Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  16 febbraio 2016

Il mondo del continuo

La teleconferenza di martedì sera, presenti 14 compagni, è iniziata con il commento di un articolo del Corriere della Sera sulla grande fuga di capitali dalla Cina.

Nonostante tutti i tentativi di controllo del fatto economico approntati dal governo cinese, il Dragone sta sperimentando una delle più grandi migrazioni finanziarie della storia. Il denaro volato oltre confine ammonta a circa 700 miliardi di dollari e il flusso non sembra destinato a fermarsi.

I capitali si spostano là dove la redditività è maggiore, passando non solo per gli istituti bancari ma in buona parte attraverso fiduciari non controllati. Se a ciò si aggiunge che software automatici di trading muovono nei mercati internazionali cifre enormi che nessuno riesce più a controllare, ci si rende conto che è l'intera economia mondiale ad essere fuori dai conteggi ufficiali.

La Cina ha raggiunto nel giro di pochissimi anni la potenza produttiva degli Stati Uniti diventando uno dei cardini dell'economia mondiale (seguita a ruota dall'India). Senza passare per la fase dell'accumulazione originaria, si è subito trovata ad essere un capitalismo aggressivo, esportatore e finanziarizzato la cui esuberanza produttiva si sposava con la richiesta di capitali da parte degli USA. I cinesi hanno difatti cominciato ad acquistare Buoni del Tesoro americani, utilizzando una parte del proprio plusvalore per sostenere il dollaro. Si è creata così una situazione di doppio vincolo tra le due economie, anche in virtù del fatto che le merci a basso costo made in China contribuivano a calmierare i prezzi di quelle americane. In epoca di deflazione sono però in molti a chiedere al Dragone l'adozione di una politica monetaria adeguata. Fino ad ora il governo di Pechino si è ben guardato dall'attuare provvedimenti in tal senso dato che il rapporto di cambio col dollaro favorisce le esportazioni; colpisce perciò la notizia di questi giorni dell'avvio di una rivalutazione dello Yuan.

Paese oramai a capitalismo senile, in Cina le rivolte stanno cambiando di segno. La ribellione dei contadini all'espropriazione delle terre da parte di governanti corrotti sta lasciando il passo al dilagare delle rivolte urbane di operai, che lottano contro condizioni di vita miserevoli e per l'aumento del salario. Da segnalare anche le proteste di piazza a Hong Kong, ultima quella denominata #fishballrevolution che ha prodotto centinaia di feriti, molti tra le forze di polizia.

Ma fino a quando le merci prodotte nei distretti industriali cinesi potranno riempire un mondo finito? Secondo lo studio di un ricercatore giapponese pubblicato sul Monthly Review, il capitalismo è in grado di superare i limiti imposti dal Pianeta grazie all'innovazione scientifica e tecnologica: "Il potenziale di adattamento del capitalismo è così grande che può probabilmente sopravvivere come sistema sociale dominante anche fino a che la maggior parte della terra diventa inadatta per la vita umana."

Nell'analisi viene citato Liebig, secondo cui bisogna ridare alla Terra tutto ciò che le si toglie. Curioso, dato che la crescita esponenziale del capitalismo non permette di certo tale tipo di auto-regolazione. Nonostante la mole di dati raccolta dallo studioso, alla fine trionfa l'ideologia e viene fuori un Marx ecologista: "Marx era ben consapevole del fatto che la critica ecologica del capitalismo non fosse stata completata dalla teoria di Liebig, e ha cercato di svilupparla ed estenderla attingendo alle nuove ricerche provenienti da diverse aree dell'ecologia, dell'agronomia e della botanica. La teoria economica ed ecologica di Marx non è per niente superata, ma rimane completamente aperta a nuove possibilità per integrare le conoscenze scientifiche della natura con la critica del capitalismo contemporaneo."

Già a fine '800 era evidente che lo sviluppo del capitalismo avrebbe portato alla frattura degli equilibri tra uomo e natura. Ma per noi lo sviluppo della forza produttiva sociale significa eliminazione di produzione quantitativa. La scienza non è il problema, è parte della soluzione.

La teleconferenza è proseguita con le notizie provenienti dal fronte militare in Medio Oriente.

