Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  25 luglio 2017

Vittoria critica

La teleconferenza di martedì sera, presenti 12 compagni, è iniziata prendendo spunto dalle ultime notizie sulla siccità in Italia.

La Penisola non è certo arida, sul territorio italiano sono presenti le Alpi e gli Appennini che fanno affluire acqua in abbondanza nei fiumi e nei laghi. Il problema principale è semmai la manutenzione, visto che produce meno profitti che non la progettazione e la costruzione di grandi opere come Tav, Mose, ecc. Per controllo e gestione del territorio intendiamo la messa in sicurezza di acquedotti, ponti, canali, viadotti, strade e abitazioni. Ritornando al problema dell'acqua, che si tratti di dissalazione o di distribuzione dove manca, bisogna affrontare la questione al modo del Programma rivoluzionario immediato nell'Occidente capitalistico (1952), dimostrando che il problema non è tecnico ma di natura politica. Una società liberata dall'angoscia del profitto, che riesca finalmente a rovesciare la prassi, e cioè a progettare la vita di specie in armonia con la natura, metterà la parola fine alla follia dissipativa del capitalismo d'oggi, impiegando il minimo di energia anche per il rifornimento idrico.

Si è poi passati a commentare l'articolo "Le Borse ora valgono più del Pil del pianeta. Quali sono i rischi?". Secondo il Sole 24 Ore le borse sono reduci da 9 anni consecutivi di rialzi; dal 2003 al 2016 il Pil non è mai stato inferiore alla capitalizzazione delle borse, tranne che per il significativo periodo di fine 2007 quando si è verificato il crollo dei mercati finanziari. Oggi siamo ai massimi di tutti i tempi: da inizio anno la capitalizzazione è aumentata di oltre 10mila miliardi. L'impennata delle borse è semplicemente il frutto di uno scollamento tra la valorizzazione reale e quella fittizia che avviene in ambito finanziario. Sono infatti i difetti di accumulazione che producono la finanziarizzazione dell'economia e le relative crisi:

"Partiamo da un assioma: l'unico modo per produrre nuovo valore è produrre merci e venderle. Tutto ciò che concerne il valore dopo tale operazione, e che chiamiamo interesse, rendita, formazione di 'redditi' vari, non è che una ripartizione del plusvalore originario. Nel mercato finanziario non ruota altro che quel plusvalore, apparentemente moltiplicato dal vorticoso susseguirsi delle transazioni. Ogni crisi finanziaria è necessariamente il prodotto di una crisi di produzione di plusvalore." ("Non è una crisi congiunturale", n+1 n. 23)

Nata come servizio all'industria, la finanza è diventata un mondo a sé e cerca di fare il miracolo di creare capitale da solo capitale. Nei fatti non esiste alcun rapporto tra i prezzi di borsa e quello che questi prezzi rappresentano e alla fine la legge del valore si prende la sua vendetta facendo scoppiare le bolle.

Il capitale fittizio in circolazione è di molte volte superiore all'intero Pil del pianeta, nessuno ne conosce la quantità effettiva. La Banca Mondiale conteggia, al massimo, i derivati, mentre moltissime transazioni sono over the counter, non passano cioè attraverso il conteggio degli istituti nazionali. Grazie al sostegno delle banche centrali che iniettano liquidità nei mercati, le borse hanno guadagnato negli ultimi anni circa 15 mila miliardi. Il sistema è drogato a livelli inauditi. Significativo il titolo di un altro articolo del Sole 24 Ore: "Le big five dell'hi-tech valgono 3mila miliardi $, più del Pil della Francia". Apple, Google, Microsoft, Amazon e Facebook, pur non mettendo in moto grandi quantità di lavoro, riescono ad attirare una montagna di capitali. Questi colossi funzionano perlopiù grazie ad algoritmi, con pochissimi dipendenti in relazione alla loro capitalizzazione, e più di un analista si domanda se siamo vicini a un crash come quello delle Dot-com.

