Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  19 dicembre 2023

Determinismo e intelligenza artificiale

La teleriunione di martedì, a cui hanno partecipato 16 compagni, è iniziata con alcune considerazioni riguardo le conseguenze degli attacchi dei guerriglieri Houthi alle navi mercantili che transitano nel Mar Rosso.

Le grandi compagnie di navigazione che utilizzano la rotta del Canale di Suez sono in allarme, e alcune hanno annunciato che abbandoneranno questa via di comunicazione. "Dopo l'incidente sfiorato giovedì dalla Maersk Gibilterra e di un ennesimo attacco contro una nave portacontainer, abbiamo dato istruzioni a tutte le nostre imbarcazioni che dovrebbero attraversare lo stretto di Bab al-Mandab (che separa il mar Rosso dall'Oceano indiano) di sospendere il loro viaggio fino a nuovo avviso", scrive in un comunicato Maersk, leader mondiale nel settore del trasporto merce.

Dallo scorso 15 dicembre, 4 delle 5 maggiori società navali hanno interrotto o sospeso il traffico nel Mar Rosso, un'area lontana 1000 miglia da Gaza ma che è diventata zona di guerra: gli Houthi dello Yemen hanno dichiarato che le loro azioni sono in solidarietà ai palestinesi. In risposta agli attacchi, gli USA stanno mettendo in piedi una coalizione ("Prosperity guardian") che fornisca navi e uomini. Questa crisi ha un'implicazione economica mondiale, data l'importanza cruciale per il commercio internazionale dello stretto di Bab al Mandab, che collega il Mar Rosso con l'Oceano Indiano e da cui transita il 30% del traffico globale di container; ma anche un'implicazione militare, perché essa potrebbe dar luogo ad un'escalation che coinvolgerebbe l'Iran, sostenitrice del gruppo armato yemenita. Per Israele, il contesto di minaccia costante deriva non soltanto dagli Houthi ma anche, al nord, dal Libano, dove Hezbollah quotidianamente lancia missili verso gli insediamenti israeliani. Ciò fa pensare che tra i piani di Israele, oltre a ripulire Gaza, ci sia anche un intervento in quell'area. Si sta configurando un conflitto di dimensione globale, una guerriglia diffusa che dispone di armamenti normalmente in dotazione a Stati.

La dichiarazione di guerra è tramontata da tempo, e il confine tra guerra e pace, come quello tra esercito e popolazione civile (come si vede a Gaza), si fa sfumato. Con l'inizio delle operazioni militari nella Striscia, che ad oggi hanno causato oltre 20 mila morti tra i civili palestinesi e circa 120 tra i soldati israeliani, si è compreso che l'IDF hanno predisposto un piano di intervento che procede settore per settore, onde evitare uno scenario tipo Stalingrado. Rimane però assente una strategia a lungo termine. Dove verranno collocati 2 milioni di palestinesi che abitano Gaza?

Nell'editoriale dell'ultimo numero di Limes si parla del progetto "Grande Israele" per un unico stato tra Mediterraneo e Fiume Giordano. I palestinesi che vivono nei coriandoli di territorio in Cisgiordania dovrebbero decidere se restare all'interno dello Stato Israeliano (l'ipotesi della Palestina come stato cesserebbe di esistere) oppure migrare. Questo progetto, il più radicale, prevede inoltre una bonifica di svariati decine di km in territorio libanese (una zona cuscinetto anti-Hezbollah), ed inizia ad essere dibattuto sia a livello militare che politico. I suoi sostenitori affermano che è inutile rispondere alle emergenze, mentre sarebbe ora di intervenire drasticamente una volta per tutte. La borghesia elabora piani, bisogna però vedere quanto essi siano realizzabili. Le situazioni materiali impongono agli uomini le strategie da utilizzare, non il contrario.

