Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  19 gennaio 2021

Approfondimenti sulla teoria comunista dello Stato

Durante la teleconferenza di martedì sera, a cui si sono connessi 24 compagni, abbiamo approfondito alcuni passaggi dell'articolo "Contributo per una teoria comunista dello Stato", pubblicato sul numero 48 della rivista.

In merito all'estinzione dello Stato, in Critica al programma di Gotha (1875), Marx afferma: "Si può parlare di uno Stato odierno, in contrapposto al futuro, in cui la presente radice dello Stato, la società borghese, sarà perita. Quale trasformazione subirà lo Stato in una società comunista? In altri termini: quali funzioni sociali persisteranno ivi ancora, che siano analoghe alle odierne funzioni dello Stato? A questa questione si può rispondere solo scientificamente."

Marx, Engels e Lenin hanno vissuto in un mondo in transizione, in cui il capitalismo poteva trovare nuovi spazi da conquistare e non aveva ancora esaurito tutte le sue potenzialità storiche. Nella letteratura marxista lo Stato non è altro che uno strumento della dominazione di classe, eppure esso, prima di diventare tale, era qualcos'altro, e cioè un organismo di amministrazione delle derrate alimentari capace di organizzare e gestire l'ammasso e la distribuzione di tali prodotti. Quindi ben prima della formazione delle classi, della divisione sociale del lavoro e della distribuzione parcellare del prodotto sociale alle famiglie, vi era un essere sociale che sovrintendeva alle esigenze di specie. Con lo sviluppo dell'amministrazione e la comparsa delle tavolette (cretule), la società cominciò a centralizzarsi incamminandosi verso la forma statale, ma per tutto il tardo neolitico, quello che possiamo definire come proto-Stato, restò prevalentemente un elemento regolatore del meccanismo sociale.

Le nuove scoperte archeologiche forniscono prove a conferma delle nostre teorie. Ebla, esempio formidabile, fu una società in transizione che conservò un'amministrazione del prodotto sociale di tipo comunistico nonostante l'emergere di nuove categorie. Anche la società ittita mantenne questo tipo di distribuzione dei prodotti; lo dimostrano gli scavi realizzati ad Hattusa, capitale dell'Impero. Arslantepe, una città del tardo neolitico del sud della Turchia indagata e studiata dell'archeologa Marcella Frangipane, funzionava in maniera egualitaria. Il tratto in comune di tutte queste società, l'elemento fondamentale che le caratterizza, è il magazzino comunitario.

Lo studio sullo Stato ci serve per capire il futuro. Quale sarà la differenza tra l'Ottobre del '17 e la prossima transizione di fase? Evidentemente lo sviluppo delle forze produttive. Nelle Due tattiche della socialdemocrazia nella rivoluzione democratica del 1905, Lenin descrive la situazione di classe nella Russia zarista e dice che il proletariato, seppure in minoranza, può e deve dare un'impronta rivoluzionaria al movimento di lotta; la rivoluzione ha la funzione di abbattere lo stato borghese e instaurare quello proletariato, che interverrà nell'economia in maniera dittatoriale e coercitiva, e infine, quando la società nuova sarà matura, si estinguerà. Negli anni 50' la nostra corrente, in Proprietà e Capitale (1948-50), afferma che la società capitalistica è già in transizione, e che non si tratta più di sviluppare la produzione quantitativa ma di vedere la presenza di elementi comunistici anticipati nella società così com'è. Nella riunione di Forlì del 1952 l'enorme sviluppo raggiunto dalla forza produttiva sociale è difatti posto alla base dei punti del programma immediato rivoluzionario dell'Occidente capitalista.

La mostruosa macchina repressiva e intrusiva rappresentata dallo stato odierno registra sempre più difficoltà nel controllare una società in preda a molteplici processi di autonomizzazione. L'agricoltura, ad esempio, è completamente assistita ed è diventata una funzione statale per l'alimentazione delle popolazioni uscendo, per certi versi, dalle dinamiche capitalistiche. Il lavoro umano è sostituito in massa dalle macchine e i disoccupati si trasformano in inoccupabili. Siamo in una fase molto avanzata: se ai tempi dei bolscevichi lo stato dei Soviet doveva sviluppare elementi di capitalismo (le basi del socialismo), oggi tale compito è stato completamente assolto dall'ultramaturo modo di produzione vigente. Lo Stato odierno è obsoleto, perché esiste una produzione internazionale e una distribuzione organizzata dei prodotti (Amazon, Walmart, ecc.) che potenzialmente potrebbe soddisfare i bisogni di specie. Strutture produttive che si auto-organizzano attraverso sistemi di input-output esistono già. In una situazione tale, la sovrastruttura statale è inutile dato che è la stessa struttura materiale a svolgere compiti di coordinamento a livello multinazionale. I magazzini automatici, i robot industriali, la logistica internazionale, l'Internet delle cose, rappresentano marcati sintomi di società futura.

