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La teleriunione di martedì sera, a cui si sono connessi 19 compagni, è iniziata con alcune considerazioni riguardo il recente attacco subito dall'Iran alla luce della "nostra" teoria della guerra.

Alcuni droni hanno cercato di colpire un sito militare nella città di Isfahan (a sud di Teheran), dove sarebbero immagazzinati missili balistici e droni che la Russia attende dall'Iran. Il ministero della Difesa iraniano ha dichiarato che gli aeromobili a pilotaggio remoto erano tre: uno è stato colpito dal sistema di difesa antiaerea del complesso e gli altri due sono esplosi.

Secondo il Wall Street Journal, che cita fonti USA, l'autore dell'attacco sarebbe Israele, mentre Al Arabiya sostiene il coinvolgimento degli Stati Uniti. In ogni caso, sia Israeliani che Americani hanno tutto l'interesse a contenere la sfera di influenza di Teheran e le sue capacità militari. "Tutte le opzioni sono sul tavolo per impedire che Teheran ottenga l'arma nucleare", ha affermato il segretario di Stato americano Antony Blinken. Nel recente passato è stato eliminato il responsabile del programma nucleare di Teheran, un comandante dei pasdaran; e prima ancora, nel 2010, c'era stato l'attacco informatico condotto dagli USA con il virus Stuxnet all'impianto di arricchimento di Natanz. In seguito, l'Iran ha investito molto sulla cyber security e ha sviluppato un settore informatico militare, l'Iran's Cyber Army, che è stato testato nell'attacco dello scorso anno all'Albania.

La teleconferenza di martedì sera, presenti 16 compagni, è iniziata dalla segnalazione di un articolo dall'Economist dello scorso 7 agosto, intitolato "The promise of open-source intelligence".

Secondo il giornale inglese, l'Open Source INTelligence (OSINT) potrebbe essere utile alle popolazioni per ottenere maggiore democrazia e libertà, dato che la sua natura decentralizzata ed egualitaria eroderebbe il potere dei tradizionali gestori della verità e della menzogna, e cioè di governi, servizi segreti e polizie: poiché la segretezza può essere troppo facilmente abusata l'OSINT è il benvenuto. Questa branca dell' intelligence si occupa della ricerca, della raccolta e dell'analisi di dati e notizie d'interesse pubblico tratti da fonti aperte, e accumulati attraverso mezzi di comunicazione cartacei o digitali, o attraverso l'osservazione di immagini, filmati, conferenze che chiunque può reperire sul Web. Nella nostra epoca l'informazione non è poca, al contrario è troppa. Ci sono sensori sparsi ovunque, satelliti che fotografano continuamente il pianeta terra, milioni di persone che quotidianamente postano foto, video e notizie sui social network. Proprio per questo, afferma l' Economist, le campagne di intelligence possono essere condotte dalla cosiddetta società civile.

Pubblicato in Teleriunioni agosto 2021

La teleconferenza di martedì sera, connessi 17 compagni, è iniziata commentando gli ultimi sviluppi del conflitto in Afghanistan.

La condizione in cui versa il paese asiatico non è importante in sè, ovvero per la delicata situazione interna, ma per i risvolti internazionali. L'Heartland è un'importante crocevia, è il cuore del mondo, così come lo definiva il geografo Mackinder.

Prima l'Inghilterra, poi la Russia, ed infine gli Usa si sono impantanati in questo territorio difficile da controllare soprattutto per la sua conformazione: appostati all'imboccatura delle valli, bastano pochi uomini per fermare una colonna corazzata (come ha potuto verificare l'esercito russo). Durante la loro permanenza, gli Stati Uniti hanno provato a stanare i guerriglieri dalle grotte utilizzando Daisy Cutter (in italiano taglia margherite), una tipologia di ordigno noto per la sua capacità di radere al suolo una sezione di bosco di circa 1500 m.

Pubblicato in Teleriunioni agosto 2021

La teleconferenza di martedì sera, presenti 11 compagni, è iniziata commentando la recente intervista rilasciata da Davide Casaleggio a La Verità.

Le dichiarazioni del figlio di Gianroberto Casaleggio, fondatore del Movimento 5 Stelle insieme a Beppe Grillo, hanno suscitato un certo scalpore nell'ambiente politico date le prese di posizione riguardo agli istituti democratici: "Tra qualche lustro faremo a meno dei parlamenti... I modelli novecenteschi stanno morendo, dobbiamo immaginare nuove strade e senza dubbio la Rete è uno strumento di partecipazione straordinario."

