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  • Resoconto teleriunione  17 dicembre 2013

Valore che comanda su uomini e governi

La teleconferenza di martedì sera, a cui hanno partecipato 10 compagni, è iniziata con un piccolo aggiornamento sul movimento dei forconi o quel che di esso rimane. La componente fascista caldeggia la partecipazione alla manifestazione prevista per il 18 dicembre a Roma, mentre i comitati locali propendono per il rinforzo del legame col territorio continuando con i presìdi e i sit-in. Sembra che la protesta calata "a sorpresa" nelle piazze italiane il 9 dicembre, tenda ora a rientrare spontaneamente nei ranghi. Resta qualche leader, venuto alla ribalta nei giorni dell'exploit, a tentare la scalata politica nella speranza di trovare un posto in parlamento. Al solito politici e giornalisti si danno da fare per dimostrare che i forconi sono pochi, o strumentalizzati, o addirittura c'è chi sforna trattati sociologici. A nessuno invece viene in mente di analizzare le motivazioni materiali che portano migliaia di persone in piazza a protestare contro il "sistema".

La temperatura sociale cresce anche in Spagna, dove è in arrivo un nuovo "giro di vite" contro le proteste di piazza. E' difatti in preparazione una legge che prevede multe salate e restrizioni alla libertà per tutta una serie di infrazioni, e che vieta forme di mobilitazione non autorizzate e l'uso dei social network per organizzare flash mob e sit-in. Il governo Rajoy, che molto probabilmente sarà imitato dai governi di altri paesi, tenta così di ostacolare e magari limitare l'organizzazione di manifestazioni. Ma l'unico effetto che può scaturire da questo tipo di misure è l'inasprimento dello scontro, che si sposta ad un livello più alto.

Un compagno ha poi segnalato un interessante articolo del Sole 24 Ore: Tapering o non tapering? Questo è il problema. Da anni gli Usa versano nel mercato 85 miliardi di dollari al mese (45 miliardi di titoli di Stato e 40 miliardi di titoli agganciati ai mutui), ora la banca centrale americana annuncia una manovra, il tapering, per cui l'iniezione di capitali verrà gradualmente diminuita fino ad arrivare all'azzeramento degli stimoli finanziari. Se gli Stati Uniti smetteranno di pompare dollari, non sarà più così facile speculare e certamente il mercato ne risentirà. La Fed è schiava di un meccanismo perverso: da un lato deve aiutare il mercato, dall'altro la "droga monetaria" che immette manda il sistema in overdose. Significativo quanto accaduto al debutto in borsa della Moncler che ha visto un'impennata del titolo del 46%. Ci sono masse enormi di capitali alla disperata ricerca di valorizzazione, un'altra bolla sta per scoppiare.

L'autonomizzazione del Capitale produce altri fenomeni interessanti tra cui lo strano caso dei bitcoin (฿). Ogni valuta è virtuale e da tempo si confronta con altre valute in forma di bit; il Bitcoin funziona allo stesso modo, solo che invece di essere emesso da uno Stato è "creato" dall'omonimo software peer to peer. Non ha quindi nazione, non è depositato in una banca, chi lo vuole lo crea da sé (attraverso un algoritmo acquisito in Rete e inserito nel programma) e lo gestisce con chiavi criptate. Bitcoin è un software in cui gli utenti mettono a disposizione una propria potenza di calcolo per consentire allo stesso di diventare sempre più potente e quindi tracciare sempre più operazioni di scambio. Chi "gioca" può ottenere nuovi bitcoin e la probabilità di ricevere la ricompensa dipende dalla potenza computazionale che si aggiunge alla rete nella sua interezza. Una volta che la moneta virtuale è stata generata, può essere scambiata con qualsiasi altra e con dei beni materiali (se il venditore la accetta come contropartita). Il funzionamento degli scambi è regolato da una coppia di chiavi (dalla voce dedicata su Wikipedia):

"I bitcoin contengono la chiave pubblica del loro proprietario (cioè l'indirizzo). Quando un utente A trasferisce della moneta all'utente B rinuncia alla sua proprietà aggiungendo la chiave pubblica di B (il suo indirizzo) sulle monete in oggetto e firmandole con la propria chiave privata. Trasmette poi queste monete in un apposito messaggio, la "transazione", attraverso la rete peer-to-peer."

Il vantaggio per chi utilizza questo sistema è quello di riuscire ad effettuare transazioni senza pagare commissioni poiché, a differenza delle valute a corso legale, il valore dei bitcoin non può essere controllato per la natura decentralizzata del metodo di creazione. Inoltre non si viene tracciati visto che la moneta può essere acquisita in modo anonimo. Le mafie brindano, e ovviamente le banche piangono per la perdita di controllo di capitali; per questo motivo i servizi segreti di mezzo mondo sono in allerta e cercano di capire come intervenire. Anche il Bitcoin, come tutte le monete, è diventato esso stesso merce, soggetto quindi a speculazione finanziaria. L'algoritmo che ne genera prevede un tetto massimo di 21 milioni da raggiungere in qualche anno e, visto che ne vengono emessi sempre meno, il loro valore di scambio si sta impennando, tanto che dai 230 dollari di aprile si è arrivati ai 1200 attuali. E' curioso che per fare soldi venga utilizzato il peer to peer: è come se il Capitale sfruttasse la propria antitesi per valorizzarsi. In questo caso però non viene creata una proprietà comune, come con la condivisione di file dove ciascuno mette a disposizione di tutti i partecipanti ciò che all'inizio era soltanto suo. Con il Bitcoin abbiamo invece la versione aggiornata della buona e vecchia "partita doppia", dove si tiene conto delle variazioni di quote di proprietà avvenute negli scambi:

