Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  4 febbraio 2025

Modelli di ragionamento

La teleriunione di martedì sera è iniziata commentando le ultime notizie riguardanti i dazi lanciati dall'amministrazione Trump, e i contro-dazi minacciati dal presidente cinese Xi Jinping.

In questo scontro inter-imperialistico, l'Europa risulta il vaso di coccio tra vasi di ferro. Essa non è un'entità unitaria, né dal punto di vista politico né da quello economico e militare. Detto questo, non c'è alternativa che non sia la guerra aperta al "patto col diavolo" sottoscritto da Cina e USA, che sulla scena internazionale sono nemici e concorrenti ( "Imperialismo in salsa cinese").

In questa epoca di mercato globale il protezionismo è una pratica estremamente contradditoria dato che i capitali americani vanno a valorizzarsi in Cina, e viceversa. Il tentativo di disaccoppiare l'economia statunitense e i suoi satelliti dal blocco rappresentato dalla Cina è antistorico, così come l'idea di far ritornare grande e industriale l'America. Essa si appresta alla costruzione di grandi data center per l'intelligenza artificiale ("Stargate"), con i relativi impianti per generare l'energia necessaria al loro funzionamento. Il progetto prevede un investimento totale di circa 500 miliardi di dollari in quattro anni con una partnership tra pubblico e privato (OpenAI, Oracle e SoftBank). Per quanto importante sia questo progetto, non genererà milioni di nuovi posti di lavoro.

Come riporta Forbes, i dazi di Trump hanno fatto perdere quasi 12 miliardi di dollari in un solo giorno a Elon Musk, dato che gran parte dei suoi introiti derivano dal mercato cinese. Tali imposte, quindi, si ritorcono contro gli stessi capitali USA. Se da una parte il mercato mondiale collega tutto e tutti, e la socializzazione del lavoro supera le barriere nazionali, dall'altra restano la proprietà privata centralizzata in grandi monopoli, rimasugli di borghesie nazionali, confini difesi armi alla mano. Siamo, come direbbe la Sinistra, nel vortice della mercantile anarchia.

Il capitalismo è riuscito a superare le sue crisi spostandole nel futuro, ma ingigantendole. Ogni stato cerca di scaricare al di fuori dei confini le proprie contraddizioni, ostacolando gli altri stati nei loro medesimi tentativi di conquista di spazi di mercato. Il capitale è troppo impaziente per aspettare che gli uomini predispongano i loro piani, agiscano razionalmente, magari a lungo termine. Le guerre commerciali, in alcuni casi, diventano guerre guerreggiate.

Nell'articolo "DeepSeek: il vero vantaggio della Cina è il capitale umano" (Il Fatto Quotidiano), Alessandro Aresu osserva che, per il momento, gli USA attraggono intelligenze umane (ingegneri, matematici, ecc.) da tutto il mondo, mentre Pechino ne forma milioni ogni anno, considerando che le rispettive popolazioni ammontano per i primi a 330 milioni, per la seconda a oltre 1,3 miliardi. La demografia dunque conta. Non è un caso che ci siano vertici come quelli di Kazan, nei quali si inizia a discutere di monete alternative al dollaro. Il BRICS non rappresenta un polo unitario alternativo al dominio USA, ma dimostra che sono in corso dei tentativi di svincolarsi dalla dittatura del dollaro.

Musk ha lanciato l'idea del MEGA, "Make Europe Great Again", che ha prodotto un primo incontro tra gruppi politici europei aderenti a tale proposta. Musk è il megafono di forze disruptive, che poi sono quelle del settore hi tech, tese a far saltare i vecchi equilibri. Anche Trump strizza l'occhio ai gruppi di destra in Europa, come l'AFD in Germania che ha scombussolato il panorama politico nazionale. In realtà, sarebbe meglio dire che è la crisi economica a scombussolare gli assetti politici, portando alla ribalta forze "antisistema". A Berlino oltre 200mila persone sono scese in piazza per protestare contro l'avvicinamento annunciato tra CDU e AFD. Dietro queste manifestazioni "antifasciste", c'è un malessere crescente verso lo stato di cose presente.

La corsa tra USA e Cina per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale (chip war) non è soltanto una sfida tecnologica, ma anche politica e militare. Per gestire le accelerazioni in corso in ambito tecnologico ci vorrebbe un organismo mondiale incaricato di coordinare questo sviluppo, ma all'interno del capitalismo esso non può darsi.

