Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  30 giugno 2020

La prossima catastrofe

La teleconferenza di martedì sera, connessi 20 compagni, è iniziata riprendendo il tema dell'estinzione dello stato nel passaggio rivoluzionario tra capitalismo e comunismo.

Un apparato coercitivo che consente ad una parte della società di dominare sull'altra ha senso solo in una società classista, mentre in una post-classista ciò che serve è un organismo di coordinamento atto alla soddisfazione dei bisogni della specie. Lo stato non è neutrale: se le macchine o le armi possono essere usate sia dalla borghesia che dal proletariato, lo stato è uno specifico organo di classe e, nella "nostra" dottrina dei modi di produzione, il futuro di specie è descritto come negazione di tutte le categorie esistenti (stato, classi, valore, ecc.).

Nella prima grande rivoluzione dalle società senza stato a quelle statali, abbiamo visto come alcuni strumenti, che servivano a quantificare il prodotto sociale, hanno dato il via a quel processo che successivamente ha portato alla nascita del denaro. L'organismo predisposto alla produzione e distribuzione del prodotto passa da elemento di contabilità ad elemento di coercizione di una classe su di un'altra. In maniera del tutto speculare, il denaro smaterializzato d'oggi si trasformerà in buoni-lavoro non accumulabili. L'amministrazione di specie abbandonerà il segno di valore astratto e si riapproprierà di una registrazione di movimento empirico.

L'estrema maturazione raggiunta dall'attuale modo di produzione non rende più necessaria una serie di decreti per "costruire" il socialismo, ma sarà sufficiente liberare le forze che sono imprigionate dall'involucro capitalistico.

Lo stato per sua natura tende a conservarsi. Se il partito di domani sarà quello descritto nelle "Tesi sulla tattica" (Roma, 1922), allora il cambiamento materiale che si verificherà renderà impossibile l'esistenza di una organizzazione come quella statale classica. Neghentropia o sintropia sono concetti sviluppati dal matematico Luigi Fantappiè, secondo cui passato, presente e futuro formano una struttura unitaria e interconnessa. Nel Manifesto del 1848 è contenuto il programma che permette il superamento del sistema disordinato a favore di uno ordinato. Il tema è già stato trattato in "Partito e azione di classe" (1921), dove Amadeo Bordiga afferma:

"Per dare un'idea precisa, e diremo quasi tangibile, della necessità 'tecnica' del partito, converrebbe forse, se pure l'esposizione prendesse un aspetto illogico, considerare prima il lavoro che deve compiere il proletariato dopo essere giunto al potere, dopo aver strappata alla borghesia la direzione della macchina sociale."

Il programma-progetto comunista è tale perché anticipa i risultati che verranno realizzati nel futuro (un architetto sa che alla fine dei suoi calcoli e dei suoi disegni nascerà un ponte), e ciò si collega al nostro concetto di partito, inteso come anticipazione della società futura. Siccome il capitalismo non è in grado di progettare il vivere sociale, oggi sempre più integrato, esso marcia verso l'estinzione per lasciare il posto ad una superiore forma sociale.

Siamo quindi arrivati a parlare del "cono di luce" di Hermann Minkowski, in relazione ai temi trattati nell'ultima riunione redazionale. Il matematico tedesco ha una concezione del determinismo in linea con quella di un altro grande matematico, Pierre-Simon Laplace, il quale scriveva nel Saggio sulle probabilità del 1814:

"Un'intelligenza che per un dato istante conoscesse tutte le forze da cui la natura è animata e la situazione rispettiva degli esseri che la compongono, se fosse così vasta da sottoporre questi dati all'analisi, abbraccerebbe in un'unica e medesima formula i movimenti dei più grandi corpi dell'universo e quelli del più lieve atomo: nulla sarebbe incerto per essa, e l'avvenire, come il passato, sarebbe presente ai suoi occhi."

Quindi il tempo è la durata di un processo, è una freccia con una direzione sulla quale si muove il punto spaziale verso il futuro. La parte inferiore del cono di luce, il passato, contiene tutte le configurazioni degli eventi che hanno preparato la parte superiore, così come il futuro contiene il passato che l'ha determinato. Minkowski adopera lo stato della matematica dell'epoca per operare una potente sintesi teorica, disegnando uno schema di valenza universale. L'idea di unire spazio e tempo in modo continuo viene da Sant'Agostino, passando per Laplace, d'Alembert, fino ad arrivare ad Einstein. Questa unitarietà tra spazio e tempo ha a che fare con la teoria delle rivoluzioni, singolarità che interrompono accumuli di tipo continuo.

