Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  2 agosto 2016

La differenza è positiva per l'evoluzione della specie

La teleconferenza di martedì sera, presenti 12 compagni, è iniziata analizzando la situazione sociale interna agli Stati Uniti, il paese capitalisticamente più maturo per nuovi esperimenti politici.

Da tempo riscontriamo segnali di interesse da parte di giovani americani che, stanchi dell'omologazione imperante, stanno scoprendo testi della Sinistra Comunista "italiana" e in particolare gli scritti di Amadeo Bordiga.

Occupy Wall Street si è rifatto vivo contestando Hillary Clinton durante la convention democratica di Philadelphia, dove ha piantato le tende (Franklin Delano Roosevelt Park). In questa vigilia di elezioni presidenziali si manifesta uno scontro latente: Wikileaks ha pubblicato 20 mila email scambiate durante la campagna elettorale dai funzionari del partito democratico. Dai messaggi emerge una chiara volontà di penalizzare Bernard Sanders, il quale si è comunque schierato con la Clinton beccando i fischi dei suoi elettori. Da tutto questo ribollire, Donald Trump potrebbe uscirne avvantaggiato.

Anche il Movimento Black Lives Matter (BLM), nato nel 2013, si fa sentire con continue manifestazioni. Ha mandato una delegazione in Brasile ed è inoltre sbarcato a Londra (#BLMLondon) e recentemente anche a Parigi (#BLMFrance e #BLMParis). BLM non rivendica qualcosa in particolare, più che altro si scaglia contro la violenza della polizia e contro il sistema carcerario, una vera e propria industria che foraggia il sistema dell'1%.

Per noi la "razza" non esiste, è un fattore ideologico. Esistono però delle differenze biologiche all'interno della nostra specie che l'attuale società utilizza per motivi politici e per seminare divisione tra i senza riserve. Ne I fattori di razza e nazione nella teoria marxista si affronta il tema in modo chiaro e da un punto di vista materialistico:

"Non essendo noi né metafisici né mistici accettiamo, senza cospargerci il capo di cenere o considerare il genere umano insozzato da macchie da lavare, che insorga e proceda in mille sviluppi la commistione del sangue, la divisione del lavoro, la spartizione della società in classi, lo Stato, la guerra civile. Ma alla fine del ciclo con un miscuglio etnico generale e indecifrabile ormai, con una tecnica produttiva di intervento sull'ambiente di una tale complessa potenza che già prevede di occuparsi della regolazione dei fatti del pianeta, vediamo, con la fine di ogni discriminazione razziale e sociale, la economia di bel nuovo comunista, ossia la fine alla scala terrestre della proprietà individuale, da cui si erano generati i transitori culti dei mostruosi feticci: la persona, la famiglia, la patria."

La innegabile differenza tra bianchi, neri o gialli diventa un fattore economico nella società capitalistica, mentre per noi i tipi umani differenziati sono un fattore altamente positivo visto che la differenza è essenziale per l'evoluzione della specie. Anche la repressione sessuale è congeniale all'attuale modo di produzione: la famiglia, seguita dalla proprietà e dallo Stato, sono categorie sociali da estinguere nell'ordine in cui le ha elencate Engels nei suoi lavori.

Il problema delle identità è stato superato pragmaticamente da Occupy Wall Street già nel 2011 con lo slogan We are the 99%: non importa il colore della pelle, l'età o i gusti sessuali perché dobbiamo unirci contro il sistema dell'1% che ci ruba la vita. OWS è nato in opposizione alla colonizzazione interna e ha voltato le spalle al sistema parlamentare. Il movimento è stato il frutto di una polarizzazione sociale dovuta ad uno scontro violentissimo tra modi di produzione che oggi sta estendendo la guerra civile al mondo intero, con stati che non funzionano più, conflittualità crescente, "terrorismo", proxy war, ecc.

Nell'ultima fase del capitalismo la società diventa schiava di sé stessa. Tale processo è ben visibile negli Stati Uniti: studi sulla militarizzazione della polizia e sull'impiego sempre più massiccio di forze militari sul territorio americano ci vengono forniti dagli stessi borghesi, basti pensare a quanto scritto da Gore Vidal. Il capitalismo si è sviluppato ed esteso attraverso le colonie, ma quando ad essere colonizzato è tutto il globo, non resta che colonizzare i paesi colonizzatori.

Lo Stato Islamico, puntando alla reintroduzione della schiavitù, si propone come una società antiquata che utilizza strumenti moderni per farsi spazio, una contraddizione in termini. La stessa che attanaglia il capitalismo senile (mezzi di produzione potenti, rapporti sociali bestiali).

A. E. van Vogt in Crociera nell'infinito (1939) racconta la spedizione dell'astronave Argus, in missione pluriennale alla ricerca di mondi sconosciuti e di forme di vita aliene, dotata di un equipaggio che conta più di mille componenti e diviso in due fazioni: gli scienziati, esperti nei più vari settori, ed i militari, che rappresentano la minoranza (circa centottanta uomini) ma che sono pronti a prendere il comando in situazioni di emergenza. Durante il viaggio la società si annoia e i suoi membri tendono a sincronizzarsi andando in contrapposizione e generando partiti; per questo motivo c'è il "connettivista" (un esperto di vari rami della scienza che ha una visione generale del problema) che per tenere insieme tutti deve de-sincronizzare gli atomi sociali. Un approccio olistico contro il riduzionismo.