In un articolo del Sole24Ore intitolato "DeepSeek-R1: il primo modello di ragionamento aperto e autonomo", si riportano i progressi compiuti da OpenAI, Google e, recentemente, DeepSeek nel passaggio dai modelli linguistici (LM, "language model") ai modelli di ragionamento (RM, "reasoning model"). Questi ultimi apprendono dai propri errori migliorandosi. ChatGPT è uscito un paio di anni fa, ora DeepSeek-R1 rappresenta un passo in avanti: è parzialmente aperto e i metodi di addestramento sono stati resi noti, sebbene non siano stati divulgati i dati utilizzati. Siamo di fronte a cambiamenti che stanno sconvolgendo la società, portando alla formazione di un "sistema di sistemi" che potrebbe arrivare a dedurre e formulare soluzioni in modo autonomo, quello che Pedro Domingos chiama Algoritmo Definitivo, che Nick Bostrom chiama Singleton, che Raymond Kurzweil chiama Singolarità.

Questa transizione di fase (da non confondere con la fase di transizione, che può durare secoli) è dovuta allo sviluppo della forza produttiva, al fatto che macchine costruiscono macchine e che queste, al pari degli organismi, evolvono (George Dyson, L'evoluzione delle macchine. Da Darwin all'intelligenza globale).

Il contenitore capitalistico corrisponde sempre meno al suo contenuto. Il mondo è interallacciato come non mai. Il filosofo Bostrom è un rappresentante dei circoli borghesi preoccupati dello sviluppo dell'intelligenza artificiale, della possibilità che essa sfugga di mano a chi l'ha generata. Bostrom fa l'ipotesi del Singleton: dalle prime tribù fino ai moderni stati l'umanità procede, sull'onda dello sviluppo tecnologico, verso un aggregato mondiale unico. Bisogna, però, aggiungere che a tale tendenza alla massima centralizzazione si accompagna quella alla disgregazione, al caos, alla guerra.

La Francia è in pieno caos politico, la Germania è alle prese con la recessione, in Serbia in seguito al crollo di una tettoia della stazione della città di Novi Sad si sono susseguite imponenti manifestazioni antigovernative. Nelle piazze del mondo avviene, su scala differente, quanto è accaduto qualche miliardo di anni fa nel brodo primordiale: nuove forme di aggregazione della materia.

L'algoritmo non è qualcosa di esterno all'uomo, ma è alla base della sua stessa evoluzione (il DNA è un codice), che passa anche attraverso lo sviluppo delle macchine. La stessa vita è un una sorta di algoritmo:

"Dall'algebra di Boole al diodo, dalla macchina di Turing all'architettura di von Neuman, dalla cibernetica di Wiener alla teoria dell'informazione di Shannon, dal transistor alla legge di Moore sull'aumento della potenza di calcolo dei microprocessori, il processo che portò alla realizzazione del computer è stato una riproduzione del processo che quattro miliardi di anni fa sfociò nella comparsa della materia vivente." ("Poscritto al Grande Ponte")

Gli informatici hanno potuto sviluppare algoritmi perché la computazione esiste in natura. I movimenti di massa, al di là di quello che pensano i partecipanti o gli organizzatori, nascono e si sviluppano partendo da indicazioni elementari: sì/no, acceso/spento, 0/1. Se le tue condizioni di vita peggiorano, allora sei costretto a fare qualcosa per migliorarle o per evitare che peggiorino ulteriormente. Il libero arbitrio in questa dinamica è solo un'illusione.

Tutti quotidianamente, anche senza esserne coscienti, eseguiamo degli algoritmi. Le molecole sociali che scendono in piazza mettono in pratica azioni finalizzate ad ottenere risultati, a risolvere problemi. Procedono deterministicamente per tentativi ed errori alla ricerca di soluzioni.

Articoli correlati (da tag)

  • Accumuli e catastrofi

    La teleriunione di martedì sera è iniziata riprendendo i temi trattati nella relazione "Peculiarità dello sviluppo storico cinese" presentata durante lo scorso incontro redazionale (15-16 marzo).

    La Cina ha attraversato una lunga guerra di liberazione nazionale (1927-1950) durante la quale la tattica del fronte unito con il Kuomintang, lanciata dal PCC in funzione antigiapponese, portò prima al disarmo e poi al massacro dei comunisti. In seguito alla vittoria della rivoluzione borghese, si rese necessario sviluppare il mercato interno e l'industria; la storia del capitalismo è la storia dell'assoggettamento della campagna alla città. Con la fine degli anni '70 si chiuse un'epoca e si aprì la strada ai finanziamenti esteri che, con le riforme, trasformarono completamente il paese (Deng Xiaoping: "arricchirsi è glorioso"). Il processo di accumulazione originaria, che nei paesi occidentali ha impiegato decine e decine di anni per compiersi, in Cina avviene bruscamente, portando con sè profondi disastri ambientali e sociali. Lo sradicamento dei contadini dalle zone rurali provocò migliaia di rivolte, soffocate con la forza dall'esercito.