In "Proprietà e Capitale" si parla di "saggi di organizzazione comunistica" ravvisabili all'interno del capitalismo. Nella grande industria il processo produttivo è di tipo comunista, poichè non avviene scambio di valore ma di materiali e informazioni. La multinazionale statunitense Walmart funziona come un vero e proprio cervello sociale in continuo feedback con i nodi della rete, che vanno dalla produzione di merci e alla loro distribuzione nei punti vendita: un continuo input e output che rende possibile un'autorganizzazione. Chi non è reso cieco e sordo dall'ideologia capitalistica, riesce a comprendere che sarebbe possibile liberare tali potenzialità, rinchiuse nelle mura aziendali e nazionali, ed estendere a tutto il mondo il piano di produzione.

Il tentativo di gestire la società attraverso programmi computerizzati risale al secondo dopoguerra. Negli anni 60' la Russia aveva cercato di sviluppare un sistema centralizzato e computerizzato per gestire la produzione e la distribuzione. Negli anni '70 si hanno i primi risultati negli studi sulla dinamica dei sistemi, con Jay Forrester e il programma Mondo3 (una simulazione dinamica dell'evoluzione del sistema-mondo), e con Cybersyn, il programma operativo sviluppato da Stafford Beer per un sistema cibernetico atto al controllo in tempo reale della produzione industriale del Cile. Il programma di Forrester era un gestionale di sistemi complessi e serviva inizialmente alla città di Boston per regolare il traffico dei mezzi privati, i flussi di direzione della folla. Quando venne utilizzato per descrivere la traiettoria dell'intera struttura capitalistica, il modello mise in rilievo quanto il sistema fosse squilibrato. Un altro modello importante è quello sviluppato da Wassily Leontief con il suo schema di input-output.

Si tratta di tre programmi in grado di progettare la società intera. Walmart, facendo tesoro di queste conoscenze, è diventata un'azienda cibernetica alla conquista dei supermercati africani e, con i suoi milioni di dipendenti, in corso di autonomizzazione rispetto agli stessi stati, dato che si interfaccia direttamente con le due superpotenze mondiali, Cina e Stati Uniti. I dirigenti di Walmart sono attuatori di un programma che non dipende più da loro e ciò dimostra che il comunismo è già operante, così come sostiene il borghese Jeremy Rifkin nel saggio La società a costo marginale zero.

Nel corso delle nostre riunioni abbiamo dimostrato che con questa crisi il capitalismo ha rinunciato a milioni di ore-lavoro, liberando parte dell'umanità dalla schiavitù salariata; e che lo sviluppo ulteriore delle forze produttive eliminerà ancora più posti di lavoro. D'altronde, se non fosse possibile scorgere nascoste in questa società così com'è, dice Marx, le condizioni materiali di produzione e di relazioni fra gli uomini corrispondenti ad una società senza classi, ogni sforzo per farla saltare sarebbe donchisciottesco.

Comunismo vuol dire governo mondiale, il quale esiste già potenzialmente. Di fatto è stato provato che, e ormai la stessa borghesia lo ammette, la mancanza di coordinamento internazionale rispetto alla pandemia in corso può portare ad una catastrofe globale. Per il direttore generale dell'OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, "il peggio deve ancora arrivare" perché, "con questo ambiente e in queste condizioni, non siamo ottimisti. Un mondo diviso aiuta il virus a diffondersi."

Negli Usa sono state messe in lockdown diverse aree del paese, e il numero di contagi cresce in maniera esponenziale. In Inghilterra è stata chiusa Leicester, dove sarà utilizzato l'esercito per isolare la città. In Cina è stato scoperto un nuovo virus: i ricercatori hanno dimostrato che esso è il risultato della combinazione di tre varianti e c'è il rischio che G4 EA H1N1 possa diffondersi tra gli esseri umani e causare un'epidemia. Di catastrofe cominciano a parlare in molti, anche sui quotidiani e sulle riviste borghesi. Basti leggere il titolo di copertina dell'ultimo numero dell'Economist: "The next catastrophe (and how to survive it)".

Articoli correlati (da tag)

  • Una società in crisi irreversibile

    La teleriunione di martedì sera è iniziata commentando la sommossa in corso in Bangladesh.

    Da un paio di settimane in tutto il paese si susseguono importanti manifestazioni. Gli studenti, opponendosi ad una legge che prevede una serie di facilitazioni alle famiglie dei reduci della guerra di liberazione dal Pakistan, si sono scontrati duramente con polizia ed esercito. L'epicentro della rivolta è stata l'Università di Dacca. Al di là della contestata legge, è evidente che anche il Bangladesh affronta gravi problemi di disoccupazione giovanile.

    Ottavo paese più popoloso del pianeta, con 170 milioni di abitanti, il Bangladesh ha un'età media molto bassa e una popolazione concentrata principalmente nell'area urbana di Dacca, che ha una densità abitativa altissima, con 45.000 abitanti per km². Finora si registrano 160 morti, oltre a migliaia di feriti, manifestanti scomparsi, casi confermati di torture, anche ai danni dei giornalisti. Il governo ha chiuso Internet, ma così facendo ha contribuito ad aumentare il caos.

