Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  12 novembre 2024

Sono mature le condizioni per una società nuova

La teleriunione di martedì sera è iniziata con alcune considerazioni sulle strutture intermedie tra il partito e la classe.

Occupy Sandy non era né un sindacato né, tantomeno, un partito, ma una struttura di mutuo-aiuto nata sull'onda dell'emergenza e dell'incapacità della macchina statale di intervenire efficacemente per aiutare la popolazione. In "Partito rivoluzionario e azione economica" (1951) si afferma che, nella prospettiva di ogni movimento rivoluzionario generale, non possono non essere presenti tali fondamentali fattori: un ampio e numeroso proletariato, un vasto strato di organizzazioni intermedie e, ovviamente, la presenza del partito rivoluzionario. Gli organismi di tipo intermedio non devono per forza essere strutture già esistenti (ad esempio i sindacati), ma possono essere forme nuove (come i Soviet in Russia). Il tema è stato approfondito in una corrispondenza con un lettore intitolata "Sovrappopolazione relativa e rivendicazioni sindacali".

Nella tavola VIII (Schema marxista del capovolgimento della prassi), riportata in "Teoria ed azione nella dottrina marxista" (1951), vediamo che alla base dello schema ci sono le forme ed i rapporti di produzione, le determinazioni economiche e le spinte fisiologiche, che portano la classe a muoversi verso la teoria e la dottrina (partito storico), passando attraverso strutture intermedie. Si tratta di cicli di feedback che irrobustiscono la struttura del partito formale. Quando si parla di classe, partito e rivoluzione bisogna intendere una dinamica, un processo che si precisa nel corso del tempo:

"Il rapporto dialettico sta nel fatto che in tanto il partito rivoluzionario è un fattore cosciente e volontario degli eventi, in quanto è anche un risultato di essi e del conflitto che essi contengono fra antiche forme di produzione e nuove forze produttive. Tale funzione teorica ed attiva del partito cadrebbe però se si troncassero i suoi legami materiali con l'apporto dell'ambiente sociale, della primordiale, materiale e fisica lotta di classe."

Il comunismo è un bisogno di specie e, nella nostra epoca, lo si vede chiaramente all'opera nelle associazioni di mutuo soccorso operaie, come faceva notare Marx nei Manoscritti del 1844:

"Quando gli operai comunisti si riuniscono, essi hanno in un primo tempo come scopo la dottrina, la propaganda, ecc. Ma con ciò si appropriano insieme di un nuovo bisogno, del bisogno di società, e ciò che sembrava un mezzo è diventato lo scopo".

Gli Stati faticano ad affrontare le emergenze a causa di una profonda crisi interna ("Lo Stato nell'era della globalizzazione"), ed affidarsi a loro equivale ad affidarsi ad uno zombie. Per tal motivo guardiamo con interesse ad esperimenti alternativi, che nascono dal basso, tesi a risolvere problemi legati alla sopravvivenza ("Uragani d'America"). Il partito-comunità è un attrattore posto nel futuro, e si manifesta nell'oggi attraverso i "saggi di organizzazione futura comunistica" (Proprietà e Capitale, cap. XV).

Si è poi passati a commentare i risultati delle recenti elezioni presidenziali americane, che hanno portato alla vittoria di Donald Trump. Come nota Alessandro Aresu, collaboratore di Limes ("Elon Musk è il vero vincitore delle elezioni negli Stati Uniti d'America?"), il vero vincitore delle elezioni potrebbe essere l'imprenditore sudafricano proprietario di Tesla, il capitalista più ricco del mondo, finanziatore della campagna elettorale di Trump e membro di quella che viene definita "Paypal Mafia", ovvero la rete di ex dipendenti e creatori di PayPal che hanno fondato altre società tecnologiche come Tesla, Inc., LinkedIn, Palantir Technologies, SpaceX, Affirm, Slide, Kiva, YouTube, Yelp e Yammer. Il vicepresidente di Trump, J. D. Vance, è un ex dipendente di Peter Thiel, proprietario di Palantir, miliardario libertariano, autore del libro Da zero a uno nel quale sostiene che la concorrenza è una cosa da perdenti, mentre il progresso è rappresentato dal monopolio che permette di intraprendere progetti di lungo respiro. Musk, Thiel, e potremmo aggiungere anche Bezos di Amazon, sono tutti imprenditori che investono nell'Intelligenza Artificiale e nello Spazio al fine di dare forma ad un nuovo tipo di capitalismo.

I vecchi schemi politici che vengono riproposti dai media (destra, centro, sinistra) non hanno più alcun senso. Più che del partito repubblicano, la vittoria di Trump è il frutto di un movimento sociale più ampio che mette insieme disoccupati, mezze classi impoverite e giga-capitalisti lungotermisti, desiderosi di colonizzare altri pianeti. Lo scorso 13 ottobre a Boca Chica (Texas) SpaceX ha effettuato dei test sulla navicella spaziale che potrebbe essere impiegata per le future missioni sulla Luna e su Marte. Per la prima volta, il booster (la parte inferiore che compone il veicolo) è ritornato nella piattaforma di lancio con una traiettoria controllata. Il sito ufficiale di SpaceX spiega che tale impresa è un successo storico perché "far tornare il booster dopo il lancio è una capacità fondamentale affinché Starship diventi riutilizzabile in modo rapido e affidabile".

