Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  5 dicembre 2023

I civili obiettivo principale della guerra moderna

Durante la teleriunione di martedì sera, presenti 17 compagni, abbiamo fatto il punto sulla guerra israelo-palestinese e, più generale, sui problemi che attanagliano il presente modo di produzione.

Il 1° dicembre scorso sono ricominciate le azioni militari dell'esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Dopo il cessate il fuoco, che ha reso possibile lo scambio di prigionieri, il conflitto è ripreso: se nella prima fase l'offensiva di terra si era concentrata sulla parte nord della Striscia, adesso le operazioni si stanno spostando verso sud, anticipate da intensi bombardamenti. Centinaia di migliaia di civili palestinesi, sfollati dal nord, sono in trappola: non possono tornare nelle loro case e i valichi verso Egitto e Israele sono chiusi. Ed ora i raid dell'aviazione israeliana sono diretti proprio nelle zone precedentemente indicate come sicure.

Un carro armato Merkava pesa all'incirca 60 tonnellate e fatica a muoversi in un contesto urbano; per questo motivo, le IDF hanno raso al suolo interi quartieri e praticato lo sgombero forzato di parte della popolazione della Striscia. Le truppe israeliane entrano in un territorio senza civili, vuoto, perlustrando isolato per isolato, zona per zona, per stanare i "terroristi".

Fabio Mini, generale in pensione, in un'intervista su YouTube sostiene che nella Striscia di Gaza Israele sta applicando la "dottrina Dahiya", sperimentata per la prima volta nella guerra del Libano del 2006 durante il conflitto con Hezbollah. Tale dottrina prevede l'impiego di una forza sproporzionata rispetto all'attacco subito, in modo da ristabilire la deterrenza. Attualmente la situazione è ibrida perché il non-stato Hamas attacca lo stato Israele e viceversa. Lo stesso avvenne in Libano, quando l'esercito israeliano si scontrò con il non-stato Hezbollah, che non è solo un movimento islamico e una forza politico-militare, ma anche una rete di welfare per la popolazione, che di conseguenza diventò obiettivo del conflitto perché considerata "radicalizzata".

Mini afferma che non è assurdo ipotizzare il dimezzamento della popolazione presente nella Striscia a causa dei bombardamenti e delle malattie (la situazione sanitaria è al collasso). Resta da capire se Israele ha intenzione di sgomberare definitivamente i palestinesi da Gaza, oppure se è disponibile ad applicare il piano, proposto da alcuni paesi europei, che prevede la sostituzione di Hamas con un'Autorità Nazionale Palestinese (da chi rappresentata ancora non è chiaro). Comunque, la rete militare di Hamas non è ancora stata smantellata, e la guerra urbana a Gaza (come prima a Falluja, Mosul e Raqqa) si preannuncia lunga. Ciò che sta accadendo è un'anticipazione di quanto potrebbe succedere in futuro in metropoli più grandi: uno scenario da incubo per ogni esercito che, per quanto ormai sia ampio l'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale, robot e altre tecnologie avanzate, rimane con il problema di dover mettere piede in un contesto urbano pieno di macerie, dove ad ogni angolo può nascondersi un cecchino o una trappola.

In un articolo di Difesa Online, "L'Iran e la (non) causa palestinese", si pone l'attenzione sul ruolo svolto dall'Iran nell'area mediorientale, facendo particolare riferimento agli attacchi alle basi americane in Iraq e Siria, ai lanci di razzi dal Libano verso Israele, e al particolare attivismo degli Houthi dello Yemen (che lanciano missili verso Israele). I gruppi menzionati sono infatti proxy warriors dell'Iran, e focalizzarsi su Hamas rischia di far perdere di vista i veri giocatori di questo wargame. Gli accordi di Abramo, che mettevano diversi paesi del Golfo sotto il cappello di Israele e degli USA in funzione anti-iraniana, sono per adesso congelati, e con essi l'obiettivo di normalizzare i rapporti nell'area e perseguire gli interessi degli USA, che così avrebbero potuto impiegare uomini e risorse in altre aree calde del mondo (ad esempio l'Indo-Pacifico).

I rapporti geopolitici si stanno complicando in tutta l'area mediorientale, basti pensare alla proiezione della Russia in Siria e agli accordi per costruire una base navale in Libia, oppure il ruolo che si sta ritagliando la Turchia come attrattore d'Eurasia. Venendo meno il potere del gendarme globale, l'America, il caos aumenta. Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni ai coloni ebrei in Cisgiordania, l'amministrazione Biden cerca di evitare un'escalation bellica nella regione a meno di un anno dalle elezioni presidenziali.

La guerra in Medioriente è collegata a quella in Ucraina: la sua invasione ad opera delle forze armate russe non sarebbe stata possibile in un mondo "americano" che funzionasse bene. L'Ucraina e la sua economia sono sostenute dall'Occidente, la controffensiva di primavera è fallita e adesso Kiev deve fare i conti con una carenza di armi, munizioni e uomini. Cosa farà l'Occidente di fronte ad un suo eventuale collasso? Nel frattempo la Russia, si legge sui giornali, ha varato una politica balcanica... anti-occidentale.

