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  • Resoconto teleriunione  11 febbraio 2025

Il business della catastrofe

La teleriunione di martedì 11 febbraio è iniziata dal commento di un articolo sullo stress da scelta ("Stress da scelta, il nuovo male della vita moderna").

La FOBO ("Fear Of Better Option"), secondo gli psicologi, è una nuova forma di ansia dovuta all'abbondanza di stimoli, alla troppa scelta di merci in un centro commerciale o nelle piattaforme di shopping online. Per noi si tratta di fenomeni da inquadrare in quella che, più in generale, abbiamo definito "vita senza senso". L'umanità è soffocata dall'immensa quantità di merci prodotte, dalla pubblicità, dal marketing, che contribuiscono ad alimentare ansia, senso di impotenza, ecc.

Nell'articolo "Controllo dei consumi, sviluppo dei bisogni umani" abbiamo sviluppato il punto "d" del Programma rivoluzionario immediato (Forlì, 1952): lotta alle mode pubblicitarie che creano artificialmente bisogni voluttuari e, nello stesso tempo, abolizione di ogni sopravvivenza delle attività che alimentano la psicologia reazionaria del consumismo. Tale fenomeno è collegato alla gigantesca e forsennata produzione di merci. In un'epoca di sovrapproduzione di merce è naturale che il capitalismo spinga al massimo sui consumi e faccia in modo che anche chi non ha risorse economiche possa accedere al mercato, indebitandosi.

L'Economist ("China's youth are rebelling against long hours"), descrivendo la particolare situazione cinese, denuncia i turni massacranti e la cultura del lavoro inculcata nel profondo della società. Baidou, Alibaba, Tencent, potendo contare su milioni di neolaureati in cerca di prima occupazione, impongono ai "fortunati" orari e ritmi di lavoro estenuanti, talvolta con conseguenze fatali per i lavoratori. Ci sono, però, anche reazioni a questa realtà, che unisce Oriente ed Occidente, ad esempio i "Tang Ping" in Cina, coloro che si rifiutano di farsi spremere come limoni e che preferiscono "stare sdraiati", oppure il fenomeno #AntiWork negli USA, una pagina su Reddit con quasi tre milioni di membri che hanno in comune il rifiuto del lavoro. Il movimento americano per la semplicità volontaria è basato su uno stile di vita minimalista, uno dei suoi slogan è: tutto ciò che possiedi finisce per possederti.

Negli USA ci sono addirittura dei milionari che, filantropicamente, rinunciano al denaro. Recentemente si sono riuniti a Nashville per una conferenza. Durante il 2024, nel paese si sono susseguiti grandi scioperi, dai Teamsters ai lavoratori di Amazon, dagli insegnanti ai portuali. Questa serie di fenomeni riflette le difficoltà in cui si dibattono gli esseri umani in una società alienante come quella capitalistica. Sempre negli Stati Uniti si sta organizzando tramite social network il lancio di uno sciopero generale (l'iniziativa #generalstrike ha circa 11.000 membri nella comunità di Discord). Con la crescente precarizzazione del lavoro è assurdo ragionare in termine di cellule di fabbrica, tema caro agli ordinovisti prima e agli operaisti sessantottini dopo, mentre si arricchisce di significato l'organizzazione territoriale preconizzata dalla Sinistra, oggi basata sulle reti e su tutto quello che la società mette a disposizione in termini tecnologici.

Secondo un sondaggio realizzato da Il Sole 24 Ore ("Giovani in fuga: il malessere e l'isolamento che li allontanano dalla società e dalla politica"), un giovane su cinque si sente tagliato fuori dalla società, mentre il 58% oscilla tra inclusione ed esclusione. La scomparsa dei partiti di massa e la crescita dell'astensionismo fanno parte di un più ampio processo di dissoluzione del vecchio modo di produzione. Il processo di accumulazione capitalistico tende ad estremizzare i poli in maniera irreversibile: da una parte la classe dei senza riserve, dall'altra il sistema dell'1%.

Il capitalismo estende a livello planetario il piano di produzione e il singolo operaio parziale partecipa alla produzione di una merce continua. Marx affronta questi temi nel VI Capitolo Inedito del Capitale, analizzando la produttività del lavoro, la necessità di integrare i lavori differenziati dei singoli operai di fabbrica in un unico prodotto dell'operaio globale. Nel campo dell'informatica, ad esempio, una volta acquisito un device, sia esso un pc o uno smartphone, bisogna continuare a pagare un canone continuo per avere Internet, così come nel caso di luce, gas, acqua e persino la merce cibo.