Naturalmente, queste nuove tecnologie saranno adoperate anche in ambito bellico, come dimostra l'impiego della rete di satelliti di Starlink nel conflitto in Ucraina. Un altro imprenditore che sta macinando profitti con la guerra è Palmer Luckey, il fondatore dell'azienda Oculus VR (visori per realtà virtuale) che vende servizi alla polizia di frontiera americana e alle forze ucraine. La Silicon Valley sta diventando un laboratorio fondamentale per la futura guerra.

Gli imprenditori che abbiamo elencato tramite le loro aziende generano forze che vanno ad intaccare le basi su cui si fonda l'attuale modo di produzione. In parte se ne rendono conto quando affermano che l'epoca della privacy è finita (Zuckerberg), che la democrazia è incompatibile con la libertà (Thiel), che la vita terrestre sarà un fenomeno multiplanetario (Musk).

La crisi del capitalismo costringe gli stati a darsi configurazioni nuove. Se vuole ritardare la sua fine, il capitalismo dev'essere "disruptive" (dirompente) rispetto allo stato di cose presente. L'amministrazione statunitense, per quanto importante, non può cambiare la storia, semmai è vero il contrario: è la storia a cambiare l'esecutivo a stelle e strisce. Ad esempio, una politica isolazionista è inattuabile per gli Stati Uniti, dato che devono pagare migliaia di miliardi di dollari annui di interessi e hanno bisogno che il dollaro resti la moneta di riferimento per gli scambi mondiali. Secondo i media, nelle elezioni si contrapponevano due fronti: da una parte Trump, che avrebbe avuto l'appoggio della Silicon Valley, dall'altra i grandi fondi d'investimento (Vanguard, BlackRock, ecc.) a sostegno dei democratici. La realtà è molto più sfumata, gli interessi si compenetrano e, allo stesso tempo, si scontrano. Trump ha minacciato dazi del 60% sulle merci cinesi, ma Musk ha enormi interessi in Cina, visto che la più grande azienda di Tesla è a Shanghai.

La spinta verso la conquista di altri pianeti deriva dal fatto che il capitalismo ha raggiunto dei limiti fisici, ciò fornisce agli uomini l'ideologia necessaria per battere nuove strade. Da anni Musk parla di conquistare Marte, ha come clienti il Pentagono e la NASA, è impegnato attivamente nelle guerre in Ucraina e Medioriente.

In "Assalto al Pianeta Rosso", articolo che ci siamo prefissi di rileggere e commentare prossimamente, scrivevamo:

"Se verrà avviata sul serio la corsa al Pianeta Rosso, non sarà perché il capitalismo avrà trovato il suo sfogo, ma perché esso ha raggiunto il suo limite, ovvero perché saranno maturate definitivamente le condizioni per una società nuova."

Personaggi come Musk hanno un ruolo più importante di quello del nuovo presidente americano, e le elezioni ci dimostrano una volta in più che il capitalismo è un involucro che non corrisponde al suo contenuto. L'attuale modo di produzione è già arrivato a quella che gli economisti chiamano finanziarizzazione dell'economia: non ci sono nuovi territori da colonizzare sul pianeta Terra (l'Africa non offrirà ossigeno allo zombie capitalistico). Da una parte si vorrebbe far tornare indietro la ruota della storia, riportando l'America al suo ruolo di potenza industriale ("Make America Great Again"), dall'altra ci si affida alla finanza per rastrellare valore dal resto del mondo. "La borghesia non può esistere senza rivoluzionare continuamente gli strumenti di produzione, i rapporti di produzione, dunque tutti i rapporti sociali" (Manifesto dei Comunisti). La contraddizione esplosiva, rappresentata dal confliggere delle spinte verso il futuro con quelle per la conservazione, si manifesta innanzitutto in America, centro in declino del capitalismo mondiale.

Articoli correlati (da tag)

  • Diversi conflitti, un'unica crisi

    La teleconferenza di martedì sera è iniziata commentando gli ultimi accadimenti in Siria.

    Nel paese mediorientale, ormai collassato, ci sono stati centinaia di migliaia di morti nel corso della guerra civile, iniziata dopo la Primavera Araba del 2011 ("Marasma sociale e guerra", n. 29, 2011) e che adesso vede una nuova impennata. Tahrir al-Sham (HTS), conosciuta anche come al-Qaeda in Siria (nonostante nel 2016 abbia annunciato la fine dell'affiliazione all'organizzazione), è una formazione militante sunnita molto attiva nel nord ovest del paese. Il gruppo, di matrice salafita, ha un profilo locale, diverso da quello dello Stato Islamico, il cui obiettivo è il Califfato globale. Nei giorni scorsi, HTS ed alcuni gruppi alleati hanno lanciato un'offensiva su Aleppo (oltre due milioni di abitanti), sbaragliando, anche con l'impiego di droni e pick-up, le difese dell'esercito di Damasco e conquistando rapidamente la città. Secondo diversi analisti, dietro a queste forze antigovernative, ben armate, addestrate ed equipaggiate, si cela la Turchia (ma anche alcuni paesi del Golfo), che si sta ritagliando uno spazio di manovra in tutta la regione.