Questa crisi, ormai praticamente quarantennale, mostra tutte le magagne dell'organismo capitalistico, che è innegabilmente tenace, ma con l'acqua alla gola ("La crisi storica del capitalismo senile", Quaderno n. 1). Quando le crisi non sono più in grado, come nel secolo scorso, di distruggere abbastanza capitali (lo sciupìo massimo è già la massima distruzione di capitale potenziale), di eliminare abbastanza capitalisti (sono già stati eliminati); se non sono più malattie acute che partono da un settore o da un'area per diffondersi come un'epidemia (la centralizzazione integra i settori diversi); se diventano una malattia cronica che interessa il globo intero (come già intravide Engels), la faccenda si fa molto interessante.

Possiamo essere contenti perché siamo di fronte a potenti conferme e ad una vittoria critica del "marxismo". Infatti, come dice la nostra corrente, la polarizzazione economica è il lievito della lotta di classe e mai come oggi la legge della miseria crescente (quella che Marx chiama la legge assoluta dell'accumulazione capitalistica) dimostra la sua validità. La Sinistra Comunista "italiana", pur non esistendo più come corrente politica organizzata, ci ha lasciato un immenso patrimonio storico da cui attingere; uno degli articoli sempreverdi che abbiamo ricordato è "Attivismo" (Battaglia comunista n. 6 e 7 del 1952), in cui viene affermato che in assenza del partito comunista, anche se lo Stato crolla e le forze repressive borghesi sono allo sbando, la situazione è a tutti gli effetti controrivoluzionaria:

"È necessario dunque affinché la società esca dal marasma in cui è piombata, e che la classe dominante è impotente a sanare, perché impotente a scoprire le nuove forme adatte a scarcerare le forze di produzione e avviarle verso nuovi sviluppi, che esista un organo di pensiero e di azione rivoluzionario collettivo che convogli ed illumini la volontà sovvertitrice delle masse."

Un organismo del genere non si può certo creare a tavolino, rimboccandosi le maniche o muovendo attivisticamente il culo. Deve verificarsi l'intreccio di una molteplicità di fattori, politici, sociali ed economici, che nessuno è in grado di determinare. Almeno dagli anni '20 andiamo dicendo che non si creano né i partiti né le rivoluzioni, partiti e rivoluzioni semmai si dirigono.

In chiusura di teleconferenza, si è accennato a quanto accade in Venezuela dove gli schieramenti in campo sono finora interni alla forma sociale vigente e non si vede l'ombra di anti-capitalismo. Nel paese sudamericano, così come in decine di altri stati che stanno collassando, mancano dei punti di riferimento politici che rappresentino un ponte verso il futuro. La crescita della disoccupazione, della miseria e il "non voler vivere alla vecchia maniera" delle masse, spingeranno sempre più proletari nel mondo ad appropriarsi del programma invariante della rivoluzione. I movimenti di protesta globali nati nel 2011 hanno provato che la Rete può fungere non solo da cassa di risonanza politica ma anche da strumento di collegamento delle lotte.

Articoli correlati (da tag)

  • Anniversari significativi

    La teleriunione di martedì 23 maggio, presenti 15 compagni, è iniziata prendendo spunto da un video di Limes intitolato "La campagna di Trump, l'anniversario di Waco e l'apocalisse americana. Trent'anni fa e oggi".

    Nell'articolo "Teoria e prassi della nuova politiguerra americana" abbiamo analizzato quanto avvenuto nel 1993 a Waco, in Texas. Una comunità-setta di millenaristi davidiani era stata presa di mira dall'FBI, che infine decise di perquisirla. Durante l'operazione nacque un conflitto a fuoco fra gli agenti e i membri della comune che portò all'assedio del ranch; dopo 51 giorni, vennero inviati i carrarmati e si giunse ad ad una conclusione violenta del blocco con l'uccisione di decine di davidiani, compresi dei bambini. Il milionario ex presidente degli USA Donald Trump ha deciso di iniziare la sua campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2024 proprio da Waco, nel trentesimo anniversario della strage, dichiarando ai suoi sostenitori: "Rimettetemi alla Casa Bianca e l'America sarà nuovamente un Paese libero e voi sarete vendicati."