La fantascienza è un genere letterario importantissimo e molto spesso ha saputo indicare la direzione che avrebbe preso la nostra società. In Fanteria dello spazio (Starship Troopers), un romanzo di Robert A. Heinlein, si narra di un'umanità che per sconfiggere la specie aliena che la sta sterminando, è costretta ad adottarne il modo di essere: ragionare e muoversi come un unico organismo.

Articoli correlati (da tag)

  • Una società in crisi irreversibile

    La teleriunione di martedì sera è iniziata commentando la sommossa in corso in Bangladesh.

    Da un paio di settimane in tutto il paese si susseguono importanti manifestazioni. Gli studenti, opponendosi ad una legge che prevede una serie di facilitazioni alle famiglie dei reduci della guerra di liberazione dal Pakistan, si sono scontrati duramente con polizia ed esercito. L'epicentro della rivolta è stata l'Università di Dacca. Al di là della contestata legge, è evidente che anche il Bangladesh affronta gravi problemi di disoccupazione giovanile.

    Ottavo paese più popoloso del pianeta, con 170 milioni di abitanti, il Bangladesh ha un'età media molto bassa e una popolazione concentrata principalmente nell'area urbana di Dacca, che ha una densità abitativa altissima, con 45.000 abitanti per km². Finora si registrano 160 morti, oltre a migliaia di feriti, manifestanti scomparsi, casi confermati di torture, anche ai danni dei giornalisti. Il governo ha chiuso Internet, ma così facendo ha contribuito ad aumentare il caos.

    Oltre alle manifestazioni nella capitale, ci sono stati blocchi delle autostrade e delle ferrovie, attacchi alle stazioni di polizia, tentativi di invasione delle sedi delle TV, e la liberazione di detenuti dal carcere: tutti eventi che danno l'idea di una situazione quasi insurrezionale. Almeno a partire dal 2006, nel paese si è verificata una lunga serie di scioperi nelle fabbriche, in particolare nel settore tessile.

  • Direzione del moto storico

    La teleriunione di martedì sera è cominciata parlando del recente attentato a Donald Trump avvenuto durante un comizio elettorale in Pennsylvania.

    Si tratta di un ulteriore step nel livello di violenza che caratterizza la campagna elettorale americana. L'attentatore, un ragazzo di 20 anni con simpatie repubblicane, ha utilizzato un fucile semiautomatico AR-15, l'arma più diffusa in tutto il Paese con una stima di oltre 40 milioni di pezzi venduti. Naturalmente, non sono mancate le teorie del complotto, ma d'altronde in mancanza di informazioni vagliabili tutte le ipotesi sono aperte.

    Nel nostro articolo "Teoria e prassi della nuova politiguerra americana", nel capitolo finale intitolato La vita nel ventre della balena, abbiamo ribadito che il moto storico ha una direzione precisa. Gli USA sono ciò che la storia del pianeta li ha portati ad essere. La crisi dell'imperialismo unipolare è dovuta al fatto che sulla scena si stanno affacciando nuove potenze (lo sviluppo ineguale di cui parla Lenin nell'Imperialismo), l'America non ha più la forza di dare ordine al mondo, e non esiste un sostituto all'orizzonte. Si è interrotta la staffetta dell'imperialismo ("Accumulazione e serie storica") e il disordine mondiale aumenta con l'estendersi dei conflitti bellici su scala planetaria. Chiunque sarà il prossimo presidente americano (i pronostici danno per certa la vittoria di Trump), potrà far ben poco per invertire la tendenza economica, la quale produce effetti sulla società.

  • La società analizzata con il wargame

    La teleriunione di martedì sera è iniziata commentando l'articolo "Wargame. Non solo un gioco" (rivista n. 50), particolarmente utile per comprendere i conflitti bellici e sociali in corso, e per evitare di commettere errori logici nell'analisi.

    In "Wargame" troviamo considerazioni inerenti alla "trasformazione della guerra imperialista in guerra civile", parola d'ordine dell'Internazionale Comunista. Storicamente, la guerra non rappresenta un problema per l'imperialismo ma la soluzione (temporanea) alla sua crisi. Difatti, la nostra corrente afferma che nell'epoca moderna, anche a causa del modo di condurre i conflitti, o passa la guerra o passa la rivoluzione. Oggi le determinazioni di una guerra classica che la farebbero passare da salvezza del modo di produzione capitalistico a elemento della sua distruzione non sono più da considerare ipotesi, dato che la crisi economica è da tempo diventata cronica. L'elettroencefalogramma del capitalismo è piatto.

    Detto questo, finché c'è guerra non c'è disfattismo e quindi non c'è rivoluzione. La rivoluzione, perciò, deve scattare prima che la guerra conquisti la scena mondiale, prima che diventi un fatto totale, tanto più che quella a venire sarà "gestita" da sistemi basati sull'intelligenza artificiale, potenzialmente fuori dal controllo umano. Pensiamo alla fabbrica: il robot, registrando in modo approfondito le competenze dell'operaio, lo va a sostituire.

Rivista n°55, luglio 2024

copertina n° 55

Editoriale: Non potete fermarvi

Articoli: Evoluzione extra biologica - Transizione di fase. Prove generali di guerra

Rassegna: Presa d'atto - Il capitalismo è morto

Recensione: Dallo sciopero, alla rivolta, alla Comune - Guerra civile negli USA, ma non quella vera

Doppia direzione: Il programma immediato non ammette mediazioni

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email