Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  17 luglio 2018

Ben scavato, vecchia talpa!

La teleconferenza di martedì scorso, a cui si sono connessi 10 compagni, è cominciata prendendo spunto dalla notizia degli scioperi al magazzino Amazon di San Ferdinando a Madrid. Alcune settimane fa i lavoratori spagnoli del gigante dell'e-commerce avevano diramato un appello a tutti i lavoratori di Amazon in Europa per uno sciopero generale europeo; la proposta è stata accolta dai lavoratori tedeschi e polacchi, che in questi giorni, durante il Prime Day 2018 (16-17 luglio) - 36 ore di sconti esclusivi per i clienti Prime dell'azienda -, sono scesi in lotta organizzando blocchi o manifestazioni. Le due giornate di offerte lampo di Amazon si basano sul fatto che decine di migliaia di clienti restino appiccicati ai computer e agli smartphone tenendosi pronti all'acquisto più conveniente. E' proprio vero: stiamo diventando tutti terminali di una grande Rete: chiamiamola "rete neuronale globale" (J. Rifkin) oppure "general intellect" (K. Marx), l'importante è aver chiaro che il cervello sociale non è più una metafora ma è una realtà.

Scioperi sono in corso anche in Iraq, da più di una settimana, e in Cina, dove ad incrociare le braccia sono stati i camionisti. Scrive il Fatto Quotidiano in un articolo del 29/6: "Tutto è cominciato con un appello anonimo online indirizzato 'ai 30 milioni di autisti di tutta la Cina', vessati dal rincaro di carburante e pedaggi autostradali. Da allora, in alcune aree, le rimostranze hanno paralizzato la viabilità, sebbene l'entità reale del movimento – immortalato da video e foto – risulti occultata dal lavoro certosino dei censori del web." E ancora: "In aprile avevano incrociato le braccia gruisti e operai del settore edile: per la prima volta si tratta di mobilitazioni settoriali e organizzate spontaneamente."

Un'altra grana per il Dragone asiatico sono inoltre i dazi americani alle sue merci, una lista di prodotti importati in Usa per un valore di 200 miliardi. La Cina, dunque, ha grossi problemi a livello interno ed esterno, e cerca di attrezzarsi adeguatamente per risolverli. Sta infatti sviluppando un sistema di sorveglianza di massa basato sul riconoscimento facciale tramite una rete di quasi mezzo miliardo di telecamere sparse per il paese. Il tutto, naturalmente, è gestito dall'intelligenza artificiale e, non a caso, il Paese è in prima fila nella costruzione mondiale di supercomputer. I sistemi automatici volti al controllo della popolazione sono stati esportati anche in Africa, lo riporta il sito AsiaNews.it ("Il Grande Fratello cinese nelle strade e nelle case africane"): "In Zambia, Etiopia e Zimbabwe, i governi hanno utilizzato le compagnie cinesi per creare sistemi di controllo di Internet e reti di telecomunicazione. A gennaio, Le Monde Afrique ha rivelato che la sede dell'Unione Africana ad Addis Abeba era stata massicciamente spiata da Pechino, grazie al trasferimento a Shanghai dell'intero contenuto dei server dell'istituzione."

Leggendo quanto scrive il sito cattolico, viene in mente la fantascienza distopica della serie televisiva Black Mirror, eppure questa è la realtà. Ogni singola molecola sociale traccia una sua orbita da cui il Sistema trae informazioni, sia per potenziare l'intelligence che per il business. La velocità di elaborazione dei dati e il loro reperimento in massa tramite Internet portano gli Stati più avanzati tecnologicamente ad avere una capacità di previsione dei comportamenti sociali che ricorda quella del film Minority Report (S. Spielberg). Peccato che per quanto le polizie e i servizi segreti siano efficienti, il problema risieda altrove: in un difetto di accumulazione, dovuto alla caduta tendenziale del saggio di profitto, che porterà il capitalismo al crollo definitivo.

Stiamo assistendo ad una accelerazione dei processi sociali che sfocerà in una singolarità storica (R. Kurzweil): lo Stato perde il controllo sulla società e quindi si dota di strumenti di controllo sempre più complessi che fatica però a controllare. L'involucro non corrisponde più al suo contenuto. Amazon, per esempio, con la sua rete logistica globale è una struttura già pronta per la distribuzione capillare di prodotti nella società. E lo stesso discorso vale per tante altre strutture, in primis Walmart, che è "in grado di tracciare effettivamente 680 milioni di prodotti diversi a settimana e più di 20 milioni di operazioni di clienti ogni giorno, agevolati da un sistema informatico con una capacità seconda solo a quella del Pentagono" (Red Plenty Platforms, Nick Dyer-Witheford). Si tratta di sistemi che hanno una notevole conoscenza di sé stessi e ricordano, per certi versi, i magazzini del tardo-comunismo dove venivano raccolti tutti i beni necessari alla riproduzione della comunità tramite un sistema di input ed output (informazioni in entrata e uscita). C'è da dire che l'ammasso moderno funziona a pieno solo in periodi di guerra quando i beni vengono razionati da un'autorità centrale.

Comunque, allo stato attuale è tutto pronto per essere conquistato dal proletariato e convertito per lo sviluppo dei bisogni di specie. In questo senso possiamo dire che il Capitale, inconsapevolmente, ha lavorato per noi.

Abbiamo concluso la teleconferenza con alcune considerazioni sulla dialettica rivoluzione/controrivoluzione, ribadendo la necessità di legarsi al grande arco millenario che collega l'antico comunismo originario con il futuro comunismo "sviluppato". Solo la visione della società futura ci permette di cogliere i saggi di comunismo presenti nella società di oggi così com'è. Ma siccome i marcati sintomi di società futura non fanno che aumentare, i borghesi più lucidi devono fare i conti con essi, capitolando ideologicamente di fronte al "marxismo" e scrivendo libri su temi di frontiera, quali la complessità, l'auto-organizzazione, le reti, i modelli dinamici, l'entropia sociale, ecc., che diventano dei veri e propri best seller.

