Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  4 novembre 2014

Già, non ancora

La teleconferenza di martedì, a cui si sono connessi 13 compagni, è cominciata con una breve analisi degli interventi di Napolitano e Renzi, il primo alla cerimonia di consegna delle decorazioni dell'Ordine Militare d'Italia, il secondo a Brescia durante il vertice degli industriali.

La più alta carica dello stato ha lanciato l'allarme sulla tenuta sociale del paese: "Vi è il rischio che, sotto la spinta esterna dell'estremismo e quella interna dell'antagonismo, e sull'onda di contrapposizioni ideologiche pure così datate e insostenibili, prendano corpo nelle nostre società rotture e violenze di intensità forse mai vista prima".

Ha quindi invitato le forze armate a tenersi pronte a intervenire in più scenari di guerra: "Il quadro internazionale mostra tensioni e instabilità crescenti. Si vanno affermando nuove e più aggressive forme di estremismo e di fanatismo che rischiano di investire i territori degli 'Stati falliti' e insediarsi a ridosso dei confini dell'Europa e dell'Italia in particolare, infiltrandone gradualmente le società anche grazie alla loro perversa forza attrattiva. E' una minaccia reale, anche militare, che le nostre Forze Armate devono essere pronte a contrastare e prima di tutto a prevenire, insieme all'Unione Europea e alla NATO."

Ha infine evidenziato, principalmente in riferimento allo scacchiere mediorientale, la "perdita di leadership politica in seno alla comunità internazionale".

I temi affrontati da Napolitano fanno venire in mente il rapporto Nato SAS 30 Urban Operation in the year 2020, di cui scrivemmo nella newsletter 132 al tempo dell'introduzione nelle maggiori città italiane di pattugliamenti misti di esercito e polizia. Il documento prevede che la popolazione mondiale supererà entro il 2020 i 7,5 miliardi, il cui 70% vivrà in zone urbane. L'urbanizzazione crescerà a dismisura accrescendo povertà, scontri e tensioni sociali nelle metropoli. Poiché in un tale contesto le normali forze di polizia non saranno in grado di condurre operazioni contro folle "ostili" o semplicemente "complici" dei nemici da colpire e neutralizzare, lo studio dà indicazione per un utilizzo graduale dell'esercito in funzione di ordine pubblico man mano che la crisi mondiale, ipotizzata per il 2020, si avvicina.

Renzi, nel suo intervento alla Palazzoli di Brescia, ha trattato soprattutto di lavoro e giustizia. In continuità con il discorso alla Leopolda, ha ribadito la necessità di blindare la società per salvare il Paese:

"Dobbiamo evitare un rischio pazzesco: c'è un disegno per dividere il mondo del lavoro. Non esiste una doppia Italia, dei lavoratori e dei padroni: c'è un'Italia unica e indivisibile e questa Italia non consentirà a nessuno di scendere nello scontro verbale e non solo, legato al mondo del lavoro".

Di fronte al precipitare della crisi, la borghesia esprime la necessità di unificare le componenti sociali e farle cooperare per il bene supremo della nazione, in una riproposizione del vecchio corporativismo fascista in versione 2.0: datori di lavoro e operai devono entrambi anteporre gli interessi nazionali a quelli individuali. Il mezzo per arrivare a questo traguardo è il Partito della Nazione.

Che il sindacato passi dalla concertazione al conflitto di classe è quindi inevitabile. Dal secondo dopoguerra in poi, prima il Pci, poi il Pds e in ultimo il Pd, sono stati la sponda politica della Cgil. Ora venendo meno la "cinghia di trasmissione" con il partito di riferimento, urgono nuove sponde politiche e nuove alleanze. E' quindi la stessa borghesia a spingere il sindacato al cambiamento, imponendogli una pesante ristrutturazione politica e organizzativa. Attenzione, l'esito del processo non è scontato.

Renzi è protagonista anche a livello europeo, almeno per quanto riguarda la polemica con il presidente della Commissione europea Juncker. La linea italiana sull'Europa è chiara: l'Unione non è solo economia, non è solo moneta, essa è fondata sui veri ideali (riferimento ai padri fondatori) e sulla Bellezza. Quello del premier italiano è un approccio demagogico ma efficace: parla alla pancia degli euroscettici e mette il dito nella piaga degli sperperi della burocrazia ("Riveleremo anche le cifre del bilancio Ue, e ci sarà da ridere").