Si è poi passati a discutere della conferenza COP 28 sul clima, tenutasi a Dubai. Alcuni giornalisti notano che tali incontri riscontrano sempre meno interesse anche da parte degli ecologisti, che una volta organizzavano manifestazioni di protesta, dato che la maggior parte dei delegati fa parte di lobby del carbone, del metano e del petrolio. In occasione dell'evento, il Papa ha scritto una lettera, in cui ha ripreso i temi dell'enciclica Laudato Si', cioè quelli dell'ecologismo integrale: "L'ambizione di produrre e possedere si è trasformata in ossessione ed è sfociata in un'avidità senza limiti, che ha fatto dell'ambiente l'oggetto di uno sfruttamento sfrenato. Il clima impazzito suona come un avvertimento a fermare tale delirio di onnipotenza." Leggendo il testo della missiva, si comprende il perché delle critiche mosse dai settori cattolici conservatori al Papa, che lo accusano di occuparsi troppo delle "cose" di questo mondo e poco della salvezza delle anime.

Il regista Oliver Stone ha presentato al Torino Film Festival il film Nuclear Now, in cui invita ad abbandonare i combustibili fossili per arrivare ad un futuro sostenibile grazie all'uso dell'energia nucleare. In realtà, il problema "ecologico" non risiede tanto nella fonte energetica, quanto in un modo di produzione orientato al profitto e non ai bisogni di specie. Da questo punto di vista, sia gli appelli interclassisti del Papa che quelli di Stone, così come i vari vertici sul clima, servono solo a perpetuare il capitalismo e le catastrofi che esso genera. A causa della guerra di tutti contro tutti, l'attuale modo di produzione non è in grado di dar vita ad un governo mondiale che possa affrontare razionalmente le grandi criticità del nostro tempo: energia, consumi, trasporti, abitazioni, eccetera ("Elementi della transizione rivoluzionaria come manifesto politico", Punti di Forlì, 1952).

In un video trasmesso su Rai Tre riguardo il recente avanzamento tecnologico, viene descritta la rivoluzione operata da ChatGPT, software sviluppato poco più di un anno fa. Il tema dell'Intelligenza Artificiale sta diventando esplosivo, perché non c'è compito o mansione dell'attività produttiva che non possa essere svolto dalle macchine. Siamo già ad algoritmi che producono altri algoritmi, a macchine che addestrano macchine. In questo processo, l'uomo diventa sempre più superfluo, non solo nelle fabbriche, ma anche nei lavori cosiddetti "cognitivi". Non a caso capitalisti che si occupano di IA, come Elon Musk o Sam Altman, sono tra i sostenitori del reddito universale di base. Tale proposta è però contraddittoria: non ha senso dare un salario a tutti se nessuno poi produce plusvalore.

Uno dei settori maggiormente interessati dalla rivoluzione tecnologica e dallo sviluppo dei modelli generativi è quello dell'istruzione; le università, dove i professori non riescono più a capire se le tesi sono scritte dagli studenti o da ChatGPT e simili, corrono ai ripari aumentando il numero di esami orali. E' stato dunque superato il test di Turing, perché non siamo in grado di distinguere ciò che ha scritto una macchina da ciò che ha scritto un uomo. Q* (Q-Star), un nuovo modello di IA Generativa, sembra sia in grado di elaborare informazione non in maniera statistica ma deterministica. Wired, che cita diverse fonti, scrive: "Per l'addestramento di nuovi modelli, la ricerca ha comportato l'uso di [dati] generati dal computer al posto di dati reali come testi o immagini estratti da internet". Ormai il processo si fa da sé, è autopoietico.

Articoli correlati (da tag)

  • Intelligenza di sciame

    La teleriunione di martedì sera è iniziata commentando la situazione economica e politica in Germania.

    La crisi economica ed istituzionale, che ha portato alla caduta del governo Scholz, fa vacillare quello che era considerato il paese più stabile d'Europa. Il patto corporativo, instaurato a partire dagli anni '30 e consolidato nel dopoguerra con la fase demo-fascista, mostra le prime crepe. Il cancelliere Scholz è stato sfiduciato dal Bundestag e quindi il paese tornerà presto alle urne. Il problema dell'ingovernabilità è ormai diffuso. La Francia, ad esempio, è alle prese con problemi economici (chiusura di fabbriche, deficit in aumento e spread in salita) che hanno portato ad una crisi politica senza precedenti.