E ancora, sulla disaffezione dei cittadini verso la "politica", dice:

"La sfiducia dei cittadini nella classe politica ha radici lontane e lo scollamento tra i palazzi e la vita reale non è una novità. Nonostante questo, per lungo tempo il metodo della rappresentanza è stato il migliore metodo possibile. Oggi però, grazie alla Rete e alle tecnologie, esistono strumenti di partecipazione decisamente più democratici ed efficaci in termini di rappresentatività del volere popolare di qualunque modello di governo novecentesco. Il superamento della democrazia rappresentativa è quindi inevitabile."

Pubblicato in Teleriunioni luglio 2018

La teleconferenza di martedì sera, a cui si sono connessi 15 compagni, è iniziata con un breve resoconto sulla condizione dei Rohingya in Myanmar, un'etnia di religione musulmana perseguitata dal governo centrale birmano. Lo scorso agosto, dopo alcuni attacchi alle stazioni di polizia da parte di ribelli armati nella regione di Rakhine, l'esercito ha reagito duramente operando violenti rastrellamenti che hanno dato inizio ad un esodo nel vicino Bangladesh. In più parti del pianeta milioni di esseri umani si muovono alla disperata ricerca di condizioni di vita migliori, fuggendo da guerre, persecuzioni religiose o etniche, e finendo per ingrossare le fila di immensi campi profughi.

La riunione è proseguita con il commento dell'articolo dell'Economist "Once considered a boon to democracy, social media have started to look like its nemesis" sull'influenza dei social network nella formazione delle idee. Secondo il settimanale inglese, i social, che hanno avuto un ruolo primario nelle rivolte degli ultimi anni (in Ucraina a partire da piazza Maidan, in Egitto con la caduta di Mubarak), sono anche utilizzati per manovrare la cosiddetta opinione pubblica e tale settore è caratterizzato da una limitata libertà in cui grandi gruppi come Facebook, Twitter e Google monopolizzano l'informazione, condizionando milioni di esseri umani. Quello che l'Economist non dice è che la guerra moderna si combatte online e che la Rete è diventata un'arma più efficace di un cannone; e come in ogni guerra, gli Stati cercano di intervenire per difendere i loro interessi e, soprattutto, per controllare il loro grande avversario, il proletariato.

Durante la teleconferenza di martedì sera, a cui si sono collegati 18 compagni, si è affrontato il tema dei beni comuni. Nel discorso tenuto ai manifestanti di Zuccotti Park, il 9 ottobre 2011, Slavoj Žižek ha affermato: "L'unico senso in cui noi siamo comunisti è che ci preoccupiamo per i beni comuni, i beni comuni della natura, i beni comuni della conoscenza che sono privatizzati dalla proprietà intellettuale, i beni comuni della biogenetica, per questo e solo per questo dovremmo combattere. Il comunismo è fallito assolutamente, ma i problemi dei beni comuni sono qui." Secondo il filosofo sloveno la difesa dei beni comuni, dopo il fallimento del comunismo, è l'unico orizzonte praticabile di lotta.

Pubblicato in Teleriunioni aprile 2014

La teleriunione di martedì sera, connessi 16 compagni, è iniziata dal commento di un articolo del Corriere, secondo cui varie imprese e uomini d'affari cercano, dietro pagamento, di influenzare le voci di Wikipedia. In realtà questo fenomeno non è nuovo, e il fatto che qualcuno venga pagato per lavorare all'enciclopedia "on line" non rappresenta di per sé un problema, perché se vengono osservate le regole della community e viene seguito il codice redazionale, Wikipedia continua a svilupparsi. Ma non solo: essendo una struttura che si autoprotegge, è in grado di ripararsi da sé. Per far fronte al fenomeno del "sockpuppetry", e cioè la pubblicazione di testi per favorire questo o quell'altro committente oppure per colpire qualche soggetto in particolare, la comunità si è data nuovi meccanismi di intervento e una maggiore rigidità nella compilazione delle voci; di conseguenza qualche nuovo iscritto è incappato in questa "autodifesa" e si è visto cancellare le modifiche apportate.

Rivista n°54, dicembre 2023

copertina n° 54

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco dell'immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

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Newsletter 245, 19 gennaio 2022

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Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

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