Anche nell'altro versante, quello degli Stati Uniti d'America, si alza il livello di fibrillazione in vista delle elezioni di medio termine. Secondo Nouriel Roubini, l'unico a funzionare tra i quattro motori del mondo capitalistico è quello Usa, dato che l'Eurozona è in recessione, il Giappone non si riprende neanche dopo un massiccio ricorso al quantitative easing, e i paesi emergenti hanno smesso di emergere. L'esito delle votazioni di Midterm, avverte l'economista, potrebbe però cambiare le cose: il paese non può infatti sopportare un ulteriore braccio di ferro tra democratici e repubblicani sulle politiche economiche.

Segnali di allarme sulla situazione sociale arrivano anche dal Vaticano: durante la messa per la solennità di tutti i Santi papa Francesco si è scagliato contro i "devastatori del creato e della vita". Rivolgendosi alle immense masse di poveri e di profughi in fuga da guerre e malattie, il Pontefice ha detto:

"Vivono in tende, sono nel deserto, sentono il freddo, senza medicine, affamati perché il dio-uomo si è impadronito del creato e di tutto quel bello fatto per noi. Ma chi paga la festa? Loro, i piccoli, i poveri, quelli che da persone sono finite nello scarto e questa non è storia antica, succede oggi [...] dirò di più, sembra che questa gente scartata, questi bambini affamati, ammalati, sembra che non contino, che siano di un'altra specie, non siano umani."

Il modo di produzione capitalistico scomparirà perché incapace di assicurare al suo schiavo l'esistenza persino nei limiti della sua schiavitù (Il Manifesto del Partito Comunista). Questa società è costretta a lasciar cadere il proletariato in condizioni tali da doverlo poi nutrire anziché esserne nutrita; è dimostrata la necessità della morte del capitalismo, quindi la sua scientifica non-esistenza potenziale (Scienza economica marxista come programma rivoluzionario).

In chiusura di teleconferenza sono state riportate alcune news dal mondo del Web. Oggi quasi tre miliardi di persone sono connesse a Internet, di cui il 73,4% tramite smartphone o tablet. Sembra che nel giro di tre anni la cifrà salira al 90%, con un picco in Asia dove in un solo anno la percentuale di chi si è connesso in questo modo è balzata dal 23 al 37%. Si sta formando una super-rete globale che avrà sempre più bisogno di banda e di capacità: nel 2018 consumeremo qualcosa come 83.299 petabyte (o 85 milioni circa di terabyte) al mese. Il primo, sterminato zettabyte (1024 exabyte) dovrebbe invece essere varcato l'anno prossimo. Un compagno ha inoltre segnalato che Microsoft ha reso disponibile, su richiesta, la preview di Skype Translator, il tool che traduce in tempo reale le conversazioni vocali. Per ora si tratta di una versione di prova, ma pare che quella ufficiale, la prima release è data per fine anno, sarà in grado di tradurre fino a 45 lingue differenti.

La Rete, vero abbozzo di cervello sociale, non è un prodotto-merce come gli altri. Anzi, contraddittoriamente, pur essendo sottomessa alla generale legge del valore, cioè al Capitale, si ribella a ogni tentativo di omologazione. È sfuggita all'apparato militare da cui è nata, ma anche alle accademie universitarie che la umiliavano come strumento elitario. Non proviene da un progetto scientifico secondo un qualche "paradigma", ma è diventata paradigma essa stessa.

Articoli correlati (da tag)

  • Il caso DeepSeek

    La teleriunione di martedì è iniziata con alcune osservazioni riguardo l'annuncio del lancio di DeepSeek-R1, un nuovo chatbot avanzato, da parte dell'omonima azienda cinese.