    Lo "schema ad imbuto" riportato nell'articolo "Un modello dinamico di crisi" è la rappresentazione dell'andamento dell'incremento relativo degli indici della produzione industriale dei maggior paesi capitalistici. Nel 2008, il diagramma evidenziava chiaramente come gli indici delle principali economie fossero sincronizzati intorno a una crescita prossima allo zero. Al tempo, l'unica eccezione era rappresentata dalla Cina, ma oggi anch'essa si sta progressivamente allineando alle altre economie. Se non c'è sempre una relazione meccanica tra crisi economica e crisi governativo-istituzionale, è però evidente che lo stato dell'economia (struttura) produce risvolti pratici sul piano politico (sovrastruttura).

  • Non c'è solo caos all'orizzonte

    La teleriunione di martedì sera si è aperta con il commento dell'articolo "Il gemello digitale", pubblicato sul numero 56 della rivista, in uscita a breve.

    La differenza tra un modello classicamente inteso e il gemello digitale risiede nel fatto che il primo è statico, mentre il secondo è dinamico, grazie al feedback continuo tra mondo fisico e mondo digitale. Uno dei primi modelli dinamici sviluppati con l'ausilio del computer è Mondo3 di Jay Forrester, progetto commissionato dal Club di Roma ed utilizzato per elaborare il Rapporto sui limiti dello sviluppo (1972).

    La digitalizzazione del mondo, realizzata grazie all'aumento della potenza di calcolo dei computer e all'enorme mole di dati raccolta tramite sensori sparsi ovunque (big data), permette di sviluppare modelli digitali di qualsiasi oggetto o processo. Il gemello virtuale si modifica continuamente in base agli input che arrivano dalla realtà fisica, alla quale, successivamente, vengono inviati degli output; connettendolo a sistemi di intelligenza artificiale, esso può scovare schemi ricorrenti che gli uomini non riescono ad individuare. Un'automobile di Formula 1 è dotata di centinaia di sensori, i cui segnali vengono inviati alle centrali di controllo permettendo la realizzazione di un modello digitale. Tale modello monitora lo stato della vettura e lo confronta con i dati delle corse precedenti, consentendo di prevedere se determinati segnali possono portare, statisticamente, a dei guasti. La Commissione europea sta sviluppando Destination Earth, un "digital twin" del pianeta Terra, con l'obiettivo di prevenire quella che viene chiamata "crisi del clima". I dati nell'epoca dell'informazione sono una merce preziosa, che difficilmente gli Stati metteranno in comune.

  • Diversi conflitti, un'unica crisi

    La teleconferenza di martedì sera è iniziata commentando gli ultimi accadimenti in Siria.

    Nel paese mediorientale, ormai collassato, ci sono stati centinaia di migliaia di morti nel corso della guerra civile, iniziata dopo la Primavera Araba del 2011 ("Marasma sociale e guerra", n. 29, 2011) e che adesso vede una nuova impennata. Tahrir al-Sham (HTS), conosciuta anche come al-Qaeda in Siria (nonostante nel 2016 abbia annunciato la fine dell'affiliazione all'organizzazione), è una formazione militante sunnita molto attiva nel nord ovest del paese. Il gruppo, di matrice salafita, ha un profilo locale, diverso da quello dello Stato Islamico, il cui obiettivo è il Califfato globale. Nei giorni scorsi, HTS ed alcuni gruppi alleati hanno lanciato un'offensiva su Aleppo (oltre due milioni di abitanti), sbaragliando, anche con l'impiego di droni e pick-up, le difese dell'esercito di Damasco e conquistando rapidamente la città. Secondo diversi analisti, dietro a queste forze antigovernative, ben armate, addestrate ed equipaggiate, si cela la Turchia (ma anche alcuni paesi del Golfo), che si sta ritagliando uno spazio di manovra in tutta la regione.

    L'offensiva, evidentemente preparata da tempo, ha penetrato in profondità il territorio siriano, arrivando ad interrompere l'autostrada Damasco-Aleppo, il principale collegamento del paese. L'attacco ha provocato in pochi giorni oltre 50mila profughi. HTS ha sfruttato la debolezza di Iran e Hezbollah, che negli ultimi anni hanno svolto un ruolo importante nel sostenere il regime di Bashar al-Assad, ma anche la ridotta presenza della Russia, che mantiene diverse basi strategiche in Siria (Latakia, Tartus, Chmejmim) a tutela dello stesso regime. Si parla di "finestra di opportunità" per indicare una situazione particolare in cui una forza statale o non statale può ritenere utile agire per raggiungere un obiettivo magari perseguito da tempo, ma che per varie ragioni non era stato possibile realizzare.

Rivista n°56, dicembre 2024

copertina n° 56

Editoriale: I limiti dell'… inviluppo / Articoli: Il gemello digitale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Donald Trump e il governo del mondo / Rassegna: Il grande malato d'Europa - Il vertice di Kazan - Difendono l'economia, preparano la guerra / Recensione: Ciò che sembrava un mezzo è diventato lo scopo / Doppia direzione: Il lavoro da svolgere oggi - Modo di produzione asiatico? - Un rinnovato interesse per la storia della Sinistra Comunista - Isolazionismo americano post-elettorale?

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email