Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  2 maggio 2017

Piccoli segnali, grandi sconvolgimenti

La teleconferenza di martedì, presenti 15 compagni, è iniziata commentando la riunione del Primo maggio a Cadoneghe (Pd).

Alcuni elementi di un'associazione culturale ci hanno contattato per presentare la rivista. Secondo gli organizzatori erano presenti alla giornata circa 300 persone di cui una sessantina hanno partecipato alla riunione. In un ambiente distante dai soliti ambiti "politici" il nostro intervento ha suscitato parecchio interesse. Di sicuro, dato lo sfascio generale dei gruppetti, è in atto un cambiamento: i vecchi paradigmi stanno scomparendo ma non sono ancora stati sostituiti e nel frattempo si cerca di superare l'isolamento da vita senza senso. Il bisogno di fare musica, di stare insieme, sembra essere inizialmente lo scopo dopodiché si scopre il bisogno di comunità come scritto in "Origine e funzione della forma partito".

Si è passati poi ad alcune news dalle aziende di Elon Musk.

Tesla ha presentato le nuove immagini del suo Tir elettrico e il progetto di creare una rete sotterranea per lo spostamento veloce di autoveicoli: una specie di ascensore stradale dotato di apposita piattaforma che guida l'autovettura su binari a velocità sostenuta. L'esigenza di costruire cose "folli" è data dal fatto che il Capitale ha bisogno di sfogo e non può attendere. Da questo punto di vista Hyperloop, il progetto di lanciare auto a 1000 km all'ora da Los Angeles a San Francisco, è un altro dei tentativi di investire parti di capitale fittizio. Anche l'ipotesi di colonizzare Marte è significativa perché tutto quello che si poteva fare sulla crosta terrestre evidentemente non basta più, ci vuole un nuovo pianeta.

Nella Gigafactory ultimamente sono comparsi centinaia di robot pronti ad assemblare la Tesla Model 3. Paesi come la Norvegia, la Danimarca, la Svezia e l'Olanda stanno ragionando sul come mettere al bando i motori a scoppio. La politica viene, al solito, dopo il cambiamento strutturale del sistema che obbliga i borghesi a muoversi al suo ritmo. La trasformazione del parco macchine mondiale dal ciclo a combustione interna a quello ad alimentazione elettrica non sarà una rivoluzione che salva il capitalismo. Possiamo analizzare la materia partendo dal libro "La macchina che ha cambiato il mondo", soffermandoci soprattutto sul processo per costruire l'automobile, un dinosauro ultra dissipativo. Per costruire un'autovettura elettrica ci vogliono molti meno materiali: non c'è bisogno di marmitta, serbatoio, filtri, ecc., sostituiti da semplici motori montati uno per ruota. Quindi meno fabbriche differenziate che producono semilavorati, meno occupati e meno figure lavorative legate alla successiva manutenzione. Paradossalmente si metterebbe in moto uno dei punti di Forlì, cioè l'abbassamento del "quantitativismo produttivo" ad opera del capitalismo stesso.

Il fatto che improvvisamente sia comparsa una selva di robot nella Gigafactory significa che Tesla ha una certa fretta. Da una parte si conferma che non vedremo all'opera migliaia di operai come quando l'automobile è apparsa sulla scena, dall'altra notiamo che l'automazione nella produzione serve ad accentuare il divario tra aziende rivali. Secondo l'Economist le proprietà di Musk non bastano a evitargli un pericolo di scalata. Il finanziamento delle attività con capitali raccolti in borsa ha diluito le sue azioni e permetterebbe ad alcune delle grandi compagnie americane come Boeing, GM o addirittura il Pentagono, di soffiargliene facilmente il controllo.

SpaceX nella mattina di lunedì 1 maggio ha lanciato il primo satellite spia per il National Reconnaissance Office, l'agenzia del Dipartimento della Difesa statunitense che si occupa di gestire il sistema di sorveglianza oltre l'atmosfera. L'azienda di Musk ha ottenuto la certificazione per il lancio di satelliti militari nel 2015 ma solo oggi è riuscita a scalfire il monopolio di Boeing e Lockheed Martine, che fino a ora si sono occupati in esclusiva di questa attività. Molto probabilmente (la missione è tenuta segreta) si tratta di un satellite geostazionario a 36 mila km di altezza. Finora il governo Usa ha sborsato circa 20 miliardi di dollari per progetti spaziali, nulla rispetto al necessario per dare il via all'assalto del Pianeta Rosso.

In chiusura si sono commentate le primarie del Pd, vinte da Renzi. Se la squadra di Renzi, o meglio il capitale anonimo che la sostiene, riesce ad avere un attimo di respiro nel mortifero panorama politico borghese, potrà arrivare ad applicare il programma presentato alla Leopolda nel 2014. Il Movimento 5Stelle sta riscoprendo proprio quel programma, ad esempio con la proposta di eliminare la funzione intermediaria del sindacato, e il suo cavallo di battaglia del "reddito di cittadinanza" è diventato parte del programma del governo Renzi. Solo che, mentre per i primi sostenitori il "reddito" era una questione etico-morale per cui il povero doveva essere aiutato in qualche modo, ora il reddito di inclusione viene fatto rientrare in una legge schiavistica molto simile alla legge Hartz.

Probabilmente il programma renziano è semplicemente dovuto al fatto che siamo di fronte ad una follia sistemica del modo di produzione capitalistico, che si sta traducendo in un impoverimento assoluto della popolazione dei paesi più ricchi del mondo senza che vi sia un'altra ricetta salvifica. Non è una novità, ma adesso tutti stanno toccando con mano che stiamo per superare un'altra soglia, quella della fame per eccesso di ricchezza e di produzione.