Con un attacco a base di alianti, motociclette e pick up, Hamas è riuscito a bucare la rete elettronica posta a difesa di Israele, uno dei dispositivi di controllo più sofisticati al mondo. Evidentemente si è rotta una simmetria che si era stabilita precedentemente (Hamas ha ammesso di aver studiato l'impiego dei droni in Ucraina). Tali cambiamenti non hanno impatto solo nell'area interessata, ma fanno scuola in tutto il mondo. La guerra è integrata e totale, vengono usati tutti gli strumenti: dai droni ad internet, dai tunnel agli alianti. E gli hub logistici da cui passano le rotte commerciali e militari diventano sempre più fragili. La siccità sta causando problemi al traffico navale nel canale di Panama e già si vocifera di nuovi rincari in arrivo, così come nel 2021, quando la portacontainer Ever Given lunga 400 metri, incagliandosi, ostruì il passaggio nel Canale di Suez.

La "pax americana" non funziona più e all'orizzonte non si vede alcun attore in grado di sostituire gli USA. Siamo di fronte ad una transizione di fase dal punto di vista militare, delle armi, dell'intelligenza artificiale ed in generale della società, alle prese con un cambiamento epocale.

A proposito di cambiamenti e IA, nell'articolo "Delivery robots will transform Christmas", l'Economist analizza l'avvento dei delivery bot: il settore della consegna è in genere associato ai rider, a coloro che in bici o motorino distribuiscono cibo o altro; ora a Milton Keynes, una cittadina inglese, è in corso un esperimento in cui sono i robot a portare a casa del cliente la merce ordinata. Gli automi si muovono grazie a un GPS e sono dotati di sensori e telecamere per evitare incidenti con auto, pedoni e ciclisti. L'azienda che si occupa dell'esperimento ha lanciato il progetto anche in altre città. Sempre in Gran Bretagna, è in via di costruzione una autostrada per droni lunga 260 miglia e prevederà delle stazioni di rifornimento.

La rete che collega le persone e gli oggetti tra di loro (Internet delle cose) fa il giro del mondo, non ha mura. Nei magazzini di Amazon, Ocado o altre aziende i robot spostano scaffali e merci. Ora queste tecnologie escono dalle fabbriche ("Rottura dei limiti d'azienda"), e la produzione è diffusa su tutto il territorio.

Durante l'ultimo incontro redazionale abbiamo accennato allo sviluppo dell'intelligenza artificiale partendo dall'inquadramento dato da Marx nei Grundrisse e nel Capitale, e dai lavori sulla teoria rivoluzionaria della conoscenza (rivista monografica n.15-16). Nell'articolo "Verso la singolarità storica" abbiamo notato come le macchine sono parte integrante della storia del capitalismo in quanto indispensabili all'aumento della produzione e al drenaggio di plusvalore. Divenute intelligenti e autonome, non solo modificano la struttura produttiva ma anche l'assetto sociale, in quanto rendono irreversibilmente superflua gran parte della forza lavoro.

Per iniziare qualsiasi studio, è importante partire da una conoscenza acquisita, da dati precisi, da qualcosa di consolidato che sia verificabile, ovvero da assiomi. Per un lavoro sull'intelligenza artificiale, uno dei punti di partenza è stato l'articolo "Relatività e determinismo": se cerchiamo l'essenza delle cose non andiamo molto lontano, mentre Bordiga ricorda che con la relatività abbiamo raggiunto un risultato epocale: riconosciuto il fatto che l'energia è materia e viceversa, allora l'energia è uguale al pensiero. Se andiamo ad indagare intorno alla natura di questo pensiero, dobbiamo seguire una strada già tracciata. A Turing, quando escogita la sua famosa macchina per vedere se chi esprime informazione sia umano o meno, non importa se dall'altra parte interagisce un umano o una macchina; egli dice che l'intelligenza è la capacità di un interlocutore qualsiasi di generare risposte che non permettano all'uomo di distinguere quali sono prodotte da un suo simile e quali da una macchina. Quando la macchina supera la capacità di simulare un evento, un processo, utilizzando il linguaggio degli uomini, allora la competenza necessaria per raggiungere un risultato prescinde dalla nostra definizione.

