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  • Resoconto teleriunione  28 gennaio 2025

Il caso DeepSeek

La teleriunione di martedì è iniziata con alcune osservazioni riguardo l'annuncio del lancio di DeepSeek-R1, un nuovo chatbot avanzato, da parte dell'omonima azienda cinese.

DeepSeek-R1 è un'applicazione open source basata su un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM), rilasciato con licenza MIT, che consente l'uso commerciale e la modifica del codice sorgente. Non sono invece stati resi pubblici la collezione di dati e il codice utilizzati per l'addestramento. L'azienda cinese ha prodotto un chatbot di livello pari, se non superiore per alcuni tipi di test, a quelli americani (ChatGPT, Claude e altri), e sembra ci sia riuscita utilizzando meno tempo e meno risorse economiche, e nonostante i dazi USA che impediscono l'esportazioni in Cina di semi conduttori di alta gamma. Il fatto di rendere open source un programma di questo tipo è una mossa politica e al tempo stesso economica: aprire il codice sorgente offre diversi vantaggi, tra cui la nascita di una comunità di sviluppatori impegnata costantemente a migliorare il prodotto. Da tempo l'approccio all'innovazione ha subito un cambiamento: se prima c'erano gli esperti chiusi nelle loro "cattedrali", poi l'apertura al mondo (bazaar) ha dimostrato, con un impiego sempre più vasto di contributi, la sua efficacia (La cattedrale e il bazaar, Eric Steven Raymond), anche a livello aziendale. Nel testo Open non è free. Comunità digitali tra etica hacker e mercato globale, del collettivo Ippolita, si nota che il mercato ha assunto il metodo di sviluppo delle comunità hacker, quindi collaborativo e accessibile, per risollevarsi dopo la bolla speculativa della net economy. Android è per buona parte open source, caratteristica che ne ha permesso una diffusione globale. Questa apertura ha permesso a produttori di dispositivi, sviluppatori e comunità di contribuire al sistema operativo di Google, di adattarlo e distribuirlo su una vasta gamma di dispositivi senza dover pagare licenze.

Il software di DeepSeek mostra grandi potenzialità, soprattutto per l'impiego ridotto di risorse. Sembra, infatti, che il suo sviluppo abbia richiesto meno di 6 milioni di dollari (molto poco se pensiamo agli 11 miliardi investiti da Microsoft in OpenAI), e che per il suo addestramento siano stati utilizzati chip Nvidia meno potenti e in misura minore rispetto ai concorrenti occidentali. A differenza di ChatGPT, il software (al pari di quello di Alibaba) fornisce non solo la soluzione richiesta, ma anche tutti i passaggi eseguiti per elaborarla.

Il lancio del programma cinese, con prestazioni altissime ottenute a basso costo, ha avuto nel breve giro importanti conseguenze, tanto da finire sulle prime pagine di tutti i giornali (The Economist, "Why Chinese AI has stunned the world"). R1 sta facendo tremare i colossi dell'AI americani ed i maggiori produttori di chip (Nvidia, Broadcom, Amd, acc.), tutto il conglomerato di aziende (ed interessi) che detiene direttamente o indirettamente il monopolio di questo tipo di applicazioni è in subbuglio. In seguito al suo rilascio, Nvidia, leader nella produzione di chip per l'intelligenza artificiale, ha registrato una perdita di 600 miliardi di dollari di capitalizzazione in un solo giorno, segnando il più grande calo dal marzo 2020 e il più grande crollo di valore giornaliero di qualsiasi azienda nella storia.

