisticamente, a dei guasti. La Commissione europea sta sviluppando Destination Earth, un "digital twin" del pianeta Terra, con l'obiettivo di prevenire quella che viene chiamata "crisi del clima". I dati nell'epoca dell'informazione sono una merce preziosa, che difficilmente gli Stati metteranno in comune.

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    Nel paese mediorientale, ormai collassato, ci sono stati centinaia di migliaia di morti nel corso della guerra civile, iniziata dopo la Primavera Araba del 2011 ("Marasma sociale e guerra", n. 29, 2011) e che adesso vede una nuova impennata. Tahrir al-Sham (HTS), conosciuta anche come al-Qaeda in Siria (nonostante nel 2016 abbia annunciato la fine dell'affiliazione all'organizzazione), è una formazione militante sunnita molto attiva nel nord ovest del paese. Il gruppo, di matrice salafita, ha un profilo locale, diverso da quello dello Stato Islamico, il cui obiettivo è il Califfato globale. Nei giorni scorsi, HTS ed alcuni gruppi alleati hanno lanciato un'offensiva su Aleppo (oltre due milioni di abitanti), sbaragliando, anche con l'impiego di droni e pick-up, le difese dell'esercito di Damasco e conquistando rapidamente la città. Secondo diversi analisti, dietro a queste forze antigovernative, ben armate, addestrate ed equipaggiate, si cela la Turchia (ma anche alcuni paesi del Golfo), che si sta ritagliando uno spazio di manovra in tutta la regione.

    L'offensiva, evidentemente preparata da tempo, ha penetrato in profondità il territorio siriano, arrivando ad interrompere l'autostrada Damasco-Aleppo, il principale collegamento del paese. L'attacco ha provocato in pochi giorni oltre 50mila profughi. HTS ha sfruttato la debolezza di Iran e Hezbollah, che negli ultimi anni hanno svolto un ruolo importante nel sostenere il regime di Bashar al-Assad, ma anche la ridotta presenza della Russia, che mantiene diverse basi strategiche in Siria (Latakia, Tartus, Chmejmim) a tutela dello stesso regime. Si parla di "finestra di opportunità" per indicare una situazione particolare in cui una forza statale o non statale può ritenere utile agire per raggiungere un obiettivo magari perseguito da tempo, ma che per varie ragioni non era stato possibile realizzare.

Rivista n°56, dicembre 2024

copertina n° 56

Editoriale: I limiti dell'… inviluppo / Articoli: Il gemello digitale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Donald Trump e il governo del mondo / Rassegna: Il grande malato d'Europa - Il vertice di Kazan - Difendono l'economia, preparano la guerra / Recensione: Ciò che sembrava un mezzo è diventato lo scopo / Doppia direzione: Il lavoro da svolgere oggi - Modo di produzione asiatico? - Un rinnovato interesse per la storia della Sinistra Comunista - Isolazionismo americano post-elettorale?

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