Il numero 54 di n+1 è online

Invitiamo tutti ad abbonarsi alla copia cartacea per aiutarci a mantenere questo tipo di diffusione, ad esempio presso le biblioteche.

Rivista n. 54, dicembre 2023

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

Appuntamenti

20

Apr

"La guerra che viene" - conferenza pubblica a Milano
Sabato 20 aprile 2024, ore 17, presso Circolo anarchico Bruzzi-Malatesta via Torricelli 19 Milano (MM2 Romolo) >>>

16/17

Mar

93° incontro redazionale
Temi: Corpo biologico e corpo sociale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Sui recenti colpi di Stato in Africa >>>

16/17

Dic

92° incontro redazionale
Temi: Determinismo e cibernetica - Conflitto israelo-palestinese - Controrivoluzione in Germania, parte II >>>

23/24

Set

91° incontro redazionale
Temi: Rovesciamento della prassi e concezione unitaria dell'universo - Le cause e le forme del tracollo >>>

Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  27 giugno 2017

Il capitalismo non è un malato da curare, deve proprio sparire

La teleconferenza di martedì sera, presenti 10 compagni, è iniziata con il commento ad un articolo di Repubblica sulla fuga di lavoratori dall'Italia.

Dal 2008 al 2015 circa 800 mila residenti in Italia hanno lasciato il paese per spostarsi verso la Germania, la Gran Bretagna, la Francia o altre mete extraeuropee. E' inoltre ripresa in grande stile la migrazione interna come succedeva ai tempi del boom economico, solo che oggi il tempo delle "magnifiche sorti e progressive" è irrimediabilmente finito: "L'Italia è un paese con opportunità molto diverse ed una situazione di disomogeneità interna che non ha pari in Europa". La miseria crescente nel contesto sociale non può che rispecchiarsi in ambito politico, e infatti ogni elezione registra l'aumento della disaffezione dei "cittadini" nei confronti dello Stato. Ai ballottaggi delle comunali italiane del 25 giugno scorso ha votato circa il 46% degli aventi diritto, il centrosinistra ne è uscito malconcio, il centrodestra ha conquistato 16 città, e il M5S, pur imponendosi nella "rossa" Carrara, ha mostrato una spinta propulsiva ormai smorzata. In generale, lo Stato-nazione, ridotto a pura espressione geografica e adibito al movimento di capitale anonimo internazionale, ha sempre meno il controllo della società:

"È fin troppo evidente, in un contesto generale come quello sommariamente descritto, che non è una forma particolare della politica – neoliberismo, keynesismo, ecc. – che è venuta meno. È il sistema tout court che ha smesso di funzionare, che ha cessato di agire come vincolo di condivisione fra gli individui e lo Stato. È la sostanza unitaria del metodo di governo, che dal fascismo è passato integro all'antifascismo, che ha fatto il suo tempo e che non ha possibilità concrete né di riprendersi né di andare oltre". (n+1 n.41, "Il secondo principio")

Insomma, anche da una semplice tornata elettorale possiamo misurare quanto alta sia la febbre sociale. Il PD, il partito che storicamente raccoglie l'eredità del PCI che un tempo si candidava a rappresentare la classe operaia italiana, ha visto dissolversi prima l'identità stalinista e poi quella genericamente di sinistra, confluendo verso un centro politico incolore. Anche il M5S, nato come movimento di protesta anti-casta, si è velocemente uniformato al panorama politico esistente. Dissoluzione, ingovernabilità, decadenza del sistema dei partiti, sono fenomeni che hanno origine nella perdita irreversibile di energia da parte del sistema capitalista.

Si è poi passati a commentare la crisi delle banche venete con la notizia dell'acquisto degli istituti Veneto Banca e Popolare di Vicenza da parte di Banca Intesa, al prezzo simbolico di un euro. In cambio lo stato ha sborsato subito 5,2 miliardi più altri 12 da mettere sul piatto, pronti per le garanzie. Nulla di nuovo, siamo di fronte al fenomeno affrontato negli anni '50 nel Filo del Tempo "Imprese economiche di Pantalone", ovvero la privatizzazione dei guadagni e la socializzazione delle perdite:

"Il debito pubblico, il prestito di Stato, è la creazione di un attivo per i capitalisti, di un passivo per la popolazione nullatenente."

Il fallimento delle piccole banche e il loro accorpamento in istituti più grandi too big to fail determineranno un sempre più massiccio intervento delle autorità pubbliche qualora si presentassero dei problemi di solvibilità. Da notare che il risultato dell'operazione Intesa è l'annuncio di un migliaio di licenziamenti e la chiusura di circa 600 sportelli. Viene in mente Occupy Wall Street quando diceva che il sistema dell'1% salva sé stesso facendo sprofondare nella miseria il restante 99%.