A conclusioni simili arrivano anche alcuni borghesi, e proprio quelli che credono maggiormente nelle capacità di autoregolazione del capitalismo. Tim O'Reilly, un libertariano convinto, una decina di anni fa propose un progetto per la formazione di governi 2.0, "Government as a platform", basato su un modello di società gestita da algoritmi, in cui intelligenza artificiale e biologica collaborano nella organizzazione di complesse comunità autopoietiche.

Se da una parte il capitalismo perde energia e con esso gli stati, dall'altra si intravedono processi di autorganizzazione sociale come quelli che hanno portato alla nascita di Occupy Wall Street, un movimento basato sulla Rete, il peer to peer e il mutuo soccorso (Occupy Sandy). Il peggior nemico del capitalismo è il capitalismo stesso: la produzione si globalizza, si integra, si unifica, eliminando le separazioni dell'economia di mercato. Secondo la Banca Mondiale, nel 2012, il numero totale di persone che esercitano un lavoro remunerato nel mondo supera i tre miliardi. Di questi, 1,5 sono agricoltori, artigiani o imprenditori, e 1,6 miliardi sono salariati, la nostra classe, una forza-lavoro immensa, che va considerata non solo dal punto di vista statistico ma anche da quello dell'energia che sta accumulando e che dovrà liberare.

Secondo il Wall Street Journal, negli ultimi quattro anni, il debito pubblico degli Stati Uniti è aumentato di 7 trilioni di dollari, raggiungendo i 21,6 trilioni. Il neopresidente Joe Biden si è impegnato in un programma di spesa che aggiungerà altri miliardi di dollari nell'anno a venire, anche perché le amministrazioni locali battono cassa: una coalizione di 35 sindaci di grandi città americane tra cui Los Angeles, Philadelphia e Seattle, chiede un reddito di base per i cittadini. Il salario ai disoccupati, un tempo rivendicazione dei proletari in lotta, adesso è diventata una rivendicazione della stessa borghesia. Questa classe non cederà il suo potere pacificamente, tenterà anzi di difenderlo in ogni modo e con ogni mezzo; ma la perdita di energia da parte dello Stato è un fatto reale, così come lo è la dissoluzione delle leggi fondamentali di funzionamento del capitalismo. Quando vengono distribuiti soldi gratuitamente, quando l'Occidente arranca di fronte all'avanzata dell'Oriente, quando il debito mondiale arriva a livelli stratosferici, vuol dire che siamo sulla terra di confine tra una società morente e una nuova.

Le condizioni di permanenza del capitalismo sono un rischio enorme per la biosfera e per l'umanità, e non a caso abbiamo intitolato un nostro articolo "Prove di estinzione". Nel rapporto I limiti dello sviluppo (1972) del Club di Roma si affermava che se la linea di crescita del capitalismo fosse rimasta inalterata, l'umanità sarebbe stata destinata a raggiungere i limiti naturali di crescita, e il risultato più probabile sarebbe stato un improvviso e incontrollabile declino della società. L'uomo ha sempre modificato la natura (modificando sé stesso), ma con l'avvento del capitalismo il suo apporto è diventato pericoloso. Il contatto tra gli animali selvatici e quelli dei grandi allevamenti industriali produce micidiali pandemie, e il disgelo del permafrost, il terreno perennemente ghiacciato dell'Artide, causa la circolazione di microrganismi finora poco diffusi o addirittura sconosciuti. La società attuale ha in sé elementi distruttivi nettamente superiori rispetto a quelle antiche, e non si tratta solo del possesso di ordigni nucleari.

Si fa perciò sempre più necessaria la formazione di quel partito mondiale di cui parla la nostra corrente nelle Tesi di Napoli (1965), volto non certo alla contesa politico-elettorale, ma alla "difesa della specie umana contro i pericoli della natura fisica e dei suoi processi evolutivi e probabilmente anche catastrofici".

Articoli correlati (da tag)

  • Non c'è solo caos all'orizzonte

    La teleriunione di martedì sera si è aperta con il commento dell'articolo "Il gemello digitale", pubblicato sul numero 56 della rivista, in uscita a breve.

    La differenza tra un modello classicamente inteso e il gemello digitale risiede nel fatto che il primo è statico, mentre il secondo è dinamico, grazie al feedback continuo tra mondo fisico e mondo digitale. Uno dei primi modelli dinamici sviluppati con l'ausilio del computer è Mondo3 di Jay Forrester, progetto commissionato dal Club di Roma ed utilizzato per elaborare il Rapporto sui limiti dello sviluppo (1972).