In molti casi un computer riesce a fare quello che prima faceva un uomo, ad esempio il relè di un ascensore sostituisce irreversibilmente la figura umana che precedentemente si occupava di pigiare i pulsanti. Allo stesso modo esso può inventare la cappella Sistina, o scrivere saggi al posto nostro. Intelligenza artificiale è qualsiasi cosa provenga da qualsiasi soggetto, in grado di riprodurre conoscenza più un qualcos'altro. Cos'è il qualcos'altro? I materialisti dicono di non saperlo, di indagare sul grado di competenza raggiunto dalla materia. Noi sappiamo che è corretto il determinismo forte ovvero che la materia è uguale all'energia, mentre la maggior parte del mondo pensa che esiste un quid all'interno della materia, un disegno intelligente che avrebbe contribuito alla creazione dell'uomo. John Searle, filosofo della mente, individua un qualcosa di non quantificabile per spiegare l'intelligenza umana da contrapporre a quella delle macchine, i qualia.

Nel numero 53 della rivista abbiamo visto il grande dibattito tra coloro che sostengono che gli uomini sono dotati di libero arbitrio e quelli che invece lo negano. Altri si interrogano se questo concetto possa riguardare, oltre l'uomo, anche le macchine. Noi neghiamo l'esistenza del libero arbitrio in generale: il cervello non è scollegato dalla catena causa-effetto che governa l'universo.

Articoli correlati (da tag)

  • Un equilibrio precario

    La teleconferenza di martedì sera è iniziata con alcune considerazioni riguardo i rapporti economico-politici tra USA e Cina.

    L'incontro tra Donald Trump e Xi Jinping all'aeroporto di Busan, in Sud Corea, ha portato a siglare una serie di patti su questioni strategiche. La Cina rinvierà di un anno l'entrata in vigore dei controlli sull'esportazione di terre rare, mentre gli USA sospenderanno l'incremento dei dazi. Pechino si impegna anche a riprendere l'acquisto di prodotti agricoli statunitensi. Secondo il segretario del tesoro americano, Scott Bessent, "è stato raggiunto un accordo che — ceteris paribus — ci permette di ottenere un equilibrio entro il quale entrambe le parti possono operare nei prossimi 12 mesi".

    In ballo c'è anche la questione del fentanyl, un oppioide sintetico che sta devastando gli USA e per la cui produzione illegale vengono utilizzati precursori chimici provenienti dalla Cina; e quella di TikTok, il social cinese tra i più scaricati al mondo al centro delle tensioni per la gestione dei dati di oltre 170 milioni di americani. Il dazio imposto tra febbraio e marzo 2025 per la crisi del fentanyl verrà dimezzato al 10%, mentre TikTok USA sarà venduto per la maggior parte ad un consorzio di investitori statunitensi e l'algoritmo originale concesso in licenza. Questi accordi in realtà non mettono fine alla rivalità tra USA e Cina, ma sono una momentanea tregua del braccio di ferro tra i due paesi. Il doppio vincolo tra Washington e Pechino è impossibile da sciogliere perché le due potenze dipendono l'una dall'altra pur continuando a pestarsi i piedi a vicenda. Una contraddizione simile al problema degli insiemi che contengono sè stessi, da affrontare quindi con una sintesi di tipo matematico.

  • Guerra, debito e bolla finanziaria

    La teleriunione di martedì sera è iniziata con alcune considerazioni sulla guerra in Medio Oriente e in Ucraina.