Nello sfacelo generale le mezze classi fibrillano e danno vita a movimenti populisti contro l'immigrazione, la Ue, le banche e il signoraggio. La piccola borghesia è storicamente il cuscinetto tra le due grandi classi del capitalismo, la borghesia e il proletariato, ed è quindi la prima a muoversi quando la situazione si surriscalda, radicalizzandosi e sfornando teorie strampalate per tenere insieme gli estremi, ovvero capitale e lavoro.

La teleconferenza è proseguita con alcune considerazioni riguardo l'ultimo cyber-attacco globale. Petya, questo il nome del ransomware, blocca i computer rendendo inaccessibili i file, a meno di non pagare un riscatto di 300 dollari in Bitcoin. Colpita principalmente l'Ucraina: la centrale nucleare di Chernobyl, la Banca nazionale e diversi scali aerei. Il virus si è diffuso anche in Italia, Gran Bretagna, Francia e India. Un'ottantina le aziende finite nel mirino tra cui le compagnie russe del petrolio, Rosneft, e della siderurgia, Evraz, la compagnia danese di trasporto marittimo e cantieristica navale Maersk, la ditta francese di distribuzione di materiali per l'edilizia Saint Gobain e la compagnia alimentare Mondelez International. Quando ad esser presi di mira sono le centrali nucleari, le banche e i colossi aziendali non può che trattarsi di una delle manifestazioni della guerra odierna, quella di tutti contro tutti.

Il conflitto è totale e permea tutta la società, anche se questa non comprende a pieno l'entità dello scontro in atto. Sono comunque sempre più evidenti gli effetti della "vita senza senso" nel capitalismo: secondo il Guardian "gli americani stanno morendo dalla disperazione. Dopo la Grande Recessione, il numero di persone di età compresa tra i 25 ed i 44 anni che hanno avuto una overdose di oppioidi è cresciuto ad un ritmo allarmante. Nel complesso, i tassi di mortalità per questa fascia di età sono aumentati di un incredibile 8% tra il 2010 e il 2015".

Engels individuava nell'abuso proletario di alcool il modo peggiore per "darsi animo"; ora l'esasperata dipendenza di una parte dell'umanità dalla droga (psicofarmaci compresi) è la naturale evoluzione di questo male di vivere. Essendo negata all'uomo la sua natura sociale, rimane una vita che non può che essere alienata.

Abbiamo concluso la riunione accennando alla condizione in cui versano i due giganti asiatici: l'India ha una popolazione di 1,4 miliardi di abitanti, ammassati in megalopoli tentacolari, e una delicata situazione etnico-religiosa; la Cina, affermano ormai molti analisti, è sull'orlo del baratro, alle prese con un rallentamento dell'economica e un inquinamento record.

Per quanto riguarda il fronte di guerra in Iraq e Siria, Daesh è in evidente difficoltà ma resiste. A Mosul si sta combattendo casa per casa e migliaia sono i civili intrappolati tra le macerie. La città, crivellata da colpi da arma da fuoco, assomiglia molto alla martirizzata Aleppo, e la stessa sorte sta toccando a Raqqa, considerata la capitale dello Stato Islamico. E' dalla Seconda Guerra Mondiale in poi che la popolazione civile diventa il bersaglio principale delle operazioni belliche.

Articoli correlati (da tag)

  • La guerra e il suo contesto

    La teleriunione di martedì sera è iniziata dall'analisi del recente attacco dell'Iran ad Israele.

    Secondo un portavoce dell'esercito israeliano, nell'azione compiuta nella notte tra il 13 e il 14 aprile l'Iran ha impiegato 170 droni, 30 missili da crociera e 120 missili balistici, che sono stati quasi tutti abbattuti. L'attacco è stato simbolico, le nazioni arabe erano state avvertite e probabilmente anche gli Americani; dopo il bombardamento di un edificio annesso all'ambasciata iraniana a Damasco il primo aprile scorso, Teheran non poteva non rispondere. Gli USA hanno chiesto ad Israele di evitare una reazione a caldo e di pazientare, onde evitare un'escalation; gli Iraniani hanno dichiarato che se Israele lancerà un nuovo attacco essi colpiranno più duro: "Con questa operazione è stata stabilita una nuova equazione: se il regime sionista attacca, sarà contrattaccato dall'Iran."

    Teheran è all'avanguardia nella produzione di droni, ha sviluppato un'industria bellica specializzata e vende queste tecnologie alla Russia ma anche ad Algeria, Bolivia, Tagikistan, Venezuela ed Etiopia.

    Ciò che sta accadendo in Medioriente conferma l'importanza del lavoro sul wargame, a cui abbiamo dedicato due numeri della rivista (nn. 50 - 51). I giochi di guerra servono a delineare scenari futuri, e le macchine amplificano le capacità dell'uomo aiutandolo a immaginare come potrebbero svilupparsi i conflitti in corso. Gli eserciti e gli analisti militari che lavorano con i wargame sono in grado di accumulare grandi quantità di informazioni, ma sono però costretti a vagliarne solo una parte. È un dato oggettivo: i big data vanno ordinati e l'ordine risente dell'influenza di chi applica il setaccio.