Il cervello della specie è costretto dai fatti ad operare i giusti collegamenti e prima o poi escogiterà una soluzione all'altezza della situazione; d'altronde "nuovi e superiori rapporti di produzione non subentrano mai, prima che siano maturate in seno alla vecchia società le condizioni materiali della loro esistenza. Ecco perchè l'umanità non si propone se non quei problemi che può risolvere, perché, a considerare le cose dappresso, si trova sempre che il problema sorge solo quando le condizioni materiali della sua soluzione esistono già o almeno sono in formazione." (K. Marx, Per la critica dell'economia politica)

Articoli correlati (da tag)

  • Direzione del moto storico

    La teleriunione di martedì sera è cominciata parlando del recente attentato a Donald Trump avvenuto durante un comizio elettorale in Pennsylvania.

    Si tratta di un ulteriore step nel livello di violenza che caratterizza la campagna elettorale americana. L'attentatore, un ragazzo di 20 anni con simpatie repubblicane, ha utilizzato un fucile semiautomatico AR-15, l'arma più diffusa in tutto il Paese con una stima di oltre 40 milioni di pezzi venduti. Naturalmente, non sono mancate le teorie del complotto, ma d'altronde in mancanza di informazioni vagliabili tutte le ipotesi sono aperte.

    Nel nostro articolo "Teoria e prassi della nuova politiguerra americana", nel capitolo finale intitolato La vita nel ventre della balena, abbiamo ribadito che il moto storico ha una direzione precisa. Gli USA sono ciò che la storia del pianeta li ha portati ad essere. La crisi dell'imperialismo unipolare è dovuta al fatto che sulla scena si stanno affacciando nuove potenze (lo sviluppo ineguale di cui parla Lenin nell'Imperialismo), l'America non ha più la forza di dare ordine al mondo, e non esiste un sostituto all'orizzonte. Si è interrotta la staffetta dell'imperialismo ("Accumulazione e serie storica") e il disordine mondiale aumenta con l'estendersi dei conflitti bellici su scala planetaria. Chiunque sarà il prossimo presidente americano (i pronostici danno per certa la vittoria di Trump), potrà far ben poco per invertire la tendenza economica, la quale produce effetti sulla società.

  • Chiusura di un ciclo storico

    La teleriunione di martedì sera è iniziata con il commento del testo "Il ciclo storico dell'economia capitalistica" (Prometeo n. 5 del 1947), nel quale si dimostra che il capitalismo nasce all'interno della società feudale, e che è possibile delineare una dinamica storica che va dalla bottega artigiana alla manifattura, fino alla fase senile del capitalismo in cui la finanza domina l'industria.

    Ad un certo grado di sviluppo delle forze produttive si verifica una scissione tra chi detiene i mezzi di produzione, i datori di lavoro, e gli operai, che non sono più padroni del prodotto del loro lavoro. L'artigiano, che precedentemente poteva compiere tutte le operazioni utili alla produzione, viene sostituito da un operaio complessivo (lavoro associato) che è la somma di tanti operai parziali. La figura unitaria dell'artigiano si sdoppia: appaiono sulla scena storica il capitalista e il salariato. All'interno della vecchia società maturano gli elementi della nuova, e questo vale anche per la prossima rivoluzione, che sarà a titolo umano. Giunto il capitalismo alla sua fase suprema, l'imperialismo, la stessa figura dell'imprenditore, quello che veniva chiamato padrone, praticamente non esiste più, sostituito da funzionari lautamente stipendiati oppure addirittura da algoritmi.

  • Terremoti naturali, economici e sociali

    La teleriunione di martedì sera è iniziata con alcune considerazioni riguardo l'emergenza nei Campi Flegrei, a ovest della città di Napoli, dove da giorni si susseguono scosse di terremoto.

    L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) nota che l'area flegrea è soggetta a bradisismo (movimento lento del suolo), e non si possono escludere altri eventi sismici di energia analoga o superiore a quanto già registrato durante lo sciame sismico in corso. I Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica attiva con una struttura detta "caldera", cioè un'area ribassata di forma quasi circolare che si è formata per effetto di eruzioni esplosive del passato. Secondo un articolo pubblicato sulla rivista Nature, si prefigurano tre possibili scenari: 1) un fenomeno di equilibrio in cui il sollevamento del suolo rallenta fino ad assestarsi, 2) un fenomeno di oscillazione per cui il suolo sale e scende, 3) un sollevamento continuo che porta la crosta superiore a rompersi completamente. La situazione è dunque rischiosa per tutta l'area, soprattutto perché si tratta di una delle zone più densamente abitate d'Italia. Un vulcano su dieci, tra quelli storicamente attivi sul pianeta, è una grande caldera di oltre 5 km di diametro. Spesso si verificano diversi episodi sismici nel corso di decenni prima che questo tipo di vulcano esploda; tali episodi appartengono ad un'unica sequenza evolutiva, per cui il comportamento di ciascun evento dipende dall'effetto cumulativo dei suoi predecessori.

Rivista n°55, luglio 2024

copertina n° 55

Editoriale: Non potete fermarvi

Articoli: Evoluzione extra biologica - Transizione di fase. Prove generali di guerra

Rassegna: Presa d'atto - Il capitalismo è morto

Recensione: Dallo sciopero, alla rivolta, alla Comune - Guerra civile negli USA, ma non quella vera

Doppia direzione: Il programma immediato non ammette mediazioni

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email