Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  25 novembre 2014

Ferguson è il mondo

La teleconferenza di martedì sera, a cui hanno partecipato 15 compagni, si è aperta commentando la rivolta di Ferguson contro la sentenza per l'omicidio di Michael Brown. Dalla periferia di St. Louis la rabbia è presto dilagata in altre 170 città americane. A dire il vero, l'uccisione di civili disarmati da parte della polizia non è affatto una novità negli States, anche pochi giorni fa c'è stato un caso simile a Cleveland. Una mappa dinamica su Internet dà l'idea dell'enorme flusso di tweet con l'hashtag #Ferguson che si è prodotto nel mondo. Ferguson is everywhere (Ferguson è ovunque)!

Nella città in fiamme, oltre ai saccheggi di magazzini e negozi, si sono contati più di 150 colpi di arma da fuoco contro la polizia. Nell'articolo Teoria e prassi della nuova politiguerra americana diciamo che "la politica coloniale, che ha coinvolto e corrotto la popolazione americana, adesso le si ritorce contro, non continua solo verso l'esterno, ma si afferma anche all'interno. La conseguenza è tremenda: gli Stati Uniti sono una colonia di sé stessi e questo fenomeno è registrato con più forza proprio dalle frange borghesi americane spaventate dagli scenari futuri."

Non si tratta solo del superficiale conflitto tra bianchi e neri: quanto è in corso negli Stati Uniti è su basi ben più radicali, di classe. Il vero nemico della borghesia è il fronte interno. E sarà interessante vedere cosa succederà durante il Black Friday. Gli organizzatissimi e decisi lavoratori di Walmart hanno messo in piedi una serie di iniziative per bloccare o almeno mettere il bastone tra le ruote alla giornata più importante per lo shopping americano.

I fatti di Ferguson con l'occupazione di piazze e strade ci hanno fatto venire in mente TAZ, l'opera più famosa dello scrittore anarchico Hakim Bey. Qualsiasi tentativo di far permanere una zona temporaneamente autonoma oltre il breve momento in cui è formata, la fa deteriorare sino a divenire un sistema strutturato che, inevitabilmente, si conforma all'esistente. Per eludere l'omologazione bisogna abbandonare la vecchia zona e ricrearne una nuova.

Più di una volta abbiamo avuto modo di parlare della sincronizzazione dei movimenti anticapitalisti leaderless. Nel 2011-12 si è avuta una prima ondata con l'avvento di Occupy, oggi gli scenari di rivolta si fanno sempre più violenti e incontrollabili. Questo fenomeno va di pari passo con l'acutizzarsi della crisi del capitalismo senile. Anche in Italia sono sempre più frequenti gli episodi di scontro con la polizia nelle periferie delle grandi città; ricordiamo quanto ha detto il presidente della Repubblica qualche settimana fa: "Vi è il rischio che, sotto la spinta esterna dell'estremismo e quella interna dell'antagonismo, e sull'onda di contrapposizioni ideologiche pure così datate e insostenibili, prendano corpo nelle nostre società rotture e violenze di intensità forse mai vista prima".

Si è passati poi a commentare l'editoriale di Repubblica del 23 novembre intitolato Le nuove povertà che bussano alla nostra porta. Scalfari sostiene che siamo già entrati in una fase in cui le migrazioni di massa non saranno affatto pacifiche ma scateneranno scontri violenti ed anche mutamenti politici rilevanti. La marxiana legge della miseria crescente è ormai dimostrata anche dai rapporti dei centri studi della borghesia: New York, Parigi, Londra, Madrid e Los Angeles stanno iniziando ad affrontare problemi che erano tipici dei paesi del Terzo Mondo. La "favelizzazione" dell'Occidente produce una generale crisi della politica e della rappresentanza, causa ed effetto della scomparsa dei confini ideologici tra le varie forze politiche borghesi, che si manifesta nell'aumento dell'astensionismo.

Il collasso degli Stati nazionali continua senza sosta, pensiamo a quanto accade in Iraq. Siti militari specializzati riportano notizie secondo cui i miliziani dell'IS sono a 20 km da Baghdad e hanno preso alcune città fondamentali per i rifornimenti alla capitale. Gli islamisti non possono però effettuare un attacco frontale: contano su alcune decine di migliaia di guerriglieri contro una metropoli difesa da milizie sciite ben armate e preparate allo scontro. Inoltre ai cinque milioni di abitanti della città si sono aggiunti due milioni di profughi, e il grano comincia a scarseggiare. I due terzi della popolazione irachena sono sciiti e, qualora l'IS entrasse nella capitale, costringerebbe l'Iran ad un intervento. Gli americani, che in un primo momento sembravano voler intervenire in modo serio, non sanno cosa fare e temporeggiano.

Un compagno ha posto una domanda di carattere teorico riguardo al ruolo degli organi repressivi proletari in una fase di transizione. Inevitabilmente lo stato rivoluzionario avrà degli organi di controllo e repressione, perché la rivoluzione andrà difesa dalle forze della vecchia società. Ma il grado di sviluppo delle forze produttive faciliterà i compiti della transizione sociale. Come diceva Lenin, per gli occidentali sarà molto più difficile prendere il potere, ma sarà più facile mantenerlo. Non si tratta di una banalità: la distruzione definitiva della società borghese coincide necessariamente con lo sviluppo di una forma sociale superiore. Senza il partito non c'è rovesciamento della prassi, e senza il dissolvimento della potenza materiale della classe dominante non c'è assalto al cielo che tenga.

