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  • Resoconto teleriunione  5 agosto 2014

Stato Islamico ed Europa

La teleconferenza di martedì sera (presenti 8 compagni) è iniziata con alcuni aggiornamenti sulla situazione in Medioriente. I miliziani dell'IS dopo aver conquistato l'importante snodo di Mosul e i pozzi petroliferi dell'area, marciano ora su Kirkuk. Caos politico-militare anche in Libia, dove proseguono da settimane i combattimenti per il controllo dell'aeroporto di Tripoli e le milizie islamiche di Ansar al Sharia hanno preso il controllo completo di Bengasi, dichiarando in città l'istituzione di un "emirato islamico".

Per inquadrare storicamente la materia abbiamo ripreso Le cause storiche del separatismo arabo. In quel testo si affermava che gli arabi, magnifici conquistatori, non sono riusciti a sviluppare e soprattutto consolidare uno Stato nazionale:

"Volendo uscire dal campo delle congetture e restare sul terreno storico, emerge, dallo studio del ciclo storico degli arabi, una conclusione che può sembrare quasi ovvia. Per l'incapacità a fondare uno Stato nazionale, gli arabi divennero da conquistatori conquistati, e furono tagliati fuori dal progresso storico, cioè condannati a restare nel fondo del feudalesimo mentre gli Stati d'Europa si preparavano ad uscirne per sempre e acquistare in tal modo la supremazia mondiale".

Gli jihadisti dell'ormai autoproclamato Stato Islamico hanno dimostrato di saperci fare sia dal punto di vista finanziario e bancario che da quello strategico. In una visione più ampia del fatto di cronaca c'è però una prospettiva raccapricciante: il capitalismo è feroce e non s'è mai tirato indietro rispetto ai massacri, ma non può sopportare a lungo il capitalismo antico. Queste forze sono retrograde almeno fino a quando non arrivano alla formazione statale: basti vedere l'Iran del pretume nero o l'Arabia Saudita, dove regna la legge islamica, ma oltre questa cortina possono scorgersi paesi moderni dal punto di vista del capitalismo finanziario e autonomizzato.

Un'ipotesi non proprio assurda potrebbe essere quella della fondazione di uno stato islamico abbastanza ricco, cosa che obbligherebbe l'occidente ad una vera guerra, ma bisogna vedere se gli Usa sono disposti a far scendere sul terreno qualche milione di soldati e soprattutto se regge il fronte interno americano: la popolazione dei paesi occidentali inizia sempre più a rifiutare di essere mandata al massacro. E' più probabile invece che cercheranno di intavolare affari con mercenari corrotti o al massimo spingeranno le varie fazioni l'una contro l'altra. Proprio in questi giorni il governo Obama ha annunciato un massiccio piano di investimenti in Africa, dal manifatturiero al minerario, in aperta concorrenza ai cinesi ed in netto contrasto con l'espansione del fondamentalismo islamico. Agli americani non interessa molto degli sciiti, dei sunniti, di chi massacra chi, l'imperialismo moderno è quello di Queimada nell'epoca delle portaerei, dei satelliti e delle guerre telecomandate.

A Gaza oltre alla distruzione dei tunnel, il dato importante è quello della distruzione delle moschee. In questo momento due sono le forze che le fanno saltare in aria: da una parte Israele ne ha rase al suolo 40 a Gaza, dall'altra l'IS spiana quelle accusate di apostasia. Di fronte alla situazione generale jihadista la campagna militare israeliana sa tanto di guerra preventiva. Uno stato come Israele arrogante e dispotico, dipendente economicamente dall'estero e circondato da un miliardo e trecento milioni di islamici, manifesta una certa paura.

In chiusura abbiamo accennato alla situazione in evoluzione in Ucraina dove si stima che circa 700 mila persone hanno lasciato le loro case per rifugiarsi in Russia. L'esercito di Kiev ha circondato le roccaforti dei filorussi, Lugansk e Donetsk, ma si registrano massicce diserzioni da parte di soldati, lasciati senza rifornimenti in un'epoca in cui la logistica è fondamentale anche in guerra. Nell'ultimo numero di Limes Lucio Caracciolo ipotizza che gli Usa stiano cercando di danneggiare i rapporti economici tra Russia e Europa, la quale viene trascinata in una contrapposizione che non le è molto utile. La diplomazia russa sta reagendo in modo abbastanza morbido, probabilmente si sta accumulando energia potenziale da far scattare in cinetica, non sarà come in Georgia ma saranno costretti a mobilitarsi per il bacino del Donetsk e di sicuro non lasceranno la Crimea, hub strategico dove ci sono gli sbocchi sul mare di vitale importanza per Mosca. La nullità, l'inesistenza politica dell'Europa metterà Usa e Russia nelle condizioni di decidere la situazione.

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  • Intelligenza di sciame

    La teleriunione di martedì sera è iniziata commentando la situazione economica e politica in Germania.

    La crisi economica ed istituzionale, che ha portato alla caduta del governo Scholz, fa vacillare quello che era considerato il paese più stabile d'Europa. Il patto corporativo, instaurato a partire dagli anni '30 e consolidato nel dopoguerra con la fase demo-fascista, mostra le prime crepe. Il cancelliere Scholz è stato sfiduciato dal Bundestag e quindi il paese tornerà presto alle urne. Il problema dell'ingovernabilità è ormai diffuso. La Francia, ad esempio, è alle prese con problemi economici (chiusura di fabbriche, deficit in aumento e spread in salita) che hanno portato ad una crisi politica senza precedenti.