    La Cina contemporanea non è solo un paese industrializzato, ma anche finanziarizzato. Nell'articolo "Tessile cinese e legge del valore" abbiamo visto che le contraddizioni riversate in Asia dall'Occidente sono poi tornate indietro amplificate. La vulcanica produzione cinese corrisponde al declino produttivo in altri paesi. La cosiddetta de-industrializzazione dell'Occidente non è causata da cattive scelte politiche, ma dalle leggi inerenti la natura del sistema capitalistico.

  • Accelerazionismo e forze storiche

    La teleriunione di martedì sera è iniziata dalla segnalazione di un articolo del sito Futuro Prossimo, intitolato "USA senza freni: l'accelerazionismo tecnologico di Trump e Musk".

    Nell'articolo, Ben Buchanan, ex consigliere per l'IA per la Casa Bianca, afferma che l'accelerazionismo, una corrente di pensiero secondo cui lo sviluppo tecnologico non deve avere limitazioni, è diventato la dottrina ufficiale dell'amministrazione Trump, con conseguenze potenzialmente rivoluzionarie. Per il nuovo esecutivo politico americano la vera minaccia non è la mancanza di regole, bensì il rischio di restare indietro nella corsa globale all'intelligenza artificiale generale. I meccanismi di funzionamento dello Stato sono troppo lenti per tenere il passo con l'innovazione tecnologica, perciò è necessaria una "distruzione creatrice" di schumpeteriana memoria. Di qui i piani di licenziamento dei lavoratori del DOGE (dipartimento per l'efficienza governativa statunitense) voluti da Elon Musk. Sembra che parte dei 1.500 dipendenti federali della General Services Administration recentemente allontanati verranno sostituiti dalla chatbot GSAi.

    Joseph Schumpeter sviluppa la teoria della "distruzione creatrice" basandosi sull'opera di Marx, in particolare sul passaggio del Manifesto del partito comunista in cui si afferma che la società borghese è costretta a rivoluzionare "di continuo gli strumenti di produzione, quindi i rapporti di produzione, quindi tutto l'insieme dei rapporti sociali".

  • Imperialismo europeo?

    La teleriunione di martedì sera è iniziata dalla notizia riguardante la cosiddetta questione curda.

    Abdullah Öcalan, storico leader della guerriglia curda, imprigionato nelle carceri turche dal 1999, ha chiesto al PKK l'abbandono della lotta armata. Proprio in questi giorni gli USA hanno annunciato il loro ritiro dalla Siria, dove è presente un contingente americano di circa 2mila soldati impegnati contro l'ISIS e a sostegno delle SDF (Siryan Democratic Force). La mossa di Öcalan è un segno dei tempi, è il portato di un repentino cambiamento degli equilibri mondiali, ma resta da vedere la capacità delle forze curde, divise geograficamente e politicamente, di darsi un indirizzo, se non unitario, almeno non confliggente.

    Il subbuglio sociale negli Stati Uniti ha conseguenze sul resto del mondo. L'annuncio di nuovi dazi doganali da parte dell'amministrazione Trump e, più in generale, il ritorno del protezionismo si scontrano con un mondo che, invece, avrebbe bisogno di un governo unico mondiale per gestire l'attuale sviluppo delle forze produttive. Il rischio è che collassi tutto, e che l'utilizzo dell'arma dei dazi inneschi situazioni incontrollabili: gli ingredienti ci sono tutti, il mercato è piccolo, gli attori sono troppi e ad azione segue reazione. La Cina ha infatti annunciato aumenti del 10-15% dei dazi su diversi prodotti agricoli e alimentari americani.

Rivista n°56, dicembre 2024

copertina n° 56

Editoriale: I limiti dell'… inviluppo / Articoli: Il gemello digitale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Donald Trump e il governo del mondo / Rassegna: Il grande malato d'Europa - Il vertice di Kazan - Difendono l'economia, preparano la guerra / Recensione: Ciò che sembrava un mezzo è diventato lo scopo / Doppia direzione: Il lavoro da svolgere oggi - Modo di produzione asiatico? - Un rinnovato interesse per la storia della Sinistra Comunista - Isolazionismo americano post-elettorale?

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email