Uno dei timori dell'Occidente, legati alla diffusione di questo programma, riguarda anche l'enorme mole di dati che potrebbe finire nella mani della Cina. TikTok, ad esempio, è minacciata di chiusura negli USA dove conta oltre 170milioni di account, a causa delle accuse di trasferire illegalmente i dati personali dei cittadini americani verso la Cina. Nel contesto militare, è in corso una battaglia che si gioca non solo attraverso i satelliti e i cavi sottomarini, ma anche nella capacità di raccogliere e analizzare i dati del nemico. Le Tesla circolanti in Cina sono ritenute da Pechino dei sistemi di spionaggio degli Stati Uniti, sul banco degli imputati ci sono le telecamere e i sensori usati per la guida assistita. E' interessante notare che uno dei più importanti stabilimenti di produzione di queste automobili si trova a Shangai.

Nel campo della ricerca sull'intelligenza artificiale, gli Stati Uniti ritenevano di avere un vantaggio di alcuni anni rispetto alla Cina, ma ora tale convizione è stata messa in discussione. La velocità di sviluppo di queste tecnologie è ormai misurabile in mesi, con rivoluzioni tecnologiche che avvengono a un ritmo così rapido che si fatica a tenere il passo. La borghesia è preoccupata dal fatto che sta perdendo il controllo del proprio sistema (vedi Superintelligenza. Tendenze, pericoli, strategie di Nick Bostrom), non riesce ad anticipare i processi bensì li subisce. E' notizia recente che due sistemi di IA si siano auto-replicati: il primo è Llama-3.1-70B-Instruct di Meta, e il secondo è Qwen2.5-72B-Instruct di Alibaba. Secondo alcuni esperti potrebbe essere stata superata la cosiddetta "linea rossa", quel limite oltre il quale le macchine non dovrebbero andare (vedi "Tre leggi della robotica" di Isaac Asimov). Elon Musk e altri capitalisti del settore hi-tech hanno proposto una moratoria per frenare lo sviluppo dell'AI: ammesso che i tentativi abbiano un senso, sarebbe necessario un organismo mondiale con il potere di imporre tali decisioni.

Negli ultimi anni miliardi di dollari di investimenti sono stati indirizzati verso il settore delle applicazioni per chatbot, in crescita esponenziale. Tale mercato è stato reso possibile dallo sviluppo di Internet. La Rete, per sua natura, è un qualcosa di aperto, collegato, basato su hub (nodi) e link (collegamenti), dove tutto è messo in relazione. Questo, però, si scontra con le barriere aziendali e nazionali. Il conflitto è tra due mondi, che non sono Cina e USA, ma due forme sociali antitetiche: capitalismo e comunismo. I dati non hanno confini e la loro raccolta è ormai internazionale.

In chiusura di teleconferenza, si è accennato alla situazione in Congo. Gli scontri nel nord del paese tra separatisti dell'M23 ed esercito regolare hanno causato nel giro di pochi giorni un centinaio di morti e migliaia di feriti. M23, sostenuto dal vicino Ruanda, ha conquistato la città di Goma. L'occupazione di territori altrui è prassi normale, come dimostrano le ultime dichiarazioni di Donald Trump che, appena eletto presidente, ha affermato di voler annettere il Canale di Panama, la Groenlandia e il Canada. E perché non dovrebbe fare la stessa cosa la Cina con Taiwan o la Russia con l'Ucraina? Ormai non si perde più tempo con la finezza della diplomazia ma ci si appella direttamente ai rapporti di forza (The Economist, "Rwanda does a Putin in Congo"). La Turchia ha occupato aree del nord della Siria, Israele la Striscia di Gaza e alcune zone del sud del Libano e della Siria.

In questa dinamica catastrofica le popolazioni vengono travolte. Il Congo è il mondo: milioni di persone sono state cacciate dalle proprie abitazioni e altrettanti sono costretti a rifugiarsi in altri paesi. Tutta l'Africa è nel caos, dal Sudan alla Somalia, dal Congo alla fascia dei paesi del Sahel. Caoslandia, di cui parla sovente Limes nelle sue analisi, non è una fascia geopolitica, ma la condizione in cui versa il mondo capitalistico alle prese con stati al collasso, guerre civili, marasma sociale, e popolazioni che diventano senza-riserve nel senso assoluto della definizione.

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