    La digitalizzazione del mondo, realizzata grazie all'aumento della potenza di calcolo dei computer e all'enorme mole di dati raccolta tramite sensori sparsi ovunque (big data), permette di sviluppare modelli digitali di qualsiasi oggetto o processo. Il gemello virtuale si modifica continuamente in base agli input che arrivano dalla realtà fisica, alla quale, successivamente, vengono inviati degli output; connettendolo a sistemi di intelligenza artificiale, esso può scovare schemi ricorrenti che gli uomini non riescono ad individuare. Un'automobile di Formula 1 è dotata di centinaia di sensori, i cui segnali vengono inviati alle centrali di controllo permettendo la realizzazione di un modello digitale. Tale modello monitora lo stato della vettura e lo confronta con i dati delle corse precedenti, consentendo di prevedere se determinati segnali possono portare, statisticamente, a dei guasti. La Commissione europea sta sviluppando Destination Earth, un "digital twin" del pianeta Terra, con l'obiettivo di prevenire quella che viene chiamata "crisi del clima". I dati nell'epoca dell'informazione sono una merce preziosa, che difficilmente gli Stati metteranno in comune.

  • L'Imperialismo al tempo del collasso degli Stati

    La teleriunione di martedì sera è iniziata riprendendo i temi trattati in chiusura di quella scorsa, ovvero la struttura imperialistica mondiale alla luce della crisi degli stati. Nell'articolo "Super-imperialismo?" (2001), scrivevamo:

    "Non può, nel mondo delle borghesie nazionali, esistere un organismo borghese sovranazionale che abbia capacità politica esecutiva, potenza militare sufficiente, indipendenza e funzionamento democratico. Può solo esistere una forza che sia di segno maggiore a tutte le altre e si incarichi dell'ordine. In questo caso gli Stati Uniti. Logicamente essi fanno i propri interessi, ma è anche vero che in generale sono gli interessi del capitalismo e quindi delle nazioni capitalistiche subordinate."

    Gli Stati Uniti difendono i propri interessi specifici, che si estendono su scala globale, come la protezione dei punti strategici per il transito delle merci. L'imperialismo delle portaerei è basato sulla proiezione di potenza ed il controllo degli oceani ma, come affermava il geografo inglese Halford Mackinder (Heartland), resta fondamentale controllare quanto accade sulla terraferma.

    Haiti, situata a breve distanza dale coste statunitensi, è da tempo in mano a bande e milizie, gli Americani non riescono a ristabilire una parvenza di ordine. In Birmania, dove la Cina ha forti interessi, Pechino potrebbe inviare, per la prima volta, proprie truppe. Nel Mar Rosso, anche a causa dei continui attacchi condotti dagli Houthi, il traffico è diminuito dell'80%.

  • Spazio e Monopolio

    La teleriunione di martedì sera è iniziata dal commento dell'articolo "Assalto al Pianeta rosso", pubblicato sul numero 41 della rivista.

    I razzi che vengono lanciati nello Spazio sono, sostanzialmente, dei proiettili di tipo balistico (vedi "La cosiddetta conquista dello spazio"). Rispetto agli anni '50 e '60, periodo in cui USA e Russia si sfidarono per la cosiddetta conquista dello Spazio, l'unica vera novità tecnologica è la potenza di calcolo raggiunta dai computer. Quest'aspetto, però, è inutile, dato che per inviare in orbita un carico "pagante" occorre sempre la stessa energia, così come occorre raggiungere sempre la stessa velocità di fuga (11,2 km al secondo, circa 40mila km all'ora) per staccarsi dalla gravità terrestre. Tra i vari problemi tecnici, vi è anche quello del consumo di carburante; il razzo Saturno, usato per andare sulla Luna, bruciava 13mila tonnellate di combustibile al secondo, la maggior parte delle quali veniva dissipata senza contribuire alla spinta vera e propria.

    Per raggiungere Marte ci vogliono diversi mesi di viaggio e, ammettendo che si riesca a farvi arrivare degli esseri umani, per sopravvivere bisognerebbe costruire cellule abitative e le relative infrastrutture. Il Pianeta rosso è freddo, tossico per gli uomini e con una forza di gravità inferiore a quella della Terra; un ambiente ostico per la nostra specie.

Rivista n°56, dicembre 2024

copertina n° 56

Editoriale: I limiti dell'… inviluppo / Articoli: Il gemello digitale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Donald Trump e il governo del mondo / Rassegna: Il grande malato d'Europa - Il vertice di Kazan - Difendono l'economia, preparano la guerra / Recensione: Ciò che sembrava un mezzo è diventato lo scopo / Doppia direzione: Il lavoro da svolgere oggi - Modo di produzione asiatico? - Un rinnovato interesse per la storia della Sinistra Comunista - Isolazionismo americano post-elettorale?

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email