    L'offensiva, evidentemente preparata da tempo, ha penetrato in profondità il territorio siriano, arrivando ad interrompere l'autostrada Damasco-Aleppo, il principale collegamento del paese. L'attacco ha provocato in pochi giorni oltre 50mila profughi. HTS ha sfruttato la debolezza di Iran e Hezbollah, che negli ultimi anni hanno svolto un ruolo importante nel sostenere il regime di Bashar al-Assad, ma anche la ridotta presenza della Russia, che mantiene diverse basi strategiche in Siria (Latakia, Tartus, Chmejmim) a tutela dello stesso regime. Si parla di "finestra di opportunità" per indicare una situazione particolare in cui una forza statale o non statale può ritenere utile agire per raggiungere un obiettivo magari perseguito da tempo, ma che per varie ragioni non era stato possibile realizzare.

  • L'Imperialismo al tempo del collasso degli Stati

    La teleriunione di martedì sera è iniziata riprendendo i temi trattati in chiusura di quella scorsa, ovvero la struttura imperialistica mondiale alla luce della crisi degli stati. Nell'articolo "Super-imperialismo?" (2001), scrivevamo:

    "Non può, nel mondo delle borghesie nazionali, esistere un organismo borghese sovranazionale che abbia capacità politica esecutiva, potenza militare sufficiente, indipendenza e funzionamento democratico. Può solo esistere una forza che sia di segno maggiore a tutte le altre e si incarichi dell'ordine. In questo caso gli Stati Uniti. Logicamente essi fanno i propri interessi, ma è anche vero che in generale sono gli interessi del capitalismo e quindi delle nazioni capitalistiche subordinate."

    Gli Stati Uniti difendono i propri interessi specifici, che si estendono su scala globale, come la protezione dei punti strategici per il transito delle merci. L'imperialismo delle portaerei è basato sulla proiezione di potenza ed il controllo degli oceani ma, come affermava il geografo inglese Halford Mackinder (Heartland), resta fondamentale controllare quanto accade sulla terraferma.

    Haiti, situata a breve distanza dale coste statunitensi, è da tempo in mano a bande e milizie, gli Americani non riescono a ristabilire una parvenza di ordine. In Birmania, dove la Cina ha forti interessi, Pechino potrebbe inviare, per la prima volta, proprie truppe. Nel Mar Rosso, anche a causa dei continui attacchi condotti dagli Houthi, il traffico è diminuito dell'80%.

  • Spazio e Monopolio

    La teleriunione di martedì sera è iniziata dal commento dell'articolo "Assalto al Pianeta rosso", pubblicato sul numero 41 della rivista.

    I razzi che vengono lanciati nello Spazio sono, sostanzialmente, dei proiettili di tipo balistico (vedi "La cosiddetta conquista dello spazio"). Rispetto agli anni '50 e '60, periodo in cui USA e Russia si sfidarono per la cosiddetta conquista dello Spazio, l'unica vera novità tecnologica è la potenza di calcolo raggiunta dai computer. Quest'aspetto, però, è inutile, dato che per inviare in orbita un carico "pagante" occorre sempre la stessa energia, così come occorre raggiungere sempre la stessa velocità di fuga (11,2 km al secondo, circa 40mila km all'ora) per staccarsi dalla gravità terrestre. Tra i vari problemi tecnici, vi è anche quello del consumo di carburante; il razzo Saturno, usato per andare sulla Luna, bruciava 13mila tonnellate di combustibile al secondo, la maggior parte delle quali veniva dissipata senza contribuire alla spinta vera e propria.

    Per raggiungere Marte ci vogliono diversi mesi di viaggio e, ammettendo che si riesca a farvi arrivare degli esseri umani, per sopravvivere bisognerebbe costruire cellule abitative e le relative infrastrutture. Il Pianeta rosso è freddo, tossico per gli uomini e con una forza di gravità inferiore a quella della Terra; un ambiente ostico per la nostra specie.

Rivista n°56, dicembre 2024

copertina n° 56

Editoriale: I limiti dell'… inviluppo / Articoli: Il gemello digitale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Donald Trump e il governo del mondo / Rassegna: Il grande malato d'Europa - Il vertice di Kazan - Difendono l'economia, preparano la guerra / Recensione: Ciò che sembrava un mezzo è diventato lo scopo / Doppia direzione: Il lavoro da svolgere oggi - Modo di produzione asiatico? - Un rinnovato interesse per la storia della Sinistra Comunista - Isolazionismo americano post-elettorale?

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email