Articoli correlati (da tag)

  • Cervello "artificiale"

    La teleconferenza di martedì 19 settembre, a cui si sono collegati 17 compagni, è iniziata commentando un articolo dell'Economist, "How artificial intelligence can revolutionise science".

    Se in altri articoli il settimanale inglese si è focalizzato sugli scenari distopici a cui potrebbe portare lo sviluppo dell'Intelligenza Artificiale (IA), in questo si concentra sugli aspetti positivi riportando dichiarazioni e analisi di esperti del settore.

    Secondo l'Economist, le grandi scoperte tecniche che hanno rivoluzionato la società, dai microscopi ai telescopi, sono state possibili grazie allo sviluppo della scienza; questi strumenti, a loro volta, hanno contribuito al progresso in diverse branche della conoscenza, dalla chimica alla fisica e alla biologia. Lo sviluppo tecnologico è stato accelerato dalla rivoluzione industriale e successivamente, a partire dalla fine del XIX secolo, con la creazione di laboratori di ricerca sono state introdotte altre innovazioni, come i fertilizzanti artificiali e i prodotti farmaceutici. All'inizio del XX secolo viene inventato il transistor, l'elemento costitutivo del computer: il Novecento sarà il secolo della rivoluzione informatica, non è ancora terminata e alle soglie di una nuova forma di intelligenza.

  • Immobiliare cinese, debito e policrisi

    Durante la teleconferenza di martedì sera, a cui si sono collegati 15 compagni, abbiamo ripreso l'argomento trattato nella scorsa riunione, ovvero l'aggravarsi della situazione economica cinese.

    Il Corriere della Sera ha pubblicato una serie di dati sulla Cina da cui risulta che le amministrazioni locali delle province del paese hanno accumulato debiti per finanziarie il settore immobiliare e la costruzione di nuove infrastrutture ("Cina, il debito 'nascosto' che minaccia l'economia: le province esposte per 8.000 miliardi", Francesco Bertolino). Se alla cifra raggiunta dall'indebitamento pubblico (che ammonta a circa il 300% del PIL, circa 4700 miliardi di euro), si aggiunge quella relativa al governo delle province, vengono superati gli 8000 miliardi di euro. Ad essere in difficoltà non sono solo le amministrazioni locali e le famiglie, ma anche le banche, dato che sono state proprio queste a finanziarie il boom del mattone. Alcuni esperti fanno notare che il sistema finanziario cinese è chiuso e perciò ritengono che le conseguenze dello scoppio di una bolla immobiliare rimarrebbero circoscritte all'interno dei confini nazionali. Sappiamo, invece, che i legami e le interconnessioni economiche e finanziarie della Cina hanno un respiro globale. I conglomerati immobiliari cinesi sono indebitati con Wall Street, e la Cina, dopo il Giappone, è il maggior acquirente di titoli di stato USA; una crisi finanziaria cinese avrebbe ripercussioni sul debito americano e su tutti i suoi rapporti commerciali (ad esempio quelli con la Germania che esporta molto verso il gigante asiatico). Come dice l'economista Larry Summers, il "superciclo del debito", che ha colpito gli Stati Uniti nel 2008 e qualche anno dopo l'Europa, sta ora sferrando un duro colpo alla Cina.

  • Crepe nell'Impero Celeste

    La teleconferenza di martedì sera, presenti 18 compagni, è iniziata commentando la situazione economico-finanziaria della Cina, a partire dal possibile scoppio della bolla immobiliare.

    Quanto successo nelle ultime settimane, tra cui le difficoltà del colosso Country Garden ma non solo, conferma quanto andiamo sostenendo da anni circa la raggiunta senilità della Cina. Ora se ne accorgono anche i borghesi, in particolar modo l'Economist che nell'edizione del 26 agosto ipotizza una "giapponificazione" (bassa crescita e deflazione) della economia cinese ("China's economy is in desperate need of rescue"). L'immobiliare è diventato un settore strategico, rappresentando il 30% del PIL cinese; l'enorme bolla speculativa è dovuta al fatto che il capitale ha cercato di valorizzarsi nella costruzione ex novo di decine di città, rimaste poi abbandonate. Secondo la banca Morgan Stanley, dal 2010 al 2020 il gigante asiatico ha costruito più di 140 milioni di unità abitative, e in soli tre anni ha prodotto una quantità di cemento che potrebbe trasformare la superficie della Gran Bretagna in un parcheggio; non pago, ha costruito città fantasma anche in Africa.

    Secondo il Wall Street Journal il boom cinese è finito da tempo. La domanda di nuove abitazioni nelle città ha raggiunto il suo picco e i problemi di natura economica si assommano a quelli derivanti dalla disoccupazione giovanile, dall'invecchiamento della popolazione e dal calo degli investimenti esteri. Al pari dei paesi a vecchio capitalismo, la Cina installa robot nelle fabbriche e investe in intelligenza artificiale, e quindi si trova di fronte alla diminuzione relativa della produzione di plusvalore. Il gigante asiatico ha bruciato rapidamente le tappe capitalistiche passando in pochi anni da una crescita impetuosa a un altrettanto veloce declino.

Rivista n°53, giugno 2023

copertina n° 53

Editoriale: La guerra rispecchia la società

Articoli: Sul libero arbitrio

Rassegna: Effetto domino - Crollo generale"

Terra di confine: Magazzini organici - Apprendisti stregoni - La forma ed il contenuto

Recensione: Doom

Doppia direzione: Riscontri d'oltreoceano

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email