  • Guerra "intelligente" e rovesciamento della prassi

    La teleriunione di martedì sera è iniziata con alcune considerazioni riguardo i sistemi di intelligenza artificiale utilizzati da Israele nella Striscia di Gaza. L'argomento si inserisce nel nostro lavoro in corso sulla guerra e sulle nuove armi in via di sperimentazione in Medioriente e Ucraina.

    Prendendo spunto da fonti israeliane (i due siti di informazione +972 e Local Call), il manifesto ha pubblicato un lungo articolo ("20 secondi per uccidere: lo decide la macchina") in cui sono riportate le interviste ad ufficiali dell'intelligence israeliana che spiegano il funzionamento del sistema IA Lavender e il ruolo che esso ha giocato nei bombardamenti sulla Striscia. Lavender opera in sinergia con il sistema Gospel, che si occupa nello specifico di contrassegnare gli edifici e le strutture da cui Hamas lancia i razzi; e ha il compito di individuare i nemici assegnando un punteggio da 1 a 100 ad ogni individuo: per un alto responsabile di Hamas, se identificato in una palazzina molto abitata, è possibile accettare una certa quantità di "danni collaterali", per un militante minore se ne accetta una inferiore. Il sistema di intelligenza artificiale riesce a costruire dei profili e a definire una "kill list" secondo un processo statistico che ha perciò un margine di errore (intorno al 10%); i tempi impiegati dalla macchina per individuare e colpire un obiettivo sono di circa 20 secondi, l'operatore umano non può quindi tenerne il passo e tantomeno eseguire un'analisi approfondita della lista dei bersagli.

    Non si tratta di indignarsi perché l'IA uccide gli uomini, anche i cannoni e le mitragliatrici lo fanno; si tratta invece di comprendere le novità che emergono dall'utilizzo di questa tecnologia. Siamo nel bel mezzo di una transizione di fase, tra un vecchio tipo di conflitto ed uno nascente: la guerra inizia sempre con gli armamenti, le dottrine, le tecniche del passato, ma in corso d'opera evolve diventando altra cosa. Oggigiorno si combatte ancora nelle trincee, come in Ucraina dove però allo stesso tempo si utilizzano i robot; si adoperano i fucili e le granate, ma anche i missili ipersonici. Nell'articolo dell'Economist "How Ukraine is using AI to fight Russia" si informa il lettore che sin dall'estate del 2022 sono stati utilizzati software per ridurre gli attacchi-disturbo dei Russi. Tante start-up ucraine operanti nel settore hi-tech hanno virato verso le necessità belliche, e sono state utilizzate tecniche di profilazione e monitoraggio, consulenze e indagini statistiche per raccogliere dati e scovare la posizione delle truppe e dei sistemi d'arma nemici. Semantic force è una start-up che si è specializzata nel trattamento dei dati riguardanti il morale della popolazione: ora il suo scopo è comprendere lo stato d'animo dei soldati russi (attraverso i social network e non solo).

  • Rottura di equilibri

    La teleriunione di martedì sera è iniziata dall'analisi della guerra in corso.

    Il bombardamento ad opera di Israele di un edificio annesso all'ambasciata iraniana a Damasco ha provocato una decina di morti, tra cui un importante generale iraniano e altri sei membri dei pasdaran, le Guardie rivoluzionarie dell'Iran. Colpire un'ambasciata equivale ad un attacco diretto al paese che essa rappresenta. Per adesso le potenze imperialiste non si combattono direttamente, ma per procura. Nel caso del conflitto israelo-palestinese, l'Iran utilizza Hamas e il Jihad islamico palestinese, ma anche Hezbollah in Libano e gli Houthi nello Yemen. L'attacco di Israele a Damasco ha alzato la tensione, accrescendo la possibilità del passaggio da una proxy war allo scontro diretto. L'Iran ha annunciato che risponderà nei tempi e nei modi che riterrà opportuni per vendicare l'uccisione dei propri militari.

    In Medioriente, la situazione sta evolvendo in una direzione opposta a quella dell'ordine. Israele deve gestire anche il fronte interno: oltre 100mila persone sono scese per le strade del paese dando luogo a quelle che sono state definite le più grandi manifestazioni antigovernative dal 7 ottobre. Le mobilitazioni più partecipate sono state a Tel Aviv, Haifa, e a Gerusalemme davanti alla sede del parlamento israeliano.

Materiale ricevuto

Lavori in corso

Doppia direzione

Rivista n°54, dicembre 2023

copertina n° 54

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco dell'immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email