    Nonostante la tregua, continuano i bombardamenti nella Striscia di Gaza con decine di vittime e feriti. Israele si trova a gestire una situazione particolarmente complessa, con molteplici fronti potenzialmente attivi che rimangono costantemente a rischio di escalation, come nel caso di Libano o Iran. In seguito al 7 ottobre 2023, Tel Aviv ha cambiato la propria dottrina militare, in passato concentrata sulla difesa del territorio tramite attacchi rapidi e incisivi, e si è impantanata in una serie di conflitti, in corso ormai da due anni, contro attori non facilmente neutralizzabili (Hamas, le milizie in Cisgiordania, gli Houthi ed Hezbollah). Pur essendo uno Stato super armato e tecnologicamente all'avanguardia, Israele è stato colpito nel profondo da Hamas, che ha messo in campo una combinazione di incursioni sul terreno e di blitzkrieg a basso contenuto tecnologico. La Repubblica Islamica dell'Iran, ritenuta dagli Israeliani il centro dell'Asse della Resistenza, non è facilmente rovesciabile, come ha dimostrato la guerra dei 12 giorni nella quale sono dovuti intervenire militarmente e diplomaticamente gli USA, proprio come avvenuto recentemente nella Striscia. A tutto ciò si aggiunge la crescente influenza della Turchia nella regione, in particolare in Siria, ma anche in altri paesi limitrofi come la Libia.

    Tutti cantano vittoria, ma tutti affrontano crescenti difficoltà, sia interne che esterne. L'unica che sembra farlo con una qualche ragione è la Russia, impegnata nella guerra in Ucraina. Gli obiettivi dichiarati inizialmente sono stati raggiunti, a tutto svantaggio degli Europei, mentre l'Ucraina si ritrova a fare i conti con i morti, i milioni di profughi e una struttura statale che non esiste più. Non è semplice fare un wargame che inquadri la situazione geopolitica mondiale, perché ci si trova di fronte ad enormi paradossi logici e, tra questi, il fatto che per costruire i moderni sistemi d'arma occidentali servono le terre rare, monopolio della Cina.

  • Guerra, debito, polarizzazioni

    La teleriunione di martedì è iniziata riprendendo l'articolo "Wargame. Parte seconda", pubblicato sul numero 51 della rivista.

    In quel lavoro abbiamo contrapposto il Partito Azzurro, rappresentante della conservazione, al Partito Arancione, espressione dei manifestanti, in un "gioco" dinamico riguardante un'ipotetica manifestazione dai confini sfumati. Per inibire i comportamenti emergenti dalla piazza, il Partito Azzurro è costretto ad intervenire aggiornando il proprio programma, ma le configurazioni previste sono obsolete, in quanto dettate da una consuetudine che non contempla soluzioni antiforma. Al contrario, il Partito Arancione, opportunamente diretto, può cambiare le regole del gioco.

    Le difficoltà rispetto alla lettura della complessità di questo mondo possono essere superate solo da quelle che abbiamo definito macchine per conoscere, ovvero teorie, modelli e schemi.

    Il tema del wargame è utile per comprendere le dinamiche e gli sbocchi della guerra guerreggiata. C'è chi esulta per la tregua tra Israele ed Hamas, mediata dagli USA (e che ha già prodotto decine di morti tra i Palestinesi), ma all'orizzonte si prospetta la riapertura del fronte con l'Iran. Il conflitto in Ucraina è tutt'altro che risolto. Il conflitto mondiale in corso non si può combattere con le armi e le dottrine a disposizione, ma le nuove non sono ancora pronte; è impossibile mettere in forma questo tipo di guerra, tanto che i vari think tank che si occupano di analisi geopolitica non riescono a tracciare una dinamica, faticando a comprendere come potrebbe evolvere la situazione mondiale.

Rivista n°57, luglio 2025

copertina n° 57

Editoriale: Illusioni capitalistiche / Articoli: Ideologie di un capitalismo che nega sé stesso - Insiemi, modelli, previsione / Rassegna: Crisi americana, crisi globale - Leone XIV / Recensione: La catastrofe ed il rattoppo / Doppia direzione: Collegamenti a non finire / In memoria di Jacques Camatte

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email