    DeepSeek-R1 è un'applicazione open source basata su un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM), rilasciato con licenza MIT, che consente l'uso commerciale e la modifica del codice sorgente. Non sono invece stati resi pubblici la collezione di dati e il codice utilizzati per l'addestramento. L'azienda cinese ha prodotto un chatbot di livello pari, se non superiore per alcuni tipi di test, a quelli americani (ChatGPT, Claude e altri), e sembra ci sia riuscita utilizzando meno tempo e meno risorse economiche, e nonostante i dazi USA che impediscono l'esportazioni in Cina di semi conduttori di alta gamma. Il fatto di rendere open source un programma di questo tipo è una mossa politica e al tempo stesso economica: aprire il codice sorgente offre diversi vantaggi, tra cui la nascita di una comunità di sviluppatori impegnata costantemente a migliorare il prodotto. Da tempo l'approccio all'innovazione ha subito un cambiamento: se prima c'erano gli esperti chiusi nelle loro "cattedrali", poi l'apertura al mondo (bazaar) ha dimostrato, con un impiego sempre più vasto di contributi, la sua efficacia (La cattedrale e il bazaar, Eric Steven Raymond), anche a livello aziendale. Nel testo Open non è free. Comunità digitali tra etica hacker e mercato globale, del collettivo Ippolita, si nota che il mercato ha assunto il metodo di sviluppo delle comunità hacker, quindi collaborativo e accessibile, per risollevarsi dopo la bolla speculativa della net economy. Android è per buona parte open source, caratteristica che ne ha permesso una diffusione globale. Questa apertura ha permesso a produttori di dispositivi, sviluppatori e comunità di contribuire al sistema operativo di Google, di adattarlo e distribuirlo su una vasta gamma di dispositivi senza dover pagare licenze.

    Il software di DeepSeek mostra grandi potenzialità, soprattutto per l'impiego ridotto di risorse. Sembra, infatti, che il suo sviluppo abbia richiesto meno di 6 milioni di dollari (molto poco se pensiamo agli 11 miliardi investiti da Microsoft in OpenAI), e che per il suo addestramento siano stati utilizzati chip Nvidia meno potenti e in misura minore rispetto ai concorrenti occidentali. A differenza di ChatGPT, il software (al pari di quello di Alibaba) fornisce non solo la soluzione richiesta, ma anche tutti i passaggi eseguiti per elaborarla.

  • Spazio e Monopolio

    La teleriunione di martedì sera è iniziata dal commento dell'articolo "Assalto al Pianeta rosso", pubblicato sul numero 41 della rivista.

    I razzi che vengono lanciati nello Spazio sono, sostanzialmente, dei proiettili di tipo balistico (vedi "La cosiddetta conquista dello spazio"). Rispetto agli anni '50 e '60, periodo in cui USA e Russia si sfidarono per la cosiddetta conquista dello Spazio, l'unica vera novità tecnologica è la potenza di calcolo raggiunta dai computer. Quest'aspetto, però, è inutile, dato che per inviare in orbita un carico "pagante" occorre sempre la stessa energia, così come occorre raggiungere sempre la stessa velocità di fuga (11,2 km al secondo, circa 40mila km all'ora) per staccarsi dalla gravità terrestre. Tra i vari problemi tecnici, vi è anche quello del consumo di carburante; il razzo Saturno, usato per andare sulla Luna, bruciava 13mila tonnellate di combustibile al secondo, la maggior parte delle quali veniva dissipata senza contribuire alla spinta vera e propria.

    Per raggiungere Marte ci vogliono diversi mesi di viaggio e, ammettendo che si riesca a farvi arrivare degli esseri umani, per sopravvivere bisognerebbe costruire cellule abitative e le relative infrastrutture. Il Pianeta rosso è freddo, tossico per gli uomini e con una forza di gravità inferiore a quella della Terra; un ambiente ostico per la nostra specie.

  • Wargame: macchina per conoscere

    La teleriunione di martedì è iniziata con il commento di una video puntata di Limes, "Wargames: i giochi di guerra e la sindrome di Rommel" (dedicata all'articolo "Contro la Sindrome di Rommel: la guerra non è un wargame"), alla luce dei nostri lavori sul tema pubblicati sui numeri 50 e 51 della rivista.

    Nel video si afferma che i wargame non sono la replica esatta della situazione reale, ma possono essere utili per pianificare azioni. Per esempio, i "giochi di guerra" che simulano un conflitto tra USA e Cina nell'Indo-Pacifico, dimostrano che un scenario di questo tipo non avrebbe sbocchi (non ci sarebbe un vincitore) e che quindi andrebbe evitato. Non è detto, però, che tali "consigli" siano seguiti da chi ha responsabilità politiche e militari.

Rivista n°56, dicembre 2024

copertina n° 56

Editoriale: I limiti dell'… inviluppo / Articoli: Il gemello digitale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Donald Trump e il governo del mondo / Rassegna: Il grande malato d'Europa - Il vertice di Kazan - Difendono l'economia, preparano la guerra / Recensione: Ciò che sembrava un mezzo è diventato lo scopo / Doppia direzione: Il lavoro da svolgere oggi - Modo di produzione asiatico? - Un rinnovato interesse per la storia della Sinistra Comunista - Isolazionismo americano post-elettorale?

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email