Aleppo è assediata dalle truppe di Assad che dall'inizio di febbraio hanno conquistato, grazie alle milizie di Hezbollah, agli iraniani e soprattutto al supporto dell'aviazione russa, 800 km² di territorio e 73 centri abitati. La situazione nell'area rimane altamente instabile. I turchi schierano i carri armati al confine con la Siria, mentre ormai è evidente il ruolo dei curdi nei confronti del governo di Assad.

Le milizie armate curdo-siriane, che secondo alcuni sinistri sarebbero l'espressione di un'alternativa al capitalismo, sono in realtà parte dello scontro imperialistico in atto e, a seconda della situazione, vengono usate sia dai russi che dagli americani. Scrive Francesca La Bella su Nena News: "L'avvicinamento tra curdi siriani e Assad potrebbe essere la motivazione principale dell'attacco della Turchia nel nord della Siria. L'alleanza ha, però, contorni ambigui e la sua durata dipenderà dalle diverse scelte di lungo periodo dei due attori." Nelle guerre dell'epoca imperialistica diventa facile capire a cosa servono i vari "partigiani": li si utilizza come poveri burattini e li si butta quando non servono più.

In chiusura di riunione si è accennato alla recente scoperta delle cosiddette onde gravitazionali, di cui tutti affermano la grande importanza senza poi spiegarne il perché.

Da parte nostra, in attesa di approfondire, possiamo dire che le "increspature" provocate da grandi eventi gravitazionali sullo spazio-tempo oltre a essere l'ennesima conferma della teoria della relatività, sono a favore di una teoria del continuo deterministico in contraddizione con la teoria del discreto probabilistico. Le onde gravitazionali appena rilevate con strumentazione e metodo inoppugnabili (sembra) potrebbero dimostrare che non è la teoria della relatività ad essere inadeguata per spiegare quella "standard" del Big Bang, ma è tale teoria ad essere inadeguata per spiegare l'esistenza dell'Universo. Se ci sono le onde gravitazionali, diventa problematica l'ipotesi del gravitone (però qualcuno dice che anzi, ne rafforza l'ipotesi) e salterebbe la possibilità di giungere a una teoria quantistica della gravità (per le questioni di principio vedere l'articolo Relatività e determinismo - In morte di Albert Einstein del 1955).

Articoli correlati (da tag)

  • Un sistema che non conosce sé stesso

    La teleriunione di martedì sera, a cui si sono collegati 17 compagni, è iniziata con il commento delle notizie riguardanti OpenAI, uno dei più avanzati laboratori di ricerca nel campo dell'Intelligenza Artificiale (IA).

    La startup che ha elaborato ChatGPT ("Chat Generative Pre-trained Transformer"), un sistema linguistico LLM ("Large Language Model") basato sull'apprendimento automatico profondo, recentemente è salita all'onore delle cronache per il licenziamento di uno dei suoi fondatori e CEO, Sam Altman. Da quanto si può leggere sui giornali, sembra che l'allontanamento di Altman ad opera del consiglio di amministrazione rientri nello scontro in atto tra i sostenitori di due diversi approcci nello sviluppo dell'intelligenza artificiale, ed in particolare riguardo allo sviluppo di un nuovo progetto denominato Q*. ChatGPT produce risultati in base ad un calcolo probabilistico, legato alla statistica del linguaggio; Q*, invece, sarebbe un sistema autonomo in grado di "superare gli esseri umani nei compiti con il maggiore impatto a livello economico" (Wired).

    Secondo la Reuters, lo scontro verterebbe sulle precauzioni da adottare verso lo sviluppo del progetto: mentre la maggioranza del consiglio di amministrazione richiedeva una maggiore cautela, sembra che Altman spingesse per la sua commercializzazione. Nei giorni successivi al licenziamento, Microsoft, il maggior finanziatore della società, si è fatta avanti per assumere Altman, e più di 700 dipendenti hanno minacciato di andarsene per seguire il loro ex-capo. OpenAI nasce nel 2015 come organizzazione di ricerca senza scopo di lucro; qualche anno più tardi, nel 2019, viene affiancata da un braccio commerciale che si occupa di attrarre gli investimenti e gestire i profitti. All'interno della startup è presente la corrente dell'altruismo efficace, un movimento filosofico che si propone di applicare la ricerca scientifica e la tecnologia per migliorare il mondo, e di mettere in pratica la massimizzazione dei profitti per incentivare le donazioni economiche a favore dei problemi sociali.