"[...] insomma, ogni sistema di equivalenti, più o meno convenzionali - dal baratto dei selvaggi alla moneta, come equivalente unico per tutti, ai centomila sistemi di registrazione delle partite contra-pareggiate, che vanno dal libretto della serva ai complicati schedari di banche, ove le addizioni le fanno i cervelli atomici, e migliaia di reclute al giorno ingrossano il flotto soffocante dei venditori di forza-lavoro-grattante-ombelico - perché nacquero e sono, se non per lo scambio dei prodotti, e per quello solo?" (Dialogato con Stalin)

In chiusura di teleconferenza abbiamo ripreso il trafiletto dell'ultima newsletter sulla BlackRock, una società americana di asset management che cura patrimoni per un ammontare di 4.100 miliardi di dollari. La sua centrale operativa si basa sulla potenza di calcolo di un cluster formato da 6.000 computer, che controlla il comportamento di 170 tra banche, fondi pensione, fondi di dotazione, assicurazioni. Il programma che governa questo sistema si chiama Aladino e, connettendo alla gestione interna 17.000 operatori finanziari esterni, arriva a gestire indirettamente, in modo praticamente autonomo, capitali per altri 11.000 miliardi di dollari. Il mostro investitore muove in totale 15.000 miliardi di dollari, l'equivalente dell'intero PIL americano, e controlla il 7% degli asset finanziari esistenti nel mondo. Gli stati nazionali sono dei dinosauri in via di estinzione, muovono qualche miliardo di dollari in un mondo dove se ne muovono in maniera automatica decine di migliaia, tutti i giorni. Se effettivamente sono società come la BlackRock a controllare l'economia mondiale, allora siamo di fronte a un capitalismo che fa i conti solo con sé stesso, un capitalismo che nega sé stesso.

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    La teleriunione di martedì sera, presenti 17 compagni, è iniziata con una breve presentazione del saggio Riot. Sciopero. Riot. Una nuova epoca di rivolte, scritto nel 2019 da Joshua Clover.

    Secondo lo scrittore e professore di inglese e letteratura comparata all'Università della California "Davis", a partire dal Medioevo si può ravvisare una dinamica storica che vede prima la rivolta, poi lo sciopero ed infine di nuovo la rivolta, ma in forma diversa rispetto alla fase iniziale.

    Nel testo si descrive come, fino al XIX secolo, lo scontro avviene principalmente nell'ambito della circolazione, dato che lì si trovano i beni necessari alla riproduzione. Successivamente, soprattutto con l'entrata in scena del proletariato, si rafforzano le forme di lotta più organizzate, le rivolte combaciano con gli scioperi, e il conflitto si manifesta per la maggior parte con l'interruzione organizzata del lavoro. A partire dalla fine degli anni 60' del secolo scorso, le forme di scontro si fanno sempre più incontrollabili (vedi riot negli USA): finita l'epoca di crescita industriale del capitalismo, l'accumulazione avverrebbe nella sfera della finanza, almeno nei paesi a capitalismo avanzato, dando così inizio ad una fase di espulsione della forza lavoro dalla produzione. Con lo scoppio della crisi industriale, gli afroamericani sono i primi a trovarsi alle prese con seri problemi di sopravvivenza e le rivolte, che assumono apparentemente una connotazione razziale, riguardano in realtà le condizioni di milioni di proletari. La seconda fase della rivolta, o rivolta prime, come la chiama Clover, si pone quindi direttamente in conflitto con lo Stato, poiché esso dispone di strumenti di repressione e controllo che le società precedenti non avevano, raggiungendo livelli di sofisticazione mai visti prima. Gli scioperi moderni toccano la circolazione di uomini e soprattutto di merci, dal trasporto aereo ai treni, dalla logistica ai petroliferi. I gilet jaunes, ad esempio, a partire dal 2018 hanno occupato le principali vie di comunicazione bloccando autostrade e rotatorie. La logistica connette il tessuto produttivo ed è fondamentale nell'epoca del just in time e della produzione senza magazzino.

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    La teleconferenza di martedì sera, a cui si sono connessi 18 compagni, è iniziata con alcune considerazioni riguardo le rivolte scoppiate in Francia in seguito all'uccisione del giovane Nahel per mano della polizia a Nanterre.

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    Dal 2005 in Francia è in corso un'escalation sociale. Secondo il ministero dell'Interno francese, il livello di violenza attuale (poliziotti feriti, edifici pubblici distrutti, ecc.) è superiore alla precedente ondata di rivolta. Marsiglia, seconda città francese per numero di abitanti dopo Parigi, è stata teatro di scontri durissimi tra giovani e forze dell'ordine, ed una persona è rimasta uccisa da una "flash ball" sparata dalla polizia, lo stesso tipo di arma (proiettile di gomma) che durante le proteste dei Gilets jaunes aveva causato decine di feriti gravi.

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Rivista n°55, luglio 2024

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