    Oltre alle manifestazioni nella capitale, ci sono stati blocchi delle autostrade e delle ferrovie, attacchi alle stazioni di polizia, tentativi di invasione delle sedi delle TV, e la liberazione di detenuti dal carcere: tutti eventi che danno l'idea di una situazione quasi insurrezionale. Almeno a partire dal 2006, nel paese si è verificata una lunga serie di scioperi nelle fabbriche, in particolare nel settore tessile.

  • La società analizzata con il wargame

    La teleriunione di martedì sera è iniziata commentando l'articolo "Wargame. Non solo un gioco" (rivista n. 50), particolarmente utile per comprendere i conflitti bellici e sociali in corso, e per evitare di commettere errori logici nell'analisi.

    In "Wargame" troviamo considerazioni inerenti alla "trasformazione della guerra imperialista in guerra civile", parola d'ordine dell'Internazionale Comunista. Storicamente, la guerra non rappresenta un problema per l'imperialismo ma la soluzione (temporanea) alla sua crisi. Difatti, la nostra corrente afferma che nell'epoca moderna, anche a causa del modo di condurre i conflitti, o passa la guerra o passa la rivoluzione. Oggi le determinazioni di una guerra classica che la farebbero passare da salvezza del modo di produzione capitalistico a elemento della sua distruzione non sono più da considerare ipotesi, dato che la crisi economica è da tempo diventata cronica. L'elettroencefalogramma del capitalismo è piatto.

    Detto questo, finché c'è guerra non c'è disfattismo e quindi non c'è rivoluzione. La rivoluzione, perciò, deve scattare prima che la guerra conquisti la scena mondiale, prima che diventi un fatto totale, tanto più che quella a venire sarà "gestita" da sistemi basati sull'intelligenza artificiale, potenzialmente fuori dal controllo umano. Pensiamo alla fabbrica: il robot, registrando in modo approfondito le competenze dell'operaio, lo va a sostituire.

  • Un sistema gravemente malato

    La teleriunione di martedì sera è iniziata con la presentazione e il commento del testo "Il corso storico del movimento di classe del proletariato", del 1947.

    La Tesi si collega alle due precedenti, "Il ciclo storico dell'economia capitalista" e "Il ciclo storico del dominio politico della borghesia", trattate nelle scorse teleriunioni. La prima è dedicata al corso del capitalismo, dalle prime manifatture fino ai trusts; la seconda si incentra sull'evoluzione del dominio storico della borghesia fino alla fase moderna in cui i capitalisti sono sostituiti da funzionari salariati; quest'ultima affronta il divenire del movimento di classe del proletariato.

    Con l'affermarsi del regime borghese nascono i primi conflitti con quello che viene chiamato "quarto stato", ovvero i lavoratori. La Lega degli Eguali di Babeuf opera già nel quadro della rivoluzione borghese, ma i primi movimenti del proletariato non riescono a staccarsi dagli enunciati ideologici della borghesia (ad esempio dalle parole d'ordine giustizia e uguaglianza), e in alcuni casi i neonati raggruppamenti socialisti arrivano a fare l'apologia del vecchio inquadramento feudale.

    Un primo giro di boa avviene con la pubblicazione del Manifesto del Partito Comunista: il comunismo non è più da intendersi come un'utopia o una forma di governo a cui aspirare; ma è la lotta del proletariato diretta verso un obiettivo nel futuro, la società comunista, è un movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. La chiarezza negli obiettivi politici si accompagna alla chiarezza nelle formule organizzative e nascono le prime organizzazioni di salariati che lottano contro i capitalisti. Inizialmente, la borghesia reprime con la forza le coalizioni dei lavoratori vietando gli scioperi. Ben presto, però, si rende conto che è impossibile impedire che i lavoratori si organizzino e perciò giunge a tollerare il loro associazionismo. Gli interessi dei lavoratori sono internazionali e si forma, di conseguenza, il movimento politico del proletariato, la Prima Internazionale, all'interno della quale si svolge il grande scontro tra anarchici e marxisti, tra due concezioni differenti della lotta classe. La Seconda internazionale è, invece, il portato del fiorire di partiti socialisti; in questa fase il capitalismo vive un'epoca di relativa tranquillità e le organizzazioni del proletariato elaborano le prime teorie, secondo cui l'emancipazione dei lavoratori è possibile senza passaggi catastrofici, ma gradualmente, per via parlamentare, magari attraverso la partecipazione a governi borghesi.

Rivista n°55, luglio 2024

copertina n° 55

Editoriale: Non potete fermarvi

Articoli: Evoluzione extra biologica - Transizione di fase. Prove generali di guerra

Rassegna: Presa d'atto - Il capitalismo è morto

Recensione: Dallo sciopero, alla rivolta, alla Comune - Guerra civile negli USA, ma non quella vera

Doppia direzione: Il programma immediato non ammette mediazioni

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email