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  • Resoconto teleriunione  17 dicembre 2024

Intelligenza di sciame

La teleriunione di martedì sera è iniziata commentando la situazione economica e politica in Germania.

La crisi economica ed istituzionale, che ha portato alla caduta del governo Scholz, fa vacillare quello che era considerato il paese più stabile d'Europa. Il patto corporativo, instaurato a partire dagli anni '30 e consolidato nel dopoguerra con la fase demo-fascista, mostra le prime crepe. Il cancelliere Scholz è stato sfiduciato dal Bundestag e quindi il paese tornerà presto alle urne. Il problema dell'ingovernabilità è ormai diffuso. La Francia, ad esempio, è alle prese con problemi economici (chiusura di fabbriche, deficit in aumento e spread in salita) che hanno portato ad una crisi politica senza precedenti.

Lo "schema ad imbuto" riportato nell'articolo "Un modello dinamico di crisi" è la rappresentazione dell'andamento dell'incremento relativo degli indici della produzione industriale dei maggior paesi capitalistici. Nel 2008, il diagramma evidenziava chiaramente come gli indici delle principali economie fossero sincronizzati intorno a una crescita prossima allo zero. Al tempo, l'unica eccezione era rappresentata dalla Cina, ma oggi anch'essa si sta progressivamente allineando alle altre economie. Se non c'è sempre una relazione meccanica tra crisi economica e crisi governativo-istituzionale, è però evidente che lo stato dell'economia (struttura) produce risvolti pratici sul piano politico (sovrastruttura).

L'asse franco-tedesco, che è stato il principale locomotore del processo di integrazione europea, è in seria difficoltà. Il PIL tedesco è negativo da due anni. Le élite politiche del Vecchio Continente sono in balia degli eventi, impossibilitate a rovesciare la prassi. L'ingovernabilità deriva non tanto all'incapacità delle leadership o dei governi, quanto dall'impossibilità di rispondere alla crisi di accumulazione capitalistica, che non lascia spazi di manovra. In Francia e in Germania cresce il consenso verso formazioni populiste/sovraniste, alimentato dal malessere delle classi medie. Ma nemmeno queste forze riescono a dare soluzioni e, una volta al governo, diventano simili alle stesse forze politiche che avevano criticato. Il ciclo politico populista rappresenta sia l'esaurimento delle ricette politiche borghesi che la protesta interclassista e reazionaria contro lo stato di cose presente. Ogni transizione mostra degli invarianti: tutte sono annunciate da anticipazioni della società nascente, tutte trasportano in quest'ultima i residui della società morente. In ogni caso, la nuova società adopera i caratteri della vecchia per imporsi e tramutarsi nel suo contrario.

Nell'articolo "La crisi tedesca e il futuro dell'industria europea", l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale riporta una serie di dati relativi alla produzione industriale. I paesi in maggiore sofferenza sono Germania (oltre - 9% rispetto al 2019) e Portogallo (-7%), seguiti da Francia (-5%) e Italia (-3,5%). Da locomotiva d'Europa, Berlino si è rapidamente trasformata in grande malato d'Europa. Tra le cause materiali della crisi economica europea, secondo l'ISPI, vi sono il problema del rifornimento energetico seguito all'invasione russa dell'Ucraina, l'invasione delle merci cinesi nel mercato europeo e, infine, l'indebitamento dei paesi, causa della riduzione dello spazio fiscale per il sostegno pubblico ai settori in difficoltà. Si tratta di fenomeni reali, ma tutti derivano dalla crisi del capitalismo senile, dall'impossibilità di continuare ad accumulare sempre più capitale. Il mercato mondiale ha raggiunto il suo limite, non si può produrre all'infinito in un mondo finito.

Nel corso del '900 la borghesia ha sperimentato ogni tipo di escamotage per ritardare il crollo del sistema, dallo statalismo al liberismo, dalla deregulation alla re-reregulation. Ora, siamo arrivati ad un fascismo tecnologicamente avanzato (sensori e attuatori sparsi ovunque), ma che rimane pur sempre un fascismo.

L'attuale capo di stato maggiore italiano, il generale Carmine Masiello, ha rilasciato un'intervista al quotidiano la Repubblica in cui parla della guerra contemporanea. Secondo il militare, l'esercito italiano deve svecchiarsi: "C'è bisogno di una capacità di adattamento che è in contrasto con i canoni dell'organizzazione gerarchica. E questo è il passo più difficile: cambiare la cultura dell'Esercito. Dobbiamo uscire dall'approccio degli ultimi venti anni che era quello dell'approntamento, ossia della preparazione in vista di una specifica missione in Libano o altrove. Il cambio degli scenari mondiali impone di essere pronti all'ipotesi peggiore: avere la capacità di fronteggiare situazioni nuove e quindi pensare fuori dagli schemi". Le trasformazioni in corso nel mondo, anche dal punto di vista tecnologico, costringono tutti a adeguarsi, a prendere spunto dall'organizzazione a rete. Anche gli eserciti devono aggiornarsi velocemente per restare al passo con i cambiamenti. Droni (ormai ovunque protagonisti dei conflitti), cyberguerra, guerra elettromagnetica sono i settori su cui la Difesa dice di voler investire di più nei prossimi anni.