  • Curve inesorabili

    Durante la teleriunione di martedì sera, presenti 19 compagni, abbiamo commentato alcuni articoli sul calo demografico in Cina (meno 850 mila abitanti alla fine del 2021).

    Attualmente il pianeta Terra ospita oltre 8 miliardi di abitanti e il punto di flesso è previsto entro il 2100 (vedi curve presenti in "Un modello dinamico di crisi"). Negli ultimi anni in tutti i continenti, Africa compresa, l'età media della popolazione è cresciuta, e in maniera più marcata in Giappone e nell'Europa occidentale. Nell'articolo "Malthusianesimo ricorrente e tenace" abbiamo scritto: "Il boom demografico dei paesi in via di sviluppo è dovuto alla disponibilità di merci a basso prezzo e quindi alla rottura di antichi equilibri, mentre nei paesi a vecchio capitalismo si accentua il fenomeno della sovrappopolazione anche in presenza di una stagnazione demografica". Se, ad esempio, il miracolo economico cinese è stato anche il risultato della politica del figlio unico portata avanti dal governo, è vero anche che le nuove generazioni hanno adesso l'onere di sobbarcarsi il peso delle generazioni precedenti. Il sistema pensionistico cinese, come d'altronde quello dei paesi occidentali, è destinato a collassare, con tutte le conseguenze del caso. Avere più genitori che figli è un vantaggio quando i figli sono piccoli, ma è uno svantaggio quando i genitori invecchiano. Il principale fondo pensionistico cinese potrebbe esaurire i suoi fondi entro il 2035.

    Si stanno verificando grandi cambiamenti a livello sociale che avranno un impatto su quella che i borghesi chiamano la geopolitica del mondo e che per noi sono gli equilibri interimperialistici. A breve gli abitanti dell'India supereranno quelli della Cina. L'Economist fa notare che il paese non ha un seggio permanente alle Nazioni Unite, anche se la sua economia recentemente ha sostituito quella britannica come quinta più grande del mondo, e si classificherà al terzo posto entro il 2029 ("India will become the world's most populous country in 2023"). L'India fornirà almeno 1/6 della popolazione lavorativa nei prossimi decenni, mentre la Nigeria sarà il terzo paese più popoloso entro il 2050 con oltre 400 milioni di abitanti. Secondo un report delle Nazioni Unite, fino al 2050 i paesi africani domineranno la crescita della popolazione mondiale: si tratta di aree geostoriche dove il capitalismo è meno senile che altrove.

  • Fronte interno

    Durante la teleconferenza di martedì sera, a cui si sono connessi 16 compagni, abbiamo parlato delle manifestazioni in corso negli Stati Uniti.

    Dopo Washington, Seattle, Atlanta e New York, oggi è Portland il cuore delle mobilitazioni, giunte alla 59esima giornata consecutiva. In città la tensione è cresciuta in seguito all'arrivo di squadre di agenti federali, sotto il controllo diretto del governo nazionale, che stanno reprimendo le proteste e fermando i manifestanti con modalità, secondo molti osservatori, al limite della legalità.

    Nell'articolo "Teoria e prassi della nuova politiguerra americana" avevamo scritto del processo di militarizzazione della polizia teso a contenere le rivolte nel "ventre della balena". Il moto storico vede l'esercito americano svolgere sempre più un ruolo di gendarme mondiale, mentre la polizia interna assume caratteristiche militari ed individua come nemico la popolazione. I contractor, agenti pagati da società private, vengono utilizzati in scenari di guerra come l'Iraq o l'Afghanistan, ma ormai anche nelle metropoli occidentali. Il fronte interno della collaborazione di classe diventa sempre più problematico per la borghesia americana, e non solo.

Rivista n°54, dicembre 2023

copertina n° 54

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco dell'immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email