Bisogna sempre guardare alla rivoluzione partendo da n+1 e di lì capire qual è il percorso coerente per arrivarci. Un aspetto fondamentale è quello dell'autorganizzazione della società. Oggi abbiamo aziende come Walmart e Amazon, organismi capitalistici che tendono a rompere i limiti aziendali e anche quelli tra produttore e consumatore per distribuirsi a rete nella società; imprese bio-cibernetiche in grado di assorbire informazione, di filtrarla, di utilizzarla o di ignorarla. Lo Stato proletario sarà diverso da quello che immaginava Lenin: innanzitutto comincerà subito a estinguersi e non avrà compiti costruttivi ma solo distruttivi. In fondo il percorso che conduce alla società futura è punteggiato di estinzioni, che Marx nelle Formen chiama "dissoluzioni". Ai suoi tempi egli registrava la prossima estinzione della borghesia, "classe superflua". Nel XX secolo si è assistito all'estinzione della "questione contadina" e della "questione nazionale e coloniale". Oggi s'intravedono sintomi reali di estinzione dello Stato. Le misure rivoluzionarie della dittatura proletaria saranno in minima parte coercitive, mentre l'energia del proletariato verrà indirizzata alla liberazione della forza sociale, oggi frenata dallo sciupìo capitalistico.

Articoli correlati (da tag)

  • Il capo e l'ambiente

    La teleriunione di martedì sera si è aperta riprendendo il tema affrontato al termine dell'incontro precedente: la funzione del capo. La discussione è partita dalla conferenza di Amadeo Bordiga, "Lenin nel cammino della rivoluzione", tenuta alla Casa del Popolo di Roma il 24 febbraio 1924.

    Alla sua fondazione il PCd'I contava circa 40 mila militanti, non aveva nessun apparato ma un comitato esecutivo composto da non più di cinque compagni. Pochi elementi erano in grado di garantire una continuità organizzativa e politica. Nel partito c'erano anche forze non organiche al programma, come ad esempio la corrente di "destra" rappresentata da Graziadei e Tasca, che tuttavia venivano neutralizzate dall'indirizzo generale.

    I capi non sono entità isolate o avulse dalla massa, dato che la loro funzione dipende dal rapporto con la collettività di cui sono il prodotto. È la rivoluzione che li seleziona: Marx, Lenin e Bordiga non sono stati dei superuomini, ma militanti in aderenza con il "movimento reale".

  • Schemi del rovesciamento della prassi

    Il tema principale della riunione di martedì è stato il rovesciamento della prassi nella concezione della Sinistra Comunista ("Teoria e azione nella dottrina marxista", 1951).

    Nell'articolo "Einstein e alcuni schemi di rovesciamento della prassi", abbiamo osservato che esistono schemi, come quello del processo della conoscenza di Einstein, che richiamano da vicino quello della Sinistra sul capovolgimento della prassi, caratterizzato da un feedback costante tra le varie componenti del sistema. In "Rivoluzione anti-entropica" abbiamo messo a confronto tre modelli, tra cui uno basato sui concetti di "ordinatore" e "asservito" propri della sinergetica, una disciplina fondata dal fisico Hermann Haken che studia i processi di autorganizzazione in natura. Nel caso di un laser, gli elementi che interagiscono determinano la formazione di un ordinatore, il quale retroagisce su di essi conferendo loro struttura. In un sistema qualunque, che sia un laser o una società, le varie parti si ordinano per mezzo del movimento sincrono dei singoli elementi asserviti. Il fisico Stuart Kaufmann, nel saggio A casa nell'universo. Le leggi del caos e della complessità, descrive i fenomeni di ordine emergente che si manifestano secondo processi auto-catalitici, cioè di auto-organizzazione (dalla formazione della vita, a quella, diremmo noi, del partito rivoluzionario).

  • La rivoluzione non si ferma mai

    Durante la teleriunione di martedì sera abbiamo ripreso Antiqua et nova. Nota sul rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana, la nota dottrinale pubblicata dalla Chiesa Cattolica il 28 gennaio 2025.

    Nel documento si ribadisce che una macchina non può eguagliare l'intelligenza umana, la quale è frutto dell'afflato divino. Si sostiene che l'IA ha "sofisticate capacità di eseguire compiti, ma non quella di pensare", essendo questa una vocazione della persona umana.

    Evidentemente, non possiamo ragionare allo stesso modo di preti e filosofi. L'evoluzione delle specie e i loro cambiamenti nel tempo, anche repentini, hanno portato alcuni paleontologici e biologi ad adottare una concezione "catastrofica" della fitness (teoria degli equilibri punteggiati), simile a quella elaborata dalla Sinistra Comunista. La teoria dell'evoluzione, al pari di quella della rivoluzione, non concede spazio alla creazione, all'idealismo e a tutto ciò che ne deriva. La borghesia invece ha fatto suo il principio creazionistico del Big Bang, l'irriducibile casualità indeterministica che crea la vita dalla materia.

    L'attuale modo di produzione, basato sulla divisione sociale del lavoro, è per sua natura dicotomico: da una parte c'è la vita, la materia vivente dotata di proprietà individuabili e spiegabili attraverso la sua organizzazione, dall'altra la materia non vivente, fredda ed insensibile, fisicamente diversa dalla prima. La visione dei materialisti è esattamente l'opposto: la nascita della materia vivente e la sua organizzazione è tutt'uno con la genesi e lo sviluppo di nuovi organismi biologici e sociali, come il partito rivoluzionario. Solo il Padreterno racchiude in sé elementi di creazione.

Rivista n°57, luglio 2025

copertina n° 57

Editoriale: Illusioni capitalistiche / Articoli: Ideologie di un capitalismo che nega sé stesso - Insiemi, modelli, previsione / Rassegna: Crisi americana, crisi globale - Leone XIV / Recensione: La catastrofe ed il rattoppo / Doppia direzione: Collegamenti a non finire / In memoria di Jacques Camatte

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email