  • Il problema del fronte interno

    Durante la teleriunione di martedì sera, connessi 21 compagni, abbiamo fatto il punto sulla guerra in Ucraina e in Medioriente.

    L'Occidente è in grande difficoltà: non può sostenere a lungo gli Ucraini e deve fare i conti con la polveriera mediorientale. I giornalisti faticano ad ammettere che la Russia ha vinto la guerra e che l'Ucraina rischia il collasso. La blitzkrieg di Mosca (febbraio 2022) non era diretta alla conquista di Kiev ma era volta all'occupazione di una fascia di territori che gli Ucraini effettivamente ormai hanno perso. La controffensiva ucraina di primavera è andata male ed ora il governo Zelensky non sa più che fare, trovandosi alle prese con un'economia sorretta dagli aiuti occidentali, con una carenza di soldati e munizioni, e con uno scontro interno tra politici e militari. Nel frattempo le forze russe continuano a bombardare porti, infrastrutture, basi e centrali elettriche nemiche, e già si vocifera di trattative per cedere un 1/5 dell'Ucraina alla Russia, e accettare lo stato di neutralità del paese.

    Gli USA vedono ridimensionato il loro potere di deterrenza. D'altronde, se la Russia si è permessa di attaccare l'Ucraina è perché ha valutato che, data la particolare congiuntura internazionale, avrebbe ottenuto dei risultati. Quanto successo in Medioriente sposta risorse ma, soprattutto, l'attenzione internazionale dal fronte ucraino. A Kiev e in altre città sono scesi in piazza i famigliari dei soldati (anche in Russia alcune donne hanno manifestato a pochi metri dal Cremlino per chiedere il ritorno dal fronte dei loro mariti). I colpi che gli USA sono costretti ad incassare incoraggiano altri stati, in altri contesti, a sfidare l'ordine occidentale; basti ricordare i colpi di stato antifrancesi in Africa. Israele, che dalla sua fondazione ha vinto tutte le guerre in breve tempo, è stato attaccato sul proprio territorio da forze armate non statali, e ora il suo esercito si è impantanato nella Striscia di Gaza.

  • Guerra ibrida, disfattismo e rivolta

    La teleconferenza di martedì sera, presenti 21 compagni, è iniziata prendendo spunto da un articolo pubblicato sul sito Difesa Online intitolato "Hamas e Houthi e la guerriglia modernizzata a lunga distanza".

    Secondo la testata giornalistica, che diffonde informazioni sulle Forze Armate italiane e straniere, l'attacco del 7 ottobre condotto da Hamas in territorio israeliano è da classificare come "guerriglia modernizzata a lunga distanza". Nella guerra ibrida "non esistono più fronti chiari e definiti", perché si è abbandonata la logica centrata sul controllo del territorio nemico. La guerriglia del passato si svolgeva in uno spazio circoscritto, mentre adesso le forze irregolari hanno la capacità di colpire a decine se non centinaia di km di distanza (come nel caso degli Houthi). In Medioriente ci sono diverse organizzazioni armate non statali: Hamas, gli Houthi, Hezbollah, e tutti gli altri gruppi meno conosciuti che si scontrano con Stati come Israele e USA. I gruppi armati non statali sono collegati sia economicamente che militarmente a forze statali (nel caso di Hamas, con Iran ma anche Qatar) e non si limitano ad utilizzare armamenti leggeri o ordigni costruiti artigianalmente, ma impiegano anche armi tecnologiche avanzate e di una certa potenza. All'escalation verticale della guerra ibrida data dalla potenza di fuoco acquisita da soggetti non statali (Hamas ha sparato oltre tremila razzi contro Israele in poche ore), si accompagna la possibilità di una escalation orizzontale, che si allarga coinvolgendo sempre più soggetti, statali e non.

Rivista n°53, giugno 2023

copertina n° 53

Editoriale: La guerra rispecchia la società

Articoli: Sul libero arbitrio

Rassegna: Effetto domino - Crollo generale"

Terra di confine: Magazzini organici - Apprendisti stregoni - La forma ed il contenuto

Recensione: Doom

Doppia direzione: Riscontri d'oltreoceano

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email