L'esercito è travolto dai cambiamenti ma, come abbiamo già scritto, le vecchie strutture hanno una loro storia, una cultura, delle tradizioni, che rendono i cambiamenti repentini difficili da attuare. Masiello mette in guardia sulla possibile apertura di un nuovo grande fronte, quello africano. Riguardo l'utilizzo di nuove armi e metodi di combattimento, un esempio di guerra ibrida è rappresentato dall'uccisione del generale russo Igor Kirillov per mezzo di una carica esplosiva azionata a distanza (in cui i servizi segreti ucraini hanno ammesso un loro ruolo).

Inghilterra, Italia e Giappone stanno progettando il Gcap (Global combat air programme), un caccia da combattimento di sesta generazione accompagnato da sciami di droni, descritto dai tecnici come un "sistema dei sistemi". Oltre all'articolo "Transizione di fase. Prove generali di guerra", anche nell'ultimo numero della rivista (n. 56) abbiamo affrontato la questione della sciamatura, riprendendo una dichiarazione del vicesegretario della Difesa di Washington, Kathleen Hicks, riguardo i progressi tecnologici compiuti dalla Cina e la necessità di un'accelerazione nella produzione di sistemi intelligenti:

"Immaginate sistemi semoventi galleggianti o volanti, alimentati dal sole e da altre risorse virtualmente illimitate, pieni di sensori in abbondanza, sufficienti a fornirci nuove e affidabili fonti di informazioni in tempo quasi reale. Flotte di sistemi terrestri che forniscono un nuovo supporto logistico, effettuano ricognizioni per tenere al sicuro le truppe o proteggono le infrastrutture del Dipartimento della Difesa. Costellazioni di sistemi in orbita, lanciati nello spazio a decine alla volta, in numero tale da rendere impossibile neutralizzarli tutti. Stormi di sistemi che volano a ogni tipo di altitudine e svolgono una serie di missioni, sulla base di quanto visto in Ucraina. Potrebbero essere dispiegati da aerei più grandi, lanciati da truppe di terra o di mare, o decollare da soli".

Nel libro In un volo di storni. Le meraviglie dei sistemi complessi, il fisico Giorgio Parisi analizza l'intelligenza collettiva che emerge dal comportamento autorganizzato di alcune specie animali. Gli uccelli volano in stormi, regolando il loro volo secondo la posizione dei compagni, senza il bisogno di un leader che decide, senza il bisogno di votare, ma tramite configurazioni che si determinano sulla base di regole semplici. Parisi, descrivendo una transizione di fase, fa l'esempio dell'acqua che bolle o che ghiaccia: "Vediamo una sostanza che all'improvviso cambia forma soltanto perché è cambiata di poco la temperatura. Si tratta di una mutazione collettiva: non è il singolo atomo, non è la singola molecola di acqua che ghiaccia o che bolle". Le transizioni di fase sono cambiamenti repentini condizionati dalla storia di accumuli precedenti, da non confondere con la fase di transizione che può avere un tempo molto lungo. Ormai molti studiosi sono arrivati alla conclusione che il comportamento degli uomini ha attinenza con i fatti fisici (Mark Buchanan, L'atomo sociale), spiegabili con leggi.

Nell'ultimo incontro redazionale, ricordando il film diretto da Andrew Niccol Good Kill, abbiamo accennato al tema della gamification, ovvero al fatto che il "gioco" ha invaso ogni campo della società, dall'industria al mercato del lavoro, fino alla guerra. Nel saggio The Game, Alessandro Baricco affronta, da romanziere, questa transizione di fase, resa possibile dalla digitalizzazione della società, dal rapporto simbiotico uomo/tastiera/schermo, dalla generalizzazione delle macchine elettroniche e dei loro programmi. Una nostra recensione al saggio di Baricco è disponibile sul numero 46 della rivista ("Intelligenza artificiale, evoluzione naturale").

Nel mondo sta avanzando un'intelligenza collettiva, di sciame, auto-organizzata, che prefigura una nuova forma sociale. L'abbiamo vista all'opera in un movimento leaderless come Occupy Wall Street.

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