Sempre l'Economist dedica alcuni articoli alla trasformazione in corso del conflitto in Ucraina, dove ha preso il sopravvento la guerra elettromagnetica. In "Fighting the war in Ukraine on the electromagnetic spectrum" si parla dell'importanza vitale assunta dai disturbatori di frequenze (jammer), che "ricercano" nello specifico quelle dei droni. Così come si sviluppano i disturbatori, parallelamente avanzano i droni dotati di tecnologie che li rendono non intercettabili. L'Ucraina è stata pioniera nell'uso di droni con visuale in prima persona (FPV) per cercare, inseguire e distruggere obiettivi nemici con precisione millimetrica. Coloro che manovrano i droni sono anch'essi localizzabili: in realtà chiunque emetta un qualche tipo di segnale diventa un possibile obiettivo. La guerra in corso è proprio la guerra dei sensori sul campo, dei satelliti che ricevono segnali in tempo reale. I soldati ucraini, per sfuggire alla localizzazione, utilizzano droni manovrati tramite fibra ottica, vengono cioè srotolate bobine di minuscoli cavi che rendono immuni alla ricezione tali velivoli.

In "The added dangers of fighting in Ukraine when everything is visible", il settimanale inglese descrive lo scenario del conflitto, con le linee del fronte sature di droni di sorveglianza che trasmettono video in tempo reale. Tutti combattono in un campo di battaglia trasparente, dove i soldati devono persino coprirsi con speciali indumenti capaci di bloccare l'emissione di calore per sfuggire alla rilevazione delle telecamere termiche. L'intelligenza artificiale viene utilizzata per analizzare i dati di sorveglianza e incrociarli con i segnali e le informazioni open source, come i post sui social dei soldati russi, che possono rivelare le loro posizioni.

Quelle descritte sono tecniche di combattimento che abbiamo analizzato in "La sindrome di Yamamoto", semilavorato dedicato alla guerra moderna, elettronica e combattuta con l'utilizzo di sensori.

A proposito di guerra, ha suscitato scalpore l'affermazione di Donald Trump circa l'ipotesi di trasferire i palestinesi della Striscia di Gaza in Egitto e Giordania. In realtà l'idea dello spostamento dei gazawi in Giordana era stata avanzata già diversi anni fa da alcune personalità e forze politiche dietro lo slogan "Jordan is Palestine". Per questo motivo il Regno Hascemita è riluttante a ospitare nuove ondate di rifugiati palestinesi.

La crescita demografica mondiale è uno degli aspetti che preoccupa gli Stati. Nell'articolo del Corriere della Sera "Il crollo delle nascite salverà il mondo?", di Milena Gabanelli e Francesco Tortora, si riprendono, malamente, le tesi di Malthus, criticate a suo tempo da Marx. L'articolo riporta i dati dei paesi che stanno vivendo un crollo demografico (tra cui l'Italia), e cita un rapporto periodico delle Nazioni Unite, il "World Population Prospects", che evidenzia come, negli ultimi anni, la crescita demografica sia stata inferiore alle aspettative. In ogni caso, secondo il rapporto, il record della popolazione mondiale sarà raggiunto a metà degli anni 2080 quando sulla Terra abiteranno 10,3 miliardi di persone. Dato l'aumento dei consumi, il pianeta in effetti non basterebbe. Ma non c'entrano i cinesi, gli indiani o gli africani, c'entra l'attuale modo di produzione ("Malthusianesimo ricorrente e tenace"). Non sarà il crollo delle nascite a salvare il mondo, ma il seppellimento del capitalismo.

Elon Musk lancia l'allarme riguardo il raggiungimento di una soglia pericolosa e sostiene che, per salvarsi dalla imminente catastrofe, la specie umana deve diventare multiplanetaria, in primis colonizzando Marte. Per Jeff Bezos (Amazon) la soluzione sarebbe, invece, la costruzione di strutture abitative in orbita intorno alla Terra (vedi Toro di Stanford e Cilindro di O'Neill).

Non è tanto importante quello che dicono i Musk e i Bezos di turno, ma il fatto che il capitalismo suggerisca l'ideologia necessaria per battere nuove strade. L'attuale modo di produzione cerca di sfuggire alla legge della caduta del saggio di profitto investendo in robotica e sistemi automatici basati sull'intelligenza artificiale, puntando allo spazio come nuovo ambito di valorizzazione.

La giornalista Naomi Klein, nel saggio Shock economy. L'ascesa del capitalismo dei disastri, dimostra che il capitalismo d'oggi sfrutta i disastri che produce per fare business: al cambiamento climatico e all'inquinamento risponde con autovetture elettriche e pannelli fotovoltaici (green marketing).

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Rivista n°57, luglio 2025

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Editoriale: Illusioni capitalistiche / Articoli: Ideologie di un capitalismo che nega sé stesso - Insiemi, modelli, previsione / Rassegna: Crisi americana, crisi globale - Leone XIV / Recensione: La catastrofe ed il rattoppo / Doppia direzione: Collegamenti a non finire / In memoria di Jacques Camatte

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Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

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