    Lo "schema ad imbuto" riportato nell'articolo "Un modello dinamico di crisi" è la rappresentazione dell'andamento dell'incremento relativo degli indici della produzione industriale dei maggior paesi capitalistici. Nel 2008, il diagramma evidenziava chiaramente come gli indici delle principali economie fossero sincronizzati intorno a una crescita prossima allo zero. Al tempo, l'unica eccezione era rappresentata dalla Cina, ma oggi anch'essa si sta progressivamente allineando alle altre economie. Se non c'è sempre una relazione meccanica tra crisi economica e crisi governativo-istituzionale, è però evidente che lo stato dell'economia (struttura) produce risvolti pratici sul piano politico (sovrastruttura).

    L'asse franco-tedesco, che è stato il principale locomotore del processo di integrazione europea, è in seria difficoltà. Il PIL tedesco è negativo da due anni. Le élite politiche del Vecchio Continente sono in balia degli eventi, impossibilitate a rovesciare la prassi. L'ingovernabilità deriva non tanto all'incapacità delle leadership o dei governi, quanto dall'impossibilità di rispondere alla crisi di accumulazione capitalistica, che non lascia spazi di manovra. In Francia e in Germania cresce il consenso verso formazioni populiste/sovraniste, alimentato dal malessere delle classi medie. Ma nemmeno queste forze riescono a dare soluzioni e, una volta al governo, diventano simili alle stesse forze politiche che avevano criticato. Il ciclo politico populista rappresenta sia l'esaurimento delle ricette politiche borghesi che la protesta interclassista e reazionaria contro lo stato di cose presente. Ogni transizione mostra degli invarianti: tutte sono annunciate da anticipazioni della società nascente, tutte trasportano in quest'ultima i residui della società morente. In ogni caso, la nuova società adopera i caratteri della vecchia per imporsi e tramutarsi nel suo contrario.

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    La teleriunione di martedì sera si è aperta con il commento dell'articolo "Il gemello digitale", pubblicato sul numero 56 della rivista, in uscita a breve.

    La differenza tra un modello classicamente inteso e il gemello digitale risiede nel fatto che il primo è statico, mentre il secondo è dinamico, grazie al feedback continuo tra mondo fisico e mondo digitale. Uno dei primi modelli dinamici sviluppati con l'ausilio del computer è Mondo3 di Jay Forrester, progetto commissionato dal Club di Roma ed utilizzato per elaborare il Rapporto sui limiti dello sviluppo (1972).

    La digitalizzazione del mondo, realizzata grazie all'aumento della potenza di calcolo dei computer e all'enorme mole di dati raccolta tramite sensori sparsi ovunque (big data), permette di sviluppare modelli digitali di qualsiasi oggetto o processo. Il gemello virtuale si modifica continuamente in base agli input che arrivano dalla realtà fisica, alla quale, successivamente, vengono inviati degli output; connettendolo a sistemi di intelligenza artificiale, esso può scovare schemi ricorrenti che gli uomini non riescono ad individuare. Un'automobile di Formula 1 è dotata di centinaia di sensori, i cui segnali vengono inviati alle centrali di controllo permettendo la realizzazione di un modello digitale. Tale modello monitora lo stato della vettura e lo confronta con i dati delle corse precedenti, consentendo di prevedere se determinati segnali possono portare, statisticamente, a dei guasti. La Commissione europea sta sviluppando Destination Earth, un "digital twin" del pianeta Terra, con l'obiettivo di prevenire quella che viene chiamata "crisi del clima". I dati nell'epoca dell'informazione sono una merce preziosa, che difficilmente gli Stati metteranno in comune.

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    L'offensiva, evidentemente preparata da tempo, ha penetrato in profondità il territorio siriano, arrivando ad interrompere l'autostrada Damasco-Aleppo, il principale collegamento del paese. L'attacco ha provocato in pochi giorni oltre 50mila profughi. HTS ha sfruttato la debolezza di Iran e Hezbollah, che negli ultimi anni hanno svolto un ruolo importante nel sostenere il regime di Bashar al-Assad, ma anche la ridotta presenza della Russia, che mantiene diverse basi strategiche in Siria (Latakia, Tartus, Chmejmim) a tutela dello stesso regime. Si parla di "finestra di opportunità" per indicare una situazione particolare in cui una forza statale o non statale può ritenere utile agire per raggiungere un obiettivo magari perseguito da tempo, ma che per varie ragioni non era stato possibile realizzare.

Rivista n°56, dicembre 2024

copertina n° 56

Editoriale: I limiti dell'… inviluppo / Articoli: Il gemello digitale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Donald Trump e il governo del mondo / Rassegna: Il grande malato d'Europa - Il vertice di Kazan - Difendono l'economia, preparano la guerra / Recensione: Ciò che sembrava un mezzo è diventato lo scopo / Doppia direzione: Il lavoro da svolgere oggi - Modo di produzione asiatico? - Un rinnovato interesse per la storia della Sinistra Comunista - Isolazionismo americano post-elettorale?

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Newsletter 245, 19 gennaio 2022

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